Fonte :
http://www.ilgiornaleditalia.org/news/primopiano-focus/850315/Fermate-la-Boldrini--adesso-vuole.htmlpapaveri e papere
22/11/2013 12:06
Fermate la Boldrini: adesso vuole distruggere le famiglie
La presidentessa invoca 'lo sciopero dei figli', incita le sorelle a far guerra ai fratelli e attacca ancora una volta i cattolici
«La violenza è solo la componente più esasperata della mancanza di parità tra uomini e donne in Italia. C’è ancora molto da fare, il nostro Paese è indietro dal punto di vista culturale: ancora sono un’eccezione le donne che accedono a certi ruoli. Ed è indietro da un punto di vista strutturale perché il welfare è poco attrezzato e grava ancora tutto sulle spalle delle donne».
Da dove iniziare?
«Dalle famiglie. È lì che si creano i presupposti per una discriminazione se i ruoli sono già assegnati dai genitori. Le battaglie per la parità si iniziano fin da piccoli».
Come?
«Le figlie femmine devono ribellarsi e dire che così non va, devono essere le prime a reagire, se i genitori non garantiscono parità. Io e mia sorella l’abbiamo fatto. In casa eravamo in cinque: tre maschi e noi. Mia mamma aveva iniziato ad educarci seguendo i soliti stereotipi: noi dovevamo aiutare, loro no. Ci siamo ribellate, ed è stato un moto autonomo. Abbiamo minacciato sciopero,perché il lavoro andava diviso in misura eguale fra tutti».
Com’è andata a finire?
«Abbiamo vinto, la suddivisione dei compiti è stata equa ed ora i miei fratelli maschi trovano del tutto normale avere ruoli alla pari nelle loro famiglie».
Oltre che nelle famiglie dove intervenire?
«Nelle scuole. L’educazione di genere nelle aule porterebbe equilibrio nella società».
La ministra Carrozza sostiene che nelle scuole ci sono già molti progetti che riguardano la cultura di genere. Non sono sufficienti?
«In questo ambito non è mai troppo e l’escalation della violenza sulle donne lo dimostra».
Una materia ad hoc?
«Non sta di certo a me indicare le modalità, ma ritengo che le materie inerenti al rispetto di genere e all’educazione sentimentale debbano accompagnare il programma scolastico fin dalle elementari».
Alcune associazioni di genitori cattolici sostengono che l’educazione sentimentale spetta alla famiglia, la scuola non deve intromettersi.
«Ne sono sorpresa, non vedo alcuna accezione negativa nell’educazione al rispetto. Non conosco nessuna religione favorevole all’uso della violenza in un contesto domestico».
Lei parla di scuola, di famiglia, di pubblicità. Ma è il presidente della Camera, c’è chi la accusa di entrare in campi che non sono di sua competenza.
«Si’ lo so qualcuno l’ha fatto, tra cui Guido Barilla ma io rivendico il diritto per chi ha ruoli istituzionali di occuparsi della società in cui vive, dei suoi cambiamenti. Poi però con Barilla ci siamo scritti e incontrati qui a Montecitorio, abbiamo chiacchierato a lungo e ci siamo chiariti».
La questione resta, però, gli spot spesso restituiscono un’idea della donna per nulla paritaria.
«Famiglie come quelle che appaiono in alcune pubblicità sono irreali. In quali famiglie l’uomo torna a casa, si butta sul divano e aspetta di essere servito a tavola? Forse era così negli anni 60, ma questo oggi è uno stereotipo che non rende giustizia né agli uomini, né alle donne. E poi perché usare il corpo delle donne per promuovere computer o mobili? È umiliante e non aiuta nella lotta alla violenza contro le donne».
Incredibile Boldrini: una ne pensa e cento ne fa. Un po' come la Pippi calzelunghe della nostra adolescenza, che però almeno era simpatica.
Laura la presidentessa no: continua a fare la spocchiosa e ad ergersi a giudice (giudicessa non si dice, ma se vuole la chiamiamo così, basta che non se la prenda se manteniamo un termine maschile). Alla Boldrini bastano una telecamera è un taccuino davanti, per scatenarsi. L'ultima occasione è quella di un'intervista concessa a Flavia Amabile de La Stampa, oggi in edicola e su Lastampa.it.
A proposito della violenza sulle donne (lunedì prossimo è la Giornata per combatterla) la Boldrini dice che tutto dipende dalle famiglie: "Le figlie femmine devono ribellarsi e dire che così non va, devono essere le prime a reagire, se i genitori non garantiscono parità".
Poi racconta una storiella di casa Boldrini, scene che si ripetono in tante famiglie italiane, senza che però nessuno le racconti ai giornali, perché son cose normali, poi si cresce e tra fratelli e sorelle ci si vuole bene più di prima. Il Boldrini-pensiero invece no, pretende di essere illuminante, e magari adesso chiederà anche una fiction su casa-Boldrini, dove accadeva questo, secondo il racconto della sora Laura: "In casa eravamo in cinque: tre maschi e noi. Mia mamma aveva iniziato ad educarci seguendo i soliti stereotipi: noi dovevamo aiutare, loro no. Ci siamo ribellate, ed è stato un moto autonomo. Abbiamo minacciato sciopero, perché il lavoro andava diviso in misura eguale fra tutti.Abbiamo vinto, la suddivisione dei compiti è stata equa ed ora i miei fratelli maschi trovano del tutto normale avere ruoli alla pari nelle loro famiglie".
Capite? Pure lo sciopero dei figli invoca Lauretta nostra. L'importante è che in famiglia torni la pace: oggi lavo i piatto io, ma domani - fratellone mio - tocca a te, altrimenti sciopero selvaggio. Ci sono però delle famiglie che alla presidentessa non interessano, forse perché normali e naturali, senza genitore 1 e 2.
Ecco la domanda della cronista e la risposta davvero imbarazzante (per lei) della Boldrini. E con questa chiudiamo queste note, perché davvero ci riuscirerebbe difficile aggiungere altro:
Alcune associazioni di genitori cattolici sostengono che l’educazione sentimentale spetta alla famiglia, la scuola non deve intromettersi.
«Ne sono sorpresa, non vedo alcuna accezione negativa nell’educazione al rispetto. Non conosco nessuna religione favorevole all’uso della violenza in un contesto domestico».
Igor Traboni