Fonte :
http://www.ilgiornaleditalia.org/news/da-roma--dal-lazio/849623/Abortisce-in-ospedale--ma-espelle.htmlLa triste vicenda
24/10/2013 10:13
Abortisce in ospedale, ma espelle il feto nella doccia
Sulla vicenda indaga la Procura di Roma. Episodio simile nel gennaio dello scorso anno
Vergognosa vicenda accaduta ad una 38enne operata al San Camillo di Roma
Dopo aver saputo dal medico che il figlio tenuto in grembo era affetto dalla sindrome di down, per Stefania sono trascorse giornate difficili. Ha riflettuto a lungo, ha pianto, e alla fine ha deciso: non avrebbe portato avanti la gravidanza. Per abortire, si è quindi rivolta all’ospedale San Camillo di Roma. Si fa forza e sostiene l’aborto terapeutico. Poi, come da norma quando l’intervento è concluso, viene dimessa e mandata a casa.
Stefania M, 38 anni, sperava di trascorrere i giorni successivi all’operazione nel tentativo di riprendersi da una notizia e un gesto che l’hanno provata enormemente. E invece no. Prima arriva una febbre alta che non sembra intenzionata a passare, poi forti dolori in tutto il corpo e grossi problemi di deambulazione. Il 26 agosto, a dieci giorni dall’intervento, la donna subisce una consistente perdita ematica e, entrando nella doccia, accade l’imprevedibile: perde il feto che cade a terra ai suoi piedi. Il marito la trova accasciata in forte stato di choc.
Il legale della donna riferisce che appena accaduto l’incidente, “Stefania è stata immediatamente accompagnata al Pronto Soccorso di Ostetricia e Ginecologia del Policlinico Gemelli di Roma, dove è stata sottoposta ad un nuovo intervento di revisione della cavità uterina”. Subito dopo la denuncia, il Sostituto Procuratore Carla Canaia ha disposto il sequestro lampo della cartella clinica, mentre il feto – ha riferito ancora il legale della vittima- è stato mandato nel reparto di Anatomia patologica del Gemelli, sul quale è stato effettuato un esame istologico: era di 5,5 centimetri con porzioni di cordone ombelicale”.
Secondo l’avvocato, quello accaduto alla sua cliente “non è il primo caso di aborto sbagliato. Un altro caso simile aveva già coinvolto un anno fa lo stesso reparto dell'Ospedale San Camillo di Roma”. Un episodio identico a quello di Stefania, tranne che nella tempistica. Il 25 gennaio 2012, infatti, una donna di 24 anni decide di abortire perché il feto sarebbe nato con una grave malformazione. Dopo l'intervento la paziente viene dimessa ma il giorno successivo si ritrova negli slip il feto che non era stato aspirato.
Roba dell’altro mondo. Su quanto accaduto a Stefania farà luce la magistratura, tuttavia una domanda è legittima: è normale che, in un Paese che si professa libero e civile, una donna che decide di abortire debba subire questo martirio fisico e morale? Al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, l’ardua risposta.
Giorgio Musumeci