Fonte :
http://www.corriere.it/esteri/13_novembre_22/clara-kirsty-piccolo-isaac-famiglia-normale-censurata-russia-catalogo-ikea-26512a16-535b-11e3-91e0-82492dd09bca.shtmlRussia, coppia lesbica via dal catalogo Ikea
400 MILIONI DI LETTORI NEL MONDO, il catalogo è la pubblicazione più diffusa del mondo
Russia, coppia lesbica via dal catalogo Ikea
L’azienda: «Rispettata la legge antigay»
La storia delle due donne presente sulle edizioni degli altri Paesi europei. Le associazioni accusano: «Vigliacchi»
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NASCONDI
Clara e Kirsty, la coppia di donne non è presente nell’edizione russa del catalogo Ikea
Clara, Kirsty e il piccolo Isaac sono una famiglia. Vivono a Londra in un piccolo loft di proprietà della mamma di Clara. C’è poco spazio, perché l’appartamento è allo stesso tempo camera da letto, soggiorno, ufficio e nursery per Isaac, che ha un anno. La storia potrebbe finire qui. Perché i loro problemi, raccontati sulle colonne del nuovo catalogo Ikea, sono quelli di tutte le coppie che si ritrovano a vivere in un piccolo spazio dopo l’arrivo di un bambino. La scelta dei mobili e dei colori, la vita e le esigenze che cambiano. Una storia comune. Che però non sarà presente nell’edizione russa del catalogo del colosso svedese. Censurata dall’azienda per evitare problemi con la legge che vieta la «propaganda gay», varata dal Cremlino lo scorso anno.
Russia, coppia lesbica sparisce dal catalogo Ikea
CRITICHE ALL’AZIENDA - «Nella comunicazione dell’immagine abbiamo due principi guida», ha spiegato la portavoce di Ikea, Ylva Magnusson, al quotidiano Aftonbladet, «il primo è il design e il secondo è che rispettiamo la legge». Censurando la storia delle due donne, il gigante svedese vuole dunque «rimanere neutrale». «Pensiamo che le nostre operazioni in Russia, sul lungo termine, possono avere un effetto positivo sulla società». Non sono della stessa idea gli attivisti della comunità Lgbt in Svezia, che hanno accusato Ikea di «vigliaccheria».
ALTRE CENSURE - Già l’anno scorso, Ikea aveva fatto sparire dal suo sito la foto di quattro ragazzi con indosso dei passamontagna colorati, seduti su un divano. Un chiaro riferimento alle Pussy Riot, postata da un utente russo in una sezione del portale dedicata al concorso per scegliere la miglior copertina del catalogo. Che, con oltre 400 milioni di lettori, è la pubblicazione più diffusa del mondo. Siamo un’«organizzazione commerciale indipendente da qualsiasi visione politica e religiosa», aveva detto l’azienda. Nella versione saudita invece, il colosso svedese aveva rimosso le foto di donne e bambini. Anche questa volta il superstore dei mobili low cost ha preferito la strada della censura.
22 novembre 2013