Fonte :
http://www.ilgiornaleditalia.org/news/politica/849780/I-trucchetti-della-Boldrini.htmlPolitica e dintorni
31/10/2013 07:59
I trucchetti della Boldrini
Per la terza carica dello Stato uno... svarione dietro l'altro
Il giardino della villa di famiglia con i soldi del Viminale? Poi però non paga nessuno. E intanto lascia un Premio Nobel a fare anticamera
E’ una Laura Boldrini tutta d’oro, che luccica, sì. Ma con i soldi nostri, dei contribuenti. Dopo l’appalto di circa 4 milioni di euro per il sito internet di Montecitorio, la Gold-Rini ci ricasca. Dal web, al giardinaggio. Siepi, reti, pali per la villa di famiglia a Mergo (Ancona), lì dove vive suo fratello, con una fattura che doveva essere intestata al Viminale e che, poi, è rimasta sospesa e impagata. A rivelarlo, il Tempo.
Un’imbeccata arrivata al quotidiano romano direttamente via telefono. L’interlocutore? Anonimo, marchigiano. Un’indiscrezione che trova presto conferme nel piccolo comune della provincia di Ancona. Dove gli abitanti invitano i cronisti del giornale fondato da Roberto Angiolillo, ad andare a chiedere lumi al vivaio di zona che avrebbe portato a termine il montaggio delle piante sintetiche sul perimetro dell’abitazione. Un capannone con furgoni parcheggiati, vicinissimo alla reggia della famiglia Boldrini, pieno di rami da gettare. Alla porta d’ingresso, il titolare dell’azienda. Che come sente pronunciare “Boldrini”, decide di vuotare il sacco e raccontare tutto. “I lavori li abbiamo fatti noi, ma nessuno ci ha ancora pagato. La fattura è in sospensione, mi avevano detto di intestarla al Viminale, ma poi non se ne fece niente. Nessuno si è fatto più vivo. Io non so chi mi darà quei soldi, ma penso che sarebbe giusto che mi arrivassero dalla Boldrini, con il denaro suo e non di altri. I contribuenti hanno ragione a lamentarsi. Non so come andrà a finire, so solo che aspetto quei ‘piccioli’ da agosto. E intanto noi saremmo costretti pure a pagarci l’Iva”. Come dire: oltre il danno, la beffa. Dal Viminale e dalla Boldrini, naturalmente, scena muta.
Quell’oasi verde, con un panorama incantevole e una vista mozzafiato, lì dove l’esponente di Sel fa capolino ogni volta che ne ha la possibilità, è stata allestita con siepi sintetiche e un bellissimo recinto. “A gratis”, come si dice a Roma. I 4.360 euro, al vivaio “Natura Garden” ancora non sono stati versati. Ed è una vergogna. Anzi, una doppia vergogna. Perché quei soldi dovevano arrivare dal Viminale. Ma che schifezza è questa? Tante, adesso, le cose certe. La prima è che il vivaio in questione per la famiglia Boldrini non lavorerà più. Non per scelta sua naturalmente. Dal titolare dell’azienda non sono arrivate offese, ma constatazioni puntuali. E adesso cosa farà la Presidente della Camera, invierà la polizia postale anche al “Natura Garden” di Mergo? Perché, ormai è noto a tutti, chi prova a contestarla finisce indagato o con un “Daspo” di 3 anni. L’esponente di Sel ha le braccia corte. “Le fresche tue, coi soldi miei”, recitava un antico detto romano. Ma le piace il lusso: chiamala scema.
Oltre ad essere corta di manica, la terza carica dello Stato risulta anche sgradevole e poco ospitale. Non capita tutti i giorni di vedere un premio Nobel per la pace fare anticamera al piano nobile di Montecitorio. Lì, proprio fuori dallo studio di Laura Boldrini. E’ successo lo scorso pomeriggio ad Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace nel 1991, presidente della Lega Nazionale per la democrazia birmana, giunta per la prima – e probabilmente anche ultima – volta in Italia in visita ufficiale. A rivelarlo, l’Espresso. Tutti i presenti nel salottino adiacente alla stanza presidenziale hanno vissuto con imbarazzo quei minuti (circa dieci) che sembravano non finire mai. Elegante, paziente e soprattutto educata, la politica birmana, tra uno scambio di battute con la sua traduttrice, non ha potuto però fare a meno di dare un’occhiata al suo orologio. La Boldrini non aveva alcun altro appuntamento – è bene specificarlo - era solo impegnata a dialogare con i suoi collaboratori. Questo succede solo in Italia, Paese incivile. E qui non possiamo certamente parlare di gaffe o fraintendimento, ma di maleducazione. Le regole del galateo istituzionale alla Boldrini probabilmente non le hanno spiegate.
Federico Colosimo