Autore Topic: Ennesima prova di "onestà" femminile  (Letto 704 volte)

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Ennesima prova di "onestà" femminile
« il: Dicembre 07, 2013, 20:08:05 pm »
Notate l'aggettivo con cui è apostrofata: la vigilessa di "ferro"....... :lol: :lol:
E poi EROE IN DIVISA.... :doh:

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http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/roma_vigilessa_ruba_borse_sequestrate/notizie/393020.shtml

«Rubò le borse sequestrate agli ambulanti». Nei guai la vigilessa di ferro

 Da eroe in divisa, capace di rischiare la vita per fermare quattro borseggiatrici all'opera nella metropolitana, a imputata in un processo penale che l'ha vista condannata per aver sottratto due borse a un venditore ambulante di piazza di Spagna. Dal mese di agosto ad oggi, in soli quattro mesi, la vita di Claudia Macrì, maresciallo della polizia municipale capitolina è decisamente cambiata. Per lei, accusata di concussione, i giudici della settima sezione penale del tribunale di Roma hanno infatti stabilito una condanna a due anni e otto mesi di reclusione, con sospensione dai pubblici uffici per tutta la durata della pena. Sedici mesi in meno, rispetto alla richiesta avanzata dal pubblico ministero Claudia Alberti al termine della sua requisitoria.

La storia L'imputata, che in passato era stata al centro dell'attenzione mediatica anche per aver multato un deputato del Pdl, è stata condannata per un episodio risalente all'undici giugno del 2010. In divisa, pochi minuti prima di entrare in servizio, la vigilessa del primo gruppo capitolino, si sarebbe impossessata di due borse contraffatte esposte in vendita da un commerciante abusivo nelle immediate vicinanze della stazione metropolitana di piazza di Spagna. Un episodio avvenuto sotto gli occhi di due carabinieri che si trovavano a pattugliare sul luogo, ma che non sarebbero intervenuti immediatamente a dirimere la questione. L'imputata, infatti, avrebbe raggiunto a piedi la vicina Ambasciata Spagnola presso la Santa Sede, e lì avrebbe lasciato in custodia le borse agli agenti di guardia. Solamente dopo essere uscita dalla sede diplomatica, i due militari in borghese l'avrebbero fermata per assicurarla alla giustizia. Sorpresa, la vigilessa si sarebbe difesa sostenendo di aver proceduto ad un normale sequestro e di non aver redatto il relativo verbale per poter eseguire immediatamente un altro intervento, di diversa natura. La stessa imputata, avrebbe poi affermato di aver comunque comunicato il sequestro via radio. Versione che però non è stata evidentemente ritenuta veritiera dal collegio giudicante. Solo nell'agosto di questo stesso anno, Claudia Macrì si era distinta per un’operazione portata a termine nei confronti di quattro rom, sorpresi a fumare e a borseggiare i passeggeri della linea A della metropolitana. In quell'occasione la vigilessa, fu aggredita e finì in ospedale per le lesioni riportate.

La difesa Precedentemente, nell'aprile del 2012, malgrado le minacce ricevute, la stessa vigilessa, integerrima, multò un onorevole per un'infrazione al codice della strada. «L'innocenza della mia assistita - ha dichiarato l'avvocato Paolo Gallinelli, difensore di Claudia Macrì - emerge dalle registrazioni delle comunicazioni radio con il comando dei vigili, che dimostrano come il sequestro fosse stato notificato prima dell'intervento dei carabinieri». L'imputata, malgrado la richiesta di condanna da parte del pubblico ministero, è stata assolta dalle accuse che riguardavano episodi di concussione precedenti all'episodio dell'undici giugno. «Credo nelle sentenze del tribunale e le rispetto - ha proseguito l'avvocato Gallinelli - ma credo ancora di più in quelle della Corte d'Appello».

Sabato 07 Dicembre 2013 - 10:21