Fonte :
http://voxnews.info/2014/01/16/pisa-soldi-casa-e-lavoro-ai-giovani-ma-solo-se-immigrati/Pisa: soldi, casa e lavoro ai giovani ma solo se immigrati
gennaio 16, 2014 Redazione1 commento
Prima i permessi di soggiorno e i tirocini lavorativi – mentre i giovani italiani si suicidano perché non trovano un posto – ora l’alloggio, a spese della collettività e con l’aiuto delle solite associazioni xenofile come Società della Salute, Arci e Associazione Bati
«Per arrivare alla soluzione abbiamo seguito un percorso trasparente, legale e corretto – commenta Sandra Capuzzi, presidente della SdS – con l’obiettivo di trovare le risposte e non di strumentalizzare i bisogni».
Un centinaio i clandestini tramutati in ‘profughi’ accolti nel territorio di Pisa nel 2011, arrivati in Italia durante quella farsa mediatica definita ‘primavera araba’. Tutti hanno ricevuto documenti, permesso di soggiorno per motivi ‘umanitari’ o status di rifugiato politici, 45€ al giorno, 500€ di liquidazione finale. La maggior parte, dopo aver ricevuto le carte e i 500 euro statali, si sono volatilizzate e sono entrate nel sottobosco criminale della città.
Ma 15 di questi clandestini sono rimasti sul groppone dei cittadini, 10 in una struttura della Croce Rossa in via Pietrasantina. In questi mesi Centro Nord-Sud, Società della Salute, Comune e Provincia hanno gentilmente offerto a questi clandestini dei tirocini retribuiti – a spese dei contribuenti – con soldi del progetto Giovani Si della Regione. Evidentemente ‘giovani si, ma immigrati’.
Poi le case. «Per arrivare alla soluzione abbiamo seguito un percorso trasparente, legale e corretto. Coinvolgendo i ragazzi, le associazioni e le istituzioni, e la 2° commissione consiliare. – commenta Sandra Capuzzi, presidente della Società della Salute e assessore alle politiche sociali del Comune di Pisa – L’obiettivo, sempre e in particolar modo in questi casi delicati, deve essere quello di trovare le risposte e non di strumentalizzare i bisogni».
Molto ‘trasparente’. Un’assessore al ‘sociale’ che è al contempo il capetto di un’associazione che fa dell’immigrazione un business. Un bel conflitto di interessi visto che chi usufruisce dei fondi è lo stesso che ne decide la destinazione.