Autore Topic: Carlotta De Leo : Quando l'"educazione di genere" entrerà a scuola ?  (Letto 705 volte)

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Offline Stendardo

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Fonte : http://scuoladivita.corriere.it/2013/09/25/quando-entrera-leducazione-di-genere-a-scuola/

«Il rispetto si impara a scuola. Mi auguro che il ministero dell’Istruzione consideri l’ipotesi di far divenire le questioni di genere oggetto di insegnamento». La proposta di Laura Boldrini, presidente della Camera, non è casuale: arriva dalla piazza davanti Montecitorio dove mille studenti hanno partecipato al progetto «15 22», una grande installazione contro la violenza sulle donne e per un’eduzione al rispetto dei generi voluta proprio dal Ministero dell’Istruzione. E questo proprio quando, dietro i portoni del Palazzo, è iniziata la discussione, in commissione Affari Costituzionali, delle modifiche al decreto sul femminicidio del governo.
 
«Le questioni di genere e la violenza sulle donne non riguardano solo le donne, perché è un problema soprattutto maschile– aggiunge Boldrini-  Fa bene la scuola ad investire in questo campo. La società si è evoluta rapidamente e gli uomini devono poter stare accanto alle donne in questo processo di emancipazione».
 
E poi un invito tutto per le  ragazze: «Dovete lavorare sulla vostra autostima: lo studio, l’impegno e la preparazione sono gli unici valori che contano. E non ci sono scorciatorie».
 
Insomma, il presidente della Camera si augura l’inserimento di una nuova materia: l’educazione di genere. Una presa di posizione lodevole, ma praticabile in un sistema che ha eliminato l’educazione civica dalle scuole medie e superiori?

Forse, reintroducendo quest’ora (o meglio due) a settimana si potrebbe partire dalla Costituzione per spiegare l’importanza basilare del rispetto delle differenze tra uomo e donna. E magari abbandonare le leggi per buttarsi in una lettura critica e approfondita dei giornali che quotidianamente riportano notizie di discriminazioni, bullismo, stalking e femminicidio.  Ma anche questioni che riguardano il loro futuro professionale: le quote rose in politica e nei consigli di amministrazione, la disparità di trattamento salariale, la difficile conciliazione tra maternità e lavoro (ormani quasi esclusivamente precario).
 
Sono argomenti che i ragazzi chiedono di affrontare in classe (ma anche a casa). Emergenze che anche loro vogliono contribuire ad affrontare.
 

 E dopotutto, la battaglia contro la violenza è per lo più una crociata culturale. E prima si inizia e più risultati si otterranno. Necessario, però, un investimento. Di tutti.
 
«Risorse, bisogna lottare per le risorse» incoraggia la Boldrini. Di fronte non ha un’insegnante qualunque, ma il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza. Il nodo delle risorse è prioritario. Come quello della formazione dei docenti, i primi a essere chiamati in campo anche su questo fronte.
 
«La scuola è già in prima linea sulle questioni di genere e progetti come quello portato in piazza Montecitorio ne è l’esempio» rivendica la Carrozza. «Per sconfiggere la violenza e la discriminazione sulle donne ci vuole un messaggio forte. E nella scuola c’è la consapevolezza che da qui deve partire un messaggio culturale di rispetto, di un modo di stare insieme che rifiuti la violenza di genere in ogni sua forma» aggiunge.
 

Genitori e insegnanti, pensate che oggi i vostri figli/alunni ricevano una educazione di genere adeguata? E cosa si può fare, tutti insieme?
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius