Autore Topic: Emiliano Rizzo : Le folli norme anti "femminicidio" del governo .  (Letto 1668 volte)

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Offline Stendardo

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Fonte : http://emilianorizzo.com/tag/femminismo-estremo/

Finalmente – dopo anni di urla e strepiti sulla questione femminile e sul presunto fenomeno del femminicidio– questo governo ha fatto un grosso regalo alle femministe radical-chic e a tutti i radicali più o meno velati di questa legislatura. Gli uomini, e soprattutto i padri, ringraziano. Ringraziano, naturalmente, si fa per dire. Se prima era facile sbarazzarsi di un ex marito o padre riducendolo all’estrema povertà e facendogli perdere qualsiasi dignità in quanto persona, dopo l’approvazione delle nuove norme varate dal governo, ora sarà facilissimo. Sul tema femminicidio le nuove norme obbligano l’irrevocabilità delle querele (incredibile, nella vita non c’è nulla di irrevocabile, se non la morte), il patrocinio legale gratuito alle donne vittime delle violenze (naturalmente non viene neanche presa in considerazione la possibilità che un uomo possa subire violenze da una donna) e arresti per stalking (giustamente sempre uomini). Infine c’è un pacchetto di misure anti cyber bullismo di cui si conosce ancora poco ma che non si fa fatica a capire che andranno a colpire i blogger ritenuti scomodi per il potere. Insomma, tenteranno di mettere un bavaglio a chi scrive su internet invece di perseguire siti pedofili e pervertiti abominevoli. (No, quelli le loro protezioni ce l’hanno, altrimenti non si spiega come sia possibile che nemmeno un pedofilo venga arrestato, nonostante scambi materiale pedopornografico: sono solo bambini, quindi non frega niente a nessuno, compresi gli appassionati di diritti umani che urlano ogniqualvolta viene toccata la dignità di una donna).

È lampante come il sole che queste norme sono indirizzate a colpire l’uomo in quanto tale e che non risolverà nulla in materia di violenza, perché la violenza non si può eliminare né prevedere. Una politica seria, con uomini e donne seri, si occuperebbe del problema a monte e non a valle. Significa considerare la famiglia nel suo complesso e valutare la buona dose di violenza femminile, spesso più subdola e nascosta, in cui crescono alcuni individui violenti. Colpire solo ed esclusivamente gli uomini non farà diminuire le violenze (in realtà negli ultimi anni la percentuale di violenza maschile si è abbassata di molto, ma questa notizia non viene divulgata), perché la repressione da sola non basta. Inoltre, queste norme pongono le donne al di sopra degli uomini in quanto a soggetti giuridici e io, che non mi intendo di cavilli e norme giuridiche, non faccio fatica a trovarle incostituzionali. Se il governo spera in questo modo di ricevere il plauso della parte benpensante e radicale del Paese non ha fatto i conti con le persone stufe di essere prese in giro con norme che nascondono il nulla di un governo inutile e compromesso, pronto a tutto pur di salvarsi la poltrona a vicenda.

Negli Usa la violenza viene combattuta su tutti i fronti e anche le donne possono essere perseguite per stalking e per violenza domestica. In Italia, non si capisce bene perché, le donne vengono considerate delle povere vittime, sempre e comunque. Costantemente giustificate quando compiono un crimine, anche efferato. Le donne sono viste come degli esseri puri e angelici, mentre gli uomini violenti e diabolici. È una situazione ormai intollerabile da sopportare e la mia speranza è che più persone possibili aprano gli occhi e si rendano conto che la situazione ci è sfuggita di mano. C’è una guerra in atto contro il genere maschile e questo non può essere accettato da una società che si considera civile. Arrestiamo i violenti e le violente, senza distinzione di genere e senza compatimenti odiosi nei confronti delle donne che delinquono. Chi sbaglia paghi.
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Offline dimitri

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Re:Emiliano Rizzo : Le folli norme anti "femminicidio" del governo .
« Risposta #1 il: Agosto 14, 2013, 14:57:36 pm »
Per chi ne avesse voglia, posto anche le mie riflessioni e considerazioni sul decreto in argomento. Scusate la prolissità :D

Una Repubblica totalitaria fondata sulla discriminazione di genere.

L'Italia esulta! da destra, da sinistra, dal cento, da nord, da sud, da est e da ovest, giungono applausi incontenibili al nuovo decreto "salva donna dal lupo cattivo" che entrerà in vigore immediatamente dopo la pubblicazione della gazzetta ufficiale.
Bisogna contrastare il fenomeno della violenza sulle donne!! Certo, e chi mai potrebbe non essere d'accordo.
Tuttavia, chi come me dubita dell'attendibilità dei ritornelli raccontati dai cantastorie, ha il brutto vizio di non soffermarsi agli "slogan" ed analizzare anche i contenuti delle nuove disposizioni. E seguendo la via maestra della comprensione "mi ritrovai in una selva oscura", come direbbe il sommo poeta. La disamina della disciplina mette infatti in luce la maggiore attinenza dell'emanando provvedimento con i "veri fini" piuttosto che con quelli conclamati.
Io direi quindi, più che altro l'ennesima disposizione che da una parte si annovera tra quei provvedimenti definibili "salva faccia" che gli Stati adottano, quando non sanno che pesci pigliare, adottati per tranquillizzare l'opinione pubblica (da allarmismi sociali peraltro creati ad hoc) mostrando interesse verso un problema ma che in realtà rivelano solo la sua totale incapacità risolutiva, e dall'altra l'ennesima disposizione da annoverare tra quei provvedimenti, satisfattivi di istanze demagogiche, emanati onde ottenere il consenso elettorale dalle parti interessate all'adozione della leggina di turno. Un provvedimento che sicuramente ha la sua funzionalità, ma che non ha nulla a che vedere con i fini dichiarati nelle reclame pubblicitarie.

Procedendo con ordine, come già evidenziato dalle Camere penali, il D.L. prevede "nuove ipotesi di custodia cautelare, di arresto obbligatorio oltre ad una pioggia di inasprimenti di pena per reati oggetto di campagne giornalistiche ma dei quali si ignorano i dati criminologici".

Dunque inasprimenti di pene che tradotto sta a significare periodi di detenzione carceraria più lunghi. Tuttavia considerata la natura dei reati che con la normativa si vorrebbero (il condizionale è d'obbligo) contrastare, il decreto non può che essere etichettato in primis come completamente inutile: nei celebri reati di stalking, che ormai non hanno nulla da invidiare quanto a fama e popolarità alle maggiori rokstar di tutti i tempi, più che mai la pena dovrebbe tendere alla rieducazione del condannato, come peraltro costituzione vorrebbe. Visto che non è sicuramente possibile infliggere la pena dell’ergastolo o la pena di morte (mi auguro) ad una persona condannata per stalking, l’obiettivo fondamentale dello Stato "dovrebbe" essere quello di cercare di fare in modo che soggetti con “temperamento violento”, una volta scontata la pena, non tornino a ripetere gli stessi comportamenti; o addirittura facciano peggio. E lo Stato cosa fa? Esattamente l’opposto ovviamente. Invece di studiare misure orientate ad un processo di riappropriazione, da parte dell'individuo, dei valori fondamentali della convivenza, al contrario lo identifica come un pericoloso nemico dell'ordine costituito e lo isola con lunghe detenzioni. Queste indicate sono nozioni a dir poco elementari di diritto penale. Quindi il dubbio che sorge è: Ma la classe dirigente è talmente incompetente da non conoscere l'ABC della materia su cui legifera o c'è dell'altro? Io opterei più per la seconda delle ipotesi.

Un provvedimento oltre che inutile, anche pericoloso visto che addirittura andrà probabilmente ad aggravare maggiormente la pregressa situazione. Gli effetti desocializzanti delle pene carcerarie sono cosa ormai nota. In altre parole, anziché aiutare il condannato a superare la propria condizione di emarginazione lo emargina ancora di più. In buona sostanza se quel soggetto prima della galera era un “mezzo delinquente”, quando uscirà di prigione, dopo una simile detenzione, sarà un “delinquente completo”; e con ogni probabilità ancora più pericoloso di quanto non lo era prima e, per l'effetto, la vittima in tal modo sarà esposta a rischi persino maggiori.

Sotto altro aspetto la pericolosità del decreto sorge dall'uso distorto a cui esso potrebbe prestarsi viste le sue peculiari caratteristiche. Per una donna sarà semplicissimo far allontanare dalla casa coniugale il marito. Ora pensate questo strumento in mano ad una donna con il "dente avvelenato" in procinto di separazione, nel corso di una guerra tra affidamento dei figli, assegnazione della casa, alimenti e mantenimento. Ma l'ipotesi di simi abusi deve ritenersi infondata, le donne sono angeli e non lo farebbero mai.......Peraltro la carcerazione preventiva ingiustamente sofferta da chi successivamente è riconosciuto innocente rappresenta il paradigma esemplare della miserabile giustizia umana".
 
Oltre che inutile e pericoloso, tanto per non farsi mancare nulla, anche palesemente viziato di incostituzionalità, come la maggioranza dei provvedimenti adottati da questo Governo. Stabilire che l’imputato possa essere considerato colpevole solo quando la sentenza sia divenuta definitiva, costituisce regola fondamentale di civiltà giuridica: è l'essenza stessa del c.d. principio di non colpevolezza. Nelle nuove ipotesi di custodia cautelare introdotte con la novella (cioè carcere prima di essere stato giudicato e condannato per intenderci), si apprezzano invece proprio tutte quelle caratteristiche volte a configurare il tristemente noto fenomeno dell' "anticipazione della pena".

Ma, se come abbiamo visto il decreto non ha nessun effetto risolutivo in ordine ai fini dichiarati, anzi addirittura con ogni probabilità andrà a peggiorare ulteriormente la situazione, sicuramente mostra la sua funzionalità nella realizzazione di quegli obiettivi mascherati dietro gli slogan.

La verità è che in questo determinato momento storico il bel paese sta operando una riorganizzazione degli equilibri tra i generi, si stanno rideterminando i c.d. "ruoli" che uomini e donne dovranno assumere o rivestire nella nuova società sia in ambito pubblico che nella sfera privata. I c.d. femminicidi altro non sono che fenomeni mediatici meticolosamente studiati a tavolino al fine di introdurre nell'ordinamento norme giuridiche strumentali e funzionali a questo riassetto di interessi, con maggior favore ovviamente delle appartenenti al genere femminile. Questo emerge con chiarezza ove si consideri la maggiore incisività ed attinenza che i provvedimenti emanandi hanno con tali scopi rispetto a quanto non ne abbiano con gli slogan proclamati.

In buona sostanza l'ennesimo provvedimento che si aggiunge alle già molteplici leggi discriminatorie e sessiste giustificate all'opinione pubblica mediante la martellante ripetizione di meri assunti o interpretazioni e giudizi soggettivi venduti alla popolazione come dati oggettivi.

E con un simile contemperamento di interessi tra i generi in corso, vi è l'inquietante costatazione che il genere maschile si trova del tutto privo di qualsiasi tutela. Chi non crede alle favole sà perfettamente che il genere maschile allo stato attuale si trova completamente sprovvisto di qualsivoglia rappresentanza politica atteso che delle tematiche inerenti l'attuale "condizione maschile", a tutti gli uomini presenti in parlamento, seppure in numero maggiore rispetto alle donne, non glie ne può fregar di meno come si dice; e questo ha condotto ad un vero e proprio imperialismo femminista che certo non si fa molti scrupoli nel portare l'acqua al proprio mulino pur comportando questo un vero e proprio sessismo. Addirittura il femminismo si è autodelegato il compito di operare uno studio sulla coscienza di genere maschile; cioè il "femminismo" dovrà stabilire e dire a mio figlio come essere uomo. Alla politichessa che su tali questioni ha costruito la propria carriera politica non posso che informare che se crede che le permetterò di forzare mio figlio a giocare con le bambole ed a fare la pipì da seduto per pagare la sua vacanza in Polinesia, si sta regolando male.
Dal canto suo la donna (non parlo di tutte le donne ovviamente, ma di quelle che attualmente detengono il potere e di quelle dementi che le sostengono) si rivelata una delusione assoluta. Ha dimostrato infatti di essere, ove mai ciò fosse possibile, perfino peggiore dell'uomo. Non appena ne ha avuto la possibilità, anziché concentrarsi su temi quali, per dirne alcuni, crisi economica, stato di miseria in cui versa gran parte della popolazione italiana, disoccupazione giovanile e non, crisi delle imprese e via dicendo, l'unica cosa di cui si è preoccupata è stato sfruttare tutto il potere acquisito – abusandone in maniera indecorosa – per avvantaggiare il più possibile il proprio genere di appartenenza discriminando, per l'ovvio effetto, il genere maschile. Peccato che tali privilegi, essendo venuto  meno oggi il loro presupposto giustificativo, si chiamano leggi discriminatorie basate sul sesso.
"La donna al potere" – in ossequio della verità assoluta che la donna al potere è meglio - le sue qualità le ha dimostrate, eccome; anche se, a dire il vero, non  proprio quelle che ci si aspettava da lei. Bisogna darne atto, il lavoro che ha effettuato sulla psiche maschile è stato esemplare. Ne è dimostrazione il fatto che il 99% degli uomini si vergognerebbero e si sentirebbero ridicoli ad assumersi la paternalità di un messaggio come questo. Infatti nel momento in cui mi lamentassi delle diversa comminazione della pena nei processi a seconda che l'imputato sia di sesso maschile o femminile (a proposito per chi non lo sapesse con la ratifica dell'evangelica convenzione di Istanbul, che è una misura social preventiva, tu uomo italiano, anche se non hai fatto nulla, sei ritenuto dal tuo Stato un soggetto socialmente pericoloso e tra non molto, con ogni probabilità se ammazzerai una donna dovrai essere condannato ad una pena superiore rispetto a quella che verrebbe inflitta ad una donna se ammazzasse te; ma non è perchè il valore della vita di una donna và considerato superiore al valore della vita di un uomo eh! Questo perchè dal momento che il numero delle morte ammazzate per mano maschile è superiore a quello dei morti ammazzati per mano femminile, per il tuo Stato è giusto che tu venga condannato ad una pena superiore se ammazzi una donna rispetto a quella a cui deve essere condannata una donna se ammazzasse te);  delle promozioni nel pubblico impiego (per chi non lo sapesse ai sensi del D.lgs. 196/2000 ove vi fosse in ballo una promozione con candidati di genere sia maschile che femminile e la scelta dovesse ricadesse sul candidato di sesso maschile, chi ha operato tale scelta ha l'obbligo di fornire "adeguata giustificazione"), nell'imprenditoria (per chi non lo sapesse vi sono leggi volte all'agevolazione ed all'erogazione di finanziamenti per l'imprenditoria femminile), nell'impiego privato (per chi non lo sapesse vi sono agevolazioni fiscali per chi assume personale di sesso femminile), nel pubblico impiego.. ma lasciamo stare, l'elenco è sterminato. Come dicevo, ove mi lamentassi di questa condizione, la quasi totalità dell'appartenente al genere maschile, grazie al meticoloso lavoro manipolatorio  operato sulla psiche dell'uomo, probabilmente mi risponderebbe, nella sua ridicola ed illusoria veste di cavaliere della tavola rotonda protettore della donzella in pericolo, "fai l'uomo", considerando queste discriminazione come giuste e dovute; Salvo poi prendere coscienza della propria condizione nei confronti della sua dolce damigella nelle aule di tribunale (migliaia di padri separati davanti ai cancelli della CARITAS per mantenere la ex moglie ed il suo nuovo compagno – Italia peraltro già condannata in materia dalla Corte Europea -): sapeste quanti cavalieri della tavola rotonda ho visto piangere dopo la presa di coscienza della realtà e della propria condizione.
E per giustificare tutto ciò il ritornello è sempre lo stesso: l'art. 3 comma 2 della costituzione: "è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del paese". E partendo dal presupposto che le donne "sarebbero discriminate" si giustifica la previsione di norme in loro favore. Tuttavia la domanda sorge spontanea: ma dal momento che la presenza di personale femminile nel pubblico impego e nella pubblica amministrazione è nettamente superiore a quella maschile come mai vi sono ancora in vigore leggi che favoriscono l'assunzione di personale femminile? Dove sarebbero registrati questi contratti che indicano che a parità di mansioni l'uomo goda di una retribuzione maggiore rispetto alla donna? (per informazione l'imprenditore in tale caso sarebbe arrestato); Quando sento la politichessa di turno sostenere fiera che nel settore della sanità pubblica è stata "quasi" raggiunta l'uguaglianza tra i generi e poi dalla disamina dei dati scopro che quasi il 70% del personale nella sanità è di sesso femminile, che cosa devo pensare? E del fatto che nonostante questo si parli ancora della necessità di promulgare leggi volte ad agevolare l'assunzione di lavoro femminile, cosa devo pensare? Niente, non devo pensare e soprattutto non esprimermi: occhi bassi, muto e rassegnato: a riguardo segnalo che il decreto probabilmente potrà essere utilizzato anche per zittire il dissenso (ma preparate pure la cella tanto l'unico sistema che avete per precludermi di manifestare liberamente il mio pensiero è arrestarmi). Ma non servono neppure i dati ufficiali. Invito chiunque a recarsi in un qualunque pubblico ufficio o in una qualsiasi amministrazione e provare a contare il numero delle impiegate e degli impiegati che si incontrano per comprendere ciò di cui sto parlando. Sono gli uomini a dover reclamare l'applicazione dell'art. 3 comma 2° della costituzione.

Ma poi anche le donne stesse, o la maggior parte di loro. A me se qualcuno cercasse di avvantaggiarmi in tutti i modi rifiuterei categoricamente in quanto mi sentirei una specie di andicappato che ha bisogno delle spintarelle.

Certo signore, perchè a me non potete venire a raccontare la storiella che "pretendo di avere dei privilegi in quanto uomo". Io non voglio nessun privilegio e non voglio tenere nessuno sotto il mio dominio (non ho bisogno nè di badanti, nè di donne delle pulizie nè di babysitter). Ove un giorno mi servisse una di queste figure la assumerei. Io semplicemente non voglio essere discriminato. Ed oggi ci sono una quantità considerevole di leggi  che mi discriminano perchè sono uomo e favoriscono te perchè sei donna. Quindi al limite sei tu che vuoi avere (e che hai) vantaggi perchè sei donna non io perchè sono uomo.
Ma in fondo io sono solo un misogino. Infatti un uomo che protesta perchè non vuole subire discriminazioni basate sul sesso, non è null'altro che questo.
Sono un sessista. Infatti a parti invertite quello che ho scritto susciterebbe la stessa indignazione dei ben pensanti. Del resto come posso mettere in dubbio il sacrosanto principio della concessione della licenza alla donna di insultare, ogni volta che ne abbia voglia, tutto il genere maschile - anzi tra un pò verranno previsti dei premi a chi insulta di più -, mentre non sia mai un uomo si permetta a rispondere: si sa, le donne sono l'incarnazione del bene e gli uomini del male.
E' fantastico poi quando sento alcune femministe affermare: "le guerre sessiste non servono a nessuno". Solo che lo dicono mentre bombardano. Io più che di guerra parlerei di legittima difesa ad una mattanza.
Sono uno che non si sa relazionare con le donne. Mi dispiace, ma io non corro sul cavallo bianco a salvarti. E ti dirò di più. Se non lo faccio è proprio perchè ti considero una mia pari E se ritieni di avere bisogno che lo stato ti avvantaggi e ti riservi maggiori tutele rispetto a me, sei tu che ti stai considerando inferiore a me. Ed il vero maschilista (nell'accezione del termine inteso dal femminismo) non sono io, che ti considero una mia pari, ma colui che ti "protegge" e ti "tutela" perchè è costui a ritenerti più debole di lui e di me. E, per inciso, io non odio le donne, odio le discriminazioni che è una cosa diversa.

Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza.