Autore Topic: gender : scienza o ideologia ?  (Letto 12856 volte)

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Offline vnd

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Re:gender : scienza o ideologia ?
« Risposta #30 il: Dicembre 12, 2013, 21:16:44 pm »
Io sono ateo e conosco quelli dell'UAAR nella mia realtà regionale. Non sono tutti così come alcuni li dipingono o per colpa certamente di alcuni di loro stessi, vengono dipinti. Certo, tantomeno l'ateo deve divenire un ateista che vuole imporre la propria idea agli altri in maniera assolutista, uno degli errori storici più grandi e autodistruttivi della stessa ideologia, commesso da molti sistemi socialisti nel Patto di Varsavia. Anche perchè non credere in una religione per volerne imporre ideologicamente un'altra senza Dio è un paradosso in termini fra i più grandi che la Storia ci abbia mai mostrato. Detto questo, è anche vero che a discernimento dei vari sentire in merito alla questione anche qui, da parte di molti, una "declericalizzazione" (non dico de-cristianizzazione!) della politica e dei massimi sistemi della società italiana attuale, anche parziale, ci vorrebbe davvero e non potrebbe fare che bene.

Condivido totalmente ma... che strano.
Quando mi sono presentato sul sito degli atei italiani, quelli buttati fuori dall'UAAR, ho usato proprio questa stessa espressione "sono ateo ma non ateista".
Ma sono stato aggredito ed offeso.
http://atei.forumitalian.com/t5129-ciao-sono-vnd

Questo non mi fa, ovviamente, meno ateo, così come non mi impedirebbe di diventare credente domani mattina.
Vnd [nick collettivo].

Offline Vicus

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Re:gender : scienza o ideologia ?
« Risposta #31 il: Dicembre 12, 2013, 23:42:48 pm »
Forse una delle cause dell'insofferenza anticlericale è una certa idea distorta della religione come moralismo bigotto, staccato da qualsiasi pensiero razionale. Idea alimentata, bisogna ammetterlo, da chi ad esempio usa la Bibbia come Savonarola, con toni millenaristici o come arma ideologica.
Il problema dell'ateismo è che essendo materialista non riconosce un principio superiore ai noti appetiti di potere e ricchezza, che diventano l'unico metro di valutazione delle azioni umane a livello individuale e sociale.
Si può dire che ci sono molte persone oneste ed atee (e su questo sono d'accordo), e che essere atei non significa negare certi valori.
Ma è altrettanto vero che nel lungo periodo una società senza valori con solide radici collettive imbocca derive pericolose, di cui una è il femminismo.
Specie se assurto a principio assoluto, informatore delle leggi e della società, il materialismo rivela il suo fondo individualista e antinomico che impedisce qualsiasi reale progresso ed ha sempre esiti anti-umani.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Vicus

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Re:gender : scienza o ideologia ?
« Risposta #32 il: Dicembre 13, 2013, 00:14:57 am »
Per essere più chiaro, quando il "laicismo" (ben diverso dalla liberta di espressione e di culto) diventa l'esplicito principio di riferimento di un ordinamento, tende a diventare una sorta di "integralismo laico".
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Duca

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Re:gender : scienza o ideologia ?
« Risposta #33 il: Dicembre 13, 2013, 08:31:31 am »
Julius Evola per esempio si dice fascista ma è lontanissimo ani luce dalla religione bigottas. Anzi da lui ho sentito prima volta di Lister Crowley, e non mi pare che ne parlava male.

Evola non si è mai definito fascista tout court (scrisse invece "il fascismo per noi è troppo poco"), non è un caso se Mussolini proibì a tutte le tipografie di stampare "La Torre"... infatti era più vicino al paganesimo nazionalsocialista, e ha frequentato più Hitler (da lui definito "un magister rationalis, un genio") che il Duce, e preferiva Croce a Gentile.
Comunque il fascismo è un fenomeno troppo complesso per poterlo schematizzare con una formula rigida; per esempio Mussolini è sempre stato un tenace anticlericale, ma nell'ultimo periodo della vita pare si sia avvicinato alla fede.

Offline COSMOS1

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Re:gender : scienza o ideologia ?
« Risposta #34 il: Dicembre 13, 2013, 19:02:46 pm »
Il problema dell'ateismo è che essendo materialista

 :lol:

il problema dell'ateismo è che essendo idealista non ha mai preso in seria considerazione la materia, non ha mai riflettuto sul significato dell'esistenza di un singolo atomo, sparano sentenze a priori nel chiuso del loro cervello

[ovviamente prendo sul serio la definizione di vnd: ateo non ateista!]
Dio cè
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Offline Lucia

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Re:gender : scienza o ideologia ?
« Risposta #35 il: Dicembre 13, 2013, 20:06:17 pm »
Forse una delle cause dell'insofferenza anticlericale è una certa idea distorta della religione

Molti anticlericali non ce l'avevano con la religione, ma appunto con i preti che allontanano la gente dalla religione, che usavano il bisogno religioso della gente per i loro scopi sporchi politici.

Citazione
Il problema dell'ateismo è che essendo materialista non riconosce un principio superiore ai noti appetiti di potere e ricchezza, che diventano l'unico metro di valutazione delle azioni umane a livello individuale e sociale.

Questo non è vero
-le chiese marianiche sopratutto sono già simbolo di sfarzo materiale e infatti si depredavano la gente per costruire chiese (il Vaticano costruito con le indulgenze, la chiesa d'oro dedicata a san Francesco) cosi la chiesa è proprio l'opposto della povertà e spiritualità che poi predica

- per Sartre mi pare, ma se non per lui va bene lo stesso: nel mondoi ateo proprio perché nessuno ti assolve se sbagli la moralità è molto piu forte mentre nel mondo catolico sai che tanto ti sarano perdonati gli errori


-il materialismo va bene mano in mano con il clericalismo come ho detto sopra, e poi ti è venuto in un altro topic l'ideea di dire che nel mondo di povertà dei tempi di Ceausescu c'erano molto piu valori, che nel mondo consumistico. Quindi un mondo povero e ateo aveva piu valori di quello consumistico dove la chiesa ha ruolo importantissimo nell'opinione pubblica.

Citazione
Ma è altrettanto vero che nel lungo periodo una società senza valori con solide radici collettive imbocca derive pericolose, di cui una è il femminismo.

Il femminismo è piuttosto conseguenza della cultura sessuofoba e marianica del cattolicesimo.

Non a caso sono i paesi occidentali dove il femminismo è riuscito a conquistare di piu.


Però esiste anche una spiritualità non cristiana, e la libertà non ha nulla né sessuofobo né perverso. Se il desiderio di spiritualità, di dare senso superiore alla sua vita è innato nell'uomo di quella non deve preoccuparsi la chiesa, perché nasce in modo spontaneo nell'uomo, in tutte le società.

Offline Vicus

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Re:gender : scienza o ideologia ?
« Risposta #36 il: Dicembre 14, 2013, 08:46:35 am »
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il problema dell'ateismo è che essendo idealista non ha mai preso in seria considerazione la materia, non ha mai riflettuto sul significato dell'esistenza di un singolo atomo, sparano sentenze a priori nel chiuso del loro cervello
Pienamente d’accordo, l’ateismo comincia -a livello di sentire collettivo- da un semplice materialismo ma tende sempre ad approdare ad un’utopia, disegnata a tavolino da chi scambia le sue idee e preferenze personali per il bene dell’umanità; mentre un requisito fondamentale per perseguire il bene collettivo è l’umiltà, la coscienza che siamo custodi e non arbitri della saggezza di generazioni.
Citazione
-le chiese marianiche [???] sopratutto sono già simbolo di sfarzo materiale e infatti si depredavano la gente per costruire chiese (il Vaticano costruito con le indulgenze, la chiesa d'oro dedicata a san Francesco) cosi la chiesa è proprio l'opposto della povertà e spiritualità che poi predica
Sono le inibizioni dell’architettura odierna, che crede di ricalcare la povertà delle origini adeguandosi allo squallore contemporaneo. Non mi risulta che nelle nostre prospere città d’arte sia scoppiata una rivoluzione tutte le volte che sia stata costruita una chiesa. Direi anzi il contrario.
Citazione
- per Sartre mi pare, ma se non per lui va bene lo stesso: nel mondoi ateo proprio perché nessuno ti assolve se sbagli la moralità è molto piu forte mentre nel mondo catolico sai che tanto ti sarano perdonati gli errori
È più forte solo il moralismo, spesso da parte di chi è peggiore delle persone che censura. Il pensiero di Sartre & co. ha contribuito a creare la società che diceva di combattere: “L’inferno sono gli altri”.
Citazione
-il materialismo va bene mano in mano con il clericalismo come ho detto sopra, e poi ti è venuto in un altro topic l'ideea di dire che nel mondo di povertà dei tempi di Ceausescu c'erano molto piu valori, che nel mondo consumistico. Quindi un mondo povero e ateo aveva piu valori di quello consumistico dove la chiesa ha ruolo importantissimo nell'opinione pubblica.
Il consumismo (diverso dal benessere) e il mito del successo cercano di farci dimenticare cose ben più importanti che abbiamo perso. Quando emerge il vero volto di un’utopia atea, come con Ceausescu per esempio, come minimo la gente comincia a porsi domande a livello filosofico e forse anche spirituale.
L’importanza di un’istituzione nell’opinione pubblica si vede dall’adesione a quello che propone. Mi pare che la Chiesa abbia oggi una rilevanza spesso più mediatica che reale.
Citazione
Il femminismo è piuttosto conseguenza della cultura sessuofoba e marianica del cattolicesimo.
Non a caso sono i paesi occidentali dove il femminismo è riuscito a conquistare di piu.
Già, il femminismo è nato ed ha radici più profonde nei paesi cattolici… :doh:
Citazione
Però esiste anche una spiritualità non cristiana, e la libertà non ha nulla né sessuofobo né perverso.
Sessuofobia e perversione hanno tutta l'aria di essere conseguenza di società secolarizzate, dall’ellenismo ai nostri giorni. Sono sostanzialmente sconosciute a culture con valori trascendenti.
Citazione
Se il desiderio di spiritualità, di dare senso superiore alla sua vita è innato nell'uomo di quella non deve preoccuparsi la chiesa, perché nasce in modo spontaneo nell'uomo, in tutte le società.
È perfettamente naturale che la spiritualità assuma un carattere sociale, questa è un'altra delle inibizioni della mentalità contemporanea e non è una novità; ne parla tra l’altro Matthew Arnold in Cultura e Anarchia.
Sarebbe come dire che poiché l’uomo ha innata la facoltà di parlare non deve apprendere la lingua.
Lasciata a se stessa –in una cultura materialista ad esempio- questa sete spirituale produce risultati superstiziosi ed esilaranti alla Pianeta delle Scimmie, di cui il New Age ed i Culti del Cargo sono un ottimo esempio.
« Ultima modifica: Dicembre 14, 2013, 08:57:15 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Lucia

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Re:gender : scienza o ideologia ?
« Risposta #37 il: Dicembre 14, 2013, 14:03:16 pm »
. Non mi risulta che nelle nostre prospere città d’arte sia scoppiata una rivoluzione tutte le volte che sia stata costruita una chiesa. Direi anzi il contrario.

la protesta dei albigesi, il protestantesimo stesso, l'attività di San Francesco o san Filippo Neri solo pocchi esempi tutti nascono contro gli abusi di potere e il materialismo del clero

Citazione
il vero volto di un’utopia atea, come con Ceausescu per esempio, come minimo la gente comincia a porsi domande a livello filosofico e forse anche spirituale.

nel mondo cattolico invece non puo porsi le domande perché la chiesa ha già risposto a tutto, e allora la gente si allontana dalla spiritualità, la sente oppressiva

Citazione
Già, il femminismo è nato ed ha radici più profonde nei paesi cattolici… :doh:Sessuofobia e perversione hanno tutta l'aria di essere conseguenza di società secolarizzate, dall’ellenismo ai nostri giorni. Sono sostanzialmente sconosciute a culture con valori trascendenti

Perché ti dai schiaffi? Ti sembra che il femminismo ha attechito meglio in Cina o nei paesi arabi?
Invece la superiorità della madre come genitore e non il padre è un modo secolarizzato della cultura marianica, sai quando Maria diventa la madre di Dio e i vescovi fanno fuori quelli che non sono d'accordo.
Sulla sessuofobia è costruita una grande parte della predicazione cattolica, infatti il sesso è diventato la cosa piu importante da confessare, di cui pentirsi, da Agostino e Origene in poi, che solo questo ultimo ha interpretato bene la teologia della chiesa. La maggior parte di sante italiane sono diventate sante perché erano vergini e preferivano togliersi gli occhi invece di sposarsi, o perché subivano maltrattamenti del marito. Insomma il desiderio sessuale diventa il male per eccellenz e la verginità la santità. Questa è la sessuofobia. In compenso l'istinto sessuale ormai demonizzato ritorna con prostituzione e altre perversioni che appunto scindono il rispetto dal libido.
Capisci?
Non ho detto che è solo la chiesa cattolica, c'era anche quella protestante americana o non che era altrettanto sessuofoba,


.
Citazione
È perfettamente naturale che la spiritualità assuma un carattere sociale, questa è un'altra delle inibizioni della mentalità contemporanea e non è una novità; ne parla tra l’altro Matthew Arnold in Cultura e Anarchia.
Sarebbe come dire che poiché l’uomo ha innata la facoltà di parlare non deve apprendere la lingua.
Lasciata a se stessa –in una cultura materialista ad esempio- questa sete spirituale produce risultati superstiziosi ed esilaranti alla Pianeta delle Scimmie, di cui il New Age ed i Culti del Cargo sono un ottimo esempio.

In Ungheria con la nuova legge di libertà religiosa sono riconosciute le fedi che esistono da almeno 20 anni, hanno una teologia e almeno 1000 membri. Cioè certo serve una condivisione o una conseguenzialità per non arrivare all'anarchia ma monopolizzare la fede in una unica fede ha ben poco da fare con lo spirito.

Offline Stendardo

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Re:gender : scienza o ideologia ?
« Risposta #38 il: Dicembre 15, 2013, 16:32:15 pm »
Fonte : http://voxnews.info/2013/12/15/la-donna-che-crede-di-essere-un-cavallo-e-luomo-bambola/

La donna che crede di essere un cavallo e l’uomo bambola
 
15-12-2013

dic. 15CULTURA, Uncategorizedno comments
 




















Nicole ha 31 anni, e crede di essere un cavallo. Sa di avere una forma umana, ma sente di essere ‘un cavallo intrappolato in un corpo da donna’. Per questo fa di tutto per somigliare all’animale: indossa una maschera, zoccoli, ‘galoppa’ e si rotola nel fieno.
 

Justin Jedlica, invece, è un 32enne di New York che ha speso 158 mila dollari in chirurgia estetica per somigliare il più possibile a quello che si sente di essere: ‘una bambola vivente’.'Living doll’ che è ossessionato con ottenere interventi di chirurgia estetica.

 



In tutto, Justin ha avuto circa 125 procedure cosmetiche per farlo sembrare sempre di più come una bambola, compresi gli impianti protesici di bicipiti, tricipiti,  cinque rinoplastiche e interventi alla fronte.
 
La patologia che colpisce questi due individui, non è dissimile da quella che fa credere ad alcuni uomini di essere ‘donne intrappolate in un corpo maschile’. Ciò che differenzia queste situazioni non è, la ‘qualità’, ma la quantità di chi ne è colpito: è solo la relativa diffusione dei secondi rispetto ai primi, a determinare il fatto che i trans non vengano considerati ‘malati’. Ma qualitativamente siamo in presenza dello stesso problema. Che non viene affrontato, perché siamo vittime dell’ideologia che, terrorizzata dal ‘discriminare’, finisce per non distinguere più ciò che è un modo di essere da ciò che, invece, è malattia.
 
E i primi a subirne le conseguenze sono gli stessi malati, che in questo modo non vengono curati ma ‘assecondati’ nella loro patologia.
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

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Re:gender : scienza o ideologia ?
« Risposta #39 il: Dicembre 16, 2013, 15:01:28 pm »
Sembra incredibile che non siano stati messi in galera i chirurghi estetici che assecondano qualcuno (naturalmente dietro immagino lautissimi compensi, siamo pur sempre negli Stati Uniti)a trasformarsi in una "living doll".....
Neil McCauley/Robert DE Niro [ultime parole]:- "Visto che non ci torno in prigione?"
Vincent Hanna/Al Pacino :-"Già."
Noodles:"I vincenti si riconoscono alla partenza. Riconosci i vincenti e i brocchi.Chi avrebbe puntato su di me?"
Fat Moe:"Io avrei puntato tutto su di te."
Noodles:E avresti perso.

Offline Stendardo

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Re:gender : scienza o ideologia ?
« Risposta #40 il: Gennaio 10, 2014, 19:14:29 pm »
Fonte : http://www.prolifenews.it/voce-della-scienza/gli-studi-sul-cervello-contestano-lideologia-di-genere/

Gli studi sul cervello contestano l’ideologia di genere


Un importante recente studio americano condotto su quasi mille soggetti, da un’équipe guidata da Ragini Verma, neuro-scienziata dell’Università della Pennsylvania a Philadelfia (USA) (http://www.uphs.upenn.edu/news/News_Releases/2013/12/verma/), conferma, attraverso concreti dati scientifici, le differenze biologiche esistenti tra maschi e femmine. I risultati della ricerca, effettuata su 949 volontari (428 maschi e 521 femmine) di età compresa tra gli 8 e i 22 anni, sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Proceedings of National Academy of Science.
 
Essi attestano come «le connessioni cerebrali di maschi e femmine sono diversamente distribuite», evidenziando, attraverso avanzate tecniche di neuroimaging, la presenza, nelle donne, di un maggior numero di connessioni tra emisfero destro e sinistro (il primo deputato maggiormente al pensiero intuitivo, il secondo alle elaborazioni logiche) mentre, al contrario, negli uomini si riscontra la presenza di una migliore interconnessione all’interno dei medesimi emisferi. A tale proposito Ragini Verma  ha dichiarato: «Ho constatato con stupore che i risultati confermano molti stereotipi che crediamo di avere sul cervello. Per esempio se volessi andare da uno chef o da un parrucchiere, sarebbero più che altro uomini (…) Mentre le donne si dimostrano più efficienti nelle azioni che richiedono il coordinamento di entrambi gli emisferi: sono più intuitive, hanno migliore memoria, sono più emotivamente coinvolte quando ascoltano qualcuno».
 
Solo nel cervelletto, parte del sistema nervoso deputata principalmente al controllo motorio, le cose sembrano andare diversamente: in questa regione, infatti, gli uomini dimostrano una migliore connessione tra un emisfero e l’altro. In tal senso, la neuro-scienziata americana spiega: «Se per esempio voleste imparare a sciare, sarebbe il cervelletto la regione maggiormente coinvolta».
 
Alla medesima conclusione della ricerca di Ragini Verma erano giunti gli studi di Simon Baron-Coehn, professore di psichiatria presso l’università di Cambridge nel Regno Unito ed esperto di autismo, il quale, nel 2004, svolse alcuni innovativi esperimenti sui bambini in fase neonatale dimostrando l’esistenza di importanti differenze tra i cervelli di donne e uomini. Nel suo articolo Autismo: una forma estrema del cervello maschile? (Simon Baron-Coehn, L’autisme : une forme extrême du cerveau masculin ?, “Terrain” n°42, marzo 2004), Baron-Cohen aveva distinto i tipi di cervello sulla base di due aspetti fondamentali: la capacità di empatia e la capacità di sistematizzazione.
 
Gli esperimenti da lui condotti tendono a dimostrare che tra le donne la capacità di empatia è più sviluppata rispetto agli uomini. Al contrario, la capacità di “sistematizzare” è più importante negli uomini che nelle donne. A tale proposito egli aveva affermato come, «in uno studio, i ragazzi hanno dimostrato in 50 occasioni spirito più competitivo, mentre le ragazze sono state 20 volte più dei maschi disposte ad attendere il loro turno». Secondo il professore inglese le differenze prendono forma prima della nascita all’interno dell’utero della madre, dove maschi e femmine producono differenti quantità di ormoni  e in particolare i maschi producono il doppio del testosterone delle femmine. Il differente livello di produzione ha un impatto determinante sullo sviluppo del cervello a dimostrazione dell’importanza dall’elemento biologico nella crescita e nello sviluppo dei bambini .
 
Tali studi scientifici che mettono in luce il ruolo unico e decisivo svolto dalla natura nel processo biologico di ciascun individuo, costituiscono un’ulteriore smentita delle tesi degli ideologi del gender per i quali la differenza sessuale ha origini e cause puramente socio-culturali.
 
di Lupo Glori
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Offline Stendardo

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Re:gender : scienza o ideologia ?
« Risposta #41 il: Gennaio 11, 2014, 11:32:07 am »
Fonte : http://www.tempi.it/il-sesso-selvaggio-e-il-gender-mirano-a-distruggere-la-famiglia-e-creare-un-nuovo-ordine-mondiale

«Il sesso selvaggio e il “gender” mirano a distruggere la famiglia e creare un nuovo ordine mondiale»


gennaio 11, 2014Vito Punzi
 

Intervista alla sociologa e critica letteraria tedesca Gabriele Kuby: «Attraverso la rivoluzione sessuale globale le élite al potere attaccano l’ordine della creazione e, così facendo, tutta l’umanità»
 





La tedesca Gabriele Kuby, nata a Costanza nel 1944, è per formazione sociologa e autrice di saggi legati all’educazione e alla sessualità. Madre di tre ragazzi, si cimenta volentieri anche con la traduzione dall’inglese (per oltre vent’anni nell’ambito dell’esoterismo e della psicologia). A lungo impegnata nei movimenti studenteschi tedeschi sorti dal Sessantotto, Gabriele Kuby si è convertita ed è entrata nella Chiesa cattolica ricevendo il sacramento del battesimo il 12 gennaio 1997, festa del Battesimo di Gesù. Il suo primo libro (Mein Weg zu Maria – Von der Kraft lebendigen Glaubens, La mia strada verso Maria – Sulla forza della fede viva) è stato un best-seller.
 
Come pubblicista concentra il suo interesse sui vicoli ciechi intrapresi dalla società moderna, indicando la via d’uscita in una nuova coscienza dell’esperienza cristiana. L’unico suo libro pubblicato in Italia è Gender Revolution. Relativismo in azione (Cantagalli 2008) e rappresenta un grido d’allarme indirizzato a tutti gli Stati membri dell’Unione Europea: in ogni ambito del vivere pubblico va riconosciuta come fondamento della famiglia la differenza sessuale tra uomo e donna. A un anno fa risale il suo ultimo libro pubblicato in Germania, La rivoluzione sessuale globale. Distruzione della libertà in nome della libertà: «Era il 31 settembre del 2012 – ricorda Gabriele Kuby – quando ho avuto il privilegio di consegnare personalmente una copia del libro a Benedetto XVI, e per me è stato un grande incoraggiamento sentirgli dire “Ringraziamo Dio per quello che dice e scrive”».
 
Signora Kuby, partiamo dal suo ultimo libro denuncia: qual è il motivo che l’ha sollecitata a scrivere?
La constatazione che la liberalizzazione delle norme sessuali rappresenta la linea del fronte dell’odierna battaglia culturale. Io appartengo alla generazione del ’68 e a quel movimento ho partecipato attivamente. Dopo la mia conversione mi sono cadute le bende dagli occhi. Dopo il libro del 2006, dedicato alla rivoluzione del “gender”, ho continuato a raccogliere materiale e in seguito ho sentito la necessità di rappresentare l’evoluzione di questa ideologia, perché tutti percepiscono gli effetti del capovolgimento dei valori, come la distruzione della famiglia, ma sono in pochi a essere coscienti che dietro si cela una strategia delle élite di potere, dall’Onu all’Unione Europea, all’alta finanza.
 
Dunque qual è il messaggio che intendeva trasmettere?
La deregolamentazione delle norme sessuali conduce alla distruzione della cultura. La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 dice che la famiglia è il nucleo della società e che essa ha bisogno, per esistere, di una regolamentazione morale. Con tutto ciò che aggredisce i bambini tramite i media, internet e l’educazione sessuale obbligatoria che viene insegnata nelle scuole, per loro è difficile diventare adulti maturi, cioè in grado di assumersi la responsabilità di essere madri e padri.
 
Perché nel sottotitolo del libro ha scelto di porre l’accento sulla libertà, o meglio sull’opera distruttiva che in suo nome si sta compiendo?
 L’esaltazione filosofica dell’individualismo avvenuta al tempo dell’Illuminismo e le dittature impostesi nel XX secolo hanno portato a considerare come valore più importante la libertà, o meglio la libertà assoluta, che tuttavia nel nostro mondo, così condizionato com’è dai limiti, non esiste. La deregulation delle norme sessuali viene oggi spacciata all’essere umano come parte di quella libertà. Ma cosa succede in realtà quando l’impulso sessuale non è più sotto controllo? Che l’altro viene considerato semplicemente oggetto della propria soddisfazione sessuale. Il dato per cui nella nostra società una ragazza su quattro e un ragazzo su dieci subisce abusi sessuali mostra ciò che accade come conseguenza del fatto che non venga più insegnato l’autocontrollo. Il caos sociale che ne deriva sollecita un sempre maggiore controllo da parte dello Stato; che una situazione del genere conduca alla tirannia lo ha già indicato Platone nel suo Repubblica, 2.400 anni fa.
 
Perché nel libro si rifà spesso al romanzo di Aldous Huxley, Il mondo nuovo, pubblicato nel 1930?
È affascinante leggere oggi quell’opera profetica, nella quale gli uomini vengono prodotti in laboratorio e formati attraverso media e psicofarmaci per essere felici, i bambini si trastullano con il sesso alla pari degli adulti e tutto viene controllato da “Ford”, il “nostro Signore”. Originariamente Huxley aveva pensato che quella sua “fantasia” si sarebbe realizzata da lì a 600 anni, ma già nel 1949 quel futuro s’era ridotto a un centinaio di anni. Allora non era possibile tutto ciò che è consentito oggi (selezione prenatale, madre in affitto, manipolazione genetica, genitore 1 e genitore 2), ma Huxley era ben cosciente che la vera rivoluzione accade nel cuore e nella mente della persona.
 
Quali sono a suo parere i motivi della crisi della nostra civiltà?
 Lo scarto decisivo c’è stato con la rivoluzione culturale sessantottina. Promossa da sazi studenti figli della borghesia, quella rivolta si fondava su tre impulsi: quei giovani si fecero ammaliare dalle teorie marxiste (nonostante il Muro di Berlino e i carri armati sovietici a Praga, contro la democrazia); in secondo luogo, c’è stato il femminismo radicale, che doveva liberare la donna dalla «schiavitù della maternità» (sono le parole usate da Simone de Beauvoir); il terzo impulso era quello della “liberazione sessuale”. Le parole d’ordine al proposito erano: quando la tua sessualità sarà “liberata”, cioè avrai abbattuto qualsiasi tipo di condizionamento morale, allora potrai costruire una società libera dall’oppressione. Quella generazione, la mia, fallito il tentativo di coinvolgere il “proletariato”, ha compiuto una vera e propria “marcia dentro le istituzioni”, tanto che, quello che ieri era un movimento d’opposizione, oggi rappresenta la politica ufficiale delle grandi organizzazioni internazionali, di molti governi nazionali, non solo di sinistra. E i media che determinano il mainstream seguono questa “agenda”.
 
Un altro riferimento interessante per le sue valutazioni è stato il libro della studiosa belga Marguerite A. Peeters, La globalizzazione della rivoluzione culturale occidentale…
Non interessante, fondamentale, perché mi ha aperto gli occhi. Da parte mia mi sono concentrata sul nocciolo di quella rivoluzione: la deregulation delle norme morali che regolano la sessualità. La rivoluzione sessuale globale viene promossa dalle élites al potere. Ho già detto di Onu e Unione Europea, ma con esse si deve intendere l’intera rete di impenetrabili sotto organizzazioni: di queste fanno parte gruppi industriali globalizzati, grandi fondazioni come Rockefeller e Guggenheim, persone molto ricche come Bill e Melinda Gates, Ted Turner e Warren Buffett, o grandi Ong come la International Planned Parenthood Federation e l’Unione Internazionale delle lesbiche e degli omosessuali (Ilga). Tutti questi soggetti lavorano nei livelli superiori della società avendo a disposizione enormi risorse economiche. E tutti hanno un interesse comune: ridurre la crescita della popolazione su questo pianeta. L’aborto, il controllo delle nascite tramite contraccettivi, la distruzione della famiglia: tutto questo serve lo scopo della creazione di un nuovo ordine mondiale.
 
Qual è dunque il ruolo del “Gender Mainstreaming” in questo contesto “rivoluzionario” globalizzato?
Il concetto di “Gender” presuppone che qualsiasi orientamento sessuale – eterosessuale, omosessuale, bisessuale e transessuale – sia equivalente e debba essere accettato dalla società. L’obiettivo è il superamento dell’“eterosessualità forzata” e la creazione di un uomo nuovo, cui lasciare la libertà di scelta e di godere della propria identità sessuale indipendentemente dal suo sesso biologico. Chiunque si contrapponga a ciò, singole persone o Stati, viene discriminato come “omofobo”. Si tratta di un attacco mondiale all’ordine della creazione e, così facendo, all’intera umanità. Esso distrugge il fondamento della famiglia e in questo modo consegna ai despoti di turno la persona che non riesce più a riconoscersi, se uomo o donna.
 
Nel suo ultimo libro attacca duramente la pornografia e chi la tollera.
Sì, perché la pornografia è una droga e come tale crea dipendenza. Una droga che distrugge la capacità di amare e di assumere la responsabilità di essere padre e madre. Inoltre costituisce un piano inclinato sul quale è facile scivolare verso quell’abisso della criminalità sessuale che finisce col coinvolgere anche i bambini e i giovanissimi. A proposito della Germania, esistono dati allarmanti: il 20 per cento dei ragazzi tra i 12 e i 17 anni “consumano” quotidianamente pornografia, il 42 per cento almeno una volta alla settimana. Che persone potranno formarsi in queste condizioni? Ed è difficile farsi una ragione del motivo per cui l’Unione Europea si dimostra essere così aggressiva contro il fumo ma non fa nulla per impedire l’imbruttimento provocato dalla pornografia.
 
In questa situazione di “rivoluzione sessuale globale”, qual è il compito dei cristiani?
Si tratta ovviamente di un tema che riguarda ciascuno di noi. Ci piaccia o meno, dobbiamo anzitutto mettere ordine nella nostra vita sessuale, così che la vocazione umana sia all’altezza del vero amore, l’amore che dona la felicità. Se non è così non è possibile neppure trovare le motivazioni per affrontare una battaglia del genere, che è per la dignità dell’uomo, per la famiglia, per i nostri figli, per il futuro.


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Re:gender : scienza o ideologia ?
« Risposta #42 il: Gennaio 11, 2014, 12:01:13 pm »
Fa piacere constatare che in giro ci sono donne di buonà volontà. Sono mosche bianche, hanno una certà età però ci sono.
Detto questo, sono d'accordissimo sul fatto che l'autocontrollo è un fondamento della rettitudine interiore, che inizia dal proprio "IO" con i nostri valori morali, che spesso sono innati, ma molto più spesso si possono acquisire con un profondo esame di coscienza e una ferrea volontà di cambiamento. Da tutto questo scaturisce l'autocontrollo, che messo in pratica con costanza, unito ai nostri valori, ci libera dalla schiavitù dei vizi e dalle passioni, origine e causa di ogni malessere, maschile e anche femminile.
Lo yoga, la psicologia, gli psicofarmaci.... non servono a niente, tutto dipende da noi, dalla nostra forza di volontà.

Offline Stendardo

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Re:gender : scienza o ideologia ?
« Risposta #43 il: Gennaio 14, 2014, 23:20:33 pm »
Fonte : http://www.lanuovabq.it/it/articoli-ideologia-genderla-chiesanon-puo-tacere-8186.htm

Ideologia gender, la Chiesa non può tacere

Pubblichiamo ampi stralci della prefazione di monsignor Luigi Negri al libro di Gianfranco Amato "Omofobia o Etereofobia" (Fede & Cultura 2014), in cui il presidente dei Giuristi per la Vita racconta tutto l'iter della legge sull'omofobia attualmente in discussione al Senato e la analizza alla luce della Dottrina sociale della Chiesa.
 
(...) La libertà di coscienza, con la conseguente libertà di opinione, di scelte culturali e religiose, costituisce la base di quella sana laicità che l’Occidente ha recuperato dopo secoli di fatiche, di tensioni e di violenze, grazie anche al contributo della grande tradizione di vita e magisteriale della Chiesa cattolica. Oggi su questa sana laicità del nostro popolo e della nostra società incombe un pericolo gravissimo.
 
Una campagna mediatica potente e ben orchestrata tenta, infatti, di indurre l’opinione pubblica a credere che esista nel nostro Paese un grave ed allarmante fenomeno di discriminazione basato sull’orientamento sessuale, talmente diffuso da imporre ferree ed esemplari misure legislative per contrastarlo. Tutto ciò, nonostante i dati oggettivi dicano il contrario, e nonostante sia in corso una pervasiva campagna propagandistica a favore dell’ideologia pansessualista, che riesce ad infilarsi persino nell’intimità familiare degli italiani attraverso il potente mezzo televisivo.
 
La legge in discussione in parlamento contiene seri profili di incostituzionalità e, soprattutto, mette a rischio la libertà di opinione di coloro che si oppongono al matrimonio tra persone dello stesso sesso, all’adozione di minori da parte di coppie omosessuali, o che ritengono l’omosessualità una «grave depravazione», citando le Sacre Scritture (Gn 19,1-29; Rm 1,24-27; 1 Cor 6,9-10; 1 Tm 1,10), o dichiarano che gli atti compiuti dagli omosessuali siano «intrinsecamente disordinati», e «contrari alla legge naturale», poiché «precludono all’atto sessuale il dono della vita e non costituiscono il frutto di una vera complementarietà affettiva e sessuale» (art. 2357 del Catechismo della Chiesa Cattolica).
 
Si profila quindi per la prima volta, a più di settant’anni dalla fine del regime fascista, il reato di opinione, cifra identificativa dei tempi torbidi delle ideologie statali, che parevano definitivamente consegnati alla Storia.
 
L’impianto ideologico dell’intervento normativo in discussione al parlamento italiano è poi reso evidente da un fatto oggettivo: gli omosessuali ed i transessuali godono già di tutti gli ampi strumenti che l’ordinamento giuridico mette a loro disposizione, dal codice penale a quello civile, per difendere la propria dignità personale e tutelarsi da forme di ingiusta discriminazione, già peraltro vietate dall’art. 3 della nostra Costituzione, il quale sancisce che tutti i cittadini – a prescindere dal proprio orientamento sessuale – «hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».
 
Il rischio è semmai quello di un intervento ideologico ed invasivo dello Stato nell’educazione dei giovani (particolarmente in ambito sessuale), attraverso il recepimento di raccomandazioni e regolamenti che giungono dalle istituzioni comunitarie ed internazionali, a forte impronta omosessualista. Come ricordava Benedetto XVI in quello splendido documento che va sotto il nome di Caritas in Veritate, «la Chiesa, che ha a cuore il vero sviluppo dell’uomo, gli raccomanda il pieno rispetto dei valori umani anche nell’esercizio della sessualità», che «non può ridursi a mero fatto edonistico e ludico, così come l’educazione sessuale non si può ridurre a un’istruzione tecnica, con l’unica preoccupazione di difendere gli interessati da eventuali contagi o dal “rischio” procreativo». Perciò il Santo Padre esortava ad «opporre la competenza primaria delle famiglie in questo campo, rispetto allo Stato e alle sue politiche restrittive» (n. 44).
 
La Chiesa parla della natura dell’essere umano come uomo e donna, e chiede che quest’ordine della creazione venga rispettato, perché in caso contrario, si assisterebbe all’autodistruzione dell’uomo e quindi alla distruzione dell’opera stessa di Dio.
 
Come ricordava ancora Benedetto XVI nel discorso tenuto il 22 dicembre 2008 in occasione degli auguri natalizi alla Curia romana, «ciò che spesso viene espresso ed inteso con il termine “gender”, si risolve in definitiva nell’autoemancipazione dell’uomo dal creato e dal Creatore», proprio perché «l’uomo vuole farsi da solo e disporre sempre ed esclusivamente da solo ciò che lo riguarda», anche se «in questo modo vive contro la verità, vive contro lo Spirito creatore». Aggiungeva il Papa, con un’efficace metafora, che «le foreste tropicali meritano, sì, la nostra protezione, ma non la merita meno l’uomo come creatura, nella quale è iscritto un messaggio che non significa contraddizione della nostra libertà, ma la sua condizione».
 
Oggi assistiamo al tentativo di una vera e propria rivoluzione antropologica. E noi come vescovi, come Chiesa, non possiamo assistere passivamente alla tragedia che ci è di fronte.
 
Come ho recentemente affermato, il reiterato silenzio della Chiesa nei confronti di questa rivoluzione in atto ci renderà, nel giudizio degli storici futuri, in qualche modo conniventi. Questa è una grave eventualità: una Chiesa che vuole essere presente nel paese, e che aveva ricevuto da Benedetto XVI nell’indimenticabile convegno di Verona il compito di custodire e sviluppare la cultura del nostro popolo, che contiene anche una energia di civilizzazione, credo che debba chiedersi se è all’altezza del compito che la base popolare e la suprema Autorità della Chiesa ci consegnano.
 
* Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Abate di Pomposa
« Ultima modifica: Febbraio 02, 2014, 21:48:14 pm da ilmarmocchio »
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Offline Stendardo

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Re:gender : scienza o ideologia ?
« Risposta #44 il: Gennaio 16, 2014, 21:39:26 pm »
Fonte : http://www.tempi.it/francia-uguaglianza-di-genere-educazione-asilo


ministri francesi vanno all’asilo per spiegare ai maschietti che «possono giocare con le bambole»










gennaio 16, 2014Leone Grotti
 

Al via con bambini da 3 a 6 anni il programma «ABCD dell’uguaglianza» contro gli «stereotipi di genere». Le assurde domande di Peillon e Vallaud-Belkacem ai bimbi di una scuola materna
 





In Francia è ufficialmente partita la «battaglia contro gli stereotipi di genere». Lo scorso 13 gennaio il ministro dell’Educazione Vincent Peillon e la ministra dei Diritti delle donne Najat Vallaud-Belkacem si sono recati in una scuola materna per inaugurare il programma “ABCD dell’uguaglianza“.
 
PAPÀ PORTA LA GONNA. Tempi.it vi ha già parlato di questo programma che vuole «educare alla cultura dell’uguaglianza fra i sessi» fin dalla più tenera età per «eliminare pregiudizi e stereotipi che possono essere alla base di discriminazioni».
Il governo ha creato un sito per diffondere tra gli insegnanti materiale adatto a promuovere questa visione tra gli alunni e il principale sindacato degli insegnanti delle elementari ha consigliato ai prof. libri che non «veicolano stereotipi di genere» come “Ho due papà che si amano” o “Papà porta la gonna“.
 
«LOTTA CONTRO LE AUTOCENSURE». I due ministri lunedì scorso hanno condotto la loro «lotta contro tutte le autocensure», facendo questi discorsi al loro pubblico di bambini e bambine tra i 3 e i 6 anni: «Con le macchinine possono giocare  sia i bambini che le bambine». E ancora: «Oggi ci sono tante donne che fanno la guerra e sono quindi chiamate “soldatesse”». O anche: «La danza è riservata alla femmine? Una donna può diventare muratore? Un bambino può giocare con le bambole a prendere il tè?».
 
EUTANASIA, ABORTO, DIVORZIO. Lo lotta contro gli stereotipi di genere non è l’unica portata avanti con insistenza dal governo di Francois Hollande. Dopo l’annuncio fatto dal presidente martedì scorso sulla legalizzazione dell’eutanasia, il prossimo 13 febbraio il partito socialista ha fissato un’udienza per i suoi membri al Senato per discutere «dell’assistenza a un fine vita degno».
Il prossimo 20 gennaio, invece, si comincerà a ridiscutere in Parlamento la legge sull’aborto per farlo diventare un «diritto umano come gli altri», mentre il ministro della Giustizia Taubira ha proposto che i divorzi consensuali o di mutuo accordo possano essere sanciti semplicemente dai cancellieri giudiziari.
Secondo il cardinale arcivescovo di Parigi, André Vingt-Trois, così «si fa diventare l’aborto una soluzione banale alla quale si può ricorrere in qualsiasi circostanza». Il divorzio facile e rapido, invece, «è un modo per la società di occultare le sue conseguenze nocive: fare come se non avesse delle conseguenze».
@LeoneGrotti

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