Autore Topic: Socci:Se i giovani non dicono più Ti amo.Ecco l'esito della rivoluzione sessuale  (Letto 1663 volte)

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Offline Stendardo

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Fonte : http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3044

SE I GIOVANI NON DICONO PIU' ''TI AMO''
 
Ecco l'esito della rivoluzione sessuale: una generazione di corpi senz'anima, di schiavi e di schiave (VIDEO: Più del sesso)
 

di Antonio Socci

 Prima la "scoperta" dei femminicidi. Poi quella della prostituzione minorile a Roma e non solo. Si è detto che sono patologie della nostra società.
Ma la fisiologia dei rapporti affettivi, ciò che oggi consideriamo la normalità, qual è? Siamo certi che sia sana e felice?
Mi ha colpito una lettera – rimasta senza risposta – di uno studente del primo anno di liceo classico, uscita su "Repubblica". Era titolata: "Perché tra noi liceali non si usa più 'ti amo!' ".

PAROLONI?
Lo studente, Marco D.G., scrive: "ho notato che le parole 'ti amo' stanno progressivamente scomparendo tra i giovanissimi: diverse persone le ritengono 'paroloni', fastidiosi, estranei, barocchi e patetici".
Poi spiega che i suoi coetanei, i quali non usano più queste espressioni d'amore, lo fanno "per motivazioni molto tristi".
Che lui riassume così: "l'amore, a questa età, non esiste, non è importante, non deve essere importante. Sarà qualcosa che verrà più tardi. Dopotutto, mi dice una mia cara amica a proposito delle sue vicissitudini, 'se smetti di amare vuol dire che non hai amato'. Tutti ragionamenti in larga parte appoggiati e incentivati da parenti, più o meno stretti. Questo modo d'agire non vuol dire sminuire gli amori di quest'età? Non è sbagliato?".
Può essere giusto il realismo di chi fa capire al figlio adolescente che la "cottarella" è solo una piccola scintilla dell'immenso mistero che è l'amore. Ma la lettera dello studente forse coglie anche un altro fenomeno: un cinismo diffuso.
 
RIDOTTI A CORPI
Dopo un'epoca che ha inflazionato la parola "amore", applicandola assurdamente a una guerra dei sessi che ha lasciato e lascia a terra morti e feriti (non solo in senso metaforico), si è passati a un tale scetticismo che quasi esclude in partenza la "folle" possibilità di amare ed essere amati.
Così abbiamo una giovane generazione ipersessualizzata a cui è precluso l'amore vero e perfino l'uso della parola amore, mentre tutti gli usi del corpo sono permessi, anzi sono imposti come obbligo: alcune liceali intervistate da "Porta a porta", lunedì, spiegavano come sia diventata una vergogna sociale essere ancora vergini a 16 anni.
Si vuole che sia una generazione di corpi senz'anima. E' il prodotto della generazione del '68 e della sua unica, vera rivoluzione: la rivoluzione sessuale (che poi è il vertice del consumismo contro cui, a parole, si battevano).
E questo è l'esito: il panorama di rovine che abbiamo davanti, un colossale discount planetario del sesso che ha l'aspetto di un campo di battaglia cosparso di feriti, di schiavi e di schiave.
 
LIBERTA' O DEVASTAZIONE?
La famosa "liberazione sessuale" aveva promesso la felicità. Ma quella che vediamo è una società ammalata, infelice e violenta. E che non sa più cos'è l'amore. Tanto che consiglia di "rassegnarsi" già a 17 anni.
Si avvera la "profezia" di Max Horkeimer, il fondatore della Scuola di Francoforte, che, pur provenendo dal marxismo, dette ragione all'Humanae vitae di Paolo VI sostenendo che "la pillola", cioè la trasformazione della sessualità in consumo di corpi sempre disponibili, come una merce di supermercato, sarebbe stata "la morte dell'amore" e quindi dell'eros, trasformando Romeo e Giulietta "in un pezzo da museo".
Questa devastazione sta davanti agli occhi di tutti. Mi ha colpito, ad esempio, ciò che, qualche settimana fa, ha scritto Piero Ottone nella rubrica che tiene sul "Venerdì di Repubblica".
Ottone, come si sa, dopo il licenziamento di Spadolini, nel 1972, diventò direttore del "Corriere della sera" per portare clamorosamente a sinistra, in sintonia con la ventata rivoluzionaria, l'antico giornale della borghesia liberale (è appunto per questo che Indro Montanelli si sentì costretto ad andarsene e a fondare "Il Giornale").
Ebbene, Ottone, da distaccato osservatore, qualche settimana fa ha scritto: "nel giro di mezzo secolo, il costume sessuale è cambiato in modo sensazionale (...). Libertà sessuale, un segno di progresso, dunque?".
Il suo giudizio è opposto: "si può vedere nella libertà oggi imperante (...) il segno della graduale disintegrazione della civiltà... L'abolizione delle regole, il ritorno alla licenza assoluta è un nuovo segno di declino".
Questa è oggi la sua pesante sentenza: "disintegrazione della società", "declino". Ma non avevano promesso – con l'abbattimento dei tabù – il paradiso in terra?
Eppure già allora qualcuno l'aveva predetto e continua a ripeterlo. Ma oggi come ieri si prende gli sberleffi e gli anatemi di quel "progressismo adolescenziale" che – come dice papa Francesco – è al servizio del "pensiero unico".
Però non basta lamentare l'oscurità dei tempi. Io voglio qui testimoniare – soprattutto pensando allo studente di cui ho citato la lettera all'inizio – che, nonostante tutto, ci sono luoghi dove il grande abbraccio dell'amore vero fra uomo e donna si insegna, si scopre e si vive.
 
GIUSSANI SULL'AMORE
Mi ha colpito, durante una presentazione del mio libro "Lettera a mia figlia", ascoltare un giovane sacerdote, don Andrea Marinzi, che paragonava la mia primogenita e la vicenda che sta vivendo da quattro anni, alla figura della Maddalena quando, nel Vangelo, per il suo Gesù, ruppe il vasetto d'alabastro contenente un preziosissimo olio profumato per ungere i capelli del Maestro, tanto amato, "e tutta la casa si riempì di quel profumo".
Don Andrea attribuiva a don Giussani questa immagine e l'altroieri ho trovato proprio questa sua pagina nella biografia che gli ha dedicato Alberto Savorana. E' la cosa più bella – secondo me – che sia mai stata scritta sull'amore umano.
A quel tempo, attorno al 1952, Giussani era un giovane prete che non aveva ancora iniziato la storia di CL, ma – confessando in una parrocchia di Milano – attirava l'interesse di molti studenti.
Lui restava però colpito dalla superficialità dei loro legami affettivi senza nostalgia, da quel passare da una ragazza all'altra inseguendo soltanto un piccolo piacere effimero. E non la donna amata, non l'amore della vita.
Per questo annota in un suo appunto che così:
"il senso della vita si ottunde e il cerchio resta chiuso, freddo, attorno a noi: egoismo. Non si cerca più la persona per la quale sola l'anima si spacca e si apre: si dona. Si sacrifica... La Maddalena spaccò il vaso di alabastro: 'sciupò' il profumo, lo donò. Ogni dono è perdita. Amare veramente una persona appare come uno sciupare: se stessi, energie, tempo, calcolo, tornaconto, gusti. Gli altri, al gesto della Maddalena, scrollarono il capo: 'pazza! Senza criterio! Senza interesse!'. Ma in quella sala solo lei 'viveva', perché solo amare è vivere (...). Quell'aprirsi ad altri: agli altri, a tutti gli altri – attraverso la scorza rotta del proprio io, solitamente c'è un viso che ha funzione di spaccare la corteccia del nostro egoismo, di tenere aperta questa meravigliosa ferita, quel viso è il suscitatore e lo stimolatore del nostro amore; il nostro spirito si sente fiorire di generosità al suo contatto, ed attraverso a quel viso si dona, a fiotti, agli altri, a tutti gli altri, all'universo".
Si può pensare che sia utopistico ciò che scrive Giussani, si può ritenere che nessuno sia capace di amare così, ma non si può negare che tutti, proprio tutti, nel profondo del cuore desiderano essere amati così.
E che questo miracolo sia possibile lo fa intuire la conclusione di Giussani, facendo intravedere Gesù Cristo:
"quel viso è il riverbero umano di Lui. Se quel viso è lontano, la sua nostalgia, oh, non intorpidisce l'attività. La vera nostalgia di lui è la più dinamica malia, è il più potente richiamo alle energie perché compiamo il nostro dovere così da renderci più degni di chi amiamo. Soffrire per Ciò".
Questi sono i maestri di umanità di cui abbiamo bisogno, noi, i feriti di questo campo di battaglia che è la modernità.
Giussani, papa Francesco, uomini che ci affascinano mostrando cosa sono l'amore, il perdono e la grandezza dell'essere uomini e donne. E' così che ci sorprende la gioia. Quella autentica.

Nota di BastaBugie: il gruppo "The Sun" ha composto la canzone "Più del sesso" che ben esprime, con linguaggio giovanile, l'attrazione per la sessualità, ma al contempo la pericolosità di considerarla un gioco o un semplice soddisfacimento di istinti. La canzone infatti conclude significativamente con: "L'eccitazione fine a se stessa conquista ma non ti sazia".
Interessante inoltre il riconoscimento della diversità uomo-donna anche nel modo in cui viene vissuta la sessualità. Si lascia intuire questa differenza al termine della canzone: "sento che lei ha un mondo diverso, il sogno di un bacio che poi è più del sesso".
Nel video di YouTube si può ascoltare la canzone rock di cui sotto è riportato il testo.





PIÙ DEL SESSO (testo)

Tu lo sai che non è un gioco / E' un desiderio che scotta più del fuoco
Lo nascondi, ma non t'inganni / e assapori il gusto dei tuoi anni
Una degna timidezza si veste da esuberanza
L'hai spogliata e sognata senza averla toccata, mai

Ritornello:
Le voglie che hai d'immagini spinte
Le mani lo sai cosa possono fare
Ma senti che lei ha un mondo diverso
Il sogno di un bacio non c'entra col sesso.

Tu lo sai come finisce / quando assecondi una voglia si capisce
La debolezza non è un istinto / ma ti delizia per quanto abbia vinto
La prima amica sfiorata, / la prima pelle baciata e lasciata
L'eccitazione fine a se stessa / conquista ma non ti sazia (Rit.)

Mani timide / Notti accese
Un piacere complice / Ti toglie il fiato / E scuote l'animo fragile

2° Ritornello:
Le voglie che ho d'immagini spinte
Le mani, io so cosa possono fare
Ma sento che lei ha un mondo diverso
Il sogno di un bacio che poi è più del sesso. (2 volte)

THE SUN: I MIGLIORI VIDEO
Per ascoltare le canzoni nei migliori video dei The Sun, clicca qui sotto
http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2979
 

Fonte: Libero, 22/11/2013
 
Pubblicato su BastaBugie n. 325
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Offline Suicide Is Painless

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Fino a che non si arriva a Giussani e l'amore, sono ovviamente d'accordo.
Neil McCauley/Robert DE Niro [ultime parole]:- "Visto che non ci torno in prigione?"
Vincent Hanna/Al Pacino :-"Già."
Noodles:"I vincenti si riconoscono alla partenza. Riconosci i vincenti e i brocchi.Chi avrebbe puntato su di me?"
Fat Moe:"Io avrei puntato tutto su di te."
Noodles:E avresti perso.

Offline controcorrente

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I rapporti amorosi il femminismo li ha tramutati in escrementi, quindi è opportuno il detto: "Cara ti amo.... quando vado al ce..o ti chiamo!"  :D

Offline Lucia

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non solo il femminismo,
il fatto che in ogni vetrina vedi orsetti, cagnolini, e gnignoli con la scrittura ti amo già ti fa sentire che è una parola usata,
che non puo rappresentare un sentimento che da solito lo pensi come unico.
Io nnon credo che i giovani di oggi non si amano, anche se sono meno credulloni forse delle generazioni precedenti.

Femminismo, misandria.. Inamorarsi dal nemico  :P come la Giulietta di Romeo, infatti la misandria come la misoginia potrebbero perfino aiutare l'amore qualche volta.

Offline controcorrente

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Fino a che non si arriva a Giussani e l'amore, sono ovviamente d'accordo.

Mah, io ho molto stima di Don Giussani che distinguo nettamente da CL, o meglio, da ciò che questa è diventata in seguito.
Che poi il vero amore si vede quando è disinteressato (questo percepisco dalle parole di Giussani e Papa Francesco), mi trova pienamente d'accordo e non certo perchè lo dicono loro.

Offline ilmarmocchio

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Bambini e sesso. L’Oms raccomanda: “A 4 anni il gioco del ‘dottore’, a 9 il preservativo”
Già all’asilo i bambini devono conoscere il piacere della masturbazione e scoprire il corpo dell’altro sesso. A 9 anni devono sapere come usare il preservativo e a 15 essere ben consapevoli del diritto di abortire. A stabilirlo il documento sugli Standard per l’educazione sessuale elaborato dall’Oms Europa e dal Centro per l’educazione alla salute di Colonia.

09 DIC - Se avete un bambino di un anno, due o quattro, invitate a casa un’altra mamma con la sua figlioletta. Portate i bimbi nella cameretta e sollecitateli a giocare al “dottore”, mentre voi adulti chiacchierate e sorseggiate un buon tè in salotto. Se lo fate, avrete seguito le raccomandazioni dell’Oms Europa sugli Standard per l’educazione sessuale per i bambini e adolescenti, elaborato dall’Oms Europa e dal Centro Federale per l’Educazione alla Salute (BZgA) di Colonia con l’intento di insegnare ai bambini, fin dalla nascita, cosa è la sessualità per viverla in modo "appagante e responsabile". Di conseguenza, anche per rispondere ad alcune problematiche del nostro mondo sul quale non ha più senso tacere (Hiv, infezioni sessualmente trasmissibili, gravidanze indesiderate in adolescenza, violenza sessuale…).

Pubblicato sul sito dell’Oms Europa già da tempo, il documento si starebbe difffondendo ora presso i ministeri dell’Istruzione e della Salute d'Europa in queste settimane, come ha annunciato l'on. Paola Binetti in un'interrogazione recentemente presentata al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. La notizia, però, ha avuto scarsa risonanza sulla stampa, se si esclude quella cattolica, Avvenire e Radio Vaticana. Che però non hanno preso bene i suoi contenuti. O almeno non tutti. Il giornale della Cei condivide, ad esempio, il fatto di considerare l’educazione sessuale un percorso/progetto, e non un singolo evento, cioè l’atto sessuale. Condivisa anche l’importanza del ruolo attivo dei genitori e della comunità, così come dello sviluppo, nei bambini, della capacità di rifiutare un approccio non desiderato e di parlarne e chiedere aiuto. Ma accanto a nozioni di “buon senso” compaiono poi “assurdità come la ‘masturbazione infantile precoce’ e, tra i 4 e i 6 anni, quella delle ‘relazioni tra persone dello stesso sesso’”, dichiara sulle pagine di Avvenire del 5 novembre Michelangelo Tortalla, medico sessuologo clinico, membro della Federazione italiana sessuologia scientifica, dal 2003 al 2010 "collaboratore" nazionale dell’Ufficio Cei per la pastorale della famiglia. Pollice verso della Conferenza episcopale anche sulla raccomandazione dell’Oms di mettere presto in grado i bambini di procurarsi da soli i contraccettivi e di informarli sul diritto all’aborto.

Al di là delle posizioni che può suscitare, ecco alcune delle raccomandazioni contenute nel documento dell’Oms, che si chiude con pratiche schede riassuntive che descrivono ciò su cui i bimbi devono essere informati, ciò che devono imparare a fare e ciò che devono essere aiutati a sviluppare in ciascuna delle fasce di età stabilite dall'Oms, 0-4 anni, 6-9 ann9, 9-12 anni, 12-15 anni, oltre i 15..

Il presupposto è che “bambine e bambini, ragazze e ragazzi sono determinanti per il miglioramento della salute sessuale generale“. Ma “per maturare un atteggiamento positivo e responsabile verso la sessualità, essi hanno bisogno di conoscerla sia nei suoi aspetti di rischio che di arricchimento”. Questo documento vuole essere dunque un “primo passo” in questa direzione e “contribuire a introdurre l’educazione sessuale olistica”, che significa fornire a bambine/i e a ragazze/i “informazioni imparziali e scientificamente corrette su tutti gli aspetti della sessualità”, evitando di terrorizzarli con i potenziali rischi e favorendo, piuttosto, un sentimento che li porti a vivere la sessualità e le relazioni di coppia “in modo appagante e allo stesso tempo responsabile”.

Un processo che, secondo gli esperti dell’Oms e del BZgA, deve cominciare già in fasce. Tra 0 e 1 anno di età, infatti, inizia la scoperta dei sensi e delle sensazioni. Attraverso i sensi i neonati possono provare una sensazione di piacevolezza. Anche se è tra i 2 e i 3 anni che inizia la curiosità e l’esplorazione del corpo. A questi bambini, secondo gli esperti dell’Oms e del BZgA, “vanno trasmesse informazioni sulla gioia e il piacere nel toccare il proprio corpo”, anche attraverso “la masturbazione infantile precoce”. Bisogna metterli in grado di “esprimere i propri bisogni, desideri e limiti, ad esempio nel ‘gioco del dottore’”.

 Nella seconda fase, quelloatra i 4 e i 6 anni, deve essere – secondo gli esperti – ancor più fortemente caratterizzata anche dall’esplorazione del proprio corpo e di quello altrui nell’ambito del gioco. Diventano frequenti, in questa fase, i “giochi a sfondo sessuale”, anche se a questa età la maggioranza dei bambini inizia a sperimentare pudore rispetto al proprio corpo e inizia a mettere dei confini. Si fanno un’idea ben chiara e definita di “cosa fa un maschio” e di “cosa fa una femmina” (ruoli di genere). Agli educatori e ai genitori il compito di fornire, in questa fase, spiegazioni riguardanti il sesso, la gravidanza, le relazioni con persone dello stesso sesso e l’abuso.

E se il terzo momento, quello tra 6 e 9 anni, cioè delle scuole elementari, è caratterizzato da vergogna, imbarazzo e primo amore, secondo gli esperti dell’Oms e del BZgA è proprio in questo momento che i bambini devono essere informati su mestruazioni, eiaculazione, metodi contraccettivi, malattie collegate alla sessualità, violenza sessuale, ma anche sull’influenza positiva della sessualità su salute e benessere. Non solo. “I bambini a questa età – secondo gli esperti – devono imparare il concetto di ‘sesso accettabile’, cioè reciprocamente consensuale, volontario, paritario, adeguato all’età e al contesto, caratterizzato dal rispetto dal sé”.

Questo per prepararli, già a partire dai 9 anni, a sapere utilizzare preservativi e contraccettivi correttamente. D’altra parte, i bambini a questa età devono anche conoscere i propri “diritti sessuali” e fare le loro prime esperienze. Ma bisogna fare in modo che siano protette. E assicurarsi che i bambini siano “in grado di rifiutare esperienze sessuali indesiderate”.

A 12 anni gli esperti dell’Oms e del BZgA raccomandano di fornire ai bambini tutte le informazioni possibili sui servizi di contraccezione e su come procurarsi i contraccettivi da soli e nei contesti appropriati. Devono sapere riconoscere i sintomi di una gravidanza, l’impatto della maternità e della paternità sulla vita, devono essere avvisati sui fattori che possono contribuire a rendere inefficace la contraccezione, come gli effetti collaterali o dimenticarsi di assumere gli anticoncezionali. I genitori e gli educatori devono informare i ragazzi sul piacere del sesso e dell’orgasmo, sul “come godere della sessualità nel modo appropriato”, cioè “rispettando i propri tempi”, oltre che il partner. Per l'Oms, a questa età è anche ora di incoraggiare i coming out per svelare la propria omosessualità.

E si arriva così ai 15 anni. Ormai non si parla più di bambini, ma di ragazzi. Che, secondo l'Oms, devono essere “messi in grado di prendere decisioni informate sulla contraccezione e le gravidanza indesiderate”, nonché sul “diritto di abortire”. Oltre che messi in grado di “ricercare una relazione equilibrata” e “diventare un partner supportivo e che si prende cura”, ma anche a gestire emozioni come l’innamoramento, la gelosia, il tradimento e le delusioni. E, perché no, essere aiutati a “sviluppare la consapevolezza dell’importanza di un ruolo positivo del maschio nel corso della gravidanza e del parto”.
 

Offline Volpe argentata

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Fonte : http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3044

SE I GIOVANI NON DICONO PIU' ''TI AMO''
 
Ecco l'esito della rivoluzione sessuale: una generazione di corpi senz'anima, di schiavi e di schiave (VIDEO: Più del sesso)
 

di Antonio Socci
 
LIBERTA' O DEVASTAZIONE?
La famosa "liberazione sessuale" aveva promesso la felicità. Ma quella che vediamo è una società ammalata, infelice e violenta. E che non sa più cos'è l'amore. Tanto che consiglia di "rassegnarsi" già a 17 anni.
Si avvera la "profezia" di Max Horkeimer, il fondatore della Scuola di Francoforte, che, pur provenendo dal marxismo, dette ragione all'Humanae vitae di Paolo VI sostenendo che "la pillola", cioè la trasformazione della sessualità in consumo di corpi sempre disponibili, come una merce di supermercato, sarebbe stata "la morte dell'amore" e quindi dell'eros, trasformando Romeo e Giulietta "in un pezzo da museo".


Non condivido nemmeno una virgola, la pillola non incita al libertinaggio, a parte che come uomo e come agnostico la parola "peccato" neanche esiste nel mio vocabolario, ma la pillola serve proprio alla coppia stabile per pianificare le nascite e farla finita col preservativo, che di sensibilita' all'uomo ne toglie, e pure tanta, mentre al contrario e' il condom la scelta piu' efficace se si opta per la promiscuita' (ammesso che un uomo possa "optare", desiderare di avere tante partners sessuali e' una cosa, riuscirci davvero e' ben altra storia), solo un folle potrebbe fidarsi di una sconosciuta che gli dicesse che puo' fare a meno del condom perche' tanto lei prende la pillola, e pure se fosse vero questa non avrebbe alcuna efficacia nella prevenzione delle malattie veneree, senza contare che la donna potrebbe essere anche in malafede, ma questo non c'entra niente con le tematiche sollevate da Socci, che personalmente non stimo, e che con la questione maschile non c'entrano niente, "ti amo" lo si dice se si ha motivo per farlo, al contrario molti pronunciano questa frase a vanvera, altro che "nessuno dice piu' ti amo", la soluzione della questione maschile non passa certo per quello che ha scritto Socci.

Offline Suicide Is Painless

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Bambini e sesso. L’Oms raccomanda: “A 4 anni il gioco del ‘dottore’, a 9 il preservativo”
Già all’asilo i bambini devono conoscere il piacere della masturbazione e scoprire il corpo dell’altro sesso. A 9 anni devono sapere come usare il preservativo e a 15 essere ben consapevoli del diritto di abortire. A stabilirlo il documento sugli Standard per l’educazione sessuale elaborato dall’Oms Europa e dal Centro per l’educazione alla salute di Colonia.

09 DIC - Se avete un bambino di un anno, due o quattro, invitate a casa un’altra mamma con la sua figlioletta. Portate i bimbi nella cameretta e sollecitateli a giocare al “dottore”, mentre voi adulti chiacchierate e sorseggiate un buon tè in salotto. Se lo fate, avrete seguito le raccomandazioni dell’Oms Europa sugli Standard per l’educazione sessuale per i bambini e adolescenti, elaborato dall’Oms Europa e dal Centro Federale per l’Educazione alla Salute (BZgA) di Colonia con l’intento di insegnare ai bambini, fin dalla nascita, cosa è la sessualità per viverla in modo "appagante e responsabile". Di conseguenza, anche per rispondere ad alcune problematiche del nostro mondo sul quale non ha più senso tacere (Hiv, infezioni sessualmente trasmissibili, gravidanze indesiderate in adolescenza, violenza sessuale…).

Pubblicato sul sito dell’Oms Europa già da tempo, il documento si starebbe difffondendo ora presso i ministeri dell’Istruzione e della Salute d'Europa in queste settimane, come ha annunciato l'on. Paola Binetti in un'interrogazione recentemente presentata al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. La notizia, però, ha avuto scarsa risonanza sulla stampa, se si esclude quella cattolica, Avvenire e Radio Vaticana. Che però non hanno preso bene i suoi contenuti. O almeno non tutti. Il giornale della Cei condivide, ad esempio, il fatto di considerare l’educazione sessuale un percorso/progetto, e non un singolo evento, cioè l’atto sessuale. Condivisa anche l’importanza del ruolo attivo dei genitori e della comunità, così come dello sviluppo, nei bambini, della capacità di rifiutare un approccio non desiderato e di parlarne e chiedere aiuto. Ma accanto a nozioni di “buon senso” compaiono poi “assurdità come la ‘masturbazione infantile precoce’ e, tra i 4 e i 6 anni, quella delle ‘relazioni tra persone dello stesso sesso’”, dichiara sulle pagine di Avvenire del 5 novembre Michelangelo Tortalla, medico sessuologo clinico, membro della Federazione italiana sessuologia scientifica, dal 2003 al 2010 "collaboratore" nazionale dell’Ufficio Cei per la pastorale della famiglia. Pollice verso della Conferenza episcopale anche sulla raccomandazione dell’Oms di mettere presto in grado i bambini di procurarsi da soli i contraccettivi e di informarli sul diritto all’aborto.

Al di là delle posizioni che può suscitare, ecco alcune delle raccomandazioni contenute nel documento dell’Oms, che si chiude con pratiche schede riassuntive che descrivono ciò su cui i bimbi devono essere informati, ciò che devono imparare a fare e ciò che devono essere aiutati a sviluppare in ciascuna delle fasce di età stabilite dall'Oms, 0-4 anni, 6-9 ann9, 9-12 anni, 12-15 anni, oltre i 15..

Il presupposto è che “bambine e bambini, ragazze e ragazzi sono determinanti per il miglioramento della salute sessuale generale“. Ma “per maturare un atteggiamento positivo e responsabile verso la sessualità, essi hanno bisogno di conoscerla sia nei suoi aspetti di rischio che di arricchimento”. Questo documento vuole essere dunque un “primo passo” in questa direzione e “contribuire a introdurre l’educazione sessuale olistica”, che significa fornire a bambine/i e a ragazze/i “informazioni imparziali e scientificamente corrette su tutti gli aspetti della sessualità”, evitando di terrorizzarli con i potenziali rischi e favorendo, piuttosto, un sentimento che li porti a vivere la sessualità e le relazioni di coppia “in modo appagante e allo stesso tempo responsabile”.

Un processo che, secondo gli esperti dell’Oms e del BZgA, deve cominciare già in fasce. Tra 0 e 1 anno di età, infatti, inizia la scoperta dei sensi e delle sensazioni. Attraverso i sensi i neonati possono provare una sensazione di piacevolezza. Anche se è tra i 2 e i 3 anni che inizia la curiosità e l’esplorazione del corpo. A questi bambini, secondo gli esperti dell’Oms e del BZgA, “vanno trasmesse informazioni sulla gioia e il piacere nel toccare il proprio corpo”, anche attraverso “la masturbazione infantile precoce”. Bisogna metterli in grado di “esprimere i propri bisogni, desideri e limiti, ad esempio nel ‘gioco del dottore’”.

 Nella seconda fase, quelloatra i 4 e i 6 anni, deve essere – secondo gli esperti – ancor più fortemente caratterizzata anche dall’esplorazione del proprio corpo e di quello altrui nell’ambito del gioco. Diventano frequenti, in questa fase, i “giochi a sfondo sessuale”, anche se a questa età la maggioranza dei bambini inizia a sperimentare pudore rispetto al proprio corpo e inizia a mettere dei confini. Si fanno un’idea ben chiara e definita di “cosa fa un maschio” e di “cosa fa una femmina” (ruoli di genere). Agli educatori e ai genitori il compito di fornire, in questa fase, spiegazioni riguardanti il sesso, la gravidanza, le relazioni con persone dello stesso sesso e l’abuso.

E se il terzo momento, quello tra 6 e 9 anni, cioè delle scuole elementari, è caratterizzato da vergogna, imbarazzo e primo amore, secondo gli esperti dell’Oms e del BZgA è proprio in questo momento che i bambini devono essere informati su mestruazioni, eiaculazione, metodi contraccettivi, malattie collegate alla sessualità, violenza sessuale, ma anche sull’influenza positiva della sessualità su salute e benessere. Non solo. “I bambini a questa età – secondo gli esperti – devono imparare il concetto di ‘sesso accettabile’, cioè reciprocamente consensuale, volontario, paritario, adeguato all’età e al contesto, caratterizzato dal rispetto dal sé”.

Questo per prepararli, già a partire dai 9 anni, a sapere utilizzare preservativi e contraccettivi correttamente. D’altra parte, i bambini a questa età devono anche conoscere i propri “diritti sessuali” e fare le loro prime esperienze. Ma bisogna fare in modo che siano protette. E assicurarsi che i bambini siano “in grado di rifiutare esperienze sessuali indesiderate”.

A 12 anni gli esperti dell’Oms e del BZgA raccomandano di fornire ai bambini tutte le informazioni possibili sui servizi di contraccezione e su come procurarsi i contraccettivi da soli e nei contesti appropriati. Devono sapere riconoscere i sintomi di una gravidanza, l’impatto della maternità e della paternità sulla vita, devono essere avvisati sui fattori che possono contribuire a rendere inefficace la contraccezione, come gli effetti collaterali o dimenticarsi di assumere gli anticoncezionali. I genitori e gli educatori devono informare i ragazzi sul piacere del sesso e dell’orgasmo, sul “come godere della sessualità nel modo appropriato”, cioè “rispettando i propri tempi”, oltre che il partner. Per l'Oms, a questa età è anche ora di incoraggiare i coming out per svelare la propria omosessualità.

E si arriva così ai 15 anni. Ormai non si parla più di bambini, ma di ragazzi. Che, secondo l'Oms, devono essere “messi in grado di prendere decisioni informate sulla contraccezione e le gravidanza indesiderate”, nonché sul “diritto di abortire”. Oltre che messi in grado di “ricercare una relazione equilibrata” e “diventare un partner supportivo e che si prende cura”, ma anche a gestire emozioni come l’innamoramento, la gelosia, il tradimento e le delusioni. E, perché no, essere aiutati a “sviluppare la consapevolezza dell’importanza di un ruolo positivo del maschio nel corso della gravidanza e del parto”.

BOOOOOOOOOM!!!!!!!!!. Ma che C-A-Z-Z-A-T-E!!!!!!!
Neil McCauley/Robert DE Niro [ultime parole]:- "Visto che non ci torno in prigione?"
Vincent Hanna/Al Pacino :-"Già."
Noodles:"I vincenti si riconoscono alla partenza. Riconosci i vincenti e i brocchi.Chi avrebbe puntato su di me?"
Fat Moe:"Io avrei puntato tutto su di te."
Noodles:E avresti perso.

Offline Suicide Is Painless

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  • Le donne non voglion mai passare per puttane,prima
Non condivido nemmeno una virgola, la pillola non incita al libertinaggio, a parte che come uomo e come agnostico la parola "peccato" neanche esiste nel mio vocabolario, ma la pillola serve proprio alla coppia stabile per pianificare le nascite e farla finita col preservativo, che di sensibilita' all'uomo ne toglie, e pure tanta, mentre al contrario e' il condom la scelta piu' efficace se si opta per la promiscuita' (ammesso che un uomo possa "optare", desiderare di avere tante partners sessuali e' una cosa, riuscirci davvero e' ben altra storia), solo un folle potrebbe fidarsi di una sconosciuta che gli dicesse che puo' fare a meno del condom perche' tanto lei prende la pillola, e pure se fosse vero questa non avrebbe alcuna efficacia nella prevenzione delle malattie veneree, senza contare che la donna potrebbe essere anche in malafede, ma questo non c'entra niente con le tematiche sollevate da Socci, che personalmente non stimo, e che con la questione maschile non c'entrano niente, "ti amo" lo si dice se si ha motivo per farlo, al contrario molti pronunciano questa frase a vanvera, altro che "nessuno dice piu' ti amo", la soluzione della questione maschile non passa certo per quello che ha scritto Socci.

Non in tutto anche rivalendosi sul mio precedente post, ma ti quoto. Mai fidarsi però neppure delle compagne fisse/fidanzate che vogliono sempre utilizzare il preservativo, sono in probabile mala fede e opportunistica di partenza. La pillola è anche una prova d'attaccamento e affetto. Altro che le solite scuse sulla loro salute perchà magari le fa sentire male.
Neil McCauley/Robert DE Niro [ultime parole]:- "Visto che non ci torno in prigione?"
Vincent Hanna/Al Pacino :-"Già."
Noodles:"I vincenti si riconoscono alla partenza. Riconosci i vincenti e i brocchi.Chi avrebbe puntato su di me?"
Fat Moe:"Io avrei puntato tutto su di te."
Noodles:E avresti perso.