Fonte :
http://www.agerecontra.it/public/pres30/?p=13705 In Spagna è vietato scrivere: “meglio la moglie tradizionale”
Censura in Spagna: ora è vietato scrivere che è molto meglio la moglie tradizionale
di Camillo Langone
In Spagna vogliono proibire la Bibbia. Non vogliono mettere al bando direttamente gli Evangelisti e i Profeti, non hanno ancora abbastanza coraggio, ma cercano di farlo indirettamente chiedendo la mordacchia per un’autrice vivente che agli autori biblici fa riferimento dal titolo fino all’ultima riga.
Sto parlando di Costanza Miriano, la scrittrice il cui Sposati e sii sottomessa è stato in Italia un piccolo caso editoriale mentre in Spagna sta diventando qualcosa di molto più grosso visto che Pp, Psoe e Izquierda, destra e sinistra unite nella lotta contro la libertà di religione e di espressione, hanno chiesto in Parlamento il ritiro dalle librerie della traduzione spagnola. Se ciò avvenisse, se Cásate y sé sumisa venisse davvero dichiarato illegale, sarebbe il primo caso di libro proibito in Spagna dopo Francisco Franco. Quando Costanza, della cui amicizia mi onoro e che rappresenta per me un modello di fede e di vita, mi ha avvisato via sms dell’ignobile tentativo di censura le ho risposto che questo avrebbe giovato al libro e al suo messaggio, che ovviamente è un messaggio cristiano e, ancor più precisamente, paolino: il titolo è preso dalla Lettera agli Efesini e l’intero testo è niente di meno e niente di più che una catechesi sul matrimonio. Scritta con un linguaggio contemporaneo, colloquiale e molto femminile, ed è questa la chiave del suo successo. Ciò detto resta pur sempre una catechesi sul matrimonio, e non a caso il libro che i partiti spagnoli giudicano pericoloso e diseducativo è stato presentato in un’infinità di parrocchie e la sua autrice invitata a convegni organizzati da vescovi e cardinali, anche in Vaticano.
Attraverso Sposati e sii sottomessa si sono realizzati dei piccoli miracoli. Niente a che vedere con Lourdes, chiaro, ma comunque eventi imprevisti e decisivi per chi ne ha beneficiato: in un contesto sociale così sfavorevole al matrimonio io grido al miracolo di fronte a una coppia convivente che decide di sposarsi in chiesa, o a una coppia in lite che rinuncia all’avvocato e si riconcilia. Al tempo di internet, ho detto a Costanza, una messa all’indice non può impedire a nessuno di leggere un libro, anzi, scatena la curiosità. Tutto bene, quindi, per la casa editrice italiana, la Sonzogno, forse un po’ meno bene per la casa editrice spagnola, appartenente all’arcivescovado di Granada, che la Izquierda vuole portare addirittura in tribunale. Perché un passaggio del libro, nient’altro che una traduzione in linguaggio moderno della lettera di Paolo («L’uomo deve incarnare la guida, la regola, l’autorevolezza. La donna deve uscire dalla logica dell’emancipazione e abbracciare con gioia il ruolo dell’accoglienza e del servizio»), viene considerato istigazione alla violenza sulle donne. Io sono fiero di essere amico della destinataria della prima fatwa ateista della storia, e non mi preoccupo per lei perché è una donna forte: mi preoccupo per noi, italiani, spagnoli, europei, di nuovo alle prese con il rogo dei libri.
Fonte: Il Giornale.it, 14/11/2013