Insomma, della carabiniera, della poliziotta, della donna militare ecc.
Esprimete pure i vostri pareri (ecco, non si offendano le dirette interessate, stiamo solo discutendo!) e vediamo un po' cosa ne esce fuori.
Penso che sia una gravissima evidenza di discriminazione antimaschile.
1. Premessa: la guerra è merda.
E' sfruttamento del popolo. Peggio della schiavitù. Perché, se non altro, lo schiavo aveva qualche diritto ed il padrone non poteva disporre liberamente della sua vita.
La guerra ingrassa il ricco ed affama il povero.
La guerra, pertanto è voluta dal ricco e combattuta dal povero che non ha alcun interesse nella vittoria della stessa.
[Quando l'8 di settembre il messaggio di Badoglio fu erroneamente interpretato come annuncio della fine della guerra la gente era corsa nelle strade ad esultare. Pur cosciente ddella palese sconfitta.]
L'unico interesse del povero costretto a combattere una guerra è quello di tornare a casa vivo.
Questo, in chi ha un qualche grado militare, significa anche riportare a casa i propri uomini.
Paradossalmente si sopravvive se si adempie con disciplina ed onore a tutti i doveri del proprio stato.
La guerra è un meccanismo dei regimi economici. E' spesa pubblica, è rubare qualcosa a qualcuno, è riduzione dei cittadini maschi per evitare l'eccessivo frazionamento dei beni trasmessi per via ereditaria (questo era vero soprattutto nell'economia contadina e perde di efficacia quando anche le donne possono possedere dei beni e, soprattutto, sono costrette a svolgere lavoro retribuito).
A determinate condizioni diventa pertanto un fatto ineludibile.
2. Va considerato che la leva obbligatoria è sospesa e non abrogata.
All'occorenza potremmo trovarci tutti in fila per tre da un giorno all'altro.
Però LE DONNE sarebbero volontarie e gli UOMINI, coscritti.
PRIMA INGIUSTIZIA SESSISTA.
3. I criteri di selezione dei militari femmina richiedono standard fisici inferiori a quelli maschili.
SECONDA INGIUSTIZIA SESSISTA
Vengono pertanto immessi volutamente soggetti più deboli nel nucleo composto da uomini.
La potenza bellica di un gruppo di uomini in territorio ostile è allineata al più debole.
Se in un gruppo di dieci uomini c'è una donna questo gruppo ha meno possibilità di tornare a casa di un gruppo senza donne.
La presenza delle donne (volontarie), pertanto, espone a maggior pericolo la sopravvivenza degli uomini (costretti).
TERZA INGIUSTIZIA SESSISTA
4. La presenza delle donne nelle forza armate è stata analizzata dal sociologo Kingsley Browne nel libro Co-Ed combat.
http://www.amazon.com/Co-Ed-Combat-Evidence-Shouldnt-Nations/dp/1595230432Io sono molto vicino al suo pensiero.
Ho riportato soltanto due punti nei quali non mi trovo d'accordo.
5. Altri lavori che non ho ancora letto:
http://www.amazon.com/Men-Women-War-Belong-Front/dp/0304359599/ref=pd_sim_b_8http://www.amazon.com/The-Privileged-Sex-Martin-Creveld/dp/1484983122/ref=pd_sim_b_1http://www.amazon.com/Men-Strike-Boycotting-Marriage-Fatherhood/dp/1594036756/ref=pd_bxgy_b_img_yhttp://www.amazon.com/Women-Military-Flirting-With-Disaster/dp/0895263769/ref=pd_sim_b_1/181-1345022-4081436ecc....
Questi libri, naturalmente, non esistono in italiano.
Vanno a contrastare la letteratura della retorica militare femminista, romanzata e piena di falsità, favole e miti.
5. Sono per la libertà di scelta del cittadino e considero sacrosanta la libertà della donna che vuole combattere.
Ma la libertà di un soggetto non deve danneggiare quella degli altri.
6. Conclusione
Considero la presenza delle donne nelle forze armate uno spreco di risorse pubbliche.
Pertanto, sarei favorevole soltanto a donne militari se:
1. Fossero costituiti reparti interamente femminili da impiegare per operazione di disturbo, inganno, ostruzione e missioni senza ritorno;
2. la tassazione dei cittadini per finanziare tali reparti dovrebbe essere volontaria.
vnd (Alpino - Sottotenente della riserva - Pacifista ma non antimilitarista)