Fonte :
http://www.marciaperlavita.it/articoli/lidia-ravera-assessore-alla-crudelta-chiediamo-le-sue-dimissioni/Lidia Ravera, Assessore alla Crudeltà, chiediamo le sue dimissioni
7 novembre 2013
(ciaolapo.it) Oggetto: lettera aperta a Nicola Zingaretti, Presidente della Regione Lazio, con richiesta di dimissioni o revoca dell’Assessore Regionale alla Cultura e alle Politiche Giovanili
Gentile Presidente,
le scriviamo a nome della Associazione CiaoLapo Onlus (
www.ciaolapo.it), una associazione non lucrativa di utilità sociale, apolitica e aconfessionale, che si occupa dal 2007 di tutela della gravidanza a rischio e della salute perinatale.
La nostra Onlus nasce dopo la morte di Lapo, il nostro secondo figlio, a termine di gravidanza per morte endouterina. A seguito di questa triste vicenda, noi, suoi genitori, entrambi medici, ci siamo dovuti scontrare in prima persona con le problematiche che la sanità e la burocrazia italiana pongono davanti agli utenti anche in situazioni di estrema difficoltà come questa. Abbiamo quindi fondato questa associazione nella speranza di poter essere di aiuto ad altri genitori nelle medesime condizioni e di poter incrementare la cultura nazionale sull’argomento, con l’obiettivo di ridurre il più possibile il numero di morti perinatali incrementando la qualità dell’assistenza e di ridurre l’impatto psicologico sui genitori fornendo adeguati strumenti di supporto al lutto.
Da allora la nostra associazione è cresciuta, ha acquisito un ruolo internazionale, e si rapporta oggi con le più importanti realtà mondiali nel settore della salute perinatale. Attualmente CiaoLapo Onlus rappresenta diverse migliaia di genitori italiani che hanno perso un figlio in epoca perinatale (prima della nascita o poco dopo il parto).
Tra le attività che abitualmente realizziamo c’è anche l’assistenza ai genitori di fronte alle difficoltà che spesso si incontrano al momento della sepoltura. Sicuramente saprà che in caso di morte endouterina dopo le 28 settimane di gravidanza, è obbligatorio procedere alla sepoltura, mentre al di sotto di tale età gestazionale, è facoltativo; i genitori, se vogliono, entro 24h possono richiedere la sepoltura, altrimenti l’ospedale procederà allo smaltimento. Si tratta di una legge nazionale e come tale sarebbe auspicabile che venisse rispettata su tutto il territorio italiano. Per adempiere questi atti è evidente che ogni Comune deve dotarsi di adeguati regolamenti di polizia mortuaria che stabiliscano le procedure attuative e indichino dove e come seppellire le spoglie in oggetto. E’ abituale richiesta dei genitori che rappresentiamo anche che la zona preposta a queste sepolture sia chiaramente definita e dignitosamente curata da parte del Comune, in modo che portare il saluto al ricordo del proprio figlio morto in utero non debba trasformarsi in un ulteriore strazio alla vista delle condizioni indegne in cui spesso tali aree cimiteriali versano.
Crediamo che qualunque persona civile non possa che essere d’accordo con quanto esposto, considerando oltretutto ancora una volta, che si tratta di diritti civili riconosciuti dalle nostre leggi nazionali, come da quelle della quasi totalità dei paesi sviluppati.
Purtroppo pare invece che la sig.ra Lidia Ravera, assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili della Sua Giunta Regionale, non la pensi affatto così. Pare anche che la stessa ritenga opportuno rivolgersi ai genitori in lutto, dalle pagine dell’Huffington Post, insultandoli e deridendoli, riferendosi ironicamente a un “diritto di seppellire grumi di materia, chiamandoli bambina e bambino. È uno splatter che ritorna sugli schermi della politica con inquietante regolarità. Il copione è sempre lo stesso: una compassionevole aggressione delle mamme mancate.”
Non entriamo nello specifico di come si possano definire ‘grumi di materia’ prodotti del concepimento che giungono anche oltre le 40 settimane di età gestazionale (nostro figlio pesava ad esempio 3,840 Kg), ci preme invece sottolineare che tali parole raccapriccianti ed offensive non giungono isolate.
Il passaggio più grave e oltraggioso dell’articolo è a nostro parere quello in cui le donne che hanno abortito vengono definite “quelle donne che, poiché il corpo ha le sue insondabili leggi, non sono riuscite a portare a termine il loro dovere di animali al servizio della specie.”
Non intendiamo commentare oltre questa frase; le basti sapere che centinaia di donne dopo averla letta ci hanno scritto disperate, piangenti, ingiuriate e scandalizzate.
Molte di esse si sono anche definite deluse, in quanto conoscevano la sig.ra Ravera come paladina dei diritti della donna e non si spiegano, come noi, come possa invece in questo caso aver calpestato tali diritti in maniera tanto crudele, per di più dalle pagine di un giornale.
Se non avesse letto l’articolo lo può trovare qui
http://www.huffingtonpost.it/lidia-ravera/renzi-approva-il-cimitero-dei-non-nati-un-calcio-alla-194_b_4211225.html La domanda che poniamo a lei è la seguente:
Può una donna delle istituzioni, una rappresentante della Sua Giunta, un Assessore alla Cultura, insultare le donne colpite da aborto o morte endouterina, abbassandole al rango di animali non in grado di portare a termine il loro mero dovere riproduttivo di specie?
Noi pensiamo di no.
Noi pensiamo che la stessa sig.ra Ravera si sarebbe indignata se a proferire tali parole fosse stato qualcun altro.
Noi pensiamo che un Assessore alla Cultura non possa permettersi di esprimersi in tali termini, dalle pagine di un giornale, nei confronti di donne che hanno sofferto e stanno soffrendo, le quali, oltretutto, non hanno affatto fallito nel portare a termine alcun ‘compito da animali’, ma sono invece molto spesso semplicemente malate, portatrici di problematiche di tipo medico, spesso trattabili farmacologicamente o con procedure della moderna ostetricia al fine di affrontare quel problema che si chiama in termini medici semplicemente ‘abortività’ e che merita il rispetto dei cittadini e soprattutto delle Istituzioni.
In virtù di tutto ciò, è nostro profondo convincimento che l’insulto alle donne malate e lo sberleffo ai genitori in lutto perpetrato attraverso la stampa da parte dalla sig.ra Ravera siano incompatibili con l’alto ufficio da lei ricoperto e pertanto Le consigliamo di
chiederne le immediate dimissioni
o, in assenza di queste, revocarle ogni incarico.
Certi di un suo puntuale intervento,
le porgiamo i più distinti saluti.
In rappresentanza dei soci della
Associazione CiaoLapo Onlus
I fondatori
Claudia Ravaldi e Alfredo Vannacci
Lettera aperta scaricabile in pdf a questo link
La lettera è stata inviata al Presidente della Regione Lazio e ai componenti della Giunta Regionale
Sarà inviata anche alle agenzie di stampa e all’Huffington Post, accompagnata da una lettera al Direttore
Vi chiediamo di sostenere l’iniziativa copiando e incollando in una email questo testo (potete personalizzarlo se volete, ma per favore state attenti a non essere offensivi):
Oggetto: Chiediamo le dimissioni dell’Assessore Lidia Ravera
Al Presidente della Regione Lazio
Ai componenti della Giunta Regionale
Io sottoscritto, nome e cognome, sostengo e sottoscrivo la richiesta della Associazione CiaoLapo Onlus di immediate dimissioni dell’Assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili Lidia Ravera. Ho letto quanto da lei scritto sul tema della morte endouterina e del diritto di sepoltura e l’ho trovato offensivo ed incompatibile col ruolo istituzionale ricoperto.
La lettera aperta a cui mi riferisco è questa:
https://www.dropbox.com/s/k2m23u0qjpugz6e/Richiesta%20dimissioni%20Lidia%20Ravera.pdf In fede
Nome e Cognome
Non importa essere genitori in lutto per mandare queste email, basta essere d’accordo con quanto scriviamo. Diffondetela anche tra i vostri conoscenti e fatele spedire anche a loro, se vogliono.
Le email a cui inviarlo (prese dall’elenco pubblico presente sul sito della Regione Lazio) sono: presidente@regione.lazio.it, lravera@regione.lazio.it, msmeriglio@regione.lazio.it, cciminiello@regione.lazio.it, assessoratoumr@regione.lazio.it, sviluppoeconomico@regione.lazio.it, assessore.refrigeri@regione.lazio.it, lvalente@regione.lazio.it, assbilancio@regione.lazio.it, rvisini@regione.lazio.it, dimissioni@ciaolapo.it