Prendo spunto da questa citazione per iniziare un topic sugli uomini.
Uscito dalla propria strada e dai propri istinti, l'uomo è finito in un vicolo cieco.
Ha bruciato le tappe... per raggiungere la propria fine; animale senza avvenire, si è impantanato nel suo ideale, si è perduto nel suo stesso gioco.
Per aver voluto superarsi continuamente, si è paralizzato; e non gli resta altra risorsa che quella di ricapitolare le proprie follie, di espiarle e di commetterne altre...
Ad alcuni, tuttavia, questa stessa risorsa resta preclusa: "Disabituati a essere uomini," essi pensano "apparteniamo ancora a una tribù, a una razza, a una genia qualsivoglia? Finché avevamo ancora il pregiudizio della vita, sposavamo un errore che ci metteva sullo stesso piano con gli altri... Ma noi siamo usciti dalla specie... La chiaroveggenza, spezzando la nostra ossatura, ci ha ridotti a un'esistenza flaccida - marmaglia invertebrata che si stende sulla materia per insozzarla di bava. Eccoci fra i molluschi, eccoci giunti a quel termine ridicolo in cui paghiamo lo scotto di aver fatto cattivo uso delle nostre facoltà e dei nostri sogni... La vita non fu il nostro retaggio: anche nei momenti in cui ne eravamo ebbri, tutte le nostre gioie derivavano dagli slanci che ci trasportavano al di sopra di essa; vendicandosi, essa ci trascina verso i suoi bassifondi: processione dei sotto-uomini verso una sotto-vita..."
Segue.....