Dal Corriere della Sera :
Fonte :
http://www.corriere.it/cronache/13_dicembre_31/napolitano-servono-grandi-cambiamenti-politica-parlamento-riguadagni-suo-ruolo-fa34d7f6-724b-11e3-9570-45a67b1bba62.shtmlNapolitano: «Servono grandi cambiamenti nella politica, il Parlamento riguadagni il suo ruolo»
IL DISCORSO DI FINE ANNO
Napolitano: «Servono grandi cambiamenti nella politica, il Parlamento riguadagni il suo ruolo»
Il Capo dello Stato legge le storie degli italiani alle prese con la crisi: «Coraggio di donne, giovani e immigrati per la ripresa»
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante il discorso di fine anno (Ansa)
«L’anno che sta per terminare è stato tra i più pesanti e inquieti che l’Italia ha vissuto da quando è diventata Repubblica. L’anno che sta per iniziare può e deve essere diverso per il Paese e per quanti hanno sofferto duramente»: questo l’incipit del discorso di fine anno del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Non passerò in rassegna i tanti problemi da affrontare - continua Napolitano - cercherò di mettere in evidenza i pensieri che ho letto nelle tante lettere che ho ricevuto». E il Capo dello Stato legge storie, nomi, vicende dolorose raccontate per iscritto dagli italiani, dai giovani e dalle famiglie che scivolano nella povertà.
LE VITE E LA CRISI —Vincenzo, 61 anni, scrive dalle Marche, imprenditore che ha visto chiudere la sua fabbrica: «Adesso sono disoccupato, i sacrifici non ci spaventano ma non può essere che solo i semplici cittadini siano chiamati a fare sacrifici». Daniela, dalla provincia di Como, racconta la storia del suo fidanzato disoccupato, «giovane per la pensione, troppo vecchio, però, per lavorare». Eppoi la grave situazione degli esodati. «Mi hanno scritto persone che vicino al racconto della loro storia, evidenziano un alto senso dello Stato». Tanti italiani che davanti alle difficoltà, sotto il peso della crisi e della drammatica mancanza di lavoro, «continuano ad aver rispetto della Nazione» e sembrano, quasi, gridare: «Io credo nell’Italia ma l’Italia crede in me?».
IL CORAGGIO DEGLI ITALIANI - Il presidente ringrazia chi gli ha scritto, chi l’ha criticato, e sottolinea di trarre «da ogni lettera, da ogni racconto, spunti per agire nei limiti delle proprie funzioni». Il «coraggio degli italiani è l’ingrediente decisivo per trovare la forza di risalire la china e praticare solidarietà attraverso gesti ed azioni efficaci». E le parole di Napolitano ricordano l’impegno di tanti semplici cittadini «per arginare i drammi di Lampedusa». «Coraggio infine - aggiunge il presidente - di intraprendere e innovare: quello che mostrano creando imprese più donne, più giovani, più immigrati che nel passato». Così, dice il Capo dello Stato, si affronta la crisi. E non vanno dimenticati «i diritti umani e fondamentali compresi quelli che purtroppo sono negati oggi in Italia a migliaia di detenuti nelle carceri sovraffollate e degradate». Diritti riconosciuti in una «Europa unita», continua il presidente, «che ha significato un sempre più ampio riconoscimento di valori che determinano la qualità civile delle nostre società. Valori come quelli, nella pratica spesso calpestati, della tutela dell’ambiente, basti citare il disastro della Terra dei fuochi, del territorio, del paesaggio».
LA POLITICA DEVE CAMBIARE - Per dare risposte «qui ed ora» al futuro dei giovani e alla «fatica sociale», «si richiedono lungimiranti e continuative scelte di governo, con le quali debbono misurarsi le forze politiche e sociali e le assemblee rappresentative, prima di tutto il Parlamento, oggi più che mai bisognoso di nuove regole per riguadagnare il suo ruolo centrale». La politica «deve cambiare», dice Napolitano, «servono sacrifici dai politici».
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«CALUNNIE NON MI CONDIZIONANO» - Non manca un riferimento al secondo mandato intrapreso dal Capo dello Stato: ««Ho assolto il mio mandato raccogliendo preoccupazioni e sentimenti diffusi tra gli italiani - sottolinea Napolitano - E sempre mirando a rappresentare e rafforzare l’unità nazionale, servendo la causa del prestigio internazionale dell’Italia, richiamando alla correttezza e all’equilibrio nei rapporti tra le istituzioni e i poteri dello Stato».
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«RESTERO’ PER UN TEMPO NON LUNGO» - Poi aggiunge:«Resterò presidente fino a quando la situazione del Paese e delle istituzioni me lo farà ritenere necessario e possibile e fino a quando le forze me lo consentiranno. Fino ad allora, e non un giorno di più, e dunque di certo solo per un tempo non lungo». Il Capo dello Stato risponde inoltre ( a distanza )alle polemiche degli ultimi giorni e arrivano, immediate, le reazioni del mondo politico e, contemporaneamente , il «contro-discorso» di Beppe Grillo. «Sono attento a considerare ogni critica o riserva, obiettiva e rispettosa, circa il mio operato» ma, scandisce Napolitano, «non mi lascerò condizionare da campagne calunniose, da ingiurie e minacce», sottolineando che «nessuno può credere alla ridicola storia delle pretese di strapotere personale».
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ISPIRATO DA PAPA FRANCESCO -Eppoi un richiamo alle parole di Papa Francesco:«A una comune responsabilità per le sorti del mondo ci ha richiamato, nei suoi messaggi natalizi e per la giornata mondiale della pace, Papa Francesco con la forza della sua ispirazione che fa leva sul principio di fraternità e che sollecita anche scelte coerenti di accoglienza e solidarietà verso quanti fuggono da guerre, oppressioni e carestie cercando asilo in Italia e in Europa». Nel 2014, aggiunge il presidente concludendo con gli auguri a tutti gli italiani, «spero di poter vedere decisamente avviato un nuovo percorso di crescita, di lavoro e di giustizia per l’Italia e almeno iniziata una incisiva riforma delle istituzioni repubblicane».
31 dicembre 2013