Fonte :
http://www.tempi.it/chi-e-inna-shevchenko-la-leader-delle-femen-che-da-oggi-predica-il-sex-tremismo-dal-sito-di-repubblica Chi è Inna Shevchenko, la leader delle Femen che da oggi predica il sex-tremismo dal sito di Repubblica
ottobre 24, 2013Redazione
Il primo post della femminista in topless per l’Huffington Post sembra un annuncio erotico: «Vi avverto che saremo molto stimolanti!». Del resto il movimento è nato per questo
Inna Shevchenko, fondatrice e leader delle Femen, ha inaugurato un blog per l’Huffington Post Italia. Nel suo primo post – reso in un italiano a dirla tutta un poco sgangherato – la signora ricorda ai lettori del Belpaese innanzitutto le “coraggiose” imprese che hanno reso famose nel mondo le femministe in topless:
«Siamo quelle che hanno fatto leggere a Berlusconi la parola “basta!” scritta sui nostri seni nudi, prima delle ultime elezioni in Italia. Siamo quelle che hanno fatto sentire a Putin voci di donne che urlavano “Fanculo la dittatura!” durante una delle sue visite ufficiali in Europa. Siamo quelle che hanno disturbato la messa domenicale di Papa Benedetto XVI con lo slogan “Omofobo, stai zitto!” in Vaticano. Siamo le soldatesse nude del femminismo. Siamo le Femen, la nostra tattica è il “sex-tremismo”».
Poi spiega l’estrema pericolosità del “metodo Femen” per i governi e i matusa:
«Prima di dare vita al movimento internazionale Femen, sono scappata dalla dittatoriale Ucraina dopo che ero stata cercata e trattata come una criminale per la mia attività con le Femen. Pensavo a come il sistema patriarcale debba essere impaurito dalle Femen, perché ha dato l’ordine di arrestarci, di accusarci, di picchiarci, o addirittura ucciderci (come è quasi successo a me e a due altre sex-tremiste a Minsk, Bielorussia, nel 2011). E perché? Perché mostravamo i nostri seni! È perché infrangiamo il loro sistema con i nostri seni! I nostri seni sono politicamente aggressivi per il mondo maschile ma non sono più passivamente sotto il suo controllo».
Femen aggrediscono arcivescovo Bruxelles
Infine, virando verso uno stile letterario meno drammatico e più promozionale, diciamo pure da réclame erotica, la sex-tremista annuncia lo sbarco del movimento in Gran Bretagna:
«Femen è in Ucraina, Francia, Spagna, Germania, Olanda, Svezia, Danimarca, Canada, Messico, Tunisia. E stiamo venendo in Gran Bretagna. (…) Ora, ancor più donne britanniche saranno addestrate e preparate come sex-tremiste. Le strade di Londra saranno occupate dai nostri corpi nudi, colorati dalle nostre rivendicazioni politiche e le nostre corone di fiori colorati. Il femminismo sta tornando sulle strade. Le “suffragette” vengono rimpiazzate dalle Femen! Vi avverto che saremo estremamente provocatorie, inusualmente politically incorrect, anormalmente coraggiose, accuratamente esigenti e molto stimolanti!».
Come ormai tutti sanno – soprattutto grazie ai fotografi che solitamente accorrono numerosi alle scomodissime performance delle femministe in topless – le Femen sono pronte a manifestare in ogni momento per qualunque causa anche solo vagamente “democratica”, dalla libertà di espressione ai diritti delle donne fino a quelli degli omosessuali, va bene tutto, sempre che sia facilmente commercializzabile tramite qualche paio di tette nude. Meglio ancora se c’è la possibilità di prendersela con la religione, magari anche spruzzando con coraggio l’acqua santa al pericolosissimo arcivescovo di Bruxelles, o lanciandogli addosso le torte. In fondo basta stare attente a non offendere gli islamici (ricordate le patetiche scuse pubbliche della stessa Shevchenko dopo una battuta un po’ eccessiva sul Ramadan?).
Era inevitabile che un movimento del genere diventasse un mito per la Francia di Hollande, che addirittura alla nuova blogger in topless dell’Huffington Post si è ispirata per rimodernare l’icona della Marianna repubblicana. Appare tuttavia paradossale che una testata del gruppo di Repubblica, sempre in prima linea nella battaglia per la dignità della donna, decida di ingaggiare Inna Shevchenko proprio adesso che un clamoroso documentario di Kytti Green ha dimostrato come le Femen «non sono in realtà quelle guerriere del femminismo che dicono di essere, ma piuttosto delle vittime di quello stesso maschilismo che giurano di combattere». E tra l’altro, somma ironia, sono pilotate da un uomo, Viktor Svyatski, il quale confessa: «Gli uomini fanno di tutto per il sesso: io ho creato il gruppo per avere delle donne». Fonte: Repubblica.
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