Autore Topic: Se questo è un uomo, Ungheria 2013  (Letto 23905 volte)

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Offline Artemisia Gentileschi

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Re:Se questo è un uomo, Ungheria 2013
« Risposta #60 il: Marzo 04, 2014, 08:10:29 am »
Comunque, perdonami la brutalità ma anche gli italiotismi sempre dietro l'angolo mi spaventano soprattutto da parte femminile, da quel che lessi in fatto d'uccelli anche te non mi pari tanto nazionalista nè autarchica... :hmm: :sleep:

Ci ho anche provato eh, ma a Praga gli uomini italiani non vanno per mettere su famiglia  :P
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Offline Lucia

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Re:Se questo è un uomo, Ungheria 2013
« Risposta #61 il: Marzo 04, 2014, 11:16:49 am »
Non è sempre vero che gli stranieri disprezzano l'Italia, anzi. Non penso che le critiche sistematiche di stranieri al Belpaese siano da incoraggiare; spero che Lucia voglia tenerne conto, altrimenti sentitevi liberi di rispondere come volete! ;)

allora non disprezzate neanche voi altri paesi e altre nazioni.





Offline Lucia

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Re:Se questo è un uomo, Ungheria 2013
« Risposta #62 il: Marzo 04, 2014, 12:48:52 pm »
ho guardato nuovamente in internet. :mad:Il numero di immigranti ungheresi è di 7000, settemilla, più o meno quanto i provenienti dai paesi bassi.

I rumeni sono un milione, Ghana si trova sul 20 ssimo posto per numero di immigrati con 55.000 persone


In questo momento Ungheria non ha nulla da invidiare dall'Italia.

Se c e l'avete con altri immigrati mettetevi a criticare i presidenti della Romania, Albania, Ghana etc. e non Orban e Ungheria.  :mad:


Offline Lucia

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Re:Se questo è un uomo, Ungheria 2013
« Risposta #63 il: Marzo 04, 2014, 13:20:40 pm »
http://rqac.wordpress.com/2012/05/22/conferenzafemministaalternativa/
L'Europa dell'est, ovvero il paradiso in Terra.
Stranamente, però, tanti uomini e donne di quei luoghi emigrano nei Paesi occidentali...

e per capire più chiaramente chi mi porta frank come esempio per criticare Orban e Ungheria copio e incollo quel link. Vediamo CHI e PERCHE' critica l'Ungheria e il governo Orban:



Radical Queer Affinity Collective


Budapest: report dalla Conferenza Femminista Alternativa 18-20 Maggio 2012 (ita)

Il Radical Queer Affinity Collective si è impegnato, durante l’8° Conferenza Europea di Ricerca Femminista a Budapest, a mettere in rete le ricercatrici e le attiviste/i locali con la comunità queer e femminista internazionale. Insieme ad attivist* di Labrisz ONG per la visibilità lesbica, Nane, ONG contro la violenza maschile sulle donne, Patent, ONG contro il patriarcato Transvanilla, organizzazione transgender e Angéla Kóczé, attivista per i diritti del popolo Rom, abbiamo organizzato una “conferenza alternativa”: un Forum (Solidarity Forum), un sit-in con le/i percussionist* Rhythm of Resistance e un Puszi Pussy Party, raccogliendo fondi per il progetto KLIT, sex-shop e libreria queer femminista a Budapest.
Al Forum di Solidarietà, il 18 Maggio 2012, hanno partecipato in 100 tra ricercatrici e attivist*, per poi ritrovarsi il giorno seguente in decine a stilare un documento importante sulla situazione ungherese ed europea. Il documento ha poi raccolto 316 firme e sarà a breve inviato al Parlamento Ungherese e alla stampa nazionale non allineata con le destre.

Un comunicato collettivo di protesta sulla crisi dei diritti umani in Ungheria, dalle/i partecipanti alla conferenza “The Politics of Location Revisited: Gender@2012 8th European Feminist Research Conference”.
Più di 500 ricercatrici/ori univerisitarie, specialiste/i archiviste e dell’informazione, esperte di politiche delle pari oppurtinità e attiviste dall’Europa e internazionali, si sono incontrate questo weekend per partecipare all’8° Conferenza Europea di Ricerca Femminista, il forum più importante per la discussione sulla ricerca scientifica femminista.

Vogliamo collettivamente e individualmente affermare le nostre profonde preoccupazioni sulle crescenti violazioni dei diritti umani in Ungheria. Protestiamo in particolare contro le leggi discriminatorie che prendono di mira specifici gruppi sociali e criminalizzano la povertà come, ad esempio, la legge che condanna le/i senzatetto. Contestiamo l’esclusione attiva delle persone Rom dalla partecipazione sociale e politica.

Incoraggiamo fortemente il governo Ungherese ad adottare misure per prevenire le aggressioni razziste dell’estrema destra contro le persone Rom e per prevenire la violenza e le discriminazioni contro le donne e le persone LGBTQI, ostacolate funzionalmente.

Come femministe vogliamo affermare il nostro forte turbamento riguardo lo sviluppo dei movimenti politici di estrema destra e la diminuzione delle libertà politiche e civili in Ungheria. Vogliamo aggiungere che ciò che accade in Ungheria è indicativo di una più estesa tendenza, che attraversa l’Europa, di crescente sessismo, razzismo, omofobia e xenofobia.

La comunità internazionale di ricercatrici/ori e attiviste/i sulle questioni di genere, non resterà in silenzio.


Il popolo Rom in Ungheria rappresenta la più ampia minoranza nel paese, il 2% della popolazione, stando al censimento del 2001. Negli ultimi anni le politiche discriminatorie e le violenze sono cresciute. la nuova legge sulla disoccupazione affligge le vite di tante comunità nelle campagne. (...). Lo chiamano “lavoro pubblico”, quello a cui sono forzati i “disoccupati” (fino all’80% in alcuni villaggi Rom ghettizzati), che devono dimostrare almeno 30 giorni di attività (decisa dai governi locali), pena la perdita della protezione sociale per 3 anni.
La nuova legge sull’educazione abbassa ai 16 anni l’età dell’obbligo. Le conseguenze ricadono di nuovo sulla comunità Rom, che vive un maggiore abbandono scolastico, e le cui opportunità di accedere a lavori qualificati diminuiscono ulteriormente. Si crea così un circolo vizioso rispetto alla disoccupazione e all’accesso ad altre forme di lavoro nero, come la tratta ai fini della prostituzione.


Transvanilla è un’associazione trans che cerca di farsi spazio tra le ONG omonormative, che spesso si dichiarano LGBTQI, che ricevono finanziamenti per “creare una comunità trans”, che già esiste, e che poi si rivelano strutture egemonizzate da uomini bianchi, gay e di classe medio-alta. La transfobia risulta perciò diffusa non solo nelle strade, nei posti di lavoro, ma nella comunità queer stessa. La visibilità trans è quasi assente in Ungheria, anche se il movimento è nato nel 2007, attraverso conoscenze e reti via internet. Transvanilla è un’organizzazione “ombrello”, e sta cercando di promuovere la conoscenza dell’intersessualità, ad oggi sconosciuta identità di genere, fenomeno nascosto e inintelligibile nel contesto locale.

Tina, attivista, racconta al Forum lo strano iter legislativo che le persone trans si sono viste applicare sui propri corpi. Fino al 2001 non vi era alcuna legislazione, fino a quando una legge ha reso molto semplice il cambio dei dati sui documenti, lasciando nell’oblio una serie di misure di protezione sociale necessarie. L’iter per l’accesso alle operazioni chirurgiche, non rimborsate, è la diagnosi di disforia di genere, l’operazione e solo dopo la prescrizione di cure ormonali. Data la scarsità di risorse, anche ospedaliere riguardo la qualità degli interventi, solo chi ha sufficiente denaro può permettersi l’operazione all’esteropoverini. Inoltre il mercato nero di ormoni viene alimentato grazie all’inaccessibilità legale alle cure. La richiesta di una diversa regolamentazione non fa parte delle istanze del movimento trans per paura di una legislazione peggiore di quella esistente.

Gabor, dell’associazione Patent, descrive come la comunità LGBTQI sia oggigiorno bersaglio di riforme e politiche repressive. I primi anni del 2000 hanno rappresentato un’era “progressista” dal punto di vista dei diritti civili: l’età legale, prima regolamentata, per il sesso omosessuale viene abolita, accesso all’esercito, promosse politiche di protezione delle minoranze contro le discriminazioni sul lavoro. Fino al 2009 quando le coppie dello stesso sesso hanno ottenuto il riconoscimento dell’unione civile.

Allo stesso tempo, sin dal 2006, l’estrema destra ungherese ha iniziato a presentarsi organizzata ad ogni Pride per aggredire la comunità LGBTQI, lanciando pietre, bombe carta. Nel 2009 la polizia ha innalzato la protezione del Pride, con alte recinzioni, che, se da un lato evitano il contatto diretto con i neo-nazi, dall’altro circondano il Pride rendendolo invisibile. La parata, inoltre, viene ostacolata ogni anno, con mancate autorizzazioni, che richiedono agli organizzatori di rivolgersi al tribunale, per vedere, poi, il proprio diritto a manifestare rispettato. Nel 2010 neo-nazisti hanno attaccato con bombe carta un gay bar e una sauna, pieni di persone: definito “vandalismo”, l’attentato omicidio non è stato riconosciuto come capo d’accusa.

Ad oggi il Pride 2012 è stato vietato (qui il video di protesta), poi confermato. Sembra però che il Fidesz il partito di Orban stia forzando un provvedimento, prima di giugno (la parata dovrebbe tenersi l’8 luglio 2012) per vietare il Pride in via “legale”.

La nuova costituzione, in vigore dal primo Gennaio 2012, vieta il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ha fatto benissimo in contraddizione con la Legge sulle unioni civili, definendolo “unione tra uomo e donna”. Ciò che ci si aspetta è perciò, purtroppo, una prossima modifica della legge sulle unioni civili.

Judit si occupa di diritti delle donne vittime di violenza maschile. L’ONG Nane è nata nel 1994, e si è specializzata nei casi di violenza domestica, o violenza da parte di partner. In rete con altre realtà, l’organizzazione si muove contro il traffico di donne, molestie sessuali e abusi su minori. L’approccio dell’ONG si fonda sui diritti umani e sulla differenza sessuale.

I femminicidi sono circa 100 l’anno, più bambine e bambini vittime di omicidio nell’ambiente famigliare.

La situazione legale è drammatica sul tema della violenza maschile contro le donne: la legge sullo stupro non riflette l’esperienza delle donne, definendolo una “violenza eccessiva”, non riguarda, perciò, il consenso. Le donne vittime di stupro devono dimostrare così di aver resistito, lottato per vedersi riconosciute legalmente come parte lesa. Rispetto alla violenza domestica, la legge non ne riconosce la complessità e la gravità, ignorando “stalking”, violenza psicologica, economica etc.. Non esiste legislazione sulla violazione dei diritti riproduttivi che spesso affligge le donne in relazioni eterosessuali violente. Le molestie sessuali non hanno riconoscimento giuridico. Gli ordini di restrizione cautelare possono ritardare fino a 6 mesi, prima di essere dichiarati dal tribunale. Non vi è nulla nemmeno rispetto alle discriminazioni multiple, o all’intersezionalità delle discriminazioni, ponendo così grossi limiti al riconoscimento della condizione di donna Rom, ad esempio, vittima di violenza in quanto Rom.

Anche la legislazione sul traffico di donne, in un paese come l’Ungheria, rinomata tappa delle rotte del traffico dall’est all’ovest dell’Europa. I casi riportati nei tribunali restano infatti tra i 2 o3 all’anno.

Sul tema dei diritti delle donne è importante sottolineare come la legge sull’aborto, oggi legale e accessibile, sia sotto attacco. La nuova costituzione riconosce “protezione” all’embrione fino dal concepimento, mettendo a rischio la costituzionalità della legge. La legge sull’aborto ha nel suo titolo il termine “protezione”, e perciò non è chiaro come e quando questo termine verrà impugnato dal governo in senso liberticida. Le campagne antiabortiste, intanto, attraversano televisioni e spazi pubblici, in un paese in cui la religione cattolica diventa sempre più egemone grazie a riforme e finanziamenti.

L’appello e il senso delle giornate di maggio, a Budapest, è, insomma, quello di lottare contro l’isolamento che la paura porta a vivere. Contro un circolo vizioso che rende le organizzazioni e le singole attiviste/i più vulnerabili e fragili. La chiusura dei centri culturali degli ultimi anni, il permanente stato di minaccia, dalla precarietà degli spazi sociali, alle marce settimanali di neo-nazi sotto gli occhi di tutt*, deve portarci ad aprire verso l’esterno, essere visibili e unite. Imparare a lavorare insieme, in rete.

Barbara Mazzotti per RQAC


Eco, per queste cose viene criticata Ungheria e Viktor Orban e io ovviamente sono solo fiera di lui, e spero che vincerà le elezioni in aprile.

« Ultima modifica: Marzo 04, 2014, 13:37:20 pm da Abraxas »

Offline Stendardo

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Re:Se questo è un uomo, Ungheria 2013
« Risposta #64 il: Marzo 04, 2014, 13:59:37 pm »
Ricordo a tutti che l'Ungheria di Viktor Orban ha rifiutato la vergognosa Convenzione di Istanbul votata invece in Italia anche dal Movimento 5 Stelle !
L'articolo femminista che hai pubblicato si spiega col fatto che dopo che Viktor Orban è stato democraticamente eletto dal popolo in Ungheria (al contrario di quanto accade qui nella "democraticissima" Italia con i governi fantoccio di Monti , Letta e Renzi che non sono stati eletti da nessuno ma sono espressione delle oligarchie finanziarie internazionali) , le femministe si sono subito preoccupate che anche in altre nazioni d'Europa potessero essere democraticamente eletti persone come Viktor Orban .
Dunque attualmente , gli euroburocrati dell'Unione Europea , il Fondo Montario Internazionale , gli Stati Uniti d'America , il femminismo e le massoneria internazionale stanno tutti sferrando un poderoso attacco concentrico dall'interno e dall'esterno contro l'Ungheria e questo perchè nelle loro menti obnubilate ogni forma possibile di resistenza al dominio della finanza internazionale , delle lobby glbt e del femminismo deve essere implacabilmente distrutto .
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Offline Vicus

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Re:Se questo è un uomo, Ungheria 2013
« Risposta #65 il: Marzo 04, 2014, 14:11:01 pm »
allora non disprezzate neanche voi altri paesi e altre nazioni.
Bene. Vediamo ora chi ha più sale in zucca e sa argomentare civilmente senza provocare o raccogliere provocazioni.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Lucia

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Re:Se questo è un uomo, Ungheria 2013
« Risposta #66 il: Marzo 06, 2014, 10:27:58 am »
In Italia ho conosciuto di più sulla storia reale della Transilvania e dei ungheresi  di quanto ho conosciuto in Romania.
Stranamente agli italiani (persone che ho avuto fortuna di incontrare e libri che ho letto) li devo il mio nazionalismo ungherese, li sono riconoscente.  :)

Poi ci sono anche quelli che conoscono solo la Cicciolina e per loro Ungheria finisce là.

Orban può ancora diventare un dittatore, io non idealizzo la natura umana, ma per ora mi ricorda il fatto che gli ungheresi sono stati i primi a ribellarsi anche al regime comunista nel 1956, che hanno affrontato l'Impero asburgico e i russi nel 1848 (e hanno perso tutte le due volte ma  :dry: adesso provocano l'UE, che sa come manipolare la massmedia) insomma è coraggioso.

Offline ilmarmocchio

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Re:Se questo è un uomo, Ungheria 2013
« Risposta #67 il: Marzo 06, 2014, 14:58:57 pm »
In Italia ho conosciuto di più sulla storia reale della Transilvania e dei ungheresi  di quanto ho conosciuto in Romania.
Stranamente agli italiani (persone che ho avuto fortuna di incontrare e libri che ho letto) li devo il mio nazionalismo ungherese, li sono riconoscente.  :)

Poi ci sono anche quelli che conoscono solo la Cicciolina e per loro Ungheria finisce là.

Orban può ancora diventare un dittatore, io non idealizzo la natura umana, ma per ora mi ricorda il fatto che gli ungheresi sono stati i primi a ribellarsi anche al regime comunista nel 1956, che hanno affrontato l'Impero asburgico e i russi nel 1848 (e hanno perso tutte le due volte ma  :dry: adesso provocano l'UE, che sa come manipolare la massmedia) insomma è coraggioso.

quello che hai scritto è vero e, riguardo all'insurrezione del 1956, noi abbiamo un PdR di cui dobbiamo vergognarci.
il tuo avatar è Orban ?

Online Frank

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Re:Se questo è un uomo, Ungheria 2013
« Risposta #68 il: Marzo 06, 2014, 15:14:49 pm »
E per inciso mi dà molto fastidio quando gli italiani stessi denigrano in lungo e largo tutto quello che abbiamo, perché implicitamente è proprio questo che permette a tutti di spalare quanto più letame possibile su ogni cosa.

Esattamente, infatti gli italiani, nella maggior parte dei casi, e soprattutto se uomini, godono un mondo nel mettere in evidenza solo i lati negativi del proprio Paese, che indubbiamente esistono e son pure parecchi, ma si guardano bene dal metterne in evidenza anche i lati positivi. Non solo: se alcuni provano a contestare ciò, come ho fatto io, son gli stessi italiani a darti addosso per primi e a considerati un "frustrato", sia nella vita reale che in quella virtuale (cioè, soprattutto in quella virtuale, dove fisicamente non si rischia nulla...). Nei fatti siamo (cioè, sono...) un popolo disfattista e fortemente disgregato, che per molti aspetti ha quello che si merita, visto e considerato che il cittadino medio non ha il minimo senso di appartenenza al proprio Paese, contrariamente agli stranieri che vivono in Italia o altrove.

Online Frank

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Re:Se questo è un uomo, Ungheria 2013
« Risposta #69 il: Marzo 06, 2014, 15:20:21 pm »
Io non ho nulla di cui vergognarmi dalla storia dell'Ungheria.

Per quanto mi riguarda nemmeno io ho nulla di cui vergognarmi della storia dell' Italia, al contrario di tanti altri italiani che "sentono" il peso delle malefatte (sia vere che presunte) di chi li ha preceduti.
Figurati.

Offline Artemisia Gentileschi

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Re:Se questo è un uomo, Ungheria 2013
« Risposta #70 il: Marzo 06, 2014, 18:03:33 pm »
Abraxas io penso che nessuno si debba vergognare delle proprie origini, ci mancherebbe. E mantenere la propria identità culturale all'estero è normalissimo. Mi stupisce chi non lo fa.

Personalmente - e lo dico per esperienza - ho sempre reputato una ricchezza soggiornare in un paese diverso, ma penso che in Italia questa ricchezza sia forse più accentuata che altrove. 

Lo vedo con mio marito che, da straniero, lavora qui e non è mai incorso in episodi di razzismo, al contrario di quello che accadeva a me all'estero.

E poi forse io sono di parte. Il mio lavoro consiste principalmente nel trasmettere il patrimonio artistico e culturale della mia regione e non faccio altro che sfatare pregiudizi ed inculcare alla gente (italiani inclusi) ad apprezzare ciò che abbiamo.

L'ultima è proprio di questa settimana in cui ho avuto un gruppo di italiani (e non giovani studenti) che non aveva la più pallida idea del Risorgimento e quando ho fatto notare che personaggi come Mazzini, Mameli, Novaro, Ruffini fossero nati a Genova mi hanno guardato come se stessi recitando l'inno di Italia al contrario.
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Offline Vicus

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Re:Se questo è un uomo, Ungheria 2013
« Risposta #71 il: Marzo 06, 2014, 18:14:14 pm »
Esattamente, infatti gli italiani, nella maggior parte dei casi, e soprattutto se uomini, godono un mondo nel mettere in evidenza solo i lati negativi del proprio Paese, che indubbiamente esistono e son pure parecchi, ma si guardano bene dal metterne in evidenza anche i lati positivi. Non solo: se alcuni provano a contestare ciò, come ho fatto io, son gli stessi italiani a darti addosso per primi e a considerati un "frustrato", sia nella vita reale che in quella virtuale (cioè, soprattutto in quella virtuale, dove fisicamente non si rischia nulla...). Nei fatti siamo (cioè, sono...) un popolo disfattista e fortemente disgregato, che per molti aspetti ha quello che si merita, visto e considerato che il cittadino medio non ha il minimo senso di appartenenza al proprio Paese, contrariamente agli stranieri che vivono in Italia o altrove.
Direi che il senso di appartenenza si manifesta con i fatti prima che con le parole. L'identità culturale italiana si basa sulla lingua, i monumenti e la storia, più che sulle istituzioni.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Lucia

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Re:Se questo è un uomo, Ungheria 2013
« Risposta #72 il: Marzo 07, 2014, 11:20:00 am »
Però anche la maggior parte di morti bianche e false accuse di stupro in Italia hanno come vittime gli uomini stranieri.

Poi se provo vederlo con occhio maschile, gli uomini dell'est possono essere arrabbiati con voi in generale se lo sono anche perché gli italiani hanno sposato troppe donne dei loro paesi. Molti matrimoni o fidanzamenti sono stati rotti per colpa di un italiano che diceva meglio bugie (forse).  Conosco chi si è suicidato perché lei lo ha lasciato per un italiano, conosco chi vive in Italia solo in attesa che la ex moglie che è andata con l'italiano torna da lui.
Non sono da prendere in giro o darli la colpa se non li siete troppo simpatici.


Online Cassiodoro

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Re:Se questo è un uomo, Ungheria 2013
« Risposta #73 il: Marzo 07, 2014, 14:31:33 pm »
Però anche la maggior parte di morti bianche e false accuse di stupro in Italia hanno come vittime gli uomini stranieri.
Non mi sembra che le statistiche possano confermare questa tua affermazione, tu hai qualche numero preciso?
Poi se provo vederlo con occhio maschile, gli uomini dell'est possono essere arrabbiati con voi in generale se lo sono anche perché gli italiani hanno sposato troppe donne dei loro paesi. Molti matrimoni o fidanzamenti sono stati rotti per colpa di un italiano che diceva meglio bugie (forse).  Conosco chi si è suicidato perché lei lo ha lasciato per un italiano, conosco chi vive in Italia solo in attesa che la ex moglie che è andata con l'italiano torna da lui.
Mi troppo spesso e da molti anni a Togliatti, la citta russa più "italianizzata", non solo nel nome, in cui gli Italiani da più di 40 anni sposano, trombano, mentono e fanno altre cose che tu hai elencato, ma ti posso assicurare che l'Italiano, in generale, e l'Italia sono sempre ai massimi livelli di benevolenza, simpatia  ed ammirazione tra l'intera popolazione della città, sia maschile che femminile.
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Offline Lucia

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Re:Se questo è un uomo, Ungheria 2013
« Risposta #74 il: Marzo 07, 2014, 14:53:52 pm »
Non mi sembra che le statistiche possano confermare questa tua affermazione, tu hai qualche numero preciso?

Perché esistono statistiche su stupri falsi?  :unsure:
Forse ho avuto questa impressione solo perché quelli mi interessavano di più, una della armi dei xenofobi è dire che siamo stupratori. E io prima non ci ho mai pensato che queste potrebbero essere accuse inventate, perché solo accuse troppo gravi.


Citazione
Mi troppo spesso e da molti anni a Togliatti, la citta russa più "italianizzata", non solo nel nome, in cui gli Italiani da più di 40 anni sposano, trombano, mentono e fanno altre cose che tu hai elencato, ma ti posso assicurare che l'Italiano, in generale, e l'Italia sono sempre ai massimi livelli di benevolenza, simpatia  ed ammirazione tra l'intera popolazione della città, sia maschile che femminile.

Frank e non solo lui si lamentava che gli immigrati dell'est nella sua città probabilmente hanno atteggiamenti altezzosi con gli italiani. Ho pensato che la mia ipotesi potrebbe essere una risposta.