Autore Topic: Josip Horvaticek : Croazia: la ripugnante “educazione” sessuale delle elementari  (Letto 720 volte)

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Fonte : http://www.losai.eu/croazia-la-ripugnante-educazione-sessuale-delle-elementari/

Croazia: la ripugnante “educazione” sessuale delle elementari

by Daniele Di Luciano16 Comments23.gen 2013
 


Croazia: il governo Milanovic ha introdotto il programma di “educazione” sessuale nel sistema scolastico croato.
 
I brani che seguono sono tratti da questo articolo. Le assurdità che vi leggerete potrebbero disturbarvi. Non è come il film dei Monty Python, “Il senso della vita”, è molto peggio.
 

Il programma realizzato dall’Agenzia per l’educazione e la formazione del Ministero dell’istruzione, è stato infatti introdotto con la definizione ingannevole di Educazione alla salute, caratterizzata da quattro capitoli, dei quali i primi tre, del tutto condivisibili, riguardano l’educazione alla pulizia personale e a un mangiare sano, la prevenzione di comportamenti violenti e la prevenzione dalle dipendenze (droga, alcol e gioco d’azzardo).
 
Il quarto capitolo è intitolato Parità di diritti di genere tra i sessi e comportamento sessuale responsabile.
 
Ai genitori viene negato il diritto di scelta se fare partecipare o meno i propri figli a tali lezioni, in questo modo violando l’art. 63 della Costituzione della Repubblica di Croazia che assicura loro «il diritto e la libertà di decidere autonomamente sull’educazione dei figli», nonché da altre leggi croate e da diverse convenzioni internazionali. Manca un manuale, ma c’è una ricca bibliografia «consigliata» – questa l’espressione ufficiale – in maggior parte pubblicata dalle associazioni orbitanti attorno alla galassia LGBT, e che a un’attenta lettura mostra chiaramente quali sono gli scopi di questo programma.
 
Così nel libro Spol i rod pod povecalom (Sesso e genere sotto la lente d’ingrandimento) di Amir Hodzic, Natasa Bijelic e Sanja Cesar del 2003, leggiamo a pagina 81: «Il sesso è qualcosa che ci è stato imposto molto tempo prima che avessimo la possibilità di esprimere la nostra opinione a tale proposito». Ne consegue che «alcuni distinguono il sesso e il genere dicendo ad esempio: “Il mio sesso è femminile, ma il mio genere è maschile”». Perché quindi «non dire: io sono un maschio con la vagina? Perché non smontare anche questo imperativo biologico che contrassegna gli organi genitali come maschili e femminili?».
 
Mariela Castro Espín, psicologa cubana, figlia dell’attuale presidente Raúl Castro, in Cosa succede nella pubertà afferma (pag. 82 della versione croata): «E’ importante comprendere che l’omosessualità e la bisessualità non sono malattie né comportamenti immorali, bensì l’espressione di diversi aspetti della sessualità del genere umano … L’orientamento sessuale inizia a modellarsi durante la pubertà. In questo periodo i rapporti eterosessuali, omosessualità e bisessuali possono essere solamente una delle esperienze che si vivono durante la scoperta e lo sviluppi dei propri orientamenti sessuali».
 
In With Pleasure: Thoughts on the Nature of Human Sexuality, di Paul R. Abramson and Steven D. Pinkerton, a pagina 146 della versione in lingua croata, leggiamo: «Nonostante gli attacchi e i divieti da parte dei genitori, il godimento sessuale rappresenta un importante elemento dell’infanzia. Storicamente l’infanzia è stata considerata come un rifugio protetto dalle preoccupazioni e dalle responsabilità degli adulti … un periodo, quindi, nel quale nel modo migliore ci si può dedicare ai godimenti, sessuali e di altra natura. Tenendo conto che nel corso dell’infanzia la riproduzione è impossibile, si può godere dei piaceri sessuali in modo multidimensionale – orale, anale, genitale, eccetera – senza possibilità di procreazione».  A pag. 215 gli autori affermano inoltre: «La pornografia ha uno scopo didattico, poiché accresce la conoscenza della sessualità e l’utilizzo della pornografia a scopi terapeutici può ridurre le inibizioni, offrire nuova ispirazione sessuale, fornire un insegnamento tecnico e accrescere la comunicazione tra i partner. Oltretutto, la visione, la lettura o l’ascolto della pornografia, accompagnato o meno dalla masturbazione, rappresenta una forma di sesso sicuro».
 
Le metodologie di lavoro da attuare durante le lezioni di Educazione alla salute sono rappresentate da gruppi di lavoro che richiedono la partecipazione attiva degli alunni, toccandosi gli uni gli altri, rappresentando scenette, facendo esercizi pratici, disegnando o svolgendo discussioni in classe. Vediamo nel dettaglio alcuni tra i temi affrontati da questo capitolo del programma di ’Educazione alla salute’ (si tenga presente che in Croazia gli alunni vanno a scuola a sette anni e che il ciclo elementare dura otto anni, con il successivo passaggio alla scuola superiore che dura quattro anni).
 
In terza elementare – quindi a nove anni di età – gli alunni apprendono quali sono i toccamenti ‘accettabili’ e quelli ‘inaccettabili’. Gli insegnanti inviteranno i bambini a toccarsi gli uni gli altri in determinate parti del corpo, ivi incluse quelle ‘indesiderabili’; in seguito vi sarà una discussione nella quale gli alunni saranno invitati ad analizzare se e per quale motivo essi si sono sentiti a disagio.
 
In quarta elementare viene introdotta l’ideologia di genere (gender) che da questo momento verrà trattata fino alla fine della scuola superiore. Gli alunni vengono invitati a riconoscere gli stereotipi sessuali e di genere, le discriminazioni e le stigmatizzazioni delle minoranze sessuali. Le bambine dovranno imparare a mettere su di sé i tamponi davanti a tutta la classe. In quinta elementare viene analizzata «la masturbazione quale parte integrante della sessualità dell’uomo» nonché «le credenze, un tempo dominanti, che ritenevano la masturbazione come dannosa». Per i bambini di dodici anni che frequentano la sesta elementare il programma prevede l’analisi della pornografia. Gli alunni dovranno «discutere il modo in cui la pornografia mostra la sessualità dell’uomo nonché i ruoli sessuali maschili e femminili».
 
Secondo uno dei fogli di lavoro diffusi dal Ministero, i ragazzi di quattordici anni, che frequentano l’ottava e ultima classe del ciclo elementare, dovranno essere suddivisi in gruppi nei quali ‘reciteranno’ alcune situazioni di vita quotidiana. Una di queste situazioni, sicuramente la più scabrosa, viene descritta dal Ministero nel modo seguente: «E’ venerdì sera, e Tanja sta partecipando a una festa organizzata da alcuni coetanei che conosce solo di vista. Le hanno offerto da bere, e ha consumato due vodke mescolate a succhi di frutta. Comincia a ballare, sente il calore inondare il suo corpo e la stanza comincia a girare attorno a lei. Si accorge che Kristijan la sta guardando, un ragazzo di appena qualche anno in più che è molto popolare nella sua compagnia. E’ un ragazzo che tutte le sue amiche vorrebbero averlo come ragazzo. Kristijan le si avvicina, e Tanja fatica a credere ai suoi occhi. Ballano abbracciati molto forte. Kristijan le propone di andare al piano di sopra perché lì fa caldo. Mentre sta andando via con lui, si accorge che sopra è buio e non c’è nessuno. Prega Kristijan di tornare là dove sono gli altri. Egli sorride e le dice: “Forse non mi credi”. Kristijan comincia a toccarla su tutto il corpo e la spinge sul divano. Tanja gli dice “no“, di smettere, cerca di divincolarsi da lui. Comincia a piangere, ma egli continua, ignorando le sue suppliche. La obbliga al rapporto sessuale».
 Ribadiamo il concetto: questa scena deve essere recitata da due o più alunni di quattordici anni.
 
A quindici anni l’atto sessuale viene presentato come un normale atto fisico senza alcuna connotazione morale e senza alcun valore. Gli alunni impareranno, attraverso esercizi pratici, come indossare il preservativo, come utilizzare le pillole anticoncezionali (la questione della cosiddetta ‘protezione’ rappresenta il punto focale dell’intero programma della scuola superiore); dovranno discutere sulle diverse posizioni esistenti riguardo all’aborto, definito eufemisticamente ’interruzione della gravidanza’. Agli studenti di terza superiore (diciassette anni) verrà presentato l’atto omosessuale come del tutto naturale; le unioni omosessuali vengo definite con la parola di ‘matrimonio’ e messe sullo stesso piano della comunione matrimoniale fra uomo e donna.
 
In tutto il programma non vi è alcuna educazione ai valori, all’amore, alla vita che si forma quale frutto del rapporto fisico tra due persone che si amano, alla famiglia. In tutto il programma, la parola amore viene menzionata una sola volta, e non si fa la benché minima menzione dell’atto sessuale quale strumento di trasmissione della vita.
 
Dal momento in cui sono stati resi noti questi programmi del Ministero dell’Istruzione (verso la fine settembre del 2012), le associazioni dei genitori che promuovono i valori umani e cristiani, in particolare VIGILARE e GROZD, hanno avviato una campagna di forte sensibilizzazione dei genitori di bambini in età scolare sui contenuti di questi corsi di educazione sessuale.
 
Ben presto la gerarchia ecclesiastica ha assunto la guida di questa lotta, nella quale si è distinto in modo particolare l’arcivescovo di Zagabria, Cardinal Josip Bozanic, e tra i sacerdoti, il cappellano degli studenti universitari di Zagabria don Damir Stojic, salesiano, conosciuto in tutto il Paese poiché nelle sue catechesi egli tratta frequentemente il tema della “Teologia del corpo” di Giovanni Paolo II. La Conferenza Episcopale croata ha avviato una serie di conferenze per i genitori in tutte le diocesi e parrocchie, e il giorno di Natale ha fatto distribuire volantini in tutte le chiese, nei quali venivano illustrati con dovizia di particolari i contenuti di questo programma di educazione sessuale, e fornite indicazioni ai genitori su cosa fare per proteggere i loro figli, ivi inclusa l’extrema ratio del ritiro dei figli da queste lezioni, sebbene tale assenza venga sanzionata dai dirigenti scolastici come ‘assenza ingiustificata’.
 
Ben presto i vescovi sono stati fatti oggetto di una campagna denigratoria da parte degli organi di stampa schierati con il governo di sinistra, nonché di insulti e provocazioni provenienti direttamente dalle fila del governo medesimo. La Chiesa è stata ammonita dall’esecutivo a non ’immischiarsi’ nei programmi scolastici ed è stata accusata di mentire. Il Ministro dei reduci della Guerra per la Patria, Predrag Matic, è giunto perfino a paragonare il cardinale Bozanic al defunto presidente serbo e criminale di guerra Slobodan Milosevic.
 
Oggetto di pesanti critiche è stato anche il vescovo ausiliare di Zagabria Valentin Pozaic, il quale in occasione di una tavola rotonda sull’argomento tenuta due settimane fa ha tenuto un coraggioso e chiaro discorso contro la politica governativa sull’educazione dei giovani. Prendendo a pretesto l’appello di Mons. Pozaic a una nuova Oluja (il nome dell’operazione che nel 1995 ha portato alla liberazione delle zone del Paese occupate dai ribelli serbi), la stampa filo-governativa l’ha accusato di volere istigare a una rivolta armata per il rovesciamento delle istituzioni democratiche, giungendo perfino ad associarlo a uno squilibrato che in quegli stessi giorni aveva fatto esplodere alcuni ordigni esplosivi a Zagabria.
 
I metodi totalitari dell’esecutivo nell’attuazione di questo programma sono confermati dal fatto che esso minaccia di licenziamento gli insegnanti e i presidi degli istituti scolastici qualora non attuino il programma nella sua interezza, negando così loro il diritto all’obiezione di coscienza. Nella Croazia di oggi, un Paese che fra cinque mesi entrerà nell’Unione Europea, chi osa parlare contro il governo rimane senza lavoro. I migliori esempi di questa politica sono rappresentati dall’ondata di licenziamenti di presidi di fine 2012 - chiaro avvertimento alla categoria che non ci sarebbe stato spazio per alcun dissenso -, nonché dal licenziamento di una giornalista dell’ente radiotelevisivo pubblico per avere mostrato un servizio sul maniaco Alfred Kinsey, fondatore dell’omonimo istituto di sessuologia, sui cui presupposti pseudoscientifici si fonda il programma di educazione sessuale imposto al sistema scolastico dal governo. Allo stesso modo, un professore universitario di Zara è stato sospeso dal servizio dopo avere parlato dell’ideologia gender a un gruppo di giovani in una parrocchia.
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