Autore Topic: Michele Fabbri : La questione maschile .  (Letto 919 volte)

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Offline Stendardo

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Michele Fabbri : La questione maschile .
« il: Dicembre 29, 2013, 18:20:24 pm »
Fonte : http://www.centrostudilaruna.it/solanas.html

La questione maschile

 Nel variegato repertorio di malattie mentali che forma il corpus delle ideologie progressiste, il femminismo occupa un posto di straordinario rilievo. Il testo di riferimento di questo filone di pensiero è: S.C.U.M. Manifesto per l’eliminazione dei maschi, di Valerie Solanas, che si può considerare come un vero e proprio libro liturgico che viene letto come un Vangelo e scandito come un mantra dalla classe dirigente democratica. Il pamphlet della Solanas è la fonte ideologica di tutto quell’insieme di leggi che mirano alla distruzione della famiglia e alla progressiva restrizione dei diritti civili cui è sottoposta la popolazione di sesso maschile nel mondo occidentale, dove il diritto di famiglia e le norme che regolano i rapporti fra uomo e donna sono ormai diventate una trappola femminista: leggi sulle molestie sessuali, sulle discriminazioni sessiste, penalizzazione dei padri separati ecc…
 
La sigla S.C.U.M. sta per Society for Cutting Up Men (associazione per l’eliminazione degli uomini). Bisogna riconoscere che questo libro è caratterizzato da una vena polemica, e profetica allo stesso tempo, che gli conferiscono una qualche dignità letteraria. L’opuscolo della Solanas è stato scritto nel 1967 e comincia a essere diffuso nel 1968 (casualmente? È più che lecito supporre che il libro sia stato commissionato dalle forze occulte che hanno architettato la grande cospirazione sessantottina!).
 
La Solanas comincia il libro esponendo il suo programma ambizioso: le donne devono «rovesciare il governo, eliminare il sistema monetario, istituire l’automazione globale e distruggere il sesso maschile». L’ultimo punto del programma si può realizzare con l’aiuto dell’ingegneria genetica: «oggi è tecnicamente possibile riprodursi senza l’intervento dei maschi (o persino senza le femmine) e produrre soltanto femmine». Come si vede la fanciulla rivoluzionaria era ben informata sulle possibilità di generare la vita in laboratorio (e siamo nel 1967!). La superiorità della femmina è dimostrata dal fatto che il gene maschio è un gene femmina incompleto: «il maschio è una femmina mancata, un aborto ambulante, abortito a livello genetico… Il maschio è intrappolato in una zona d’ombra a metà strada tra l’essere umano e la scimmia… Definire l’uomo una bestia è adularlo: il maschio è una macchina, un vibratore ambulante».
 
La Solanas prosegue elencando le responsabilità dei maschi in quelli che secondo lei sono i mali del mondo. Da buona “pacifista”, la Solanas mette al primo posto la guerra: «poiché la sua vita non ha alcun valore il maschio preferisce dissolversi in una vampata di gloria». Seguono poi cortesia, buone maniere e dignità: «ogni uomo, nel profondo, sa di essere un indegno pezzo di merda… desidera solo nascondersi e camuffare di fronte agli altri la propria totale fisicità, il proprio totale egocentrismo, l’odio e il disprezzo che nutre verso gli altri maschi e che sospetta gli altri maschi nutrano verso di lui… il maschio cerca di imporre un codice “sociale” perfettamente insipido». In materia di economia la Solanas ha le idee molto chiare: «in una società senza denaro ognuno potrebbe realizzare tutto ciò che maggiormente desidera». Dopo aver enunciato questa perla di saggezza, l’autrice afferma: «poiché il maschio disprezza il suo Io totalmente inadeguato, viene sopraffatto da un’intensa inquietudine e da una profonda, infinita solitudine non appena si trova a tu per tu con il suo Io vacuo, e allora si aggrappa ad una femmina qualsiasi nella vaga speranza di completare se stesso… Ma le femmine, a meno che non siano molto giovani o molto malate, devono essere costrette con la violenza o con la corruzione ad accettare la compagnia maschile… A liberare le donne dall’egemonia maschile sarà quindi la totale eliminazione del sistema basato sul lavoro e sul denaro e non il raggiungimento della parità economica con l’uomo dentro a questo sistema».
 
Seguono alcune considerazioni sulla figura paterna: «la Mamma desidera ciò che è bene per i suoi bambini; il Papà vuole solo ciò che è bene per Papà… per di più desidera sessualmente sua figlia» (sorge spontanea una domanda: in che famiglia è cresciuta la Solanas?). Lapidaria la conclusione di questo punto: «il maschio ha un tocco da Re Mida, al negativo: tutto ciò che tocca si trasforma in merda». Poi l’ispirata scrittrice rincara la dose: «il maschio è un fascio di riflessi condizionati, incapace di libere risposte intellettuali… ha un enorme bisogno di essere guidato, protetto, difeso, ammirato dalla Mamma». Molto riduttivo è anche il concetto che la Solanas ha della figura materna: «borsa d’acqua calda provvista di tette».
 
La maîtresse à penser del femminismo, inoltre, considera l’interesse dei maschi per le donne come una violazione dell’intimità femminile e come un atteggiamento morboso: «il maschio, volendo essere donna, non fa altro che girare attorno alle femmine». Proseguendo in questa galleria dell’assurdo, l’autrice approfondisce la sua visione della psicologia maschile: «il maschio aborrisce la vita civile, la gente, le città, qualsiasi situazione che richieda capacità di comprendere e comunicare con gli altri». Non si salvano dalla furia della Solanas nemmeno gli “hippies”, che pure erano molto popolari all’epoca in cui è stato scritto il libro: «per i tradizionalisti l’unità di base della società è la famiglia, per gli hippies è la tribù; ma per nessuno è l’individuo». L’eroina femminista non è tenera nemmeno con gli omosessuali: «il maschio che si è spinto più lontano è la checca, ma costui, per quanto sia diverso dalla maggior parte degli uomini, è pur sempre uguale a tutte le altre checche; da buon funzionalista, ha un’identità – è una femmina – ma non ancora un’individualità: cerca solo di sbarazzarsi dei suoi problemi». Poi la nostra scrittrice torna ad occuparsi degli uomini eterosessuali: «il maschio non ha il senso del bene e del male, non ha la coscienza morale… vuole che la femmina (la Mamma) lo guidi, ma non riesce ad accettare questo fatto».
 
Segue poi l’abituale tormentone delle ideologie progressiste, cioè le stantie argomentazioni contro la religione. Ecco tutto quello che la filosofessa femminista riesce a dire sul rapporto tra l’uomo e il sacro: «il maschio ha inventato la filosofia e la religione. Non vedendo che vuoto in se stesso, egli guarda fuori di sé, cercando non solo una guida e un controllo, ma anche la salvezza e il significato della propria esistenza… la religione non solo assicura al maschio una meta (il Cielo), e lo aiuta a tenere le donne assoggettate agli uomini, ma gli fornisce anche i rituali per esorcizzare il senso di colpa e la vergogna originati dall’incapacità di difendersi dai suoi impulsi sessuali; in sostanza, la colpa e la vergogna di essere maschio». Non può mancare nel Solanas-pensiero un riferimento ai pregiudizi razziali, etnici, religiosi, il solito spauracchio della cultura democratica: «il maschio ha bisogno di capri espiatori su cui proiettare i suoi fallimenti e la sua inadeguatezza, su cui scaricare la frustrazione di non essere femmina». La Solanas ha perfino l’ambizione di pronunciare parole sull’arte e la cultura: «il progetto “artistico” del maschio non è quello di comunicare (non avendo nulla dentro di sé, non ha niente da dire ), ma di camuffare la sua bestialità, ricorrendo al simbolismo e all’oscurità (la vecchia solfa della “profondità”)».
 
Ovviamente le donne che apprezzano la compagnia maschile sono viste come delle pericolose “collaborazioniste”: « la figlia di papà, passiva, arrendevole, rispettosa, piena di reverenziale timore per il maschio gli consente di imporre il suo chiacchiericcio orrendamente ottuso». La profetessa della superiorità femminile pronuncia poi un severo giudizio sulle donne che traggono piacere dalla sessualità: «il maschio eccita certe femmine, quelle ad alta tensione sessuale, ad una lussuria parossistica che le fa piombare nella buia sacca del sesso, da cui poche riescono a fuggire… il sesso è il rifugio dei poveri di mente». Dopo questa breve divagazione la Solanas torna a infierire sulla vittima preferita: «il maschio è un animale subumano». Inoltre l’amazzone femminista afferma: «molti dati biologici e psicologici, che dimostrano la flagrante inferiorità del maschio rispetto alla femmina, vengono pertanto soppressi». In realtà la moderna società di massa è letteralmente sommersa da un apparato di propaganda che afferma la superiorità del sesso femminile su quello maschile, ma ovviamente le sacerdotesse femministe sanno recitare la salmodia del progresso: i pianti rituali e l’atteggiamento vittimista sono il brodo primordiale di tutte le ideologie egualitarie.
 
Tuttavia nel sacro testo della Solanas è dato anche trovare una profezia clamorosamente fallita: «l’introduzione dei computers verrà ritardata all’infinito nel sistema dominato dal maschio, giacchè il maschio ha il terrore di essere rimpiazzato dalle macchine» (questo errore di valutazione è davvero clamoroso, e potrebbe indurre i “fedeli” a dubitare del dogma dell’infallibilità femminile!). La Solanas è più esatta nel delineare lo stato di degrado in cui versa la popolazione maschile nelle moderne società occidentali: «sempre più uomini diventano froci oppure si annullano nella droga».
 
Il futuro per la Solanas sarà dominato dalle biotecnologie e, poiché l’uomo è un essere banale e inutile, soltanto le donne saranno riprodotte in laboratorio. La Solanas riesce anche ad ammantare di pretese morali i suoi progetti di “eugenetica”: «la produzione deliberata di ciechi sarebbe immorale, come lo sarebbe la produzione deliberata di esseri emotivamente storpi». L’autrice torna poi a ribadire un concetto già ampiamente espresso in precedenza: «il maschio è una merda volgare ed abietta», e descrive lo scenario messianico che attende il mondo delle donne finalmente liberate dai maschi: «sarà l’inizio di una nuova era fantastica e un’atmosfera festosa ne accompagnerà la costruzione». Oltre a godersi questo nuovo Paradiso Terrestre, le donne metteranno in atto la soluzione finale della questione maschile: «i pochi uomini rimasti finiranno i loro miserabili giorni istupiditi dalla droga… rivolgendosi al più vicino e accogliente centro suicidi: qui, con dolcezza, verranno asfissiati col gas, rapidamente e senza soffrire… gli uomini irragionevoli, malati, che tentano di difendersi dalla loro ignominia, alla vista di SCUM che gli rotola addosso si aggrapperanno terrorizzati alla Grande Mamma con le Grandi Tette di Gommapiuma, ma le Tette non li salveranno da SCUM; la Grande Mamma si aggrapperà al Grande Papà, che se ne starà rintanato in un angolo a cacarsi sotto nelle sue brache da Superman. Gli uomini ragionevoli, invece, non scalceranno, non lotteranno, non solleveranno penose proteste, ma se ne staranno seduti col cuore in pace, rilassati, e si godranno lo spettacolo abbandonandosi alla deriva verso la loro fine».
 
Ce ne sarebbe abbastanza per condannare questo libello infame per ingiuria, diffamazione, istigazione al genocidio e, soprattutto, si potrebbero chiamare in causa le severissime leggi che puniscono le “discriminazioni sessiste”. Ma naturalmente gli oligarchi democratici sanno attaccare l’asino dove vuole il padrone (anzi, in questo caso la padrona): le leggi contro le “discriminazioni sessiste” servono solo a colpire i maschi. Il femminismo, infatti, è un ingranaggio di primaria importanza nella macchina demoniaca del capitalismo postindustriale: la famiglia è per eccellenza il luogo del risparmio e della ottimizzazione delle risorse, mentre la società individualista, con la frammentazione dei nuclei famigliari e la cancellazione di ogni senso della comunità, è funzionale alla moltiplicazione dei consumi. Per questo i parlamenti democratici si impegnano con pervicace ostinazione nell’annientamento della famiglia naturale, e hanno anche la sfrontatezza di farlo in nome del diritto alla libertà individuale, quello stesso diritto che viene calpestato con disinvoltura quando si tratta di reprimere la libertà d’opinione.
 
* * *
 

Valerie Solanas, Manifesto per l’eliminazione dei maschi, ES, Milano, 1998, pp.78, euro 5,16. (IBS) (BOL) (LU)


Posted by Michele Fabbri on 1 gennaio 2000.

Tags: donne, femminismo, sesso, Solanas, Valerie Solanas
 
Categories: Italiano, L'arco e la clava, Teiwaz
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Offline Stendardo

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Michele Fabbri : Donne che odiano gli uomini .
« Risposta #1 il: Dicembre 29, 2013, 18:23:30 pm »
Fonte : http://www.centrostudilaruna.it/donne-che-odiano-gli-uomini.html

Donne che odiano gli uomini

Una bella ragazza se ne va in giro mezza nuda ancheggiando vistosamente, e se un uomo la guarda lei grida allo stupro!
 
In una scena di questo genere potremmo sintetizzare la subdola arte della provocazione e il conseguente atteggiamento vittimista che caratterizzano i comportamenti vincenti nel mondo occidentale.
 



Otto Weininger (Vienna, 3 aprile 1880 – Vienna, 4 ottobre 1903)

Circa un secolo fa, un originale studioso austriaco aveva previsto gli scenari attuali: si trattava di Otto Weininger, autore di Sesso e carattere.
 
Per i minorati mentali che credono alla “correttezza politica”, l’opera di Weininger è razzista, antisemita, maschilista ecc…
 
In realtà Sesso e carattere è uno di quei libri scomodi ed esplosivi a mala pena tollerati dalla “cultura democratica”. Sebbene lo studio di Weininger appaia sorpassato e discutibile per alcuni aspetti, tuttavia le obiezioni alle pretese di emancipazione avanzate dal femminismo sono attualissime. Se si considera che Sesso e carattere è stato scritto all’inizio del ‘900, ci si può rendere conto di come le femministe stiano ripetendo come pappagalli gli stessi slogan di oltre un secolo fa, nonostante il disastro antropologico causato dalla femminilizzazione della società contemporanea.
 
In particolare si obietta alla pressoché totale mancanza di donne artiste o filosofe nei secoli passati seguendo l’ipotesi di una “prevaricazione” maschile che avrebbe impedito il libero dispiegarsi dell’ingegno femminile.
 
In realtà il mondo culturale ha conosciuto una sempre più massiccia presenza femminile mano a mano che la comunicazione è divenuta sempre più semplicistica e superficiale!
 
Che le donne siano state silenziate per millenni senza trovare la forza di ribellarsi è ipotesi poco credibile, forse è più logico pensare che le donne siano state immesse nel mercato del lavoro per ottenere la massima moltiplicazione dei consumi. Nella civiltà del denaro la donna è la vera e propria razza superiore, ma il cinismo della società consumista non depone certo a favore di una pretesa superiorità etica femminile…
 
Del resto già Werner Sombart aveva notato come la femminilizzazione del mondo andasse di pari passo con l’espandersi della metastasi capitalista.
 
Ovviamente le femministe reclamano l’accesso a professioni qualificate, gratificanti e ben retribuite, mentre lasciano volentieri ai maschietti posti di lavoro meno ambiti: camionisti, marinai, minatori…
 
Si vanta anche la consistente presenza di donne soldato nelle forze armate…in un’epoca in cui non ci sono più le guerre!
 
“Pari opportunità” o sarebbe meglio dire “opportunismo paritario?!?”
 
“La donna è mobile qual piuma al vento”, recita la celebre aria verdiana, e Weininger rilevava come la caratteristica tipicamente maschile sia la decisione, mentre quella tipicamente femminile sia la discussione; proprio per questo la democrazia moderna assegna un ruolo preponderante al potere femminile, in modo da favorire i processi di dissoluzione e di atomizzazione che stanno disgregando le società occidentali. Da qui l’impressionante fenomeno di dissociazione della personalità che ha assunto proporzioni totalizzanti!
 
Nella donna i concetti di personalità e di proprietà sono più sfumati che nell’uomo, ma non occorreva che arrivasse Marx a mettere in chiaro questi concetti: già Aristofane nella commedia Le donne a parlamento prefigurava una società comunista a guida femminile…
 
Insomma la descrizione del tipo femminile da parte di Weininger sembra il fedele ritratto della moderna società dei consumi.
 
Il carattere davvero profetico del libro di Weininger lo troviamo nel celebre capitolo in cui si evidenziano le similitudini fra carattere femminile e mentalità ebraica. La vertiginosa ascesa della lobby ebraica e del potere femminile nella società a capitalismo avanzato, lascia pochi dubbi sulla veridicità delle intuizioni esposte in Sesso e carattere…
 
Weininger, ebreo di origine e convertito al Cristianesimo protestante, sapeva bene di che cosa stava parlando: il femminismo, come tutte le ideologie progressiste, nasce dal risentimento per presunti torti subiti che le sedicenti vittime rinfacciano a carnefici immaginari!
 
“Donne che odiano gli uomini”, per parafrasare il titolo del famoso giallo di Stieg Larsson, potrebbe essere il motto di un assurdo conflitto tra i sessi che è la punta di lancia di una più ampia strategia volta all’annientamento dei rapporti umani e delle stesse personalità individuali!
 
* * *
 
Otto Weininger, Sesso e carattere, Edizioni Mediterranee, Roma 1992, pp. 440.


Posted by Michele Fabbri on 28 febbraio 2011.
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Offline Suicide Is Painless

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Re:Michele Fabbri : La questione maschile .
« Risposta #2 il: Dicembre 29, 2013, 19:03:12 pm »
Ho letto(ma non tutto) il "libello" della Solanas per questo intervengo, mi ricordo ero già in un periodo "di ritorno" assai particolare, perciò unito a questo mi irrito' anche non poco e rimase da finirlo. Chissà che non sia il momento di riprenderlo, a ritrovarlo, per incazzarsi meglio.
Da Wiki, un implemento biografico forse utile, comprendente il tentato omicidio per cui la Solanas e' rimasta così "famosa":

http://it.m.wikipedia.org/wiki/Valerie_Solanas
« Ultima modifica: Dicembre 29, 2013, 19:18:57 pm da TorsoloMarioVanni »
Neil McCauley/Robert DE Niro [ultime parole]:- "Visto che non ci torno in prigione?"
Vincent Hanna/Al Pacino :-"Già."
Noodles:"I vincenti si riconoscono alla partenza. Riconosci i vincenti e i brocchi.Chi avrebbe puntato su di me?"
Fat Moe:"Io avrei puntato tutto su di te."
Noodles:E avresti perso.

Offline Salar de Uyuni

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Re:Michele Fabbri : La questione maschile .
« Risposta #3 il: Dicembre 29, 2013, 20:07:06 pm »
Citazione
Ho letto(ma non tutto) il "libello" della Solanas per questo intervengo, mi ricordo ero già in un periodo "di ritorno" assai particolare, perciò unito a questo mi irrito' anche non poco e rimase da finirlo. Chissà che non sia il momento di riprenderlo, a ritrovarlo, per incazzarsi meglio.

No decisamente non conviene,per la tua salute non conviene,leggere delle cose per incazzarsi non serve a granchè,e ti fa inutilmente male al fegato,che è già messo male.
Di occasioni per incazzarci la vita ce ne dà già tante,non serve cercarle.
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''