Nonostante numerosi studi evidenzino una correlazione positiva tra occupazione femminile e Pil, (Goldman Sachs stima che la parità porterebbe a un incremento del Pil del 22 per cento)
Ho frequentato un corso sulle pari opportunità.
Volevo verificare se la mia impressione che fossero tutte troiate era fondata. Ora ne ho la certezza.
Le pari opportunità sono un modo per consentire a chi non ha voglia di lavorare di occupare poltrone con il minimo sforzo "in quanto donna".
Tutta questione di poltrone e, naturalmente, di soldi.
Scuse per poter fare bossing, denunciare il capo (maschio o femmina che sia ma... preferibilmente maschio...) e arrotondare le marchette.
Tra le varie falsità e puttanate che sono state dette c'era proprio quella del PIL.
Negli stati dove le donne lavorano ed occupano ruoli al vertice, il PIL è più alto.
Mentre, nel sud, dove ancora molte donne sono casalinghe il PIL è basso.
Prima di fare il corso giustificavo questa inversione tra causa ed effetto con l'ignoranza.
Chi ha una cultura classica ha gravissime difficoltà nel rapportarsi con numeri, percentuali, cause ed effetti (un poco anche "in quanto donna").
Ma, dopo il corso, sono sempre più convinto che vi sia, alla radice del fenomeno, una diffusa malafede.
La domanda è questa.
Si è poveri perché non si assumono le donne o, piuttosto, ci si può permettere il lusso di assumere donne [con costi più elevati a causa del ciclo, della sindrome premestruale, delle maternità, della pensione anticipata e della maggior speranza di vita, quindi lavoratori più costosi e, di conseguenza, meno efficienti]
soltanto se si è più ricchi?
Lo spreco è un lusso.....