http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2013/09/01/news/attacco-a-camilla-seibezzi-minacce-di-morte-sul-web-1.7668423Tra solidarietà e insulti, sostegno e critiche politiche, arrivano anche le minacce di morte in rete: le più volgari e sguaiate. Così, ieri, Camilla Seibezzi - consigliera comunale e delegata del sindaco Orsoni ai Diritti civili e contro le discriminazioni, finita su tutti i media nazionali per la sua determinazione a sostituire “madre e padre” nella modulistica comunale per i Nidi con l'onnicomprensivo termine “genitore” – ha presentato una denuncia alla Digos, che si è attivata per identificare i due autori padovani delle pesanti intimidazioni. A segnalare gli insulti che auguravano la morte alla consigliera è stato, infatti, il Comune di Padova, che le ha rintracciate su un social network, avvisando il presidente del consiglio comunale Turetta, che ha avvertito Seibezzi. Ed è partita l'ovvia denuncia: nel frattempo le pagine incriminate erano state cancellate dagli autori, ma a riprova c'è la “foto” degli insulti postati.
Continua così in un'escalation di eccessi il dibattito scatenato dall’annuncio della neo delegata Seibezzi di voler iniziare la battaglia civile contro le discriminazioni dalla modifica della modulistica del Comune, nella quale far ricomprendere sotto la voce “genitore” le figure di riferimento anche delle coppie omosessuali con figli, quelle molte “famiglie Arcobaleno” non riconosciute come tali dalla legge italiana, ma realtà delle nostra quotidianità. «Io vado avanti. Ho letto di obiezioni del sindaco, ma lui non mi ha chiamato e, in ogni caso, il mio mandato era chiaro in quel che ci siamo detti e che gli ho scritto», commenta Seibezzi, «inizialmente la mia scelta non sara' popolare, ma sono convinta di avere fatto la cosa giusta, quella in cui credo di piu', quella che aggiunge e non toglie, al mondo, un piccolissimo passo verso i diritti civili di tutti». L’idea è che attraverso il linguaggio si può dare affermazione sociale all’uguaglianza - pur nei margini ristretti dell’attuale norma italiana - per dare ai figli di coppie omosessuali (anagraficamente solo del padre o madre biologici) gli stessi diritti in termini di punteggio di quelli delle famiglie etero. Apriti cielo.
«Si dovrebbero evitare speculazioni politiche e distorsioni di senso nella discussione», commenta l’assessore alle Politiche giovanili, Gianfranco Bettin, «si è letto, incredibilmente, che ciò comporterebbe “la fine della famiglia” o “la cancellazione dei ruoli di mamma e papà”. In realtà, l’uso del solo termine “genitore” su alcuni moduli non toglie alcun ruolo a nessuno e non produce (o magari registrerebbe) la fine di nulla. Rafforza, invece, tali ruoli o meglio ne riconosce la realtà in atto anche in chi, legittimamente e pienamente, già li svolge, pur non avendo potuto esserlo per ragioni biologiche o altro. Né l’idea di maternità o paternità né di famiglia vengono diminuite: al contrario, se ne esalta la funzione e la si riconosce pienamente: genitori sono riconosciuti, nei casi previsti, coloro i quali se ne assumono virtuosamente la responsabilità mentre si garantisce ai loro figli e alle loro figlie il diritto di essere pienamente riconosciuti».
Solidarietà e stima dall'Arcigay. Piena «solidarietà e stima», da parte dell'Arcigay, a Camilla Seibezzi, neodelegata ai diritti civili del Comune di Venezia, al centro di polemiche per aver modificato la modulistica comunale, sostituendo i termini madre e padre con la parola genitore. A manifestare vicinanza a Seibezzi è, in una nota, il presidente della stessa Arcigay, Flavio Romani. «Le minacce di morte indirizzate alla consigliera del Comune di Venezia, Camilla Seibezzi - scrive - sono l'inaccettabile esito di un clima d'odio fomentato apertamente dalla politica. Quello di Camilla Seibezzi è un provvedimento maturo, progressista, che ragiona sull'inclusione sociale e che sarebbe auspicabile, se non addirittura doveroso, in tutte le amministrazioni locali».
http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2013/08/30/news/via-padre-e-madre-dai-documenti-arriva-genitore-1-e-genitore-2-1.7657681VENEZIA. Far scomparire dai moduli del Comune parole come “padre “ e “madre” e sostituirli con “genitore 1” e “genitore 2”. Dare consistenza la più ampia al concetto di “coppie di fatto” chiarendo nei regolamenti comunali - ad esempio quello per le graduatorie di nidi e scuole dell’infanzia - che si tratta anche di famiglie omosessuali i cui figli hanno diritto a punteggi (per reddito, lavoro, fratelli) tanto quelli delle coppie eterosessuali. Così come nelle graduatorie per le case. E poi libri nelle biblioteche scolastiche e civiche che raccontino, sin dai tre anni le differenze che s’incontrano nella vita, «che non inducono a comportamenti, ma che chiedono pari dignità».
Sono alcuni dei primi provvedimenti che assumerà Camilla Seibezzi, consigliera della lista In Comune, presidente della commisisone Cultura e ora delegata del sindaco ai Diritti civili, Politiche contro le discriminazioni e Cultura Lgbtq (lesbian gay bisex transender e queer). «Le parole sono importanti perché diventano prassi e entrano nella vita di tutti i giorni», spiega, «abbattere gli stereotipi e valorizzare i diritti civili si può e per farlo è necessario cominciare dal basso, con azioni politiche che incidano sulla pratica quotidiana». Non solo dei diritti di «tutte le perone, indipendentemente dalle loro preferenze sessuali e affettive» omosessuali - come per altro ricorda in italiano e in inglese lo stendardo rosa che appare sulla facciata diCa’Farsetti - si occuperà Seibezzi, ma di «azioni concrete con cui “decostruire” gli stereotipi di genere, di etnia, di religione, di orientamento affettivo e sessuale, delle persone con disagio mentale e, non per ultima, la più grande discriminazione presente in Italia oggi, ovvero il fatto che sia uno degli ultimi Paesi in Europa in termini di mobilità sociale, a dispetto di studio e merito. L’importante è agire sulla base di laicità scientifica e non di opinionismo: per questo intendo lavorare con le università, il Master europeo in Diritti umani del Lido di Venezia, in modo che il Comune si possa anche interfacciare con realtà nazionali e internazionali che operano nel campo dei diritti civili».
Interventi concreti sui regolamenti, workshop per i bambini, convegni, prassi, presto l’obiettivo un sito internet e uno spazio fisico, che possa essere punto di riferimento. Per quest’anno, Seibezzi può contare su un budget di 40 mila euro («Non un euro per me», ride) che dovrebbero diventare 120 mila nel 2014. Accanto a lei, il delegato al Lavoro Sebastiano Bonzio (Federazione della sinistra) che ha ricordato il suo recente emendamento al Bilancio con il quale è stato introdotto il diritto al subingresso nell’affitto di una casa pubblica al compagno o la compagna convivente del titolare, per tutte le coppie di fatto, omosessuali incluse
30 agosto 2013