Ricollegandomi a Leopardi, è veramente vergognoso che i libri di storia (scritti da italiani ovviamente) lo dipingano come un pessimista. Ebbene, Leopardi era un
REALISTA, uno che aveva capito tutto della vita, uno essere troppo alto, profondo e intelligente per le limitate testoline italiane.
Ecco, Dante e Manzoni sono più alla loro portata!
Quando studiai Leopardi fu come sentire una ventata d'aria fresca, bere un bicchiere d'acqua in un arido deserto. Finalmente un vero genio, in mezzo a poetuncoli fin troppo esaltati e santificati.
Fu come sentirlo amico, provare tutto ciò che lui provava, le emozioni, i sentimenti.
La scuola, così com'è impostata, sembra un telegiornale.
Come i giornalisti ci fanno vedere ciò che vogliono, così fanno gli storici, e i professori.
Ed è bello quando uno studente sa farsi una sua opinione su un'autore, senza condizionamenti. Avere il coraggio di dire che un poeta fa cagare in una classe che lo esalta. La scuola dovrebbe semplicemente dare degli input, non conclusioni. Invece fa uno e l'altro.
Succede perciò che un Dante e un Manzoni siano deificati, mentre altri come Leopardi disprezzati, al punto di bollarli come "pessimisti" o "sfigati", perché questo è il significato del termine oggigiorno.
Caro Sgarbi, non sono d'accordo con te.
No, diciamo che Papa Giovanni era un oppressore, che Paolo VI era un incapace, che Wojtyla non valeva nulla, che ... Legga Dante, legga Manzoni, impari quella capra!
Non è leggendo Dante e Manzoni che si impara, ma ben altro!