Autore Topic: 800 mila papà alla fame  (Letto 4210 volte)

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Offline COSMOS1

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800 mila papà alla fame
« il: Dicembre 07, 2013, 17:55:29 pm »
http://www.lanotiziagiornale.it/chi-si-lascia-e-perduto-alla-fame-800-mila-papa/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=tweetpolitica&utm_campaign=chi-si-lascia-e-perduto-alla-fame-800-mila-papa

Citazione
Chi si lascia è perduto. Alla fame 800 mila papà            Pubblicato da Redazione online il 7 dicembre 2013
                 
di Monica Tagliapietra
La vita dei padri separati è una vita fatta di rinunce. Genitori costretti a vedere i figli secondo il rigido programma stilato dai giudici. Uomini sconfitti che faticano a ricostruirsi una vita. Papà che per poter mangiare un pasto caldo e avere un tetto sotto cui dormire si rivolgono alla Caritas. Un vero e proprio allarme sociale quello dei separati, che in questi ultimi anni si è aggravato anche a causa di provvedimenti legislativi che non garantiscono i rapporti di equilibrio che dovrebbero esistere con entrambi i genitori.
Lontani dai loro piccoli
 Non ci sono alternative. Sono rarissimi i casi in cui i magistrati affidano i figli ai genitori maschi, appena il 15%. E così il fenomeno dei papà costretti a un rapporto controllato con i figli è in crescita, tanto che una recente sentenza della Corte di Strasburgo ha condannato l’Italia per non aver garantito il diritto di un padre a vedere la propria piccola. Ogni anno nel nostro paese ci sono 90 mila separazioni e oltre 55mila divorzi, che vedono coinvolte coppie con minori. Fenomeno che registra una crescita del 2-3% l’anno e che coinvolge circa centomila uomini ogni dodici mesi. Dal 2006, la legge 54 sull’affido condiviso regola l’affidamento stabilendo il principio di bigenitorialità di entrambi e tutelando quindi la relazione genitoriale con i figli; tuttavia, secondo una ricerca condotta dal Centro Studi e Ricerche sul Diritto della Famiglia, l’88% dei genitori ha dichiarato l’inefficacia di questa normativa mentre un 12% si è detto soddisfatto.
Messi alla fame
 Ma la sofferenza umana non basta. Spesso per questi padri si aggiungono le difficoltà economiche. Non tutti ce la fanno a continuare a vivere una vita dignitosa dopo la separazione, soprattutto perché lo stipendio percepito non riesce più a coprire le spese legate al mantenimento dei figli, delle ex mogli e quelle di routine. I separati sono i nuovi poveri. Non a caso i Comuni, a partire da Roma e Milano, stanno creando strutture per dare ospitalità a quanti, dopo la separazione, sono sprofondati in uno stato di indigenza. La casa segue quasi sempre i figli e, essendo di solito i minori affidati alle madri, gli uomini restano senza un alloggio. A peggiorare le cose il fatto che spesso la casa coniugale è stata acquistata con un mutuo. I separati si trovano così a dover pagare le rate del mutuo e l’affitto di un’altra casa. A volte non bastano per tali spese, a cui vanno aggiunte quelle per il mantenimento di mogli e figli, 1.500-1.600 euro al mese. Facile diventare poveri con un salasso del genere e il lavoro che scarseggia.
Salvo chi ha mamma
 A resistere sono quegli uomini che hanno la possibilità di tornare dai genitori e i pochi che guadagnano molto. Per gli altri, pagate le spese alla ex e ai figli, resta così poco che il rischio di finire sotto un ponte è concreto. I separati in Italia sono circa 4 milioni e ben 800 mila sono vicini alla soglia della povertà. Sono quelli che finiscono in coda alle mense della Caritas, tra barboni ed extracomunitari. Non a caso una recente ricerca dell’Ami, l’associazione degli avvocati matrimonialisti italiani, ha appurato che le mense dei poveri sono frequentate per il 25% da separati e divorziati. Alcuni sono costretti a dormire in auto o nel retrobottega. A peggiorare le cose, infine, c’è il problema dei cosiddetti bamboccioni. Sono un esercito i maggiorenni che non si sposano e non pensano neppure a crearsi una vita loro, andando via da casa. Meglio sotto lo stesso tetto di mamma e papà e, quando sono separati, sotto quello di uno dei due, basta che ci sia chi paga le spese. Quanti hanno detto addio alla compagna si trovano così a dover continuare a tirare fuori assegni per i figli anche quando non sono più dei bambini. Il 19% dei separati ha a carico figli maggiorenni e il 6% ragazzi che hanno varcato la soglia dei trenta anni. Dopo una vita di lavoro e con una famiglia andata in frantumi, ci si ritrova così senza un centesimo in tasca e a dividere una stanza messa a disposizione da enti pubblici o associazioni con altri genitori, che si trovano nelle stesse condizioni. Sono i nuovi collegi. Quelli dei poveri papà.
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Offline André Linoge

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Re:800 mila papà alla fame
« Risposta #1 il: Dicembre 07, 2013, 19:24:27 pm »
Hai fatto bene a pubblicarli. Dati che già conoscevo e che sono la dimostrazione esauriente che per un uomo in questa società prima di sposarsi e avere figli sarebbe meglio impiccarsi. Io almeno la penso così. ;)
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Offline vnd

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Re:800 mila papà alla fame
« Risposta #2 il: Dicembre 07, 2013, 20:02:15 pm »
Hai fatto bene a pubblicarli. Dati che già conoscevo e che sono la dimostrazione esauriente che per un uomo in questa società prima di sposarsi e avere figli sarebbe meglio impiccarsi. Io almeno la penso così. ;)

L'unico problema è che, mentre del matrimonio se ne può benissimo fare a meno, la paternità è un fatto puramente istintivo.
Fa parte di quelle pulsioni irrefrenabili che la ragione non potrà mai sopprimere del tutto e che, qualora si riuscisse anche reprimere con successo, l'energia accumulata ma soffocata sfogherebbe in nevrosi.
 

Rinunciare al matrimonio è facile ma rinunciare alla paternità, no.

Ecco perchè, molti padri, privati dei loro figli, cadono in una disperazione che li porta alla follia, al delitto e al suicidio.

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Offline controcorrente

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Re:800 mila papà alla fame
« Risposta #3 il: Dicembre 07, 2013, 20:16:10 pm »
Una cosa è certa: pochi anni fa sono stato volontario alla Caritas per un breve periodo, il mio compito era servire in mensa. Se fossero padri separati non lo so, comunque a mangiare erano soltanto uomini, mai visto donne, oggi non saprei. Casualità o soltanto gli uomini si rivolgono alla Caritas?

Offline André Linoge

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Re:800 mila papà alla fame
« Risposta #4 il: Dicembre 07, 2013, 20:24:20 pm »
L'unico problema è che, mentre del matrimonio se ne può benissimo fare a meno, la paternità è un fatto puramente istintivo.
Fa parte di quelle pulsioni irrefrenabili che la ragione non potrà mai sopprimere del tutto e che, qualora si riuscisse anche reprimere con successo, l'energia accumulata ma soffocata sfogherebbe in nevrosi.
 
Rinunciare al matrimonio è facile ma rinunciare alla paternità, no.

Non vale per tutti il tuo discorso, te l'assicuro. Personalmente non ho mai sentito ne il desiderio e tantomeno il bisogno di avere marmocchi a condizionarmi la vita (di anni ne ho 38 anni). Provo orrore al solo pensiero di avere un figlio. Posso dire senza alcun dubbio o margine d'errore che la paternità non fa assolutamente parte del mio istinto, ne l'ha mai fatto.
E le mie energie le sfogo in trastulli molto più interessanti e divertenti.... di certo non in nevrosi. ;)
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Offline controcorrente

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Re:800 mila papà alla fame
« Risposta #5 il: Dicembre 07, 2013, 20:32:56 pm »
Non vale per tutti il tuo discorso, te l'assicuro. Personalmente non ho mai sentito ne il desiderio e tantomeno il bisogno di avere marmocchi a condizionarmi la vita (di anni ne ho 38 anni). Provo orrore al solo pensiero di avere un figlio. Posso dire senza alcun dubbio o margine d'errore che la paternità non fa assolutamente parte del mio istinto, ne l'ha mai fatto.
E le mie energie le sfogo in trastulli molto più interessanti e divertenti.... di certo non in nevrosi. ;)

Sono d'accordo.
Anni fa avrei voluto dei figli, una moglie e una famiglia tradizionale. Ora il solo parlarne mi viene il voltastomaco, però un figlio mi piacerebbe, meno di prima però lo vorrei.
Dunque è anche vero che col tempo si cambia, quasi sempre per esperienze di vita.

Online Massimo

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Re:800 mila papà alla fame
« Risposta #6 il: Dicembre 07, 2013, 23:23:07 pm »
Psst.....un consiglio per chi è in fregola di paternità: e se invece di farli, i figli li si addottasse? Ci sarebbe il vantaggio di evitare
il rischio di avere un figlio deficiente o andicappato e per di più uno potrebbe scegliere che tipo di bambino adottare con quelle
caratteristiche che più sono gradite. Ricordiamoci un precedente storico: quando gli imperatori romani ADOTTARONO il successore
invece di assoggettarsi alla sorte e alla casualità della paternità genetica, quello fu il periodo di maggiore grandezza dell'impero
romano. fu il periodo, per intenderci, di Traiano, di Adriano, di Antonino e di Marco Aurelio. Tra l'altro questa scelta ci darebbe la
possibilità di dare un bel calcio in culo alle donne e alla loro (spesso nefasta) influenza sulle nostre esistenze.

Offline Vicus

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Re:800 mila papà alla fame
« Risposta #7 il: Dicembre 08, 2013, 02:32:02 am »
Non penso che sia così facile scegliere chi adottare, il più delle volte si adottano bambini di paesi extraeuropei, il che di fatto rende più difficile per il bambino accettare la nuova famiglia, tanto più se composta di un solo genitore.
Quali che siano le ragioni, molto spesso i figli adottivi si guastano verso i 14-15 anni, smettono di studiare o cercare lavoro e si danno ad una vita sregolata (immaginatevi le conseguenze se femmine); e un figlio scapestrato e ribelle è fonte di scocciature più o meno quanto una moglie lunatica.
La famiglia è una realtà sociale prima che individuale, e non penso che il problema possa risolversi individualmente (vale a dire trovare la persona "giusta"). Fondare una famiglia è diventato un privilegio, e le unioni riuscite sono un fenomeno 'di nicchia', in prevalenza matrimoni 'combinati' dalle famiglie, amicizie di vecchia data con lavori e frequentazioni omogenee, ecc.. Finché non cambia il vento, a livello di leggi e mentalità collettiva, metter su famiglia resta un rischio enorme, tenuto anche conto dell'imprevedibilità dei comportamenti muliebri.
« Ultima modifica: Dicembre 08, 2013, 02:43:51 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Ryu

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Re:800 mila papà alla fame
« Risposta #8 il: Dicembre 08, 2013, 11:49:33 am »
Sto con vnd ma come cazzo si può pensare di non avere figli? Ce lo stanno negando questo diritto! Io di anni ne ho 28, ci pensai a 21-22 poi no, ora ci ripenso ma so che è una vosa molto difficile.
Odio il femminismo perché amo le donne

Offline controcorrente

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Re:800 mila papà alla fame
« Risposta #9 il: Dicembre 08, 2013, 11:55:27 am »
Non penso che sia così facile scegliere chi adottare, il più delle volte si adottano bambini di paesi extraeuropei, il che di fatto rende più difficile per il bambino accettare la nuova famiglia, tanto più se composta di un solo genitore.
Quali che siano le ragioni, molto spesso i figli adottivi si guastano verso i 14-15 anni, smettono di studiare o cercare lavoro e si danno ad una vita sregolata (immaginatevi le conseguenze se femmine); e un figlio scapestrato e ribelle è fonte di scocciature più o meno quanto una moglie lunatica.
La famiglia è una realtà sociale prima che individuale, e non penso che il problema possa risolversi individualmente (vale a dire trovare la persona "giusta"). Fondare una famiglia è diventato un privilegio, e le unioni riuscite sono un fenomeno 'di nicchia', in prevalenza matrimoni 'combinati' dalle famiglie, amicizie di vecchia data con lavori e frequentazioni omogenee, ecc.. Finché non cambia il vento, a livello di leggi e mentalità collettiva, metter su famiglia resta un rischio enorme, tenuto anche conto dell'imprevedibilità dei comportamenti muliebri.

Quoto tutto e teniamo presente una cosa: con la scusa del razzismo stanno imponendo le adozioni dei bambini di colore. Niente in contrario per carità, ma il piano diabolico e infame del sistema è mischiare le razze.
Meditate gente....

Online Ryu

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Re:800 mila papà alla fame
« Risposta #10 il: Dicembre 08, 2013, 13:33:05 pm »
Non so se c'è questa cospirazione, non credo, ma di fatto i bambini di alcuni Stati sono più facili da adottare rispetto ad altri.
Odio il femminismo perché amo le donne

Offline vnd

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Re:800 mila papà alla fame
« Risposta #11 il: Dicembre 08, 2013, 14:56:27 pm »
Non vale per tutti il tuo discorso, te l'assicuro. Personalmente non ho mai sentito ne il desiderio e tantomeno il bisogno di avere marmocchi a condizionarmi la vita (di anni ne ho 38 anni). Provo orrore al solo pensiero di avere un figlio. Posso dire senza alcun dubbio o margine d'errore che la paternità non fa assolutamente parte del mio istinto, ne l'ha mai fatto.
E le mie energie le sfogo in trastulli molto più interessanti e divertenti.... di certo non in nevrosi. ;)

La tua voglia di chiavare ed il tuo interesse per le donne, comunque tu preferisca girarla, è sintomo del tuo desiderio inconscio di paternità.
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Offline vnd

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Re:800 mila papà alla fame
« Risposta #12 il: Dicembre 08, 2013, 15:02:52 pm »
Psst.....un consiglio per chi è in fregola di paternità: e se invece di farli, i figli li si addottasse? Ci sarebbe il vantaggio di evitare
il rischio di avere un figlio deficiente o andicappato e per di più uno potrebbe scegliere che tipo di bambino adottare con quelle
caratteristiche che più sono gradite. Ricordiamoci un precedente storico: quando gli imperatori romani ADOTTARONO il successore
invece di assoggettarsi alla sorte e alla casualità della paternità genetica, quello fu il periodo di maggiore grandezza dell'impero
romano. fu il periodo, per intenderci, di Traiano, di Adriano, di Antonino e di Marco Aurelio. Tra l'altro questa scelta ci darebbe la
possibilità di dare un bel calcio in culo alle donne e alla loro (spesso nefasta) influenza sulle nostre esistenze.

Non sono d'accordo.
Le adozioni le lascio alle persone sterili. E' già abbastanza difficile, per loro, adottare in Italia, a causa del delirio di onnipotenza delle troppe assistenti sociali mantenute da noi tutti, ci mancherebbe che io mi mettessi a toglier loro i bambini.

L'ossatura della nostra civiltà è impostata sulla paternità.
Sul passo più lungo della gamba che solo noi uomini sappiamo fare con successo se i benefici ricadono sui nostri figli o su quelli che noi abbiamo scelto come tali.

un uomo sterile non farà mai distinzione.
Ma un uomo che sa di poter essere padre molto difficilmente accetterà di sbattersi per figli non suoi.
A ragione.


Siamo primati, non pipistrelli.
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Offline vnd

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Re:800 mila papà alla fame
« Risposta #13 il: Dicembre 08, 2013, 15:09:29 pm »
le unioni riuscite sono un fenomeno 'di nicchia', in prevalenza matrimoni 'combinati' dalle famiglie, amicizie di vecchia data con lavori e frequentazioni omogenee, ecc..

Non so se ho capito bene. Pensi  anche tu, come me,  che un matrimonio combinato abbia maggiori possibilità di successo  di un matrimonio per il quale, almeno uno dei due (a giudicare dall'iniziativa presa in occasione della richiesta di separazione, in genere è la donna, visto che non ha nulla da perdere e tutto da guadagnare) sceglie il partner ragionando col buco del culo?

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Online Massimo

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Re:800 mila papà alla fame
« Risposta #14 il: Dicembre 08, 2013, 20:21:51 pm »
Non sono d'accordo.
Le adozioni le lascio alle persone sterili. E' già abbastanza difficile, per loro, adottare in Italia, a causa del delirio di onnipotenza delle troppe assistenti sociali mantenute da noi tutti, ci mancherebbe che io mi mettessi a toglier loro i bambini.

L'ossatura della nostra civiltà è impostata sulla paternità.
Sul passo più lungo della gamba che solo noi uomini sappiamo fare con successo se i benefici ricadono sui nostri figli o su quelli che noi abbiamo scelto come tali.
un uomo sterile non farà mai distinzione.
Ma un uomo che sa di poter essere padre molto difficilmente accetterà di sbattersi per figli non suoi.
A ragione.
Siamo primati, non pipistrelli.

Non sono d'accordo. Un uomo fertile può benissimo adottare e non c'è bisogno di essere sterili per adottare. Tra l'altro,
l'adozione fa risparmiare i fastidi dell'educazione a bambini e infanti. L'ossatura della civiltà è basata sulla paternità?
Ti faccio presente che nella storia umana i padri sono sempre stati ben poco presenti, tanto che i ragazzi le figure
maschili di riferimento spesso le trovavano altrove, nello zio, nel nonno, nel fratello maggiore e nei compagni e amici
oppure semplicemente negli uomini che nelle comunità prendevano la direttiva. Ti dico io da cosa nasce il desiderio e
l'istinto di paternità: dal desiderio inconscio di immortalità. Siccome siamo destinati a morire, come individui, cerchiamo
di renderci immortali appunto con la discendenza che tramandi il nostro cognome e il nostro DNA. E' anche una sfida
stupida e stizzosa che facciamo al Padreterno che avendo sottoposto l'umanità alla condanna della morte a motivo del
peccato (così si tramanda) è come se si sentisse rispondere: "Bene! Io devo morire come i miei antenati? Allora sai cosa
faccio io? Metto al mondo dei figli, così mi rendo immortale con la mia discendenza! Tiè!".
Quanto a sbattersi per figli non suoi, spesso diversi uomini lo hanno fatto. Anzi, si sono battuti anche per cause non proprie
che non appartenevano loro e per cause persino disgraziate e fallimentari, comprese quelle perse in partenza. Lo hanno
fatto per la loro indole, per semplice vitalità, perchè hanno scelto di aderire a valori che non fossero solo quelli della trombata
finalizzata a generare un numero ragguardevole di figli che li rassicurasse sulla loro capacità di figliare e che perpetuasse il
loro nome nella posterità. Per essere poi, dopo qualche generazione inevitabilmente dimenticati, salvo qualche isolata e rara
eccezione, persino dai loro stessi discendenti. Questo perchè ritenevano ci fosse uno scopo più meritevole nella loro vita.
Moltissimi grandi uomini non hanno generato figli, ma hanno lasciato, nella storia dell'umanità,  una traccia incancellabile ed
una impronta formidabile che molti, moltissimi padri se la sognano. Siamo uomini, caro Vnd, non mandrilli.
E per concludere il discorso, ti ricordo che a distanza di duemila anni ancora contiamo gli anni dalla nascita di un uomo che
non è mai stato padre. Anzi, non ha mai nemmeno scopato. Si chiamava Gesù Cristo.