"L'Angelo della vendetta"(Ms. 45 aka Angel of Vengeance) Thriller ,-CULT-, Abel Ferrara, 1981, [Usa]
“Non sarà più un crimine passeggiare per le strade.”
“Non è più un mondo di uomini.”
“Non accadrà mai più!”
“E' stato abusata e violata. Non accadrà mai più!”
“E' la numero uno ... le basta una sola pallottola.”
“Nessun uomo sarà mai di nuovo al sicuro. “
Frasi di lancio originali del film
Era da un po' di tempo che accarezzavo di ri-dedicare dopo parecchi anni diversi minuti a scrivere di nuovo de “L'Angelo della vendetta”, considerato da molti ancora oggi il capolavoro della nutrita, multiforme e stimolante filmografia di Abel Ferrara, oltre che il suo primo vero lungometraggio cinematografico (almeno non porno), ad avergli dato visibilità anche internazionale. “Ms. 45 aka Angel of Vengeance” secondo i due titoli con cui è conosciuto in originale, ci riguarda anche molto da vicino in quanto almeno in Italia non ha mai avuto una distribuzione in dvd, e sopravvive “ufficialmente” ancora oggi grazie unicamente alla splendida vhs da nolo Warner, del 1985. E' anche considerato uno, se non “il”, miglior “Rape & Revenge”mai realizzato, all'interno di un ricco e quantomai scomodo filone, scelta con il quale posso essere abbastanza d'accordo conoscendo bene il sottogenere pur senza averlo mai amato troppo. Infatti, seppur condotte e risolte attraverso uno stile e un linguaggio, freddo, scostanti e aggressivi già straordinariamente padroneggiati da Ferrara, le contraddizioni abbondano anche in “Ms. 45”, la più importante delle quali è la posizione ambigua dello stesso Abel Ferrara verso la sua Thana, ormai famosa vendicatrice al femminile, la cui 45 automatica è divenuta quasi una sorta di paradigmatico simbolo delle vendette cinematografiche al femminile. Ella è all'inizio del film solamente una sartina muta che lavora nel distretto dell'abbigliamento di New York, il cui nome è Thana (un incomparabile esordiente Zoë Lund, già famosa nei locali delle tumultuose notti newyorkesi dell'epoca), e che dopo essere stata violentata due volte in un solo pomeriggio, per come è rappresentata la degradazione e la violazione fisica e psicologica che ella subisce, va comprensibilmente su tutte le furie, per trasformarsi in una omicida crociata contro tutta la popolazione maschile della città. Che il primo, rapinatore e stupratore mascherato sia interpretato da Ferrara stesso ci potrebbe forse indicare qualcosa circa il proprio ruolo complicato da regista nella trasformazione di Thana in un angelo della morte, – o forse la sua presenza ci può anche indicare i suoi sentimenti di vendetta verso la sua anti-eroina? Oppure rivelare il suo senso di colpa nel contribuire, come un uomo eterosessuale, comunque alla sua furia femminile? E ancora confondendo apparentemente con abilità da parte di Ferrara la storia iniziale da "donna disprezzata" in quella che è la trama pulsionale, del susseguirsi delle uccisioni di Thana, le quali sono spesso completamente ingiustificate (soprattutto verso un gentile “draguèr” di strada che farà a sue spese un atto di attenzione nei suoi confronti, e i festaioli mascherati della culminante scena finale), esponendo così il suo essere meno interessato ad una vendetta giustificata rispetto alla magistrale, memorabile rappresentazione di una sadica carneficina attraverso convulse sparatorie. Le sue tesi di mise-en-scène sono qui già anni luce e tecnicamente eccellenti oltre che rispetto al di poco precedente (1979) “The Driller Killer”, basti la straordinaria e già citata sequenza finale in cui Ferrara ci getta nel suo locale di Manhattan come ci ritrovassimo dentro ad una sorta di alquanto sgangherata arena, nella quale uomini come donne sciovinisti e aggressivi sotto le larghe luci stroboscopiche dei padelloni luminosi si impegnano a fondo nell'escalation di un'arcigna “guerra di genere” (contraddistinta dagli stridenti e sinistri squilli di tromba della strepitosa, nervosa partitura di un grande Joe Delia, all'epoca sodale musicale del regista). Date l'intensa educazione e formazione cattoliche di Ferrara, non è una sorpresa che Thana alla fine si ritrovi oramai sconvolta sul crinale della follia, vestita di un costume da suora in una delirante festa in costume. Ma è la miriade di composizioni a strati con sotterranee connessioni alle divisioni nei rapporti uomo-donna - come il primo piano vista del freddo, gelido volto di Thana stagliato contro la Skyline inquietante, livida e invernale di una New York di uomini quasi tutti soli, nevrotizzati e spezzati in un modo o nell'altro- che alla fine conferisce a “L'Angelo della vendetta” tutto il suo imperituro status di grande e memorabile classico dal dinamico fascino, pur nell'ambito di una storia fondamentalmente di solitudine sessuo-affettiva, violazione e tradimento di esse, squallore.
Si potrebbe difatti concludere che, Ferrara qui maggiormente che in altri suoi film -quasi sempre dal basso budget- fece davvero molto con poco, rimarchevolmente grazie anche alla recitazione dell'eccellente protagonista Zoe Lund (poi Tamerlis), la quale come detto è davvero eccellente e mai effeminata, legnosa, pur in un ruolo difficile come il suo, senza parole, e per di più da esordiente.
Academy of Science Fiction, Fantasy & Horror Films, USA Anno 1981 Nominato al Saturn Award come Miglior Low-Budget Film
L'uscita video britannica, su etichetta Warner per la collana Maverick Director, venne tagliata dal BBFC di 1' e 42”. Le prime copie di questa versione, uscita nel 1997, furono però accidentalmente distribuite con la versione uncut. Queste vennero state subito richiamate e sostituite con la versione approvata dal BBFC, ma alcune copie furono comunque vendute uncut – queste possono essere identificate dal codice sul dorso del nastro (082.897). I tagli sono stati fatti sulle scene di stupro e ad un'inquadratura di Thana che recidere il braccio del secondo stupratore (morto) con un coltello da pane. L'utilizzo dei nunchaku da parte di uno degli aggressori del Central Park, è anch'esso stato rimosso.
Il dvd Usa, rilasciato dalla Artisan, offre anch'esso una versione tagliata del film. Le due scene di stupro sono state tagliate, nella seconda manca anche qualche dialogo ("Non c'è niente che ti farà parlare, eh?"). L'omicidio del ragazzo in maglietta gialla alla festa di Halloween colpito in pieno torace è ormai fuori campo.
Il nome del personaggio di Zoe Lund, Thana, ricorda il dio greco della morte, "Thanatos". Sigmund Freud ha più volte utilizzato la parola per fare riferimento alla "pulsione di morte", che conduce dall'interno di un soggetto a farlo alla fine molte volte tornare ad uno stato inorganico (morte).
Una delle borse per la spesa a tracolla, e piene, che Thana porta dal suo appartamento è di Fiorucci, che aveva un famoso negozio a New York in quel periodo.
Film d'esordio di Zoe Lund.
TorsoloMarioVanni