Autore Topic: RESISTENZA  (Letto 25901 volte)

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Offline vnd

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Re:RESISTENZA
« Risposta #15 il: Agosto 17, 2013, 21:52:07 pm »

Il muro di cinta segue tutto il perimetro fino ad unirsi alla cappella dei Mussolini.



Il muro di cinta del cimitero...
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Online Massimo

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Re:RESISTENZA
« Risposta #16 il: Agosto 17, 2013, 22:07:36 pm »
E l'anguilla è un simbolo fallico....

Da noi si dice "supatme nen l'anguila" [non sbattermi l'anguilla] per dire "non rompere i coglioni"...

Vedo che hai perfettamente colto il doppio senso della mia proposta. SICURO. L'anguilla è un
simbolo fallico. Inoltre il messaggio che da tempo noi della QM lanciamo all'altra metà del cielo è:
NON ROMPETE (più) I COGLIONI. Ragion per cui: in autunno tutti a mangiare l'anguilla a Comacchio.

Offline vnd

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Re:RESISTENZA
« Risposta #17 il: Agosto 17, 2013, 22:15:28 pm »
Vedo che hai perfettamente colto il doppio senso della mia proposta. SICURO. L'anguilla è un
simbolo fallico. Inoltre il messaggio che da tempo noi della QM lanciamo all'altra metà del cielo è:
NON ROMPETE (più) I COGLIONI. Ragion per cui: in autunno tutti a mangiare l'anguilla a Comacchio.

Comunque... per dire... su Predappio...

Mio cognato, per modo di dire... perchè convivo... è sempre stato di sinistra... Ma questi sono tempi particolari...
In primavera ha fatto un viaggio in camper con un'altra coppia ed è andato a visitare la tomba del Duce.
Ha scritto sul registro "Benito aiutaci tu"...

La moglie... in piena menopausa (da che la conosco...) ha protestato: "ma cosa diavolo scrivi!".
Lui la lascia parlare... non è il tipo che la manda a fan culo davantio a tutti.
Al massimo non la caga.
Si è limitato a ribattere:"Siamo nella merda"

Vnd [nick collettivo].

Online Massimo

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Re:RESISTENZA
« Risposta #18 il: Agosto 18, 2013, 00:14:41 am »
Comunque... per dire... su Predappio...

Mio cognato, per modo di dire... perchè convivo... è sempre stato di sinistra... Ma questi sono tempi particolari...
In primavera ha fatto un viaggio in camper con un'altra coppia ed è andato a visitare la tomba del Duce.
Ha scritto sul registro "Benito aiutaci tu"...
La moglie... in piena menopausa (da che la conosco...) ha protestato: "ma cosa diavolo scrivi!".
Lui la lascia parlare... non è il tipo che la manda a fan culo davantio a tutti.
Al massimo non la caga.
Si è limitato a ribattere:"Siamo nella merda"

Non vorrei farti venire cattivi pensieri ma anche nel 1922 molti militanti di sinistra pensavano la
stessa cosa di Benito (anche perchè speravano che tenesse a freno le Camice Nere). Poi però
hanno avuto di che pentirsene. E' vero, il Mussolini restauratore funzionò: creò l'INPS, l'IRI,
le case popolari, le colonie marine e montane per i dipendenti, fece arrivare i treno in orario.
Poi però l'esito non è stato dei più brillanti, visto che ci ha regalato un'altra guerra. Oggi si sente
in giro, anche a sinistra, il forte desiderio di una guida forte e autoritaria in grado di sistemare
questo disastrato paese dopo decenni di partitocrazia. A parte Grillo, non vedo in giro nessuno.

Offline Guit

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Re:RESISTENZA
« Risposta #19 il: Agosto 18, 2013, 02:49:58 am »
Non sono d'accordo Massimo. Secondo me l'Italia non esiste più. Non ha nemmeno più la forza di crearsi un dittatore. Ancora mezzo secolo o poco più, e saremo una minoranza etnica. Con 1,26 figli per donna siamo già matematicamente estinti. Fatevene una ragione.


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Offline Vicus

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Re:RESISTENZA
« Risposta #20 il: Agosto 18, 2013, 09:19:40 am »
Ancora mezzo secolo o poco più, e saremo una minoranza etnica. Con 1,26 figli per donna siamo già matematicamente estinti. Fatevene una ragione.
Già, altro che celibato con annesse crociere e pesca d'altura come "ricetta per combattere il femminismo". Lo scenario anche a breve termine sarà ben diverso.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline zagaro

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Re:RESISTENZA
« Risposta #21 il: Agosto 18, 2013, 09:43:42 am »
Non vorrei farti venire cattivi pensieri ma anche nel 1922 molti militanti di sinistra pensavano la
stessa cosa di Benito (anche perchè speravano che tenesse a freno le Camice Nere). Poi però
hanno avuto di che pentirsene. E' vero, il Mussolini restauratore funzionò: creò l'INPS, l'IRI,
le case popolari, le colonie marine e montane per i dipendenti, fece arrivare i treno in orario.
Poi però l'esito non è stato dei più brillanti, visto che ci ha regalato un'altra guerra. Oggi si sente
in giro, anche a sinistra, il forte desiderio di una guida forte e autoritaria in grado di sistemare
questo disastrato paese dopo decenni di partitocrazia. A parte Grillo, non vedo in giro nessuno.

ma contrariamente ad una certa vulgata popolare, tutte  quelle cose non furono opera del fascismo, ma era la maturazione dei tempi che arrivava in italia, come le pensioni. quando invece ci furono delle idee originali come  l'IRI allora fuono in genere  opere di uomini dello stato liberale pre-fascita come l'IRI che  fu una creatura di Beneduce che fu un funzionario di Saverio-Nitti, o come le bonifiche che  furono un'idea di Serpieri anch'egli un uomo di Saverio-Nitti, ecosì via. il regime produceva solo leggi alla Farinacci' le famose 'leggi fascistissime' che altro non erano che smanganellare ipropri avversari.
il fascismo a parte di creare l'Itlaia come seconda nazione al mondo per  la spesa pubblica dopo l'URSS, non ebbe un'idea originale per la gestione economica, ma fu semplicemente  un medoto di gestione del potere che faceva perno sulla violenza.

Online Ryu

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Re:RESISTENZA
« Risposta #22 il: Agosto 18, 2013, 11:33:34 am »
perbenismo, grande male.
Odio il femminismo perché amo le donne

Offline Stendardo

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Re:RESISTENZA
« Risposta #23 il: Agosto 18, 2013, 11:43:49 am »
ma contrariamente ad una certa vulgata popolare, tutte  quelle cose non furono opera del fascismo, ma era la maturazione dei tempi che arrivava in italia, come le pensioni. quando invece ci furono delle idee originali come  l'IRI allora fuono in genere  opere di uomini dello stato liberale pre-fascita come l'IRI che  fu una creatura di Beneduce che fu un funzionario di Saverio-Nitti, o come le bonifiche che  furono un'idea di Serpieri anch'egli un uomo di Saverio-Nitti, ecosì via. il regime produceva solo leggi alla Farinacci' le famose 'leggi fascistissime' che altro non erano che smanganellare ipropri avversari.
il fascismo a parte di creare l'Itlaia come seconda nazione al mondo per  la spesa pubblica dopo l'URSS, non ebbe un'idea originale per la gestione economica, ma fu semplicemente  un medoto di gestione del potere che faceva perno sulla violenza.

Toglimi una curiosità zagaro :

Come mai sono 70 anni che in Italia non "matura" più un bel niente anzi tutte le riforme che vengono fatte da Fornero , Tremonti , Prodi & Co. sono sempre volte a peggiorare la situazione del popolo italiano ?
Forse che la frutta si sia seccata improvvisamente ?

1)E con ciò ? L'IRI fu sempre un'opera del Governo Mussolini . Beneduce nonostante era un socialista godeva , infatti , della stima di Mussolini che ne fece uno dei consiglieri economici più ascoltati dal governo .
Boneduce svolgeva la sua funzione di tecnico stimato da Mussolini , ma se Mussolini nel 1933 non avesse voluto che venisse istituita l'IRI  , con o senza Beneduce l'IRI molto probabilmente non ci sarebbe mai stata .
Idem con patate per le bonifiche e per tutto il resto . 

Toglimi un'altra curiosità zagaro , dall'alto della tua cultura , quali delle seguenti riforme politiche , economico-finanziarie , sportive , culturali ,  le opere architettoniche ed infrastrutturali , sono frutto delle "leggi fascistissime che non erano altro che smanganellare i propri avversari"  e che costituiscono "semplicemente  un medoto di gestione del potere che faceva perno sulla violenza" ?

Davvero te lo chiedo senza alcuna vena polemica proprio per capire se le tue affermazioni siano vere o false .

1. Assicurazione invalidità e vecchiaia, R.D. 30 dicembre 1923, n. 3184
2. Assicurazione contro la disoccupazione, R.D. 30 dicembre 1926 n. 3158
3. Assistenza ospedaliera ai poveri R.D. 30 dicembre 1923 n. 2841
4. Tutela del lavoratore di donne e fanciulli R.D 26 aprile 1923 n. 653
5. Opera nazionale maternità ed infanzia (O.N.M.I.) R.D. 10 dicembre 1925 n. 2277
6. Assistenza illegittimi e abbandonati o esposti, R.D. 8 maggio 1925, n. 798
7. Assistenza obbligatoria contro la TBC, R.D. 27 ottobre 1927 n. 2055
8. Esenzione tributaria per le famiglie numerose R.D. 14 maggio 1928 n. 1312
9. Assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali, R.D. 13 maggio 1928 n. 928
10. Opera nazionale orfani di guerra, R.D.26 luglio 1929 n.1397
11. Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (I.N.P.S.), R.D. 4 ottobre 1935 n. 1827
12. Settimana lavorativa di 40 ore, R.D. 29 maggio 1937 n.1768
13. Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (I.N.A.I.L.), R.D. 23 marzo 1933, n. 264
14. Istituzione del sindacalismo integrale con l’unione delle rappresentanze sindacali dei datori di lavoro (Confindustria e Confagricoltura); 1923
15. Ente Comunale di Assistenza (E.C.A.), R.D. 3 giugno 1937, n. 817
16. Assegni familiari, R.D. 17 giugno 1937, n. 1048
17. I.N.A.M. (Istituto per l’Assistenza di malattia ai lavoratori), R.D. 11 gennaio 1943, n.138
18. Istituto Autonomo Case Popolari
19. Istituto Nazionale Case Impiegati Statali
20. Riforma della scuole “Gentile” del maggio 1923 (l’ultima era del 1859)
21. Opera Nazionale Dopolavoro (nel 1935 disponeva di 771 cinema, 1227 teatri, 2066 filodrammatiche, 2130 orchestre, 3787 bande, 1032 associazioni professionali e culturali, 6427 biblioteche, 994 scuole corali, 11159 sezioni sportive, 4427 di sport agonistico.). I comunisti la chiamarono casa del popolo
22. Guerra alla Mafia e alla Massoneria (vedi “Prefetto di ferro” Cesare Mori)
23. Carta del lavoro GIUSEPPE BOTTAI del 21 aprile 1927
24. Lotta contro l’analfabetismo: eravamo tra i primi in Europa, ma dal 1923 al 1936 siamo passati dai 3.981.000 a 5.187.000 alunni – studenti medi da 326.604 a 674.546 – universitari da 43.235 a 71.512
25. Fondò il doposcuola per il completamento degli alunni
26. Istituì l’educazione fisica obbligatoria nelle scuole
27. Abolizione della schiavitù in Etiopia
28. Lotta contro la malaria
29. Colonie marine, montane e solari
30. Refezione scolastica
31. Obbligo scolastico fino ai 14 anni
32. Scuole professionali
33. Magistratura del Lavoro
34. Carta della Scuola

Opere architettoniche e infrastrutture


35. Bonifiche paludi Pontine, Emilia, Sardegna, Bassa Padana, Coltano, Maremma Toscana, Sele ed appoderamento del latifondo siciliano. Con la fondazione delle città di Littoria, Sabaudia, Aprilia, Pomezia, Guidonia, Carbonia, Fertilia, Segezia, Alberese, Mussolinia (oggi Alborea), Tirrenia, Tor Viscosa, Arsia e Pozzo Littorio e di 64 borghi rurali, 1933 – 1939
36. Parchi nazionali del Gran Paradiso, dello Stelvio, dell’Abruzzo e del Circeo
37. Centrali Idroelettriche ed elettrificazione delle linee Ferroviarie
38. Roma: Viale della Conciliazione
39. Progetto della Metropolitana di Roma
40. Tutela paesaggistica ed idrologica
41. Impianti di illuminazione elettrica nelle città
42. Prosciugamento del Lago di Nemi (1931) per riportare alla luce navi romane
43. Creazione degli osservatori di Trieste, Genova, Merate, Brera, Campo Imperatore
44. Palazzo della Previdenza Sociale in ogni capoluogo di Provincia
45. Fondazione di 16 nuove Province
46. Creazione dello Stadio dei Marmi (di fronte allo stadio si trova ancora un enorme obelisco con scritto “Mussolini Dux”)
47. Creazione quartiere dell’EUR
48. Ideazione dello stile architettonico “Impero”, ancora visibile nei palazzi pubblici delle città più grandi
49. Creazione del Centro sperimentale di Guidonia (ex Montecelio), dotata del più importante laboratorio di galleria del vento di allora (distrutto nel 1944 dalle truppe tedesche che abbandonavano Roma)
50. Costruzione di numerose dighe
51. Fondò l’istituto delle ricerche, profondo stimatore di Marconi che mise a capo dello stesso istituto grazie alla sua grandiosa invenzione della radio e dei primi esperimenti del radar, non finiti a causa della sua morte
52. Costruzione di molte università tra cui la Città università di ROMA
53. Inaugurazione della Stazione Centrale di Milano nel 1931 e della Stazione di Santa Maria Novella di Firenze
54. Costruzione del palazzo della Farnesina di Roma, sede del Ministero degli Affari Esteri
55. Opere eseguite in Etiopia: 60.000 operai nazionali e 160.000 indigeni srotolarono sul territorio più di 5.000 km di strade asfaltate e 1.400 km di piste camionabili. Avevano trasformato non solo Addis Abeba, ma anche oscuri villaggi in grandi centri abitati (Dessiè, Harar, Gondar, Dire, Daua). Alberghi, scuole, fognature, luce elettrica, ristoranti, collegamenti con altri centri dell’impero, telegrafo, telefono, porti, stazioni radio, aeroporti, financo cinematografi e teatri. Crearono nuovi mercati, numerose scuole per indigeni, e per gli indigeni crearono: tubercolosari, ospizi di ricovero per vecchi e inabili al lavoro, ospedali per la maternità e l’infanzia, lebbrosari. Quello di Selaclacà: oltre 700 posti letto e un grandioso istituto per studi e ricerche contro la lebbra. Crearono imprese di colonizzazione sotto forme di cooperative finanziate dallo stato, mulini, fabbriche di birra, manifatture di tabacchi, cementifici, oleifici, coltivando più di 75.000 ettari di terra.
56. Sviluppo aeronautico, navale, cantieristico

Opere politiche e diplomatiche


57. Patti Lateranensi, 11/02/1929
58. Tribunale del popolo
59. Tribunale speciale
60. Emanò il codice penale (1930), il codice di procedura penale (1933, sostituito nel 1989), il codice di procedura civile (1940), il codice della navigazione (1940), il codice civile (1942) e numerose altre disposizioni vigenti ancora oggi (il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, il Codice della Strada, le disposizioni relative a: polizia urbana, rurale, annonaria, edilizia, sanitaria, veterinaria, mortuaria, tributaria, demaniale e metrica)
61. Conferenza di Losanna
62. Conferenza di Locarno
63. Conferenza di Stresa
64. Patto a quattro
65. Patto anti-Comintern

Opere espansionistiche


66. Riconquista della Libia
67. Conquista dell’Etiopia
68. Guerra di Spagna

Opere economiche e finanziarie


69. Istituto di Ricostruzione Industriale (I.R.I.), 1932
70. Istituto Mobiliare Italiano (I.M.I.), 1933
71. Casse Rurali ed Artigiane, R.D. 26 agosto 1937, n. 1706
72. Riforma bancaria: tra il 1936 e il 1938 la Banca d’Italia passò completamente in mano pubblica e il suo Governatore assunse il ruolo di Ispettore sull’esercizio del credito e la difesa del risparmio
73. Socializzazione delle imprese. Legge della R.S.I., 1944
74. Parità aurea della lira
75. Battaglia del grano
76. 1929: crisi finanziaria mondiale. Il mondo del capitalismo è nel caos: il Duce risponde con 37 miliardi di lavori pubblici e in 10 anni vengono costruite 11.000 nuove aule in 277 comuni, 6.000 case popolari che ospitano 215.000 persone, 3131 fabbricati economici popolari, 1.700 alloggi, 94 edifici pubblici, ricostruzione dei paesi terremotati, 6.400 case riparate, acquedotti, ospedali, 10 milioni di abitanti in 2493 comuni hanno avuto l’acqua assicurata, 4.500 km di sistemazione idrauliche e arginature, canale Navicelli; nel 1922 i bacini montani artificiali erano 54, nel 1932 erano arrivati a 184, aumentati 6 milioni e 663 mila k.w. e 17.000 km di linee elettriche; nel 1932 c’erano 2.048 km di ferrovie elettriche per un risparmio di 600.000 tonnellate di carbone; costruiti 6.000 km di strade statali, provinciali e comunali, 436 km di autostrade. Le prime autostrade in Italia furono la Milano-Laghi e la Serravalle-Genova (al casello di Serravalle Scrivia si trova una scultura commemorativa con scritto ancora “Anno di inizio lavori 1930, ultimato lavori 1933”)
77. Salvò dalla bancarotta l’Ansaldo, il Banco di Roma e l’Ilva (1923-24)
78. Attacco al latifondo siciliano
79. Accordi commerciali con tutti gli Stati compreso l’Urss
80. Pareggio di bilancio già dal 1924

Opere sportive e culturali


81. Costruzione dell’Autodromo di Monza, 10/09/1923
82. Fondazione di CINECITTA’
83. Creazione dell’ente italiano audizione radiofoniche (EIAR), anno 1927
84. Primi esperimenti della televisione che risalgono all’anno 1929 per volere del Duce; nel dicembre del ’38 l’ufficio stampa dell’EIAR comunicò che nei primi mesi del ’39 sarebbero iniziati servizi regolari di televisione. Il 4 giugno 1939 alla Mostra del Leonardo ci furono alcune trasmissione sperimentali, sul Radiocorriere apparvero i programmi e persino le pubblicità di alcuni paleolitici apparecchi televisivi. Purtroppo il progetto venne abbandonato a causa dell’entrata in guerra
85. Istituzione della Mostra del Cinema di Venezia, prima manifestazione del genere al mondo, nata nel 1932 per opera del direttore dell’Istituto Luce, De Feo, e dell’ex ministro delle Finanze Giovanni Volpi di Misurata
86. Creazione dell’albo dei giornalisti, anno 1928
87. Fondazione dell’istituto LUCE, anno 1925
88. Nel 1933 appoggiò la prima trasvolata atlantica compiuta da Italo Balbo (tra l’altro, fu in quella occasione che venne inaugurata la “posta aerea”)
89. Accademia d’Italia (Marconi, Pirandello, Mascagni, ecc.)
90. Littoriali della cultura e dell’arte

Opere di utilità varie


91. Registro per armi da fuoco
92. Istituzione della guardia forestale
93. Istituzione dell’archivio statale, anno 1923
94. Fondazione della FAO
95. Fondazione dei consorzi agrari
96. Annessione della Guardia di Finanza nelle forze armate
97. Istituzione di treni popolari per la domenica con il 70% di sconto, anno 1932
98. Istituì il Corpo dei Vigili del Fuoco.
99. Ammodernò il Pubblico Catasto urbano e dei terreni 100. Mappò tutto il territorio nazionale compilando le mappe altimetriche usate ancora oggi, e che non sono mai state aggiornate da allo
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Offline zagaro

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Re:RESISTENZA
« Risposta #24 il: Agosto 18, 2013, 12:44:42 pm »
Toglimi una curiosità zagaro :

Come mai sono 70 anni che in Italia non "matura" più un bel niente anzi tutte le riforme che vengono fatte da Fornero , Tremonti , Prodi & Co. sono sempre volte a peggiorare la situazione del popolo italiano ?
Forse che la frutta si sia seccata improvvisamente ?

1)E con ciò ? L'IRI fu sempre un'opera del Governo Mussolini . Beneduce nonostante era un socialista godeva , infatti , della stima di Mussolini che ................................................. ....................
..........................................

quello che tu elenchi avvenne solo in Italia o fu un periodo di grande trasformazioni perl'intero mondo occidentale?
che il treno parte alle  18.00 non avviene  perchè le le lancette del'orologio si posizionano in maniera dritta, ma  perchè vi stanno una serie di decisioni pregresse scritte in un libro chiamato 'orario' che il capo stazione attua
ora che alcune cose siano avvenute  in Italia mentre  l'orologio segnava  'fascismo' non vuol dire che originarono dal fascismo

per l resto se siamo un paese maturo?
forse la prossima generazione, se esisteremo ancora

dall'inizio del 1800, ogni pochi decenni non facciamo altro che distruggere le nostre dirigenze, sostituendo alla signoria passata, una nuova signoria più affamata della prima

forse la prossima generazione sarà la prima che avverrà per ricoambio generazionale naturale, e sarà già abbastanza sfamata

Offline Stendardo

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Re:RESISTENZA
« Risposta #25 il: Agosto 18, 2013, 12:55:26 pm »
quello che tu elenchi avvenne solo in Italia o fu un periodo di grande trasformazioni perl'intero mondo occidentale?
che il treno parte alle  18.00 non avviene  perchè le le lancette del'orologio si posizionano in maniera dritta, ma  perchè vi stanno una serie di decisioni pregresse scritte in un libro chiamato 'orario' che il capo stazione attua
ora che alcune cose sia avvenute  in Italia mentre  l'orologio segnava  'fascismo' non vuol dire che originarono dal fascismo

per l resto se siamo un paese maturo?
forse la prossima generazione, se esisteremo ancora

dall'inizio del 1800, ogni pochi decenni non facciamo altro che distruggere le nostre dirigenze, sostituendo alla signoria passata, una nuova signoria più affamata della prima

forse la prossima generazione sarà la prima che avverrà per ricoambio generazionale naturale, e sarà già abbastanza sfamata

1)Ti ricordo che nel 1929  mentre in Italia c'era il fascismo , ebbe inizio ciò che passò alla storia con il nome di  "grande depressione" detto anche "crollo di Wall Street" , essa fu la più grave crisi economica e finanziaria mai esistita che sconvolse l'economia mondiale alla fine degli anni venti, con forti ripercussioni durante i primi anni del decennio successivo .
La depressione ebbe effetti recessivi devastanti sia nei paesi industrializzati, sia in quelli esportatori di materie prime con un calo generalizzato della domanda e della produzione. Il commercio internazionale diminuì considerevolmente e con esso i redditi dei lavoratori, il reddito fiscale, i prezzi e i profitti. Le maggiori città di tutto il mondo furono duramente colpite, in special modo quelle che basavano la loro economia sull'industria pesante. Il settore edilizio subì un brusco arresto in molti paesi. Le aree agricole e rurali soffrirono considerevolmente in conseguenza di un crollo dei prezzi fra il 40 e il 60%. Le zone minerarie e forestali furono tra le più colpite, a causa della forte diminuzione della domanda e delle ridotte alternative d'impiego occupazionale.
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

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Re:RESISTENZA
« Risposta #26 il: Agosto 18, 2013, 13:05:58 pm »
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Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

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« Risposta #27 il: Agosto 18, 2013, 13:12:02 pm »
Standarte, la crisi del 1929 non ebbe effetti devastanti in Italia per la debolezza e l'arretratezza
del suo potenziale finanziario, bancario e produttivo (rispetto ai paesi anglosassoni) e non per le
misure e le politiche economiche adottate dal regime. E poi è vero che Mussolini utilizzò uomini
della preesistente burocrazia dell'Italia liberale, non fascisti, ma in quei dicasteri, come l'economia,
per i quali Mussolini non era competente e dei quali non capiva assolutamente nulla. Ma quando
voleva imporre il suo punto di vista, per motivi squisitamente politici, ad esempio nella difesa ad
oltranza della lira (la famosa "quota novanta") tenendo fermo il tasso di cambio lira dollaro a
prescindere dalle conseguenze, lo faceva passando sopra la testa di collaboratori e consiglieri
più competenti di lui nelle materie delle quali erano responsabili. Come tutti i dittatori, era lui a
dare consigli ai consiglieri e non viceversa. E poi, non ripetere ad ogni thread le stesse cose. 

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« Risposta #28 il: Agosto 18, 2013, 13:25:50 pm »
Standarte, la crisi del 1929 non ebbe effetti devastanti in Italia per la debolezza e l'arretratezza
del suo potenziale finanziario, bancario e produttivo (rispetto ai paesi anglosassoni) e non per le
misure e le politiche economiche adottate dal regime. E poi è vero che Mussolini utilizzò uomini
della preesistente burocrazia dell'Italia liberale, non fascisti, ma in quei dicasteri, come l'economia,
per i quali Mussolini non era competente e dei quali non capiva assolutamente nulla. Ma quando
voleva imporre il suo punto di vista, per motivi squisitamente politici, ad esempio nella difesa ad
oltranza della lira (la famosa "quota novanta") tenendo fermo il tasso di cambio lira dollaro a
prescindere dalle conseguenze, lo faceva passando sopra la testa di collaboratori e consiglieri
più competenti di lui nelle materie delle quali erano responsabili. Come tutti i dittatori, era lui a
dare consigli ai consiglieri e non viceversa. E poi, non ripetere ad ogni thread le stesse cose.

Strano però che in piena crisi economica sia il reddito pro capite sia il prodotto interno lordo siano costantemente aumentati grazie alle politiche del governo...
Ps - Perchè ti dà così tanto fastidio che io possa ripetere certe cose ?

                                                               1921 1930 1940
Reddito pro capite (lire 1938 )                    2455 2884 3029
Prodotto interno lordo ( miliardi di lire 1938 ) 100 125 161





Fonte : http://www.ilduce.net/operedelfascismo.htm

Il decennio si apre con la breve ma intensa crisi del 1921, legata alla caduta internazionale della domanda e della produzione e aggravata dagli squilibri nei rapporti economici tra Stati e dalle difficoltà legate alla riconversione dall'economia di guerra a un'economia di pace.
In quell'anno, la disoccupazione cresce di oltre sei volte rispetto all'anno precedente. La ripresa si manifesta già nei primi mesi del 1922, e alla fine dell'anno la disoccupazione risulta riassorbita per un terzo.
Dal 1922 al 1926 si ha un periodo di rapida espansione economica, soprattutto nel settore industriale. La produzione manifatturiera cresce del 10% l'anno.
Il nuovo ministro delle finanze Alberto De Stefani avvia una politica di disimpegno dello Stato dall'economia, pur non rifiutando di intervenire per salvare banche e industrie in difficoltà. Vengono così definitivamente smantellati i controlli e i vincoli statali inaugurati durante la guerra, sono privatizzate le aziende pubbliche in attivo, viene ridotta l'incidenza delle imposte dirette.
L'obiettivo di De Stefani è riportare in pareggio il bilancio dello Stato: per far questo egli punta su una drastica restrizione della spesa pubblica, che in soli quattro anni scende dal 35% al 13% del reddito nazionale. La riduzione del disavanzo pubblico, comportando una minore richiesta di finanziamenti da parte dello Stato, fa sì che il denaro dei risparmiatori si orienti verso gli impieghi industriali. Contemporaneamente si assiste alla svalutazione della lira rispetto alle maggiori monete. Ciò consente una crescita della competitività delle merci italiane sui mercati internazionali.
La domanda risulta trainata soprattutto dalle esportazioni e dagli investimenti industriali, giacché i consumi privati ristagnano. La crescita annua di questi ultimi è infatti di poco superiore al 2%. I salari crescono meno della produttività, nonostante la riserva di manodopera si riduca. Il numero dei disoccupati ufficiali scende infatti dalle 600 000 unità del 1921 alle 100 000 del 1926. La stabilità dei salari, pur in presenza di una forte crescita economica, è soprattutto effetto del nuovo clima politico e del monopolio fascista sui sindacati.
Contemporaneamente si manifesta una generale tendenza nei paesi europei alla stabilizzazione dei cambi, avviata nel 1925 con il ritorno della Gran Bretagna a una parità fissa della sterlina con l'oro. Si presenta pertanto come quasi obbligata per l'Italia la scelta di una politica deflazionistica, attuata tra il 1926 e il 1927 con drastiche riduzioni del credito, che mira a tenere alta la parità della lira con le altre monete forti. In meno di un anno la lira è rivalutata di oltre un terzo: è la battaglia per la "quota 90": 90 lire per una sterlina.

Su "Il Popolo d'Italia" del 1° luglio 1926 Mussolini scriveva:
’’Ho ancora una battaglia da vincere : è la battaglia per la restaurazione economica dell'Italia. Nelle altre battaglie che il regime fascista ha dovuto combattere, la vittoria è già stata conseguita. Abbiamo vinto la battaglia contro la faziosa opposizione parlamentare, siamo riusciti a riunire tutte le forze produttive della nazione in uno Stato corporativo, abbiamo trionfato nel campo della finanza nazionale convertendo il deficit annuo in un sopravanzo di quasi due miliardi di lire. Ora dedico tutta la mia attenzione alla restaurazione della bilancia commerciale e alla stabilizzazione del cambio sulla lira.
Bisogna innanzi tutto vedere chiaro il proprio scopo, e dopo andarvi incontro direttamente. Io studio le cifre del nostro commercio nazionale e vedo chiaramente che importiamo troppo, con deleteri effetti sull'economia del paese. Dopo aver consultato gli esperti, io preparai una prima lista dei rimedi da applicare, e sono appunto questi i rimedi annunziati testé alla nazione. Essi potranno procurare danni e fastidi a qualche individuo o a qualche categoria della popolazione, ma è meglio che qualche minoranza soffra anziché tutta intera la nazione. In una tempesta, se il capitano della nave decide di fare buttare a mare le merci dei passeggeri per alleggerire lo scafo, i proprietari non protestano perché sanno che il sacrificio a loro inflitto serve per il bene di tutti, e, per conseguenza, anche per il loro personale vantaggio. Io sono sicuro che le nuove restrizioni imposte testé alla vita economica dell'Italia saranno accettate non solo senza opposizione, ma con entusiasmo. Io so che, se avessi invitato gli italiani a lavorare dieci ore anziché nove, avrebbero acconsentito. Essi si rendono conto che dietro tale innovazione non vi è il capriccio del Governo, ma la necessità nazionale. Essi sanno, del resto, che io sono il primo a dare l'esempio, lavorando quattordici o diciotto ore. Fu il capo della Federazione italiana del lavoro che assicurò il Governo che gli operai italiani erano pronti a lavorare un'ora di più al giorno senza paga straordinaria.
D'altra parte soltanto in quelle industrie che sono più soggette alla concorrenza straniera, come per esempio l'industria tessile, sarà necessaria un'ora di più di lavoro alla quota ordinaria di salario. Nelle industrie più prosperose, invece, io vigilerò perché la paga per l'ora di più di lavoro sia fissata per mezzo di negoziati tra gli organizzatori rappresentanti i datori di lavoro e gli operai. Ciò non darà luogo a difficoltà, perché tutte queste organizzazioni, da una parte e dall'altra, sono composte di fascisti e sanno bene che il Governo fascista le tratterà con la massima imparzialità, in modo da impedire qualsiasi sfruttamento degli uni da parte degli altri, e viceversa.
Io sono risoluto a sviluppare la prosperità economica dell'Italia fino al maggiore punto possibile. Il tracollo del franco ha inevitabilmente avuto le sue ripercussioni sul cambio della lira. Inoltre dobbiamo importare molte materie prime. Ma io intendo ridurre al minimo le importazioni. I provvedimenti presi e quelli che ho in preparazione non potrebbero essere adottati sotto un regime di socialismo, oppure con vane e sterili discussioni parlamentari. Tali provvedimenti possono solo scaturire dalla salda e saggia, è vero, autorità dello Stato, che comprende in sé la forza così dei datori di lavoro come degli operai e adopera entrambi per il bene della collettività nazionale.
In Italia abbiamo compiuto quello che i bolscevichi russi tentano invano di fare. I bolscevichi distrussero il capitale, e invece noi ce ne serviamo, come di tutte le altre risorse nazionali, per il bene comune”.
L'economia era andata bene in questi quattro anni (1922-26), le esportazioni con la lira bassa erano raddoppiate in quattro anni. Al contrario gli importatori, soprattutto di materie prime (acciaio, carbone, ferro, chimica) avrebbero da allora in poi potuto prosperare, dato che "quota novanta" aveva abbassato il prezzo italiano dei beni d'importazione. Ed infatti, a prosperare furono le acciaierie e le industrie chimiche, fino al punto che nel 1929, la loro produzione era autosufficiente per l'Italia.
Dolori vennero invece nel commercio e nella media industria. Le banche principali che avevano prestato grandi somme di denaro al commercio e all'industria, accettando come garanzia le azioni nelle aziende debitrici, quando le aziende andarono in crisi e divennero insolventi, le banche rimasero con una montagna di pezzi di carta senza valore; e pur fagocitando lentamente le industrie puntando soprattutto sul loro patrimonio immobiliare, minacciarono di chiudere e di trascinare nel disastro la Banca d'Italia che aveva a suo tempo dato le necessarie garanzie.
Qui Mussolini dimostrò veramente chi aveva i muscoli, e alla fine degli anni Venti, fece una vera rivoluzione nella finanza italiana. Creando prima l'IMI e poi l'IRI; lo Stato con i due enti prima acquistò le azioni ormai prive di valore delle banche, pagandole con soldi reali poi si fece carico dei maggiori investimenti industriali, guadagnandosi in questo modo il plauso del pubblico. Milioni di piccoli risparmiatori furono protetti e la fiducia ristabilita. Inoltre Mussolini anticipando Keynes, stimolò la domanda e l'occupazione attraverso un nutrito programma di opere pubbliche e di benefici sociali. Basti dire che nel giro di quattro anni il denaro speso in opere pubbliche quadruplicò, creando lavoro e piccole e medie imprese.
Quando giunse la bufera mondiale del '29 che durò fino al 1933, l'Italia fu in grado di affrontarla meglio di tante altre nazioni industriali. Il successo di questa operazione innovativa stimolò incredibilmente la propaganda fascista, e il metodo della cura sembrò screditare l'economia liberale mondiale. Eminenza grigia di questo "miracolo" fu il geniale Alberto Beneduce, che poi lasciò questa preziosa eredità economica del periodo fascista a un giovane economista che gli sposò la figlia. Il giovane genero che divenne subito suo aiutante (e depositario dei segreti della finanza italiana) si chiamava Enrico Cuccia. Mussolini aveva grande stima di Beneduce, nonostante questi non era un fascista.
La restrizione del credito comporta nell'immedíato una, sia pur breve, recessione. Negli anni 1928-1929, fino allo scoppio della "grande crisi" (Ottobre 1929), si ha una nuova ripresa, legata al generale sviluppo dell'economia internazionale, anche se permangono difficoltà per le esportazioni.
La grande crisi, il cui primo manifestarsi negli Stati Uniti ha sorpreso il mondo nell'ottobre 1929, in Italia fa sentire i suoi effetti con particolare pesantezza tra il 1930 e il 1934. Nel 1930 la quotazione dei titoli azionari subisce un crollo del 40%. Il settore agricolo perde l'11 % della propria produzione in un solo anno, dal 1929 al 1930. Il punto più basso della crisi viene toccato nel 1932, quando il prodotto lordo dell'industria manifatturiera scende, in termini di valore reale, all'85% di quello del 1929. La disoccupazione raggiunge, secondo le cifre ufficiali, il milione di unità. Il dato però non dà conto dell'effettiva gravità del fenomeno: alla disoccupazione ufficiale si aggiungono quella non rilevata e forme più o meno mascherate di sottoccupazione. La disoccupazione tocca circa un quarto delle forze di lavoro industriali. Il calo contemporaneo dei prezzi fa sì che in termini di paga oraria le riduzioni salariali non incidano sulle retribuzioni reali.
A partire dal 1935 la disoccupazione viene poco alla volta assorbita. La ripresa è sostenuta soprattutto dall'intervento dello Stato in opere pubbliche e commesse militari: la spesa pubblica raggiunge nel 1935 il 30% del prodotto interno lordo, anche se rimane lenta e poco incisiva. Il massiccio intervento dello Stato nel salvataggio degli istituti bancari e dei complessi industriali sull'orlo del collasso scongiura esiti che avrebbero potuto essere ancora più catastrofici.
Con la costituzione dell'IMI (Istituto mobiliare italiano) e dell'IRI (Istituto per la ricostruzione industriale) cambia radicalmente il sistema del finanziamento all'economia. Nasce così una struttura di "capitalismo di Stato" destinata a lasciare una duratura eredità: alcuni istituti pubblici si assumono infatti il compito di erogare il credito a medio e lungo termine e acquisiscono il possesso di importanti pacchetti azionari in diversi settori. La fine del vecchio sistema della banca mista è sancita definitivamente dalla legge del 1936, che vieta alle banche di credito ordinario di operare nel campo del finanziamento a lungo termine.
Si esce dalla crisi grazie alle commesse statali per l'impresa d'Etiopia. Dal 1934 al 1939 la produzione industriale cresce di circa il 7% l'anno anche se l'occupazione non riesce a raggiungere nel 1938 il livello massimo raggiunto prima della crisi nel 1926. Ad avvantaggiarsi della ripresa sono soprattutto i settori interessati alla produzione bellica e alle nuove esigenze dell'economia autarchica: l'industria metallurgica e meccanica, che si sviluppa a tassi annui superiori al 20% e l'industria chimica chiamata a produrre materiali di sintesi anche per sostituire molti beni la cui importazione è bloccata dalle sanzioni e dall'autarchia. Le esportazioni si indirizzano per una larga parte verso l'Africa orientale. Dal 1921 al 1940 il Prodotto Interno Lordo aumenta del 61 %. Il Reddito Pro Capite si incrementa di 23 punti percentuali.

  1921 1930 1940
Reddito pro capite (lire 1938 ) 2455 2884 3029
Prodotto interno lordo ( miliardi di lire 1938 ) 100 125 161


- IL MIRACOLO ECONOMICO DEL REGIME FASCISTA

Sotto il dominio fascista l’Italia subì un rapido sviluppo con l’elettrificazione dell’intero paese, lo sviluppo e il fiorire delle industrie dell’automobile e della seta, la creazione di un moderno sistema bancario, la prosperità dell’agricoltura, la bonifica di notevoli aree agricole, la costruzione di una larga rete di autostrade. Il rapido progresso dell’Italia dopo la 2a guerra mondiale e il fatto che oggi è già in marcia verso uno sviluppo intensivo capitalistico sarebbe impensabile senza i processi sociali iniziati durante il periodo fascista.
Ampie aree della penisola erano affogate in malsaniche paludi; chi era costretto a vivere in quelle zone raramente superava il quarantesimo anno d’età. Queste aree insalubri si estendevano dal Veneto all’Emilia-Romagna, dalla Maremma toscana all’Agro Pontino, dalle pianure del Garigliano, del Volturno, del Sele al Tavoliere delle Puglie e alla Basilicata, dalla Piana di Sibari alle terre della Sila e del Neto. E così per la piana di Catania e per il Campidano in Sardegna. Questa era la situazione del nostro territorio sino a quando non vennero intraprese gigantesche opere di bonifica, di trasformazione fondiaria, di risanamento del territorio.
Così, quando negli anni Trenta tutto il mondo era soggiogato dalla profonda crisi economica, in Italia ebbe inizio un’attività frenetica i cui benefici si proietteranno nei decenni a venire.
Nel primo dopoguerra il ritorno dei combattenti fu caotico e deludente. Le riforme promesse, quando i contadini erano al fronte, si rivelarono semplici parole. L’unica concreta iniziativa governativa fu la creazione, nel 1917, dell’Opera Nazionale Combattenti (ONC), concepita per facilitare l’inserimento nella vita civile dei reduci. L’ONC fu, negli anni dell’immediato dopoguerra "solo uno strumento di sottogoverno e ai braccianti disoccupati non restò che occupare con la forza quella terra che, seppur promessa, sembrava impossibile ottenere democraticamente". Il fascismo trovò anche tale questione irrisolta.
Ci volle la saggia politica agraria ispirata e pilotata da Arrigo Serpieri che promosse numerose leggi di carattere fondamentale, tra le quali, le più importanti: la legge N° 3256 del 30/12/23, sulla bonifica idraulica e della difesa del suolo; la legge N° 753 del 18/5/24 sulle trasformazioni agrarie di pubblico interesse.
Come Sottosegretario di Stato organizzò e diresse i servizi per la prima applicazione della legge N° 3134 del 24/12/28 ("Legge Mussolini") per la "Bonifica integrale", le cui opere vennero affidate all’ONC.
Le prime bonifiche, con impianti idrovori per il sollevamento delle acque, ebbero inizio nel basso Veneto e in Emilia. Nuova terra venne posta al servizio dell’agricoltura e, con essa, si crearono nuovi posti di lavoro.
Dal suolo bonificato sorgono irrigazioni, si costruiscono strade, acquedotti, reti elettriche, opere edilizie, borghi rurali ed ogni genere di infrastrutture. Con questa tecnica la bonifica di Serpieri va ben al di là del semplice prosciugamento e diventa strumento di progresso economico.
Dalle Paludi Pontine sorsero "in tempi fascisti" (così detti per indicare "in poco tempo") vere e proprie città: Littoria, inaugurata il 18 dicembre 1932, Sabaudia (giudicata uno dei più raffinati esempi di urbanistica razionale europea) il 15 aprile 1934; Pontinia, il 18 dicembre 1935; Aprilia, il 29 ottobre 1938; Pomezia, il 29 ottobre 1939.
Nell’Agro Pontino furono costruite ben 3040 case coloniche, 499 chilometri di strade, 205 chilometri di canali, 15.000 chilometri di scoline. Furono dissodati 41.600 ettari di terreno, furono costruiti quattordici nuovi borghi che portano il nome delle principali battaglie alle quali parteciparono i nostri fanti.
La bonifica di Maccarese, nell’Agro romano, è un’altra importante realtà: un’"azienda modello" agricolo-zootecnico-vivaistica, sorse su oltre 5 mila ettari di terreni bonificati con centinaia di case, campi sperimentali, caseifici, cantine sociali: tutto gestito da oltre 1500 lavoratori tecnici ecc.
La "bonifica integrale" continuava senza soste: quella dell’Isola Sacra a Roma, con la fondazione di Acilia e di Ardea; quella dove poi sorgeranno Fertilia (Sassari), Mussolinia (oggi Arborea-Oristano); quella del Campidano (Cagliari), quella di Metaponto (Matera). E così le bonifiche si estenderanno in Campania, Puglie, Calabria, Lucania, Sicilia, Dalmazia.
Non possono essere dimenticate le grandi opere realizzate in Somalia, Eritrea e in Libia; a solo titolo d’esempio citiamo il lavoro svolto da Carlo Lattanzi che visse per oltre quarant’anni sulla "Quarta Sponda". Si deve alla sua instancabile attività la bonifica e la messa a coltura di ampie aree a grano, oliveti, vigneti, frutteti ecc. su oltre 2600 ettari di terreni aridi e sabbiosi.
Un cenno merita anche la gigantesca opera realizzata dall’ingegnere idraulico Mario Giandotti: un poderoso canale che, attingendo acque dal Po, irriga ampie aree di terreni coltivati nelle province di Modena, Mantova, Bologna, Ravenna, Forlì. Oltre 340 chilometri di canali danno vita a ben 325 mila ettari di terreno.
I risultati delle bonifiche e delle leggi rurali: 5.886.796 ettari bonificati, tra il 1923 e il 1938, un confronto è necessario fra il periodo pre-fascista, quando in 52 anni nell’intera Penisola furono bonificati appena 1.390.361 ettari. A queste vanno aggiunte quelle delle colonie, dell’Etiopia e, poi, dell’Albania. Si aggiungano 32.400 chilometri di strade; 5.400 acquedotti; 15 nuove città e centinaia di borghi; oltre un milione di ettari di terreno rimboscati; un milione di fabbricati rurali; l’incremento della produzione che passò da 100 a 2.438; il lavoro agricolo per ettaro che aumentò da 100 a 3.618; i lavoratori occupati nelle opere di bonifica e nei nuovi poderi superavano le 500 mila unità. Né va dimenticata la sconfitta della malaria che causava centinaia di morti ogni anno.
Un altro dato significativo sulla qualità tecnica raggiunta nel settore agricolo dal nostro Paese, è la comparazione fra i 16,1 quintali di frumento per ettaro raggiunto nelle terre bonificate e la produzione statunitense, considerata la migliore, ferma a 8,9 quintali/ettaro.
L’attribuzione ai braccianti di poderi nelle zone di bonifica è il fiore all’occhiello della politica rurale fascista. Come si vede, traguardi che cambiarono il volto dell’Italia.
Ma la spinta impressa da Mussolini è volta a nuove mete. La mattina del 18 dicembre 1932 il Duce lascia Roma in auto per recarsi ad inaugurare il nuovo Comune di Littoria. Ecco alcuni passi del discorso inaugurale: "Camerati! Oggi è una grande giornata per la rivoluzione delle Camicie Nere, è una giornata fausta per l’Agro Pontino. È una gloriosa giornata nella storia della nazione. Quello che fu invano tentato durante il passato di venticinque secoli, oggi noi stiamo traducendo in una realtà vivente. Sarebbe questo il momento di essere orgogliosi. No! Abbiamo vinto la nostra prima battaglia. Ma noi siamo fascisti e quindi più che guardare al passato siamo sempre intenti verso il futuro. Finché tutte le battaglie non siano state vinte, non si può dire che tutta la guerra sia vittoriosa. Solo quando accanto alle cinquecento case oggi costruite, ne siano sorte altre quattromilacinquecento, quando accanto ai diecimila abitatori attuali vi siano i quaranta-cinquantamila che noi ci ripromettiamo di fare vivere in quelle che furono le paludi pontine, solo allora potremo lanciare alla nazione il bollettino della vittoria definitiva. Sarà forse opportuno ricordare che una volta, per trovare lavoro occorreva varcare le Alpi o traversare l’Oceano. Oggi la terra è qui a mezz’ora soltanto da Roma. È qui che noi abbiamo conquistato una nuova provincia. È qui che abbiamo condotto e condurremo delle vere e proprie operazioni di guerra. È questa la guerra che preferiamo. Ma occorre che tutti ci lascino intenti nel nostro lavoro".
Si può ben dire che negli anni della bonifica integrale tutto il territorio italiano era un’enorme, bruciante, palpitante, esaltante operante fucina di opere, azionata da braccia, da idee, da inesauribile volontà di cambiare il volto a un’Italia rurale che aveva dormito per secoli.
Milano non ha il mare, non l’ha mai avuto, ma il Duce ha "creato" il mare, ecco come. Nel 1927 (23 giugno) varò una legge, la 1630, per la realizzazione di un "Idroscalo" per la città di Milano. Vero mare, perfino salato, arenile, pini marini, bagnanti, bagnini. Realizzazione ardita che solo il Duce poteva permettersi di portare a termine. L’"Idroscalo" è un grande canalone lungo 3 Km e largo 300 metri con 300 di testata per le manovre dei velivoli. Il bacino occupa una superficie di 610.000 mq. È alimentato da acque sorgive.
L’Idroscalo è sempre stato segnalato come pantano. Il Duce l’ha trasformato in bacino, un lago, una "fetta" di mare con tutte le caratteristiche marine. Questo spettacolare miracolo fu inaugurato nel 1930, il 5 luglio.
L’arenile ha 100 cabine, ha il suo "lungomare", con alberi intorno, alberghi, luna park, campi sportivi, prati. Al centro del bacino vi è un’isoletta che può essere raggiunta facilmente con una barca e trovarvi ogni divertimento.
Sempre in piena "congiuntura economica" la nostra fantasia produttiva veniva riconosciuta ovunque. Il 22 dicembre 1932, il deputato laburista inglese Lloyd George rimproverava il suo Governo di inerzia e lo spronava, per risolvere i problemi della disoccupazione, proponendo di "fare come Mussolini nell’Agro Pontino".
Ancora più incisivamente il giornale Noradni Novnij di Brno, il 15 dicembre 1933, scriveva: "Con successo infinitamente superiore a quello annunciato per il suo piano da Stalin, in Russia si è fatta un’opera di costruzione, ma in Italia si è compiuta un’opera di redenzione, di occupazione. All’altra estremità dell’Europa si costruiscono enormi aziende, città gigantesche, centinaia di migliaia di operai sono spinti con folle velocità a creare un’azienda colossale per il "dumping" (rifiuti) che dovrà portare la miseria a milioni di altri paesi europei. Mentre invece in Italia il piano Mussolini rende una popolazione felice e nuove città sorte in mezzo a terre redente, coperte ovunque di biondi cereali".
I consensi non riguardavano solo i metodi usati dal Governo italiano per superare la "crisi congiunturale", ma essi partivano dagli anni precedenti. Lo svedese Goteborgs Handels del 22 marzo 1928, scriveva: "Non si può davvero non restare altamente sorpresi di fronte al lavoro colossale che il governo fascista viene svolgendo con una incredibile intensità energica: amministrazione pubblica radicalmente cambiata, ordinamento sociale posto sulla nuova base della organizzazione sindacalista, trasformazione dei codici, riforma profonda della istituzione e un tipo di rappresentanza nazionale affatto nuovo negli annali del mondo".
Il coro di meravigliati consensi andava dalla Bulgaria al Giappone, dalla Cina alla Francia.
Il londinese Morning Post del 29 ottobre 1928: "L’opera del fascismo è poco meno che un miracolo". Il prestigioso Deily Telegraph del 16 gennaio 1928: "Il fascismo non è soltanto uno sforzo verso un nuovo sistema politico, ma un nuovo metodo di vita. Esso è perciò il più grande esperimento compiuto dall’umanità dei nostri tempi".
Altri dati rivelano che quanto si scriveva nel mondo era ben meritato. Nel 1922 i braccianti erano oltre 2 milioni: nei primi anni del ’40 il loro numero si ridusse a soli 700 mila unità, gli altri erano divenuti proprietari, mezzadri o compartecipi di piccole o grandi aziende. Nella sola Sicilia i proprietari terrieri passarono dai 54.760 del 1911 a 222.612 del 1926. Questo è un ulteriore dato che può far meglio comprendere lo sforzo compiuto in quegli anni.
Possiamo quindi dire che l’obiettivo politico fu, almeno in gran parte, centrato. Questo avveniva mentre nel mito marxista la collettivizzazione delle terre risultava fallimentare e affogata nel sangue e nella disperazione. Mussolini a Carlo Marx contrapponeva il contadino compartecipe della produzione.
Nacquero così, soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia, nuovi ceti di piccoli proprietari, superando i motivi della "lotta di classe" e creando lo "strumento di pace e di giustizia sociale".
Elenco di città e borghi sorti durante il governo Mussolini
Littoria: oggi Latina, fondata il 30 giugno ed inaugurata il 18 dicembre 1932. Sabaudia: fondata in onore della dinastia Savoia il 5 agosto 1933 ed inaugurata il 15 aprile 1935. Pontinia: fondata il 19 dicembre 1934 ed inaugurata il 18 dicembre 1935. Aprilia: fondata il 25 aprile ed inaugurata il 29 ottobre 1938. Pomezia: fondata il 22 aprile 1938 ed inaugurata il 28 ottobre 1940. Mussolinia di Sardegna nell’oristanese, fondata nel 1930 e divenuta Arborea nel dopoguerra. Fertilia: nei pressi di Alghero.
Mussolinia di Sicilia: inaugurata nel 1939, oggi divenuta Case M...olinia. Segezia: in Basilicata. Marconia: in Lucania nei pressi di Pisticci. Metaurilia: fondata nel 1938 presso Fano. Volania: nel ferrarese. Acilia nei pressi di Ostia fondata nel 1939. Carbonia: in Sardegna fondata il 17 dicembre 1938. Tirrenia: nei pressi di Livorno. Guidonia: inaugurata nel 1938. Cervinia: in Val d’Aosta sorta nel 1936. Felicia: oggi la slovena Cvic. Arsia: fondata il 27 ottobre 1936, in Istria, oggi Resa.
Nel 1938 andarono in Libia 20 mila nostri agricoltori e trovarono pronti 26 villaggi agricoli: Olivetti, Bianchi, Giordani, Micca, Tazzoli, Breviglieri, Marconi, Garabulli, Crispi, Corradini, Garibaldi, Littoriano, Castel Benito, Filzi, Baracca, Maddalena, Aro, Oberdan, D’Annunzio, Razza, Mameli, Battisti, Berta, Luigi di Savoia, Gioda. Altri dieci villaggi libici nei quali berberi e indigeni imparavano dai nostri agricoltori a far fruttare la terra: El Fager (Alba), Nahima (Deliziosa), Azizia (Profumata), Nahiba (Risorta), Mansura (Vittoriosa), Chadra (Verde), Zahara (Fiorita), Gedina (Nuova), Mamhura (Fiorente), El Beida (la Bianca) già Beda Littoria.



« Ultima modifica: Agosto 18, 2013, 13:37:09 pm da Standarte »
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Offline Stendardo

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Re:RESISTENZA
« Risposta #29 il: Agosto 18, 2013, 13:55:28 pm »
Vedo che hai perfettamente colto il doppio senso della mia proposta. SICURO. L'anguilla è un
simbolo fallico. Inoltre il messaggio che da tempo noi della QM lanciamo all'altra metà del cielo è:
NON ROMPETE (più) I COGLIONI. Ragion per cui: in autunno tutti a mangiare l'anguilla a Comacchio.

Condivido il pranzo è la migliore soluzione così dopo si ha il tempo di discutere sul da farsi , sulle iniziative comuni da porre eventualmente in essere etc.

Allora Comacchio o Folrì ? Periodo ? Giorno ? Suppongo di Sabato .

Non sarebbe anche il caso di elaborare un volantino con data ed ora ed estendere l'invito a pranzo anche ad altre realtà maschili nazionali ed estere su facebook oppure sui siti come quelli di maschi selvatici , uomini beta ? E poi chi c'è c'è e chi non c'è non c'è...

Si potrebbero organizzare della auto così magari durante il tragitto si passano a prendere anche altri antifemministi , io un passaggio in auto lo posso dare tranquillamente per max 1 persona perchè ho un auto a 2 posti .

Altre proposte e suggerimenti ?
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius