Fonte :
http://www.corriere.it/politica/13_novembre_15/cancellieri-ligresti-nuova-telefonata-offensiva-pd-m5s-f7daa236-4dbd-11e3-a50b-09fe1c737ba4.shtmlCancellieri-Ligresti, nuova telefonataOffensiva di Pd e M5S
NEL PD SI RIAPRE IL CASO
Cancellieri-Ligresti, nuova telefonata
Offensiva di Pd e M5S
Nei tabulati la chiamata ad Antonino. La Guardasigilli mercoledì prossimo dovrà affrontare il voto in aula
Caso Ligresti
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Giulia Ligresti intervistata da Bruno Vespa (Imagoeconomica)
ROMA - Anticipato di un giorno, a mercoledì 20 novembre, il voto sulla mozione di sfiducia presentata dal M5S contro il Guardasigilli, Annamaria Cancellieri, che nel corso dell’estate ha tenuto contatti telefonici con la famiglia di Giulia Ligresti, arrestata il 17 luglio insieme alla sorella Jonella e al padre Salvatore con l’accusa di falso in bilancio nella compagnia Fonsai. La procura di Torino ha confermato che non ci sono profili penalmente rilevanti nelle conversazioni avute dal ministro. Ma ora i nuovi tabulati acquisiti dagli investigatori e anticipati da «Repubblica» - che evidenzierebbero altri contatti nel corso dell’estate tra Annamaria Cancellieri e Antonino Ligresti, fratello di Salvatore, e chiamate tra il marito del ministro e lo stesso Antonino - riaprono un caso delicato in Parlamento. Alla Camera, appunto, mercoledì prossimo alle 10.30 si voterà la mozione di sfiducia presentata dai grillini che stavolta potrebbe fare breccia anche in alcuni settori del Pd.
Riesplode la polemica, poi, anche sulla pubblicazione del contenuto di atti giudiziari ancora non a conoscenza delle parti: «C’è la pubblicazione arbitraria di atti coperti da segreto, cosa che costituisce reato ma che i procuratori della Repubblica non perseguiranno», attacca l’Unione delle camere penali.
Dopo la pubblicazione delle prime intercettazioni - in cui si evidenziava l’interesse umano del ministro per lo stato di salute di Giulia Ligresti, figlia di cari amici di famiglia, detenuta nel carcere di Novara - il governo ha fatto quadrato intorno ad Annamaria Cancellieri e ha evitato un voto in Parlamento: dieci giorni fa, infatti, tutto si era risolto con un’informativa del ministro e senza un vero dibattito tra i partiti. Mercoledì prossimo, invece, ci sarà un voto. E Beppe Grillo ha già fiutato l’aria della battaglia che può portare gloria e molti voti se combattuta fino in fondo: «Nella vicenda del ministro Cancellieri - ha detto il leader del M5S a Scansano Jonico (Matera) dove si vota domenica per le regionali - il problema non è lei ma il figlio che è stato pagato per non dire quello che ha visto». In realtà, dalle intercettazioni si evince il contrario perché fu proprio Giulia Ligresti a lamentarsi che Piergiorgio Peluso, manager inviato dalle banche a controllare i conti della compagnia, ma anche amico di famiglia dei Ligresti, non si stava comportando in modo collaborativo.
A «Porta Porta» Bruno Vespa ha intervistato Giulia Ligresti e le ha riproposto la domanda sul suo giudizio poco lusinghiero nei confronti del manager Peluso: «Le intercettazioni sono frammenti di dialoghi, con persone che magari non sono a conoscenza dei fatti e andrebbero inquadrate in un contesto più generale....». Giulia Ligresti è tonata anche parlare della sua condizione di detenuta («E’stata durissima, pensavo di non farcela») e si è detta «dispiaciuta» per i guai che si è attirata addosso il ministro Cancellieri: «Mi dispiace comunque per le persone che mi sono state vicine e che hanno cercato di aiutarmi in un momento di grandissima difficoltà».
Ora, in vista del voto di mercoledì, il Pd si prepara a un’assemblea piuttosto calda convocata dal capogruppo Roberto Speranza: il problema è quello di evitare contraccolpi pericolosi per il governo ma allo stesso tempo va salvata la faccia davanti ai grillini che non promettono sconti. Matteo Renzi, favorito alle primarie, aveva detto detto: «La Cancellieri non l’avrei difesa, le sue sono telefonate che indignano». Così ora Pippo Civati, anche lui in corsa per le primarie, provoca il sindaco di Firenze: «Siccome anche Renzi ha fatto capire di volere le dimissioni del ministro, e siccome lui conta su una larga schiera di deputati, è probabile che la decisone passi. Altrimenti ci troviamo difronte all’ennesimo equivoco...». A sentire poi Felice Casson anche al Senato ci sono maldipancia nel gruppo del Pd «per il comportamento reticente del ministro che evidentemente ha fatto molte telefonate ai Ligresti». Al Senato è difficile che si voti in piena sessione di bilancio. E la mediazione tra le anime del Pd affidata al ministro Dario Franceschini ha margini stretti: «Il caso chiuso», è infatti la linea dettata da palazzo Chigi.
15 novembre 2013