Autore Topic: John Kleeves : FEMMINISMO E CAPITALISMO .  (Letto 1788 volte)

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Offline Stendardo

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John Kleeves : FEMMINISMO E CAPITALISMO .
« il: Ottobre 13, 2013, 14:43:44 pm »
Fonte : http://pt.scribd.com/doc/172834064/Femminismo-e-Capitalismo-John-Kleeves




FEMMINISMO E CAPITALISMO.L'EMANCIPAZIONE DELLA DONNA FUNZIONALE ALLA SOCIETA' CONSUMISTICADi
 
John Kleeves
 
Il femminismo è un altro frutto del capitalismo. Non un frutto necessario, inevitabile nella logica delsistema, ma un frutto che era solo possibile e che è stato coltivato e colto quando le circostanze lohanno consigliato. Non è quindi una sistemazione che si possa giurare stabile, anche nell'ambito diuna configurazione ideologica che rimanga capitalista. Dipenderà ancora dalle circostanze: potràrimanere, evolversi in forme ancora più spinte, o scomparire. Forse vale la pena ripercorrere lagenesi concettuale di questa "conquista" e la sua attuazione, perché ci sono dei risvolti degni diessere rimarcati.Il problema iniziale fu che si avvertì la necessità di mano d'opera e di personale impiegatizio, ingenere di società che non potevano contare su una immigrazione sufficiente e qualificata alloscopo. Questa necessità era notevole ed era facile prevedere un suo aumento esponenziale neglianni a venire. Come fare allora? Abbastanza semplice: mandare a lavorare anche le donne oltreagli uomini. Più difficile l'attuazione: perché le donne avrebbero dovuto accettare di lavorareanche fuori da casa propria? L'unica strada era convincerle che così sarebbero state meglio;l'unica strada era farglielo desiderare. Ed ecco il femminismo e la sua logica: le donne eranoinfelici, e lo erano perché costrette a dipendere dal reddito maschile. Per migliorare la situazionedovevano procurarsi un reddito proprio, e cioè andare a lavorare. Le donne - come gli uomini delresto - da che mondo è mondo si sono sempre lamentate della loro situazione, senza naturalmenteottenere risultato, ma ecco che ad un certo momento le loro rivendicazioni cominciarono ad essereprese in considerazione dal sistema mediatico, e cioè dalla società: tipi di donne che per millennierano stati a malapena sopportati, e in privato, si trovarono sulla ribalta di manifestazioni e nellepagine di quotidiani e riviste; autrici da sempre cestinate furono stampate da grandi case editricicon copertina rigida e tirature da rivelazione del momento. Ogni donna che avesse ottenuto unsuccesso in qualche settore tipicamente maschile fu additata a modello. Questa campagnapropagandistica fu iniziata da entità mediatiche dipendenti dai capitalisti, ma fu condivisa anchedalle sinistre, che da sempre per principio propugnavano l'uguaglianza fra uomini e donne, in tuttoe per tutto. Ebbe quindi successo e le donne cominciarono ad andare a lavorare, convinte diavere fatto una conquista. Sia chiaro: non si dice qui che si sia trattato di un perfetto e lucidocomplotto, escogitato da una mente diabolica. Fu come accade con tutte le "novità"comportamentali di grande respiro e di grandi implicazioni che hanno successo, che si impongono:nascono in genere spontaneamente - sono infinite le cose che ogni giorno gli uomini inventano - enelle società con un padrone vengono selezionati e poi coltivati quegli spunti, che lo stessoriconosce utili per se stesso, che gli vanno bene, mentre gli altri sono repressi e mano a manoscompaiono.Il processo di riconoscimento non è detto sia istantaneo; può richiedere anzi molti anni, comeappunto il caso in questione, però poi l'appoggio fornito alla "novità", che è quello che negarantisce il successo, è assolutamente cosciente, premeditato. In breve: il femminismo c'èperché andava bene ai padroni, altrimenti non ci sarebbe stato. Allora, l'hanno creato loro.Governi e Parlamenti fecero ponti d'oro, adattando il sistema sociale alle esigenze delle nuovedonne. Si crearono asili aziendali, si modificarono orari scolastici, si introdussero nuove normesolo per le lavoratrici femminili. Soprattutto si cambiarono le leggi che regolavano il campomorale: una donna che lavora fuori casa ha occasioni quotidiane e di sicuro ogni tanto le sfrutta(neanche la donna è di legno). Ciò non doveva avere effetti distruttivi, facendo loro rimpiangere lavecchia sistemazione, e così si "depenalizzarono le corna" e si introdusse e si rese sempre più agevole il divorzio, che vedeva il potere giudiziario dalla parte delle donne per partito preso, e cioèper disposizione del Governo. Non c'era più tanto tempo per i figli e quindi bisognava farne meno:venne introdotta la contraccezione e poi l'aborto. Intendiamoci: tranne la parzialità nelle cause didivorzio sono tutte cose buone e giuste; semplicemente, quelle erano le poco pulite motivazioni.Col tempo i vantaggi economici derivanti dal disporre di un proprio reddito calarono: gli stipendiperdevano potere di acquisto e le mogli dovevano usare gran parte del loro per le spese familiari.Dov'è andato a finire il vantaggio, cominciarono a chiedersi? Dobbiamo lavorare otto ore al giornofuori casa più le solite otto-dodici in casa solo per comprarci un paio di calze senza chiederepermessi? I capitalisti risposero estendendo i benefici per le donne con reddito proprio ad uncampo non monetario, benefici ai quali poi naturalmente potevano accodarsi anche altre: legratificazioni sessuali. La possibilità era stata ammiccata alle donne sin dall'inizio ed era venuto ilmomento di spingerla. Ciò, inoltre, non comportava costi, anzi era occasione per nuovi profitti sunuovi versanti: si aprivano nuovi business.Cominciarono le vacanze separate, le discoteche, gli strip tease maschili, anche i prostituti il tuttosull'onda di un clima culturale esalante dalle solite entità mediatiche controllate dai capitalisti, ilclima della "trasgressione". Di nuovo i Governi supportarono la strategia: Magistratura e forze diPolizia cominciarono a considerare sacre le donne in cerca di piaceri proibiti; esse andavanoprotette nelle discoteche, dove venivano persino organizzate ogni settimana nottate (le piùindecenti fra l'altro) espressamente riservate a quelle sposate, andavano custodite, quasi scortate,quando girovagavano nelle strade a notte fonda come assatanate; non andavano, per carità,disturbate quando si appartavano in auto e se proprio ci si andava a sbattere con la pantera o lagazzella si doveva far declinare solo le generalità dell'uomo. Fu tranquillamente tollerata lamicidiale ecstasy, voluta dalle donne nelle discoteche perché aumenta le prestazioni maschili. Ilnuovo tipo di donna emancipata e corrotta fu spinto con ogni mezzo, a scopo di consolidamento etrascinamento: notorie baldracche divennero onnipresenti in televisione, come intrattenitrici,presentatrici e ospiti in talk show per elargire la loro opinione sui più seri argomenti; le sfilate dimoda si indirizzarono verso una indecenza sempre più grottesca; film, testi musicali, romanzimisero sull'altare figure di donne che sino a poco prima erano giusto definite delle struscie. Alla società veniva proposto un idolo, un modello da ammirare e adorare, la donna svergognata edissoluta ma indipendente, in carriera.Questa evoluzione del femminismo non si verificò in tutti i paesi dominati dai capitalisti, perché nonnecessario. In particolare non si è verificata negli Stati Uniti, dove anche per motivi culturali (ilpuritanesimo imperante) la repressione sessuale è troppo forte. Possiamo osservare come anchequesta volta l'operazione dei capitalisti sia stata brillante. Non certo per merito loro: di loro cimettono solo l'avidità e il cinismo, e i soldi di famiglia, o guadagnati per caso, o rubati, mentreper le strategie si affidano a consulenti - economisti, sociologi, psicologi, psicanalisti eccetera - ecioè a fior di morti di fame che per una parcella e una pacca sulle spalle fornirebbero il modo di far saltare il pianeta con poco (questo sono gli intellettuali in una società dominata daun capitalismo forte).Una operazione comunque brillante. Consideriamo gli effetti del femminismo ora, in Italia.Facciamone il bilancio economico. Attualmente in Italia vanno al lavoro circa 7 milioni di donne; èmanodopera che si è aggiunta a quella maschile, di circa 13 milioni, aumentando in proporzione ilgiro di affari e i ricavi. Era il primo obiettivo ed è stato raggiunto. Ma è da rimarcare l'andamentodel potere di acquisto dei salari dall'inizio del fenomeno: come accennato, questo è calatocostantemente, sia per gli uomini sia naturalmente per le donne, e ciò è "passato" proprio perchéin molte famiglie c'erano due stipendi. A occhio e croce non sono un economista, ma meglio così -direi che fatto 100 il potere di acquisto dell'unico salario del capofamiglia di 30 anni fa, ora lasomma dei due stipendi di casa ha un potere di acquisto di 130, cioè di 65 a testa. Questonaturalmente è anche l'andamento del potere di acquisto di una famiglia che da allora a oggi sia sempre rimasta monoreddito: da 100 è passata a 65. Ciò può essere verificato dal fatto che oggil'emigrazione dal Sud al Nord d'Italia non è più possibile: un salario copre solo l'affitto e poco altroe non conviene traslocare; bisognerebbe portare i meridionali al Nord a coppie, moglie e marito,offrendo a entrambi contemporaneamente un lavoro (potrebbe essere un'idea per Formigoni). Insostanza tramite il femminismo portato dal "progresso" la manodopera a disposizione è aumentataenormemente e nello stesso tempo i salari reali unitari si sono drasticamente ridotti, anzi quasidimezzati. Bell'affare. Per i capitalisti. I capitalisti si sono dunque arricchiti ulteriormente. Essi siarricchiscono di norma a spese della loro manodopera - essenzialmente costituita da proletari - emi chiedo come abbiano potuto farlo questa volta, dato che la medesima non aveva più niente:proletari significa appunto nullatenenti, proprietari solo della loro stessa prole. Ebbene, proprioquesta gli hanno preso, la prole.Facciamo ancora un bilancio dell'operazione "femminismo", da un altro punto di vista: lafamiglia. Prima c'era la famiglia monoreddito, che tirava avanti ma che cresceva diversi figli senzaeccessivi patemi, figli considerati una ricchezza sia dal punto di vista sentimentale sia da quellomateriale (le colonne della vecchiaia). Ora c'è la famiglia con due redditi, che si mantiene benema che non cresce praticamente più figli, come è evidenziato dal tasso negativo di crescita dellapopolazione italiana (sono più i morti dei nati). Perché? Perché l'agiatezza della nuova famiglia èapparente e non di sostanza. Essa si circonda di tanti oggetti insignificanti, privi di effettivo valore -si riempie di tanta "plastica" come accessori superflui, compact disk, capi di poliestere, e di tantibeni usa e getta come vacanze o biglietti del cinema - ma non si può permettere i beni stabili, levere proprietà: la casa è ancora più difficile di prima da comprare e i figli appunto sono diventatiproibitivi. I figli costano, in danaro e in tempo, e le famiglie non ne hanno più abbastanza dinessuno dei due: gli stipendi unitari sono stati quasi dimezzati ed entrambi i possibili genitorilavorano fuori casa, e a che ritmi e con che controlli! Così il risultato netto dell'operazione è che aiproletari hanno portato via anche i figli, questo lusso del passato, e di qui è venuto il nuovo profittodei capitalisti. Fra l'altro, come chiamarli questi ex proletari? Pur fra mille accessori luccicanti nonpossiedono più proprio niente, neanche possono fare i figli; lavorano soltanto, in attesa dellapensione e poi dell'ospizio.Chiamiamoli per quello che sono diventati a ogni effetto: animali da lavoro, schiavi. E non si credache la spoliazione dei proletari di una volta sia finita. Pur dopo aver perso i figli hanno ancoraqualcosa qua in Europa: una alimentazione gratificante, costituita da cibi e bevande estremamentevari ed elaborati, frutto di una millenaria esperienza maturata nelle famiglie, nelle case coloniche,in laboratori artigianali. E' un bene anche questo, un qualcosa che si possiede, suscettibile quindidi rapina da parte dei capitalisti per trasformarlo in altri soldi. E difatti la razzia è cominciata: questicibi cominciano a sparire, sostituiti da alimenti e bevande industriali, che sono anonimi, in pochi tipisempre uguali, razioni di puro sostentamento. Un avanscoperta dei briganti sono le catene deiMcDonald's che sono comparse in ogni Paese europeo. Da notare anche qui l'appoggio fornito daiGoverni, tramite legislazioni che favoriscono i supermercati e che sterminano i piccoli esercizi,mentre il Parlamento Europeo addirittura cerca di eliminare ogni produzione artigianale con lascusa dell' "igiene", dei "controlli", della "protezione del consumatore".E la gente europea non fiata, non capisce. Crede che sia il Progresso, come per il Femminismo.Osserviamo il comportamento di qualche Istituzione al riguardo di questo fenomeno davveroimponente, epocale: il crollo del tasso di natalità in Italia. I Governi hanno agevolato il processo didenatalità perché favorevole, anzi necessario, all'operazione "donne al lavoro". Hanno lasciatocrescere le spese per i minori (libri scolastici; abbigliamento, svaghi e accessori super costosiimposti da una propaganda criminale e volutamente eccessiva) e non hanno fatto nulla per metterea disposizione dei genitori più tempo libero, anzi hanno continuato a oberarli di impegni burocraticitramite le miriadi di tasse e bollette da pagare negli uffici e di pratiche da sbrigare qua e là (per l'auto; per il motorino; per la televisione; per la patente; per il cane; per la caccia; per la pesca; per la carta d'identità; per la caldaia; per il pozzo artesiano; per il passo carraio; per i fioriai balconi; per l'asilo; per la scuola; per le malattie; per il passaporto; per i cinquanta tipi di tasse;per per per). Anche la Magistratura è stata incaricata di rendere ancora più difficile il lavoro digenitori: basta che un bambino a scuola si lamenti magari della mancanza della TV, o dellacaldaia, per non parlare di un calcio in culo - e arriva la assistentessa sociale scortata daiCarabinieri.Per quanto riguarda il ricambio di manodopera non c'era problema: l'immigrazione, ed ora sicapisce la grande importanza attribuitavi dalle massime Autorità, quei venduti a tutte leorganizzazioni internazionali capitalistiche (a ONU, FMI, OCSE, OMC, Banca mondiale, enaturalmente agli USA, il capo della banda) che dobbiamo anche stipendiare. In pratica lacategoria degli ex proletari ora diventati schiavi viene portata all'estinzione biologica e vienesostituita con stranieri affamati. E, notare, di nuovo gli italiani non fiatano. Li stanno eliminandopiano piano e loro non fiatano. Proprio come un gregge che va alla mattanza.Ma tutto ciò si capisce: sono governi al servizio dei capitalisti. Più interessante è invecel'atteggiamento della Chiesa di Roma. Si mostra allarmata e non perde occasione per pronunciarsia favore della famiglia e dei suoi valori, fra cui annovera giustamente anche i figli, ma non diceaffatto che il tutto discende solo e soltanto dalla volontà di pochi capitalisti (qualche centinaio inItalia e qualche migliaio nel mondo), anzi colpevolizza le coppie di sposi ad personam: sonoegoiste, edoniste, rifuggono dai loro naturali e sempiterni doveri di figliare, e cosi via;stanno troppo bene insomma. Il Vaticano, e il suo Capo, sono dunque degli sprovveduti, deipoveri ingenui, degli analfabeti in scienze sociali ? Ma no. Fanno parte anche loro del gioco, soloche loro devono continuare a dare l'impressione di difendere sacri valori morali, di difenderel'Uomo, perché così il popolo si sente rassicurato. Nel vecchio e squallido trucco del poliziottobuono e del poliziotto cattivo loro fanno la parte del primo.E' sempre stata la funzione della Chiesa Cattolica Romana: tenere fermo il volgo intanto che quelloche paga ora appunto i capitalisti - gli taglia le palle. Così ciò che fa la Chiesa di Roma è mettereulteriormente in croce gli ex proletari. Anche, tramite la sua Caritas e i suoi centri di l'umanaaccoglienza" si adopera per sostituire i figli che quelli non possono più fare con meravigliosiimmigrati, magari albanesi. Grazie, Papa vestito di bianco. Sei proprio un bel poliziotto buono.Una considerazione. E' opinione diffusa che i capitalisti siano gente che mira solo a fare soldi, nellasocietà che trovano. Quanto detto sopra offre qualche esempio (ce ne sono altri) che mostracome le cose stiano molto peggio: i capitalisti non si accontentano di operare nella società chetrovano, ma la società la vogliono cambiare - e in effetti la cambiano – per realizzare sempremaggiori profitti. All'inizio non era così, ma poi l'aumento delle cognizioni nei campi dell'economia,della sociologia, della psicologia eccetera ha aperto la strada alle operazioni di ingegneriasociale e loro hanno iniziato a percorrerla senza pensarci due volte. E' un'azione grave, che vaoltre le colpe usualmente contestate ai capitalisti, di avidità insensata e di sfruttamento umano.Essi stanno stravolgendo la vita della gente nei suoi aspetti più personali e persino intimi; la fannovivere come vogliono loro, e a costo di forzare la natura stessa. Anche nel diritto delle persone diperpetuarsi nella discendenza vogliono l'ultima parola: come visto, arrivano a portare all'estinzione"naturale" interi, ampi strati della popolazione di una nazione per sostituirli con altri a scelta.Guastano, stravolgono e abbrutiscono quelle società nelle quali loro stessi vivono perché il tuttonon li tocca. Loro non temono il calo demografico: fanno i figli che vogliono senza tanti patemi.Vedi Berlusconi per esempio, ma quasi tutti i capitalisti hanno una prole ben più numerosadella media. Non temono la criminalità degli albanesi: vivono in ville trincerate e hanno la scortaper se e familiari. Non temono la diffusione della droga: il loro non è certo un ambiente degradato,che manchi di consapevolezze. I capitalisti dunque sono più che degli avidi e degli sfruttatori.Sono un pericolo per l'umanità, un pericolo totale.
 


Nota I: Proprio mentre scrivevo questo articolo la Cassazione, il 7 marzo 2000, ha stabilito che faresesso in auto non è reato.
 
(ORION a. IX n. 12, Dicembre 2000)
« Ultima modifica: Ottobre 13, 2013, 14:53:48 pm da Standarte »
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Offline ilmarmocchio

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Re:John Kleeves : FEMMINISMO E CAPITALISMO .
« Risposta #1 il: Ottobre 13, 2013, 17:53:34 pm »
ottimo articolo