Con i militari funziona benissimo e sarebbe un modello da imitare, come si vede quando c'è la volontà le cose si fanno. Oltretutto il mondo è divenuto un'immensa città e volendo non sarebbe impossibile creare una mobilità sostenibile.
Poi c'è un altro modello che ha i suoi vantaggi, tipo vita in campagna autosufficiente, e non è solo scelta di utopisti o eremiti. Parecchia gente coltiva l'orto e fa studiare i figli da privatisti (v. ad es. su Internet Amos Boilini, ex operaio che si è reinventato una vita), c'è spazio, cibo, un ambiente sano e con le comunicazioni odierne si è in contatto col mondo.
nell'URSS ma anche in Japan facevano le fabbriche e a fianco facevano pure le case per gli operai con annessi negozi, scuole, e tutto.
uno poteva lavorare in un posto xxx anni e poi farsi spostare altrove senza grossi problemi, in ukraina come in siberia, problemi zero !
stessa cosa che appunto fanno le forze Nato .. un anno a Okinawa, l'anno dopo in Germania, l'anno dopo ancora a Guam o in Kosovo ... no problem !
un italiota che invece decide di fare il pizzettaro a London che fa ? prima di tutto si fara' inculare sugli affitti, che sono alle stelle, secondo ci vorranno anni prima che mastichi la lingua e lo slang locale, terzo alla fine si rendera' conto che in tasca gli rimane ben poco e che essendo straniero il suo perimetro di azione e' molto limitato, alla fine si chiedera' chi cazzo gliel'ha fatto fare, idem per i poveracci che fanno i gelatai in germania o i tanti avventurieri in asia e sud america che si arrabattano o che aprono un chiosco di bibite o panini.
non parliamo delle legioni di occidentali che sono sbarcati in cina con idee di conquista e son tornati con le pive nel sacco, a milioni !! tanto piu' le piu' prestigiose e arroganti multinazionali, specie nel food, un disastro epico.
campagna : beh qui in oriente non e' che sia una cosa da eremiti fare il contadino anzi, c'e' sempre il villaggio in mezzo alle risaie coi negozi e tutto il resto, c'e' il mercato aperto tutti i giorni, le scuole, la clinica .. si conoscono tutti e c'e' un senso di comunita' molto stretto, non e' come in europa dove vedi kilometri di campagne con qualche trattore qua' e la' e il contadino che si rinchiude in casa con tv e sarellite e la sera e non caga nessuno e che deve fare mezzora di macchina per andare a comprar le sigarette o far la spesa.
basta volerlo e gli esempi pratici e viventi ci sono eccome, ma non vogliono perche' manca la volonta' politica di offrire modelli di lavoro strutturalmente flessibili e la gente a sua volta non ha nessuna intenzione di passare la vita a farsi sbattere qua e la' in giro per il mondo e traslocare ogni anno o due.
ma tanto non potra' essere altrimenti : la gente storicamente va dove c'e' il lavoro, non viceversa ! e da li' si crea tutto l'indotto.
la tragedia e' che se chiudono le fabbriche in europa chiude anche l'indotto e chi resta li' che cazzo fa ? che alternative ha ? nessuna, dovra' emigrare o andare in altre citta', non serve a un cazzo discutere sul sesso degli angeli o dare incentivi o assegni mensili, se il lavoro va altrove non tornera' mai piu', e d'altronde le fabbriche li' le avevano aperte negli anni 60 quando l'italia era competitiva come costi del lavoro e della vita, oggi nessuno investe piu' in italia invece, sara' una strage e per effetto domino chiuderanno un sacco di negozi locali anche perche' resteranno solo i vecchi in giro, i giovani andranno dove c'e' lavoro ossia in nord e centro europa.
e nessuno fara' la rivoluzione, chi dovrebbe mai farla ? i vecchi coi forconi ? i cassintegrati senza un soldo in tasca ?
crollera' di conseguenza anche il valore degli immobili erodendo cosi' ancor di piu' i pochi risparmi rimasti alle famiglie medie, anzi con tasse come l'IMU sara' una palla al piede avere immobili di proprieta'.