http://www.repubblica.it/esteri/2013/08/01/news/miss_islanda-64086229/Le sue compatriote - da anni sul piede di guerra contro una manifestazione "patriarcale" come la gara delle Miss - l'hanno preso in parola. E dal giorno dopo, come ha raccontato sorpreso persino l'austero Wall Street Journal, si è scatenata la tempesta.
"La mia prima idea è stata quella di scendere in piazza e protestare contro chi vuol giudicarci solo e sempre in base a canoni di questo tipo", ha raccontato Hildur Lilliendhl, una delle più note attiviste locali per i diritti della donna. "Poi ci ho ragionato su e mi sono convinta che lo humour a volte serve più delle manifestazioni. E visto che la gara era aperta a tutti, ho deciso di iscrivermi al concorso". La sua idea ha fatto proseliti. Le prime a seguire l'esempio sono state le più note femministe islandesi. E in scia è arrivata Sigribur Ingibjorg Ingadottir, parlamentare socialdemocratica, che ha annunciato in pompa magna su Facebook ai suoi elettori la partecipazione - ovviamente decoubertiniana - a Miss Islanda.
La protesta si è allargata a macchia d'olio e sul tavolo del povero Rafnsson si sono accumulate oggi la bellezza di 1.300 schede di adesione, tantissime per un Paese di 320 mila abitanti. In passerella, se saranno accolte tutte le richieste, potrebbero sfilare improbabili bellezze artiche come una pensionata di 80anni, una donna pastore della Chiesa locale e persino (si sa come vanno le cose nei paesi moderni e aperti) due o tre uomini che hanno provato, con successo, a iscriversi.Oramai è guerra a tutto campo alle manifestazioni delle miss, forse capiranno che le uniche beneficiarie reali a questi concorsi erano solo le donne stesse e non certo noi a guardare queste oche. Ora hanno perso una possibilità di fare soldi senza nessun talento e capacità....se sta bene a loro a me ancora più.