Fonte :
http://www.uominibeta.org/articoli/la-verita-e-la-menzogna/La verità e la menzogna.
di Fabrizio Marchi
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Personalmente posso arrivare a giustificare tutto, politicamente parlando, anche la corruzione e le tangenti, ma non la menzogna. Sono dotato di sufficiente senso della realtà (o di “realpolitik”, se preferite) per capire che a volte in politica si può anche arrivare a mettere in atto comportamenti che la morale comune (ipocrisia, molto diffusa, a parte) non può che condannare.
La menzogna invece è, per quanto mi riguarda, assolutamente intollerabile, specie se a diffonderla è un uomo sedicente di sinistra, e consapevolmente. Specie per chi, come me, è amante della filosofia, cioè dell’amore per il “vero” prima ancora che del sapere.
Ieri sera, durante la trasmissione “Piazza Pulita”, il candidato alla segreteria del PD, Cuperlo, ha ripetuto per l’ennesima volta ciò che viene ripetuto come un mantra da anni, e cioè che le donne, a parità di mansioni e di qualifica, percepirebbero un salario inferiore a quello degli uomini.
Questa è una spudorata menzogna di cui Cuperlo è perfettamente consapevole ma che per fini elettorali continua a sostenere.
Le donne guadagnano complessivamente di meno degli uomini per le seguenti ragioni:
1) L’ingresso massiccio e sistematico delle donne nel mondo del lavoro è un processo relativamente recente; risale al primo dopoguerra quando la divisione sociale e sessuale del lavoro all’interno del sistema capitalistico ha cominciato a mutare profondamente (sarebbe ora troppo lungo e complesso spiegare questo processo e per ovvie ragioni di tempo e spazio non lo faccio). E’ ovvio quindi che per quanto questo fenomeno sociale e di genere sia stato sistematico, un gap, intermini occupazionali, è assolutamente normale e fisiologico;
2) le donne vanno in maternità, scelgono molto spesso di lavorare part time, svolgono molte meno ore di lavoro straordinario rispetto agli uomini, e fino a pochissimo tempo fa andavano in pensione cinque anni prima degli uomini;
3) le donne sono per lo più occupate in impieghi più sicuri rispetto agli uomini (pubblica amministrazione, scuola e terziario vario) e relativamente meno remunerati rispetto ad altre occupazioni o professioni (un camionista o un minatore guadagnano di più di un impiegato ma se analizziamo la relazione fra tempo, energia, fatica, rischi, condizioni di salute e salario, non so se sia più conveniente fare il camionista i il minatore piuttosto che l’impiegato…);
4) le altissime sfere, come si suol dire, sono ancora in larga maggioranza occupate dagli uomini, o meglio, da una minoranza esigua di uomini (per le stesse ragioni legate a quella divisione sociale e sessuale del lavoro a cui facevo cenno sopra) che però percepiscono redditi enormi rispetto alla grandissima maggioranza sia degli uomini che delle donne.
Alla luce di tutto ciò è evidente che se calcoliamo il reddito complessivo delle donne e degli uomini, risulta che le prime guadagnano di meno dei secondi. E’ ovvio e non potrebbe essere altrimenti.
Ma questo è un altro discorso che NON ha NULLA a che vedere con la menzogna sistematicamente diffusa ed alimentata ad arte (la stessa che ha ripetuto ieri il pagliaccio Cuperlo) in base alla quale le donne, in quanto donne, quindi in virtù o a causa della loro appartenenza sessuale, a parità di qualifica e mansione, guadagnerebbero meno degli uomini.
Se così fosse il sottoscritto sarebbe il primo a mobilitarsi contro una intollerabile legislazione sessista e razzista (e quindi nazista). .
Ma così NON è. Le ragioni di questo gap, che comunque non è quello che vorrebbe far credere il mainstream politico-mediatico dominante, è dovuto alle ragioni che ho poco sopra spiegato.
Un relativamente recente studio della Bocconi (che posso fornire a chiunque lo volesse), che non è un circoletto di maschilisti (anche alcune studiose hanno dato il loro contributo a questo lavoro) , spiega, con dati, numeri, percentuali e statistiche alla mano, che la differenza salariale tra donne e uomini, a parità di qualifica e mansioni, oscilla tra l’1 e il 2%. Questa differenza è dovuta appunto alle ragioni di cui sopra (part time e minore ricorso al lavoro straordinario).
Perché allora diffondere ad arte una menzogna con la quale si vorrebbe convincere la gente che le donne sono discriminate dal punto di vista salariale, in quanto donne?
Sono stato educato, grazie ai miei studi ma anche all’educazione che ho ricevuto, a chiedermi il perché delle cose, e non ho perso questo “vizio”.
Personalmente la risposta me la sono già data e da tempo e chiunque fra voi segue quanto scrivo e sostengo, la conosce. E poi preferisco utilizzare il famoso metodo maieutico di socratica memoria. Che ciascuno indaghi, si interroghi, e poi ne riparliamo.
Contestualmente, nella stessa trasmissione, un altro pagliaccio a stipendio, anzi, un’altra pagliaccia, trattandosi di una donna, cioè l’esponente di Forza Italia, Micaela Biancofiore, poco prima di Cuperlo, ha invece detto una cosa che quasi tutti (e secondo me quasi tutte) pensano ma non dicono, perché è una “verità” troppo scabrosa e oggi, in tempi di dittatura politicamente corretta, addirittura indicibile. Forse (anzi, quasi certamente) l’ha detta soltanto per cercare di difendere il suo capo, o forse perché emotivamente travolta dalla discussione in un contesto in cui era stata abilmente messa in minoranza (anche se lo scrittore Aldo Busi l’ha di fatto difesa, anche in modo simpatico, per una volta..).
Sta di fatto che ha pronunciato le testuali parole:”La stragrande maggioranza delle donne si genuflette agli uomini ricchi e potenti”. E subito dopo ha soggiunto, rivolgendosi ad un pubblico femminile in sala tra lo stupefatto e l’incredulo:”Non facciamo le ipocrite perché sappiamo perfettamente tutte che è così”.
Panico e sgomento in sala.
Ora, a mio parere la Biancofiore ha scoperto l’acqua calda, come si suol dire, ha detto cioè una cosa che tutti sanno da sempre ma che oggi è proibito dire da una pseudo neobacchettona e ipocrita cultura politically correct dominante che decide ciò che può essere o non può essere detto.
Lei invece l’ha detta, ha, forse suo malgrado, rotto lo schema. Come dicevo non è importante, per quanto mi riguarda, il perché l’abbia fatto. Ciò che conta è che lo ha fatto.
Ieri una potenziale verità (non ci sono ovviamente studi o statistiche nel merito che possano confermare l’assunto della Biancofiore -che è anche il mio – se non un ragionevole buon senso e un briciolo di onestà intellettuale e di coraggio) e una menzogna CERTA che chiunque può verificare, con dati numeri, statistiche e soprattutto leggendosi i codici e la Costituzione (NON esiste peraltro, e ovviamente, un solo contratto di lavoro che preveda la minor retribuzione di una donna rispetto ad un uomo a parità di qualifica) si sono incontrate nello stesso momento.
Se attribuissimo all’attuale “destra” e all’attuale “sinistra” un valore che a mio parere più non hanno (sto parlando della loro attuale declinazione storica e politica, non in termini valoriali e metastorici), potremmo dire che siamo di fronte ad un paradosso: un uomo di sinistra che dice una menzogna sapendo di dirla, che manipola e deforma la realtà, e una donna di destra che dice, non dico una verità, ma ciò che moltissimi/e pensano come assolutamente verosimile ma che non hanno il coraggio di dire (mi arrogo la presunzione di affermare che chi lo nega o è un gonzo, o un opportunista in malafede, oppure un vile)
Ma questo sarebbe un paradosso se appunto attribuissimo un valore alle attuali “destra” e “sinistra” che invece null’altro sono se non facce dello stesso sistema.
E quindi, visto che, a modo nostro, facciamo politica anche noi, per una volta, seppur con un’ovvia punta di ironia (e di amarrezza…), non possiamo che dire:”Evviva la Biancofiore! Evviva chi prova a dire ciò che ritiene essere vero!” (per lo meno rispetto a chi sa di dire il falso..)