Fonte :
http://www.ilgiornaleditalia.org/news/da-roma--dal-lazio/849977/Scandalosa-Ravera--Adesso-vada-a.htmlPapaveri e papere
08/11/2013 14:59
Scandalosa Ravera. Adesso vada a casa
Gravissime le affermazioni della scrittrice, assessore alla Cultura del Lazio, sui bambini non nati. Interrogazione di Tarzia e Storace, menntre centinaia di persone e varie associazioni ne chiedono le dimissioni
- in caso di morte intrauterina dopo le 28 settimane di gravidanza, è obbligatorio procedere alla sepoltura, mentre al di sotto di tale età gestazionale, è facoltativo;
- l’art.7 del Decreto Regio 09/07/1939 n.1238 cita testualmente: L’ufficiale dello stato civile forma il solo atto di nascita, se trattasi di bambino nato morto, e fa ciò risultare a margine dell’atto stesso; egli forma anche quello di morte, se trattasi di bambino morto posteriormente alla nascita;
- il bambino nato morto è registrato all’anagrafe nello stato civile ed ha tutti i diritti che spettano ad ogni altro essere umano;
- il bambino nato morto ha, quindi, anche il diritto alla sepoltura e alla cerimonia funebre;
- il D.P.R. 10/09/1990 n.285, non fissa alcun limite di età gestazionale sotto il quale non si possa richiedere la sepoltura del proprio bambino;
- ogni Comune deve dotarsi di adeguati regolamenti di polizia mortuaria che stabiliscano le procedure attuative e indichino dove e come seppellire le spoglie in oggetto;
CONSIDERATO CHE
- in data 4 novembre u.s., l’Assessore alla cultura della Regione Lazio Lidia Ravera, ha usato parole offensive nei confronti di tutte quelle donne che hanno perso un figlio per aborto, dichiarando ad una testata giornalistica telematica quanto segue: “donne che, poiché il corpo ha le sue insondabili leggi, non sono riuscite a portare a termine il loro dovere di animali al servizio della specie”;
- nello stesso articolo l’Assessore ha usato parole denigranti nei confronti di coloro i quali definiscono “bambini” i non nati, definendo questi ultimi “grumi di materia”, irridendo le iniziative poste in essere dal Movimento per la vita e di conseguenza le migliaia di donne impegnate nel volontariato a tutela della maternità;
- a seguito delle sue dichiarazioni, centinaia di genitori, rappresentati dall’Associazione CiaoLapo Onlus, dal Forum Famiglie Lazio e dall’Associazione Quercia Millenaria, hanno interpellato il Presidente della Regione Nicola Zingaretti chiedendo le dimissioni dell’Assessore Ravera;
- Lidia Ravera è un esponente della Giunta e, come tale, anche quando rilascia interviste deve avere sempre presente il suo ruolo istituzionale, che comporta l’assunzione di un atteggiamento attento e responsabile nei confronti di tutte le cittadine e i cittadini del Lazio, rispettoso delle diverse sensibilità che compongono la comunità laziale;
- Lidia Ravera dovrebbe essere a conoscenza che, sul piano scientifico, sin dal concepimento siamo di fronte ad un nuovo individuo della specie umana, con propria identità genetica (DNA) unica ed irripetibile ed autonomia biologica, dunque definire tale soggetto “grumi di cellule” denota profonda ignoranza della materia, inaccettabile da parte di un assessore alla Cultura di una Giunta regionale;
VALUTATO CHE
- il tema dell’aborto e della L.194 è tema delicato e lacerante, che richiede riflessioni ragionate ed approfondite, che incontra nelle persone e nelle Istituzioni sensibilità diverse e proprio per questo non sono ammissibili, da parte di un rappresentante delle Istituzioni, esternazioni ideologiche lanciate sul web;
- da quando è stata approvata la L.194/78 sono stati effettuati più di cinque milioni di aborti e, secondo le stime del Ministero della Salute, gli aborti clandestini si posizionano intorno ai 15.000 l'anno;
- le Istituzioni per prime dovrebbero impegnarsi a mettere in atto un'effettiva tutela sociale della maternità, creando le condizioni culturali, sociali, legislative affinché ogni donna possa essere libera di non abortire;
- i consultori dovrebbero garantire ogni possibilità di aiuto e di sostegno, anche economico, “contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione di gravidanza” (art.2 L.194/78);
INTERROGA
l’Assessore alla Cultura della Regione Lazio Lidia Ravera, affinché riferisca in Aula:
- se intende confermare le succitate dichiarazioni e chiarire all’Aula la propria posizione alla luce delle richieste di dimissioni pervenute da centinaia di cittadini della nostra regione;
- se intende chiedere pubblicamente scusa alle centinaia di genitori offesi dalle sue parole;
- se intende rivedere le sue posizioni sul diritto al seppellimento dei bambini non nati;
- se intende mettere in campo, di concerto con gli altri assessorati della Regione Lazio, azioni concrete di educazione alla vita e sostegno alla maternità.
E' bufera sull'assessore alla Cultura del Lazio, Lidia Ravera, la scrittrice di 'Porci con le ali' - libro cult dei radical-chic di sinistra - che al momento della nomina da parte di Nicola Zingaretti si disse quasi dispiaciuta per il tempo che la carica avrebbe sottratto allo svernare nella sua casa alle Eolie.
La Ravera, che in questi primi mesi di assessorato si è 'distinta' per una pochezza assoluta di iniziatie in un settore che pure dovrebbero conoscere, pochi giorni fa - nel commentare un'iniziativa del sindaco fiorentino Matteo Renzi, si è prodotta in una esternazione offensiva nei confronti di tutte quelle donne che hanno perso un figlio per aborto, dichiarando ad un giornale: “donne che, poiché il corpo ha le sue insondabili leggi, non sono riuscite a portare a termine il loro dovere di animali al servizio della specie”.
Nello stesso articolo, come ricordano Olimpia Tarzia (prima firmataria) e Francesco Storace in una interrogazione presentata oggi al presidente del Consiglio regionale Leodori, l’assessore Ravera ha usato parole denigranti nei confronti di coloro i quali definiscono “bambini” i non nati, definendo questi ultimi “grumi di materia”, irridendo le iniziative poste in essere dal Movimento per la vita e di conseguenza le migliaia di donne impegnate nel volontariato a tutela della maternità.
Dichiarazioni che hanno fatto inorridire centinaia di genitori, rappresentati dall’Associazione CiaoLapo Onlus, dal Forum Famiglie Lazio e dall’Associazione Quercia Millenaria, che hanno interpellato il Presidente della Regione Nicola Zingaretti chiedendo le dimissioni dell’Assessore Ravera. Va anche considerato, infatti, che Lidia Ravera è un esponente della Giunta regionale e, come tale, anche quando rilascia interviste deve avere sempre presente il suo ruolo istituzionale, che comporta l’assunzione di un atteggiamento attento e responsabile nei confronti di tutte le cittadine e i cittadini del Lazio, rispettoso delle diverse sensibilità che compongono la comunità laziale.
Dal punto di vista scientifico, inoltre, Lidia Ravera, si legge ancora nell'interrogazione "dovrebbe essere a conoscenza che, sin dal concepimento siamo di fronte ad un nuovo individuo della specie umana, con propria identità genetica (DNA) unica ed irripetibile ed autonomia biologica, dunque definire tale soggetto “grumi di cellule” denota profonda ignoranza della materia, inaccettabile da parte di un assessore alla Cultura di una Giunta regionale".
A questo punto, la Tarzia e Storace chiedono che l’Assessore alla Cultura riferisca in Aula: se intende confermare le dichiarazioni e chiarire la propria posizione alla luce delle richieste di dimissioni pervenute da centinaia di cittadini della nostra regione; se intende chiedere pubblicamente scusa alle centinaia di genitori offesi dalle sue parole; se intende rivedere le sue posizioni sul diritto al seppellimento dei bambini non nati; se intende mettere in campo, di concerto con gli altri assessorati della Regione Lazio, azioni concrete di educazione alla vita e sostegno alla maternità.
Anche dal Pdl, con Luca Gramazio, è arrivata la richiesta a Zingaretti di sollevare dall’incarico l’assessore Ravera. “Se non lo fa Zingaretti – aggiunge Francesco Storace – formalizzeremo la richiesta di dimissioni con una mozione in aula”
Igor Traboni