"The Omega Man" - "1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra"
*fantascienza, *horror, 1971, Boris Sagal, {USA}
[L’ultimo uomo della terra, Robert Neville, intento a parlare con un busto di Cesare posizionato di fronte a una scacchiera]
Neville/Charlton Heston:-“Ciao…Un altro giorno, un altro dollaro.”
[Scena successiva]
Neville:-“Sta a te, penso sia la tua mossa.”
[versandosi da bere]
Neville:-“Vi unite a me? Hmm? Miserabile d'un perdente!”
[Rivolto alla sua immagine sullo schermo di un grande video]
Neville:-“”Lui non lo è? Non è egli un cupo b…”
[Si ferma quando sente la “Famiglia” che lo sta chiamando da fuori]
Neville;-[Alla “Famiglia”] “STATE ZITTI! Perché diavolo non potete lasciarmi in pace!”
[Più tardi, al busto di Cesare]
Neville:-“Che giorno è, comunque? Lunedì? Eh? E’ l’inferno. E’ Domenica. Domenica ho sempre degli ospiti per cena.”
[Prime battute del film]
[L’Ultimo uomo della terra guarda la sua auto danneggiata dall’incidente]
Robert Neville:- “Non c’è mai un poliziotto in giro quando è necessario.”
[Parlando con la propria immagine su uno schermo TV]
Robert Neville:- “Ciao. Bel ragazzo, come si sente oggi il tuo culo?”
[Sentendo i “Famigli” che a voce alta declamano mentre bruciano dei libri “rivelatori” al rogo]
Robert Neville:-“Cosa vedo, di nuovo?” Stasera cos’è? Il Museo della Scienza? Qualche biblioteca? Poveri miserabili bastardi.”
Bambina :-[a Neville]“Ma tu chi sei, Dio?”
Lisa/Rosalind Cash:-“Prima scopriamo se è almeno un medico, prima di dargli questo titolo onorario, va bene?”
Olandese/Paul Koslo:-“Ero a metà della specializzazione, quando il mondo è saltato. E’ un dato di fatto, avevo intenzione di rivolgermi ai laboratori per la guerra batteriologica per il post-diploma, ma, eh-eh, non è mai più arrivato il prossimo mandato.”
Robert Neville:-“Beh, ora mi dispiace che tu non ce l’abbia fatta.”
Olandese:-“Mi dispiace che il mondo non ce l’abbia fatta.”
Lisa :- [rivolta a Neville]“C’è qualcosa che puoi fare, DOTTORE, visto che avete già perso più di 200 milioni di pazienti?”
Neville:-[Descrivendo Neville]
Matthìas:- “Una creatura colta. Intrappolata in un luogo dal quale non può muoversi al buio, da solo, in inferiorità numerica di uno contro centinaia di noi, nulla per cui vivere, se non per i suoi ricordi, niente con cui vivere, se non i suoi giocattoli tecnologici, le sue auto, le sue armi, i suoi espedienti…Eppure tutta la famiglia non riesce a stanarlo da lì, da questo suo…”.
Fratello Zachary/Lincoln Kilpatrick:- “Effimero paradiso, fratello?”
Matthìas:-“Dimentica i vecchi modi, fratello, e tutti i vecchi odi.”
Lisa/Rosalind Cash:-“Va bene che sei un figlio di puttana, ma basta che ti tieni stretto. Contro il muro.”
Neville:-“Il mio nome è Robert.”
Lisa:-“Il tuo nome è merda.”
Lisa:-“E’o.k., Tommy. Questo è l’uomo…e voglio dire “L’Uomo”, ma lui è o.k.”
Matthìas:-“Definizione di uno scienziato –un uomo che non capiva niente fino a quando non c’era più nulla da capire.”
Neville:-“Allora, c’è un po’ di luce nella foresta, dopo tutto.”
Matthìas:-“Lo portano nel salone un poco…per un interrogatorio.”
[Dopo che la Famiglia ha catturato Neville, e viene cominciato un “breve interrogatorio”]
Neville:-“Dimmi una cosa Matthìas, è vero che lavorate per l’ufficio accertamento dei redditi?”
Matthìas:- “Sei stato scartato. Tu sei un rifiuto del passato.”
Neville:-“E tu sei pieno di merda!”
[Ultima battuta del film]
Olandese/Paul Koslo (magnetico, come al solito):-“Bene, ragazzi muoversi. Abbiamo una lunga strada da percorrere.”
Robert Neville:-[Parlando con un cadavere ammuffito nella concessionaria di auto] “Quanto me la valuti al cambio la mia Ford? Oh, davvero? Grazie mille, ladro bastardo…”
Matthìas:-“Ecco lo strumento di pulizia, i miei fratelli. E niente purifica bene come il fuoco.”
[I membri della “Famiglia” stanno frantumando e distruggendo l’appartamento-attico di Neville, rendendolo che fa male solo a vedersi, come una cosa del passato, mentre Matthias (Anthony Zerbe)fa una disquisizione a Lisa (Rosalind Cash), sul fatto che Neville usi ancora così tanti orologi, ormai inutili]
Matthìas: -“Abbiamo aspettato per te, Neville, così potevi vedere questo: la fine. La fine di tutto quel che hai contribuito a costruire. Vedete, niente di tutto ciò era reale. E’ stata solamente un’illusione. La vostra arte, la vostra scienza, era tutto un incubo. E adesso è fatta. Tutto finito. Fratelli miei, il nostro compito è quasi completo. Egli fu l’ultimo di coloro che ci portarono alla punizione, per tutti noi. Abbiamo ripulito e purificato il suo mondo. Ora dobbiamo ricostruire.”
Robert Neville [irrompendo con la mitraglietta]:-“Bare. Questo è tutto ciò di cui avrete bisogno.”
Matthìas:-“Prendetelo!”
[Matthìas scaglia una lancia a Neville, colpendolo e lasciandoli un grande squarcio nel petto]
Matthìas:-“Il brutto sogno è finito, amici di Neville. Ora, possiamo dormire in pace.”
Robert Neville:-[con la voce roca]“Lisa!”
Lisa :-[debole] “Robert, tu sei il male. Adesso sono della Famiglia, Robert. Mi dispiace.
Lisa:- [sonnolenta] “La Famiglia, Robert…Eh…Uh….Tu non capisci..Oh…Robert…”
[Membri della Famiglia entrano nella stanza, come Robert è in procinto di parlare, Matthìas lo interrompe]
Matthìas:- “Ha confessato tutto, fratelli: Assassinio, utilizzo di strumenti proibiti, pratica dei diritti prescritti, pratica di scienza, medicina, utilizzo di armi, macchine, elettricità. Egli non ha condiviso la punizione. Egli non porta i segni.
Robert Neville:-“Segni?”
Matthìas:-“Io ti mostro, i miei figli. Mostrategli i segni, che possa vedere.”
[I membri si tolgono per la prima volta gli occhiali da sole, rivelando il loro stato albino, e gli occhi completamente bianchi]
Matthìas:-“Questi sono i segni, Signor Neville. La pena che te e quelli come voi esercitate su di noi. In principio, abbiamo cercato di aiutarci l’un con l’altro, quelli che sono stati risparmiati dalla morte come noi. Abbiamo cercato di pulire le cose, reimpostare tutte le cose al loro posto. Abbiamo seppellito i morti e bruciato tanti altri corpi, tanti. Poi la cosa è venuta da sé. Siamo stati scelti. Scelti proprio per questo lavoro: seppellire ciò che era morto. Per bruciare ciò che è il male. Per distruggere ciò che era pericoloso.
Robert Neville:-“Siete nient’altro che dei barbari.”
Matthìas:-“Barbari? Ci chiami barbari? Beh…Si tratta di un nome onorevole. Abbiamo intenzione di annullare il mondo che le persone civili come te avevano creato. Noi semplicemente cancelleremo la storia dal momento in cui le macchine e le armi sono diventate più una minaccia di quanto abbiano offerto. E quando tu morirai, anche l’ultimo ricordo vivente dell’inferno che avete creato se ne sarà andato. Andiamo! Fratello Zachary?
Zachary:-“Siamo pronti, fratello.”
[In un Dodger Stadium deserto, Neville è legato ad un palo su una pira e come le streghe sta per essere bruciato sul rogo]
Matthìas:-“Qui abbiamo il male.”
Seguaci:-“Il male.Il male”
Matthìas:-“Non è questo il luogo in cui sono state bruciate tutte le salme dei morti?”
Seguaci:-“Sì.”
Matthìas:-[Puntando Neville] “E questo è l’ultimo dei morti! E che cosa dobbiamo fare con lui, miei fratelli?”
Seguaci:-“Bruciarlo. Bruciarlo!”
Matthìas:-“Sì, bruciamolo. Bruciatelo!”
Matthìas:-“E. oh, fratelli e sorelle, vi invito a guardarlo, Lui ha forse i nostri marchi? Li vedete?”
Seguaci:-“No.”
Matthìas:-“Tu lo vedi ciò che siamo rispetto a prima della punizione. Prima di tutti noi abbiamo avuto la grazia. Mentre ora vediamo lì l’ultimo degli scienziati, dei banchieri, degli uomini d’affari. Coloro che facevano girare la ruota.”
Seguaci.-“Sì”
Matthìas:-“Noi usiamo forse gli strumenti che usava lui per far girare questa ruota?”
Seguaci:-“No.”
Matthìas:-“Lui è della famiglia?”
Zachary, poi i Seguaci:-”No.”
Matthìas:-“E il suo modello di società, è forse sacro per noi?”
Seguaci:-“No.”
Matthìas:-“Allora cos’è?”
Seguaci:-“Il Male!”
Matthìas:-[Alzandosi] Fa parte dei morti. Egli non ha posto qui. Egli puzza d’olio, circuiti elettronici lo percorrono. Egli è obsoleto.
[Neville viene portato via a braccia]
Matthìas:-[puntandolo] Tu sei stato scartato. Tu sei un rifiuto del passato!”
Neville:-“E tu sei pieno di merda.”
Matthìas:-“Quanto è difficile ammettere la verità. Portatelo via…, per un piccolo interrogatorio.”
1975: Una guerra batteriologica tra Cina e URSS provoca un’epidemia che decima la popolazione mondiale, mentre i sopravvissuti hanno maturato delle mutazioni genetiche che gli fanno apparire degli zombi ma intatti nella loro intelligenza umana, albini dalla pelle cadaverica e piena di ulcerazioni, e dai famosi “occhi bianchi” del titolo. Il Colonnello Robert Neville (Charlton Heston), biologo dell’Esercito Usa è uno dei sopravvissuti,ma anche uno dei pochi a non avere contratto il virus e ad avere sviluppato le mutazioni, perché lui stesso si è inoculato un suo vaccino sperimentale a causa di un incidente in elicottero a cui egli è sopravvissuto, ma distruggendo l’unica fiala, proprio mentre stava per essere trasportato per la riproduzione, al CDC-Center for Disease Control sulle malattie virali.
I film degli anni ’60 e degli anni’70 anticipatori delle conseguenze della guerra e dell’inquinamento nel futuro, avevano per carismatico interprete principale Charlton Heston.
Dopo “Il Pianeta delle scimmie”(The Planet of the Apes)(’67) di Franklyn J. Schaffner, “L’Altra faccia del pianeta delle scimmie”(Beneath the planet of the apes)(’70)di Ted Post, e prima di “2022:I Sopravvissuti”(Soylent Green)(’73)di Richard Fleischer, uscì questo “The Omega Man”.
Ed è grazie a Charlton Heston in prima persona che portò il progetto di trarre un film dal romanzo “I am Legend” sui tavoli della Warner. Fu questo, che convinse i produttori della Warner a produrre la seconda trasposizione cinematografica dal racconto di Matheson. Pertanto, si può avere il piacere di ammirare l’interpretazione briosa e profonda di Charlton Heston del personaggio di Robert Neville, che riesce a far ritrovare il vero spirito del personaggio del libro.
Ammirevoli sono le sue annotazioni nell’interpretazione di ciò che concerne alle difficoltà di sormontare una solitudine così senza speranza (alcolismo, allucinazioni, parlare da solo ad alta voce, non c’è mai nessun altro ma Neville gli parla di fantasia come ad esempio al “concessionario d’auto” all’inizio della pellicola. O il continuo procedere emotivamente di Neville a ri-motivarsi con le sue riflessioni, le sue considerazioni sul passato, sempre alla ricerca di una soluzione al virus, ecc…
Certe sequenze –ben distintamente dall’ultima sciagurata trasposizione “Io sono leggenda”(’97)di Francis Lawrence, con Will Smith- sono direttamente tratte dal libro, come il primo incontro tra Lisa (Rosalind Cash, una delle più rappresentative eroine della blaxploitation di quel periodo) e Neville.
Mentre a differenza dell’ultima versione con l’improbabile scienziato Will Smith, è -come verrà maggiormente descritto qui sotto-, questo è un film cupo, com’è nello spirito originario del libro. Spirito quasi totalmente assente nel remake del 2007.
Anche il finale del film con Heston è differente da quello del libro, ma è stato ideato e realizzato talmente bene, nel mostrare che “I Famigli” dei sopravvissuti mutanti non riescono nemmeno alla fine a comprendere l’eroicità dell’atto compiuto da Neville ovvero Charlton Heston, che nel cinema di fantascienza adulto di quel periodo, rappresentava bene l’”Eroe d’America.”. Ed è un finale che nel complesso anche se si può dire un po’ “forzato”, obiettivamente è di una magistrale chiusura; riuscendo a non disperdere il sentimento d’ineluttabilità e senza mai falsare il grande fascino presente nel romanzo (l’eroe Neville non potrà personalmente fuggire né sopravvivere a lungo, e l’Umanità stessa non molto più a lungo di lui).
E’ per tutto questo che “The Omega Man” è diventato uno dei titoli imprescindibili in qualunque rassegna che si rispetti e non possa far mancare i titoli più rappresentativi della fantascienza apocalittica anni’70,ed il più fedele adattamento nello spirito, del capolavoro di Matheson.
Oltre che, come diffusamente verrà ripreso in seguito, uno dei vertici carismatici delle interpretazioni di Charlton Heston, che qui impone al personaggio di Neville una notevole dose narcisistica, infondendogli accentuatamente una pregnanza umana che ne fa un personaggio di rilevanza mitica veramente importante. Tanto che non è più stato il caso che altri attori si accostassero al personaggio se non fino alla cialtrona “scelta” di Will Smith, con la sua obliabile e inconsistente interpretazione che ci ha restituito un Neville semi comatoso, tutto l’opposto del personaggio straordinario donatoci dall’interpretazione di Heston.
“The Omega Man” non sfigura ma anzi ugualmente interessante, sta appieno in un’ideale triumvirato d’eccellenza dei classici di fantascienza fra gli anni ’60 e i ’70, tra i magnifici “Il Pianeta delle scimmie” e “2022:I Sopravvissuti”. Film che ancora si ricordano e che non cesseranno mai di essere ricordati in rapporto non solo al loro periodo o ad altri, ma certamente come ciò che di meglio si è riusciti a realizzare nell’ambito della migliore e più potente fantascienza filmica.
In conclusione, “1975:Occhi bianchi sul pianeta terra” (The Omega Man)(Usa 1971)di Boris Sagal (regista sfortunato, morì in un incidente durante le riprese dello sceneggiato televisivo “Masada”, nel 1980), è un giustamente famoso e riconosciuto come meraviglioso, secondo adattamento cinematografico del racconto “I am Legend -Io sono leggenda” del perennemente ricordato e da poco scomparso, Richard Matheson. Il primo fu l’altrettanto famoso e bello “L’Ultimo uomo della terra”(Italia/Usa ’64), coproduzione diretta da Ubaldo Ragona e firmata da Sidney Salkow per il mercato nordamericano, con un grande Vincent Price.
Il film diretto da Sagal aggiunge allo stesso racconto bellissime scene di grande potenza, a cominciare dal tanto celebrato inizio, con Charlton Heston nel ruoli del protagonista lo scienziato ed ex militare Robert Neville, che guida solitario in giro per le strade desertiche di una Los Angeles abbandonata e spettrale, ricordandoci di molto gli analoghi vagabondaggi di Harry Belafonte nelle scene d'apertura de “La Fine del mondo” /The World, the Flesh, and the Devil) (Usa’59)di Ranald MacDougall. Ma qui sono scene enormemente più belle perché c’è la musica composta dallo scomparso e leggendario compositore australiano Ron Grainer della famosissima serie tv britannica “Il Prigioniero”, che per questo film compose una delle colonne sonore più famose e ricercate degli anni’70, bellissima e singolare, la quale infonde alle scene tutta la malinconia e la solitudine che consegue a questo terrorizzante pianeta terra post apocalittico, che è quello rappresentato nel film.
Una colonna sonora che assorbe e restituisce superbamente l’impatto devastante che ha avuto questa vita di terrore e solitudine, dopo la fine di quasi tutto il genere umano, anche su chi come Robert Neville, si è preparato per il meglio.
Charlton Heston, come detto sopra in una delle sue più celebri interpretazioni nel ruolo di Neville, è superbo ad evocare la densità, la “qualità”, il livello di questa solitudine, che colpisce e rimane nella memoria dello spettatore come ad esempio nei lunghi soliloqui con se stesso, o nella sua solitaria guerriglia quotidiana contro i sopravvissuti della guerra batteriologica, i mutanti dal pallore zombesco e “contaminato”e gli “occhi bianchi”, del suggestivo titolo italiano.
Il personaggio di Neville, così come ce lo ha immortalato Heston per la sua convinzione, tenacia e forza d’animo oltre che personalità, non è troppo dissimile dall'altro suo celeberrimo personaggio di Taylor, ne “Il Pianeta delle scimmie”(Planet of the Apes)(Usa’67)di Franklyn J.Schaffner.
Coraggiosamente, ma questa è sempre stata la principale caratteristica della carriera di Heston, il suo personaggio si incontra con una ragazza nera sopravvissuta simil Angela Davis (Rosalind Cash), la quale finalmente pare restituirgli almeno per un po’ quell’umanità e quella compagnia affettiva la quale è stata interamente persa dall'Umanità, insieme alla maggior parte del genere umano. Intrecciando una relazione tra i due, il film di Sagal fu tra i primi e non solo nella fantascienza, a restituire in un’epoca –il 1971- di grandi conflitti e scontri sociali radicali negli Stati Uniti, una nota di possibile armonia razziale.
Come nel libro –e a differenza che nell’orrenda terza trasposizione cinematografica, “Io sono leggenda”(I am Legend)(Usa 2007)di Francis Lawrence, con Will Smith, in cui sono praticamente degli infetti rabbiosi a là “scuola” di“28 Giorni dopo”(28 Days Later)(G.B.2003)di Danny Boyle, ridotti ad uno stato ferinamente zombesco e poco altro, certamente non senzienti e sviluppati- i sopravvissuti alla peste batteriologica sono un gruppo di fanatici religiosi chiamati “La Famiglia”, che guidati dall’ex giornalista televisivo Matthìas (il sempre eccellente Anthony Zerbe), hanno sviluppato una sorta di “religione” anti-sociale, anti-materialista, e anti-umana, a reazione delle responsabilità che egli attribuiscono –e certo non a torto- alla scienza e agli scienziati, alla tecnologia, e ovviamente ai militari, per l’avvenuta distruzione del genere umano. Scienziato immunologo, tecnocrate, e oltretutto, Colonnello dell’esercito americano. Tutto quello che è od era stato Robert Neville, racchiude agli “occhi bianchi” dei “famigli” tutta la residuale solennità dell’ultimo, “Supremo”, “Nemico”, da annientare e cancellare, con tutto e come tutto, quello che rappresentava il mondo e una società votata inevitabilmente all’autodistruzione, prima dell’Apocalisse.
La sceneggiatura, di John William Joyce e H.Corrington è molto cupa, confacendosi allo spirito del romanzo che non era certamente “consolatorio” –anche qui la differenza con lo stupidissimo “I am Legend” di Francis Lawrence, soprattutto per il suo madornale finale impossibilmente a là “volemmòse bene”, è tanta- e evoca bene e nella maniera inquietante così tipica dello stile di Matheson, lo spiritualismo puro ma anche non semplicistico del romanzo originario, e del suo splendido finale già nel romanzo, seppur come già detto, qui cambiato.
Boris Sagal alla regia fu molto bravo a restituire tutta quella sensazione e quella compassione per la coscienza sociale o delle relazioni fra i personaggi che apparirono così intensamente e per la prima volta nel cinema di fantascienza proprio ne “Il Pianeta delle scimmie“(Planet of the Apes)(’67)di Franklyn J. Schaffner, che con questi film divenne definitivamente “adulto”. Come detto Sagal era un regista dall’ottimo senso visivo, e le scene d’apertura del film è doveroso ricordarlo, riescono a evocare una tale paura e solitudine, e paura soprattutto di essa di una tale qualità come raramente è capitato di assistere al cinema, non solo nel genere della fantascienza.
Una menzione è d’obbligo anche per il grande direttore della fotografia Russell Metty, che aiutò non poco Sagal a raggiungere la qualità visiva del film, potente e in alcuni momenti abbagliante. Sicuramente, se non fosse stato anche per lui, il film non sarebbe riuscito così bello visivamente come sarebbe divenuto, almeno secondo il concetto originale e la sua normale realizzazione. Fughe, inseguimenti, e scene d’azione sono serrate, convincenti, e veramente efficaci. Basti citare la bellissima sequenza della fuga in moto di Neville e la ragazza dall’ Olympic Coliseum dei Dodgers, veramente fantastica.
Sagal utilizzò molto bene anche l’interpretazione di Heston e la forza e passione derivante dal personaggio di “Ultimo uomo sulla terra”. Anthony Zerbe resta il grande attore teatrale che è , prepotente come detto per la sua interpretazione di Matthìas, il capo dei “famigli”. Egli è d'altronde sempre stato un attore meraviglioso, basti vederlo tra i suoi tantissimi film ne “I Cospiratori”(The Molly Maguires)(G.B./Usa’70)di Martin Ritt, con Sean Connery, Samantha Eggar, e Richard Harris.
La società di produzione, ovvero la Warner Bros allora di proprietà della Kinney’s Corporation, la più grande compagnia –almeno all’epoca- di pompe funebri (lo so sembra uno scherzo, ma è così), volevano trovare un luogo che sembrasse una zona metropolitana abbandonata, dato che sarebbe stato troppo costoso costruirla apposta. Il produttore o uno di essi si mise a guidare per il centro di Los Angeles avendo bene modo di rendersi conto quanto nel fine settimane a L.A. ci fossero ben meno persone e macchine a giro, almeno in taluni quartieri. Fu così che la maggior parte degli esterni vennero girati lì, downtown L.A. nei fine settimana.
I celeberrimi studios britannici della Hammer Films avevano già nei loro progetti un adattamento cinematografico da Richard Matheson, e precisamente dal libro “The Night Creature”, adattamento scritto per il film da Matheson stesso. Il progetto venne però alla fine ritenuto troppo “grafico”, dibattuto, e infine appunto, abbandonato.
Charlton Heston aveva letto il romanzo originale su un aereo di ritorno in California, ed era molto interessato a un adattamento moderno del libro, essendo totalmente all’oscuro del fatto che ne era già stato tratto un film non molti anni prima, “L’Ultimo uomo della terra”(Italia/Usa 1964) di Ubaldo Ragona e Sidney Salkow, come detto interpretato da un Vincent Price al solito incisivo e carismatico.
La prima arma di Neville utilizzata nel film è una Semimitraglietta Smith & Wesson M76, avvolte dotata anche di una fascinosissima torcia rossa all ’infrarossi per il tiro notturno ai “famigli”, i quali essendo fotosensibili non sopportano la luce ed escono allo scoperto solo la notte o nell’oscurità. Durante il primo attacco notturno che si vede nel film da parte della “Famiglia”, Neville utilizza uno stupendo fucile automatico Browning BAR, con applicato un mirino sempre all’infrarosso.
Il film fu d’ispirazione per due serie di commedie alla radio della CBC (il broadcast nazionale canadese), “Steve the First” e “Steve the Second”, interpretate da Matt Watts e Mark McKinney. Ogni serie era incentrata su di un protagonista (nella seconda sul figlio del primo), chiamato a salvare il mondo.
Fu il film del debutto di Brian Tochi, nel ruolo di Tommy.
All’inizio del film, nella sequenza dal concessionario d’auto in cui Neville cambia l’auto danneggiata dopo un fortuito incidente prendendo una Ford Mustang, si vede un calendario datato marzo 1975, poi nella scena subito dopo (magnificamente triste e amara) in cui Neville vedendo un cinema che ha in cartellone“Woodstock:Three Days of Peace, Love, and Music”(Usa’69)di Michael Wadleigh, entra rimette in funzione la macchina nella cabina di proiezione, si siede nella sala ovviamente deserta e da solo, se lo guarda commentando e accompagnando a memoria, con trasporto e partecipazione amara alcune battute dei ragazzi intervistati nel film,(cosa alquanto strana da parte di un ex-militare, ma evidentemente voluta per far empatizzare da subito lo spettatore verso l’umanità e la presa di coscienza del personaggio di Neville, per come sono poi andate le cose rispetto agli ideali e alle speranze messi in mostra nel famoso film-concerto). Comunque, prestando attenzione alla battuta ironica di Neville quando scorgendo le scritte sui tabelloni esterni del cinema che programmava “Woodstock”, parlando al solito da solo ci profferisce:–“Deve essere un bel film, lo stanno programmando per il terzo anno consecutivo”-. Questo ci indica che “The Omega Man” è ambientato nel 1977, dato che la fine del mondo è avvenuta nel 1975.(D’altronde Heston stesso menziona l’anno 1977 durante le registrazioni audio del suo diario).
Richard Matheson disse che secondo lui “The Omega Man” era stato tratto in modi talmente lontani dal suo libro, che neanche se ne preoccupava.
La Warner Brothers voleva inizialmente Diahann Carroll, altra famosa attrice afroamericana, per il ruolo di Lisa.
Nel film la piaga epidemiologica che provoca la fine del mondo è stata scatenata dalla guerra batteriologica come risultato di una guerra di confine tra la Cina e l’URSS. In effetti, la Cina e l’URSS avevano avuto schermaglie di confine molto gravi nel 1969, che avevano fatto preoccupare anche molti leader mondiali circa la possibilità di una guerra totale fra le due superpotenze dell’emisfero comunista.
Le notizie date dalla TV nei flashback di Neville circa la diffusione della malattia, sono lette da un anchorman che altri non è che Matthias interpretato da Anthony Zerbe, prima di essere infettato e diventare il leader della “Famiglia”.
TorsoloMarioVanni