Autore Topic: Reincarnazione di Gesų Cristo in giappone e orrori giapponesi  (Letto 1466 volte)

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Offline Salar de Uyuni

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Reincarnazione di Gesų Cristo in giappone e orrori giapponesi
« il: Febbraio 15, 2010, 04:54:43 am »
Reincarnazione di Gesu' Cristo in Giappone?
 8 giugno 2004

Masuda Shiro (piu' tardi Amakusa Shiro Dayu Tokisada) naque a Konoura  nel 1622 come quarto figlio di Masuda Jinbei, un ronin (samurai senza padrone) che viveva a Oyano sull'isola di Amakusa (nord-ovest di Kyushu). I tre fratelli maggiori morirono prematuramente e come unico figlio maschio (aveva una sorella maggiore di nome Fuku e una sorella minore di nome Man) fu cresciuto con molte attenzioni. Sin da piccolissimo riconosciuto come un bambino prodigio. A 4 anni recito' in pubblico la difficile Keisho cinese (letteratura fondamentale del confucianesimo) sorprendendo il pubblico presente. A soli 12 anni ando' da solo a Nagasaki per imparare e studiare duramente per diventare un medico lavorando da un mercante cinese. Oltre alle qualita' intellettuali si dice che era un giovane dall'aspetto "angelico".
 

Gesu' Cristo non ha specificato dove e quando fara' la sua seconda venuta ma non abbiamo una buona ragione per pensare che non possa rinascere in Giappone oppure in qualsiasi altro paese.
Un giovane ragazzo con il viso di un angelo, un cristiano che faceva miracoli ed era capo spirituale della sua gente. Chi era colui che a soli 16 anni era comandante in capo di un esercito di 40.000 uomini pronti a morire per la sua religione?
Molti lo chiamarono il Messiah e le sue azioni si svolsero nel Giappone degli anni 1630. Il suo vero nome era Shiro Masuda ma durante i suoi ultimi 5 anni di vita veniva chiamato Shiro Amakusa. Amakusa era il nome di un arcipelago nel mare del Kyushu occidentale. Shiro veniva da una di queste isolette dove il cristianesimo era la religione piu' diffusa.
Nel 1549 tre gesuiti arrivarono a Kagoshima, uno di questi era Francis Xavier, e a loro va il credito per aver portato il cristianesimo in Giappone. Il loro lavoro, e di quello svolto da altri missionari arrivati in seguito, porto' ad avere 150.000 convertiti nel 1582. Nel 1635, anno di grandi repressioni, il numero dei convertiti pare essere tra i 200.000 e 300.000 e tra essi vi erano Daimyo, generali e persone di cultura.
Diversi fattori devono essere comunque considerati in connessione con questi numeri.
Primo, certe similitudini (candele, immagini, rosari, incenso, processioni e teste rasate dei preti) tra il Cristianesimo e il Buddhismo fece pensare a molti giapponesi che la nuova religione non era altro che una nuova setta del Buddhismo e come tale aveva l'approvazione di mille anni di usanze e famigliarita'.
Secondo, i giapponesi ben presto notarono che mercanti con oggetti esotici e armi da fuoco spesso accompagnavano i preti. I tanti che desideravano fare scambi pensavano che dare un caloroso benvenuto alla parte religiosa avrebbe portato alla parte economica un reciproco guadagno.
Terzo, i preti intensificarono i loro sforzi sui capi feudali i quali, se convertiti, talvolta ordinavano i loro sudditi a convertirsi in massa (e se non soddisfatti dei benefici economici e spirituali con altrettanta facilita' ordinavano i loro sudditi di ridiventare buddhisti).
Quarto, molti missionari hanno assistito con cure mediche molti convertiti delle classi sociali basse.
Ultimo, il momento era ideale in quanto Nobunaga Oda (1543-1582) era impegnato nell'unificare il paese e vedeva nella religione cristiana un'arma da usare contro i monasteri buddhisti a e vicino Kyoto.
Nonostante il suo successore Hideyoshi Toyotomi fu prima tollerante verso la nuova religione, la sua benevolenza si trasformo' in sfiducia quando alcuni mercanti protestanti inglesi e olandesi gli comunicarono che i missionari cattolici erano complici dei soldati spagnoli che vorranno, come nel caso del Messico e delle Filippine, conquistare mentre i preti convertono.
Nel 1587 emano' un editto per proibire il cristianesimo ma non fece molto per metterlo in atto fino a 10 anni dopo quando fece crocifiggere nove missionari cattolici e diciasette convertiti giapponesi.
Hideyoshi mori prima di poter completare la sua intenzione di eliminare il cristianesimo. Anche il suo successore Yeyasu Tokugawa fu dapprima tollerante ma poi inizio' con una serie di misure repressive che culminarono nel massacro di 37.000 convertiti a Shimabara nel 1638. Alcune autorita' sostengono che la ribellione sia frutto non solo della repressione religiosa ma anche a causa delle agitazioni politiche ed economiche; che semplicemente ebbe luogo in una zona dove vivevano molti cristiani.
In ogni caso, la ribellione porto' all'espulsione di tutti i missionari, assoluto divieto di qualsiasi attivita' cristiana e la chiusura del Giappone dal resto del mondo (ad eccezione di pochi mercanti non-cattolici sull'isola di Dejima a Nagasaki) per oltre 200 anni.
Il Cristianesimo in Giappone, da allora, non si e' piu' rimesso.
Nonostante i motivi per cui molti giapponesi si siano convertiti negli anni tra il 1549 e 1638 possono essere messi in discussione, non c'e' dubbio che alcuni di loro avevano una fede ferrea. Un mese dopo la costruzione di una chiesa cattolica a Nagasaki nel 1865, 4000 cristiani giapponesi dal vicino villaggio di Urakami svelarono al prete che loro (e i loro avi) hanno segretamente mantenuto la fede per 230 anni.
Anche se il Giappone stava per aprirsi verso l'Occidente, le leggi contro il Cristianesimo erano ancora in atto e lo shogunato Tokugawa arresto' tutti i 4000 fedeli e li mise in esilio su un'isola isolata. Fortunatamente lo shogunato crollo' prima di combinare altri danni. Ironicamente questa stessa chiesa incontro' la completa distruzione a causa dello sgancio della bomba atomica su Nagasaki nell'agosto del 1945.
Storie parlano delle forze miracolose di Shiro Amakusa (nome cristiano: Jerome). Si dice che poteva chiamare uccelli in volo tre le sue mani, correre sulle acque del mare e una volta trapasso' una croce di fuoco che usciva dalle onde del mare. Fu cosi che nonostante fosse solo quindicenne, i cristiani del luogo lo definivano come la reincarnazione di Cristo.
Nel distretto cristiano di Shimabara e sulle isole di Amakusa, i contadini pregavano soccorso alle loro situazioni disperate. I raccolti erano scarsi nel Kyushu dopo il 1634 con un vero e proprio disastro nel 1637. Erano ridotti a mangiare letteralmente fango e paglia. Invece di diminuire le tasse, diversi daimyo sembravano pensare che "piu' gli spremi e piu' olio daranno". A questo si aggiungeva il fatto che il governo aveva cominciato a seguire le leggi anti-cristiane. Come prova per assicurarsi le inclinazioni religiose di una persona si faceva uso del fumi-e (immagine sacra) che si doveva calpestare. Non calpestando l'immagine significava essere cristiano e in quanto tale soggetto a condanne.
Questo era solo l'inizio e molte altre forme di tortura furono introdotte: sfigurare il viso, buca di serpenti, messi al rogo ancora vivi, crocifissione e amputazione degli arti con canne di bambu. Contadini che si rifiutavano di rinunciare alla religione cristiana venivano immersi nelle caldissime acque delle terme di Unzen dove morivano lentamente... bollendo. Un altro caso estremo fu quello della moglie incinta messa in una vasca di acqua fredda per sette giorni consecutivi dove mori' per esposizione prolungata al freddo, ma non prima di aver dato alla luce il bambino sotto acqua.
Un daimyo di nome Matsukura escogito' un tipo di tortura del tutto particolare chiamato mino-odori. Mino era il nome usato per l'impermeabile di paglia usato dai contadini e odori significa danza. L'idea era di vestire il malcapitato con questo impermeabile, cospargerlo con l'olio usato per le lampade e dargli fuoco. Le tormenta e le contorsioni della vittima (che da l' a poco morira') ricordavano una danza.
Matsukura si divertiva ad avere questi "spettacoli" subito dopo il tramonto in quanto davano l'illusione di essere dei fuochi d'artificio.
Questo abuso religioso era accompagnato da tassazioni e punizioni sempre piu' pesanti: tasse sul riso, sul bestiame e tasse per ogni morte o nascita.
Nel dicembre del 1637, la giovane figlia del capo-villaggio fu presa in custodia e appesa a testa all'ingiu' completamente nuda per poi essere timbrata con ferri ardenti. nessuna parte del corpo fu risparmiata.
Suo padre pensava che la figlia fosse presa in custodia finche' non riuscira' a pagare i debiti ma quando scopri che la figlia era morte per le scottature ando' fuori di senno e uccise l'ufficiale giudiziario. La morte di quest'ultimo convinse i vicini che l'intero villaggio potrebbe essere annientato come punizione e decisero che non vorranno piu' accettare passivamente i sopprusi.
Si pensa che questo incidente sia stato da molla per la ribellione di Shimabara (Shimabara no ran). La ribellione ebbe inizio il 17 dicembre del 1637 e si allargo' per la penisola di Shimabara e le isole di Amakusa.
Subito il giovane Shiro Amakusa fu preso come leader della ribellione. Era un bravo predicatore, aveva fatto miracoli, era bello e la sua condotta cristiana e devozione per Cristo era impeccabile.
Ma non aveva addestramento militare o esperienza sui campi di battaglia e alcuni vorranno dubitare che possa condurre 40.000 uomini verso una vittoria. Si ipotizzava la creazione di un concilio di 5 o 6 ex-samurai che condurranno le azioni militari seguendo comunque le direttive del "giovane dai poteri divini". Poco si sa con certezza in quanto numerosi documenti vennero distrutti con la sconfitta e l'incendio del castello. Comunque sia, i rivoluzionari cristiani accettarono in massa l'angelico Shiro come loro salvatore e leader.
La rivolta si allargo' e al richiamo alle armi di Shiro, i cristiani correvano al castello di Shimabara.
Le forze shogunali arano sotto il comando del gnerale Itakura che durante il conflitto introdusse un nuovo tipo di ferocia. Quando catturava bambini ribelli li brucio' vivi legati a dei pali. Questo non fece altro che aumentare le ostilita' da parte dei ribelli adulti. Nella parte iniziale del conflitto, le truppe di Shiro Amakusa vincevano battaglie su battaglie nonostante armate unicamente con lance e falci. Con ogni sconfitta delle odiate truppe shogunali, i ribelli poterono impadronirsi di molte armi da fuoco aumentando ancora maggiormente il numero di vittorie.
Un motivo per le vittorie iniziali poteva essere anche il fatto che le battaglie avvenivano lontane dalla capitale Edo e ci volevano 16 giorni per raggiungerla. L'assedio al castello continuava. A marzo il numero dei soldati del governo aveva raggiunto e oltrepassato le centomila unita' e altre stavano per arrivare.
Le provviste all'interno del castello stavano scarseggiando. Il 4 aprile, il giovane Shiro comando' un'azione militare (per rifornimento viveri) nel campo del governo che stava fuori dal castello. Fu una vittoria ma circa 300 ribelli rimasero uccisi. Quando i loro stomaci furono aperti si scopri che la maggior parte di loro vivevano mangiando alghe e orzo. Questo fece capire al generale Itakura che la vittoria era ormai vicine e ordino' un attacco per il 12 aprile. Due giorni dopo le difese dei ribelli cominciarono a cedere.
Mentre le forze shogunali si spingevano verso l'interno del castello, queste davano fuoco a tutto cio' che incontravano. Un gran numero di ribelli furono arsi vivi. Quei cristiani non all'interno delle case in fiamme si buttarono all'interno per morire assieme ai loro colleghi e familiari. Si fecero strada per entrare nelle case in fiamme con i loro figli e alzavano le travi in fiamme per fare posto a piu' gente. Un daimyo scriveva che non aveva mai visto una forza simile, neanche tra i samurai:"parole non possono esprimere la mia ammirazione".
Con tutti quei samurai che correvano da tutte le parti decapitando i ribelli che incontravano non c'e' dubbio su chi avrebbe vinto.
La testa di Shiro Amakusa fu portata al kubi-jikkensho, il luogo dove le teste venivano esaminate. Sua madre (il suo nome cristiano era Martha) siedeva li forzata a visionare tutte le teste che passavano. Si rifiutava di credere che suo figlio potesse essere ucciso finche' la testa portata come trofeo da un uomo di Hosokawa le passo' davanti. La testa di Shiro fu portata a Nagasaki per esibizione pubblica. sua madre e tutti i suoi famigliari  furono giustiziati.
Come da istruzioni, molte teste furono montate su canne di bambu e posizionate in un enorme campo vicino al castello. Lasciamo che sia un avvertimento per tutti gli altri disse uno dei daimyo ordinando che le teste vengano lasciate lė finche' corvi e uccelli marini non abbiano divorato tutto fino alle ossa. Fonti ufficiali parlano di 10.869 teste che decoravano la foresta di canne di bambu.
(Questa pare diventera' un'usanza di alcuni generali. Dopo la vittoria di Sekigahara il 21ottobre 1600, il futuro shogun Ieyasu Tokugawa fece posizionare 35.000 teste. Almeno tante, se non di piu', vennero esibite nel 1615 dopo la campagna d'estate (natsu no jin) dove Ieyasu sconfisse Hideyori al castello di Osaka e costrui la "via delle teste".)
Questo bagno di sangue mise la parola fine alla ribellione di Shiro Amakusa e alla venerazione pubblica del Cristianesimo. C'e' chi afferma che oppressioni violente e persecuzioni alla fine vengono sempre non portano a nulla ma in Giappone un tale ottimismo non viene applicato. Il Cristianesimo mai recuperera' dalla sconfitta di Shimabara.

Tratto parzialmente da "Strange but true - Stories from Japan" di Jack Seward.


Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''