Credo che per valutare le nostre priorità si debba andare all’origine della QM: perché sono gli uomini ad essere discriminati anche da parlamenti e tribunali, e non le donne che sarebbero preda più facile?
La motivazione più profonda è probabilmente che rispetto alla donna, l’uomo è più portato a comprendere ed eventualmente mettere in discussione la società in cui si trova; ed è più dotato per eventualmente cambiarla oltre che per trasmettere i valori di una cultura.
Per questo è necessario renderlo inoffensivo ponendolo in un deserto sociale e relazionale, a partire da tutte le difficoltà a costruirsi o mantenere unita una famiglia.
Non è un mistero che la nostra società non ama i legami significativi, le amicizie vere, i posti stabili, i mestieri riconosciuti dai propri pari. Ha bisogno di legami insignificanti, amici virtuali, valutazioni artificiali, posti precari, in modo che l’Homo Oeconomicus sia sempre più malleabile, utilizzabile, delocalizzabile; di fatto produce rapporti umani vacui magari ammantati di pseudo-sociale, relazioni fragili ed egocentriche.
Il mezzo primario per ottenere ciò è creare una dis-società in cui tutti sono in guerra perpetua contro tutti. Una simile collettività è immobilista per definizione e lo stallo è la sua condizione insuperabile e voluta: divide et impera, e non ci sarebbe da stupirsi se dietro il femminismo e il QMismo più oltranzisti ci fosse la stessa mano. Motivo per cui ritengo che, allo stato attuale, per quanti Qmisti possano andare in Parlamento, ci sarà sempre qualcosa che si metterà di traverso quando si tratterà di cambiare concretamente le cose.
In tale contesto la ‘guerra dei sessi’ anche da parte maschile, si inserisce come uno strumento perfettamente funzionale: e si predica ormai anche agli uomini l’avversione per l’altro sesso e il celibato come condizione felice, anche se in realtà rassomiglia a quello delle api operaie in un alveare, magari accompagnato, per chi se lo può permettere, da circenses vari.
Per questo le priorità della QM devono essere innanzitutto in senso costruttivo: invece di fare la guerra alle femministe o dedicarsi a falsi confronti, ricostituire una società vivibile a partire dall’istituzione della famiglia, spezzare la logica dei fronti contrapposti.
È venuto il tempo di venir fuori dal nascondiglio, di farsi coraggio e di agire insieme, per diventare forti agenti di rinnovamento.
C'è bisogno di un'alleanza di spiriti vivi, siano essi ricchi o poveri, di sinistra, di centro o di destra, bianchi, neri o gialli, vecchi o giovani, uomini o donne, cristiani, ebrei, musulmani, buddisti, indù o non credenti, laureati o non, insomma i portatori di valori sani dovrebbero creare la loro contro-cultura.