Leggo oggi su FAS che esiste effettivamente un problema di genere nell'epidemia dei suicidi per la crisi economica: i suicidi sono
maschili per la grande maggioranza dei casi. Va subito detto a onore di FAS che non è stata nemmeno ipotizzata la spiegazione
di comodo sulla presunta "fragilità" maschile contrapposta al coraggio di vivere e alla meravigliosa vitalità delle donne. Anzi, è
stata data una spiegazione realistica che avremmo potuto anche dare noi: le donne possono riciclarsi tranquillamente nei ruoli
di cura senza essere criticate, anzi essendo lodate per questo e non vi è per loro la condanna e il disprezzo sociale nel caso in
cui diventano precarie o disoccupate mentre invece gli uomini non possono riciclarsi, non hanno spesso alternative e non hanno
nemmeno risorse per ricominciare, dopo che hanno speso una vita intera e i loro mezzi per la famiglia. Non resta loro più nulla
per se stessi e non sono aiutati da nessuno, spesso nemmeno dalla famiglia di origine: isolati, derisi, evitati, criticati chi li può
sostenere? Gli aiuti vengono destinati ad altri così che molti non reggono alla mancanza di prospettive e si suicidano. Ci sarebbe
da applaudire, se non fosse che come al solito, la colpa viene data al patriarcato: Gli uomini soffrirebbero meno la disoccupazione
se la famiglia non fosse strutturata in maniera patriarcale e se in famiglia i carichi e le responsabilità (e il potere) venissero
distribuiti equamente senza tenere conto del sesso. Insomma, dopo un avvio promettente, alla fine la ricetta è sempre la
stessa. E anche la musica è sempre la solita: "decidetevi a rendervi conto, cari maschietti, che il patriarcato fa molto male
anche a voi: impegnatevi insieme a noi femministe per eliminarlo e costruire una famiglia e una società diversa. Solo così
potrete godere anche voi delle bellurie di una società "paritaria": se resterete disoccupati non vi suiciderete più. Anzi, anche
voi, come noi donne, potrete riciclarvi felici e beati nei ruoli di cura che vi verranno affidati. E a vivere". Felici e beoti. Amen.