Autore Topic: Il capitalismo della seduzione: l’ideologia del desiderio in Michel Clouscard .  (Letto 781 volte)

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Offline Stendardo

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Fonte : http://www.losai.eu/il-capitalismo-della-seduzione-lideologia-del-desiderio-in-clouscard/

Il capitalismo della seduzione: l’ideologia del desiderio in Clouscard

by maurizio spezia1 Comment15.ott 2013
 


- di Lorenzo Vitelli -
 
“La sensibilità dell’uomo, ciò che c’è di più intimo e di più spontaneo, è divenuta la sensibilità imposta dal neo-capitalismo” Michel Clouscard, Le capitalisme de la séduction.
 
Dove è finito l’abito “buono”, quello della Domenica? Dove sono finite le scarpe portate a riparare dal calzolaio? e il pranzo come rito, come unione? Testimone di un cambiamento tanto importante da modificare il modus vivendi dell’intera pensiola italiana – indiscriminatamente da Nord a Sud – fu Pasolini. Oltralpe, in Francia, Michel Clouscard, filosofo e sociologo, analizzò con un lessico simile lo stesso processo: la morte e la resurrezione del Capitalismo nella sua forma più avanzata, quella inquadrata nella democrazia libertaria: il Nuovo Potere. E con Potere non si parla più di politica. Il Potere si è spoliticizzato, è altrove, ora manovra le coscienze, deforma la percezione delle cose, convoglia le masse verso i suoi interessi seducendole come fossero i loro.
 
La frattura più importante, secondo Michel Clouscard, fu il piano Marshall del 1946. Gli Stati Uniti investirono sul continente Europeo per inserirlo al meglio nelle sue logiche, per imporre il tanto amato cambiamento, per salvare il capitalismo: ci vollero soldi, musica, nuovi modelli: il poster, il flipper e il juke-box, il rock, il cinema. Il tutto culminò negli anni 60′. Le porte erano aperte, la propaganda del Capitale fu un successo: l’apogeo di un mercato nuovo, prima inesplorato. Quello del desiderio. L’ideologia – perché madida di significati, di simboli, rimandi, usi, gestualità e status dell’individuo nell’utilizzazione dell’oggetto – del neo-capitalismo. Il mercato era pronto, ora bisognava fare l’individuo-consumatore, ora l’individuo doveva integrare alle sue istante intrapsichiche (Io, Super-Io, Es) le regole del gioco. Si necessitava di inconscio, di permissione, di evasione: il godimento e l’edonismo dovevano essere la norma, la nuova morale: godi! Anche l’anima può essere colonizzata dall’ideologia del mercato: il mondano.
 
Così il 68′: “la classe borghese offre più figli di quanti sono i mestieri borghesi richiesti dal capitalismo. Questo surplus farà le rivoluzioni. Ma rivoluzioni borghesi”. I figli borghesi in lotta con i padri borghesi. Lotta apolitica e culturale. Pretesa di liberalizzazione dei costumi, materialismo, desacralizzazione: “la sovversione si radicalizza, accede alla più grande trasgressione possibile nel mondano (quindi funzionale all’ideologia del capitalismo n.d.r.): la droga e il sesso. Questa consumazione trasgressiva esaspera il messaggio politico dell’emancipazione, della liberalizzazione. E’ la grande battaglia contro i tabù e i divieti”. La lotta contro il padre si traslata nella lotta contro il sistema. Con gli strumenti del sistema: l’edonismo, il consumo, l’omologazione ai modelli prestabiliti, il sesso: “l’ideologia del consumo fa della sessualità un oggetto del consumo come gli altri. La psiche si pauperizza, si banalizza all’estremo. Dopo aver allontanato l’immaginario dell’attesa, l’ideologia svaluta l’atto sessuale riducendolo ad un atto d’uso, alla consumazione (del piacere)”. Il Capitale vince.
 
Lo stesso rock, secondo Michel Clouscard, che analizza con profondità scientifica la materia, è espressione dell’ideologia capitalista. Quello che le giovani generazioni del dopoguerra hanno elevato a strumento di emancipazione si rivela pura ideologia della macchina. Jimi Hendrix bruciò a Woodstock la sua chitarra, quante se ne comprarono successivamente? Chitarra non come strumento musicale, ma come oggetto mondano, che impone attraverso l’uso una condotta, che diventa un segno: il segno di uno status che impone a sua volta la partecipazione ad un gruppo partecipe dell’ideologia consumista e neo-edonista. Ma approfondendo ancora il rock, in quanto ritmo, Clouscard ci dice che questa musicalità è in sé vita puramente macchinale, artificiale, vita d’automa: “di gesto in gesto, di segno in segno di condotta in condotta: la sistematica dell’apparire costituirà l’essere. L’essere mondano”. Il ritmo del rock è scansione binaria, ripetizione, è rifiuto e negazione: dell’altro, rifiuto dello scambio. Si danza da soli, rinchiusi in sé stessi, meccanicamente, il corpo non fa altro che cedere alla sua pesantezza, alle sue voglie: al desiderio, all’ideologia. E’ un ritmo conservatore e reazionario, è il ritmo della produzione capitalista. Questa dinamica che inizialmente è solo gestuale, diventa poi psicologica, ed infine sociologica. Le anime sono colonizzate!
 
Questo processo si conclude con noi: una grande classe unica generalizzata ed indifferenziata: la federazione di tutti i corpi del consumo, la società globale, Il migliore dei mondi.
 
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Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius