Autore Topic: Cinema, uomini, e solitudini: "La 14a ora"(Fourteen Hours)(Usa 1951)di Henry Hat  (Letto 1917 volte)

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"La 14a ora"
[Fourteen Hours], Drammatico, noir, Henry Hathaway, 1951, [Usa]


"Un nuovo elemento di suspense sullo schermo"

"Dal bordo di un cornicione li sfidò tutti!"

Frasi di lancio originali del film

Ufficiale Charlie Dunnigan/Paul Douglas : [Telefonata in questura] "Dunnigan, Traffico "A."
Ufficiale Charlie Dunnigan : "C'è un matto su un cornicione ... Qui all'Albergo Rodney!"

Walter, cameriere servizio in camera/Frank Faylen :- "Operatore!"
Centralinista albergo/Sandra Gould [non accreditata] :-
"Buongiorno.
"Walter, cameriere servizio in camera :- "Sono...è il cameriere del 1505."
Centralinista albergo :- "Ti collego con il servizio in camera."
Walter, cameriere servizio in camera  :- "No, no!"
Walter, cameriere servizio in camera  :- "Non voglio un cameriere, io sono un cameriere!"

Robert Cosick/Richard Basehart :- "Tutti mi mentono!"
Robert Cosick :- "Si dovrebbero avere almeno dieci buone ragioni per non volere il nulla. Questa è una regola!"

Ufficiale Charlie Dunnigan:-"Guarda, ci sono stato quasi vicino un paio di volte. Io lo so quindi ti posso confermare che capisco cosa ti preoccupa."

Tassista :- [Discutendo sul suicidio] Sì, se questo è un crimine, non è vero, se quello non si butta? Essi potrebbero metterlo pure in carcere, non potrebbero?" Tassista :-[circa il ragazzo] "Sì, se avessi la mia M-2, potrei coglierlo da qui - pulito!"

Vice Capo Mosklar/Howard Da Silva :- [Interrogandosi sulla madre isterica di Cosick] "C'è qualcosa che non va in lei comunque?"
Dr. Strauss/Martin Gabel [Disgustato] :- "E 'un caso, proprio come il ragazzo!"

Robert Cosick :- "Se quei poliziotti si avvicinano a me ... Mi butto!"

Robert Cosick :- "La vita è fetida e tu lo sai."
Robert Cosick :- "State lontani da me ... o mi butto!"

"Un uomo entra attraversando una porta, non hai niente. Ma se egli entra dalla finestra, hai un situazione".
Così parlò Billy Wilder, un uomo che sapeva "alcune" cose sulla costruzione drammatica. Ma cosa succede quando l'uomo se ne sta direttamente fuori dalla finestra?
"Fourteen Hours" in Italia "La 14a Ora" (1951), diretto da Henry Hathaway, da una sceneggiatura di John Paxton e una storia di Joel Sayre, ci mostra Richard Basehart su un davanzale della finestra di un Hotel ---- a New York, minacciando di buttarsi giù, la mattina presto il giorno della Festa di San Patrizio. Dopo aver stabilito la loro situazione, i realizzatori del film hanno adesso innescato un ticchettio di suspense e acceso il motore della storia, hanno anche un ambiente ben definito, e attivato una serie di domande che con urgenza aspettano di avere una risposta.
"La 14a Ora" è oramai un film abbastanza dimenticato? Sì, eppure nei primi anni cinquanta fu un film che ebbe un forte impatto anche presso il pubblico in Italia, basti dire che ne troviamo la locandina nella casa di Nando Mericoni/Alberto Sordi in "Un Americano a Roma"; e ancora oggi dà l'occasione di vedere qualcosa di veramente buono, meritando ampiamente una sua riscoperta. In ogni caso, il film non è più conosciutissimo, mentre il cast è pieno di nomi noti al cultore di cinema, talenti all'epoca ancora sottovalutati che di lì agli anni successivi avrebbero tutti in blocco goduto di ben altra considerazione. Oltre a Basehart, un affascinante e anticonformista protagonista che grazie al ruolo sarà scelto da Fellini per "La Strada"(1954), il quale conferisce al ruolo tutta l'inquietudine che necessita e il sentore di desideri spezzati e perduti, da vero interprete di carattere (lessi molti anni fa che questo era anche uno dei film preferiti di Johnny Depp), abbiamo anche il faro che illumina di luce attraverso l'oscurità di un'umanità stupida, ovvero Paul Douglas, nella parte del poliziotto che si è trovato ad accorrere con il compito di parlare al povero ragazzo indeciso sul ciglio del cornicione. Queste due naturali varietà umane, ma contrastanti, sono stratificate e descritte dagli sceneggiatori con grande sensibilità e bravura, e tenute a stento sotto controllo da parte degli occhi d'acciaio di Henry Hathaway, un regista che difficilmente ha mai sopportato o fatto passare qualsivoglia sciocchezza da parte di nessuno, nei suoi duri film. Infatti, la mancanza di sentimentalismo di Hathaway è qui più che mai appropriata, massimamente utile, è possibile che Hathaway sarebbe stato felice soddisfatto nel mostrare Basehart che finiva per spappolarsi sull'asfalto come infine fece il giovane nel fatto vero che ispirò la pellicola, quindi, anche se tale conclusione è improbabile in un film di quel periodo, Hathaway riesce nonostante tutto a pervadere  fino alla fine la storia di una vera e propria atmosfera di rischiosità.
In un ruolo di sostegno, troviamo anche l'iconica Agnes Moorehead, una delle interpreti più affidabili nelle parti da isterica, come la madre autoritaria dell'aspirante suicida, e sullo schermo gli acquosi occhi di Robert Keith come il suo velleitario padre, la coppia di genitori fornisce un archetipo ben impostato per lo psicologo strizzacervelli e interprete in libri da un dollaro delle teorie di Freud, impersonato da Martin Gabel. Inoltre ogni tanto appare, il meschino, vile, e nervoso capo della polizia interpretato da Howard Da Silva, il quale quasi ribalta le sue scene in farsa, il che è piuttosto inaspettato ma stranamente benvenuto per il tono generale del film.
Nel frattempo, che un intero isolato della città si blocca a causa della folla raccoltasi sotto al palazzo, la situazione centrale si sposta attraverso alcune altre linee narrative, e diffondendosi per le strade sottostanti in piccole sottotrame. Troviamo così una giovane ed esordiente Grace Kelly la quale troverà i motivi per non divorziare dal marito. I tassisti che scommettono su quando il suicida farà il salto. E la fresca storia, ma anche ultra-seriosa, di Jeffrey Hunter e Debra Paget che impersonano una coppia di giovani curiosi, riuniti dal destino ad innamorarsi all'ombra di un uomo suicida.
Ovviamente, il problema centrale del film, è come credibilmente ottenere che Basehart possa indietreggiare e tornare dentro a quella finestra, il che è una buona fonte di tensione drammatica, e il quale ci fornisce un'ambientazione limitata per aggiungere la coesione, oltre ovviamente al titolo del film che ancora aggiunge utilmente un limite di tempo spaziale per la sua soluzione. Così abbiamo unità di tempo, spazio e azione, ma qual'è il tema, il movente?
Qui la sceneggiatura cade un poco nell'imbarazzo. Il grande problema di Basehart è anche che non può rivelare a nessuno, il suo problema. Lo psichiatra Gabel vede la radice di esso nell'infanzia, un'infanzia tormentata, da problemi edipici. (La reazione silenziosa di Paul Douglas a tutto questo parlare di pervertito amore materno è impagabile.) Basehart era impegnato con la bella Barbara Bel Geddes, ma la relazione si spezzò. Egli è un omosessuale, o ha paura di poter essere omosessuale? È Gabel stesso che non riesce a focalizzare i motivi veri e concreti, per cui non lo sappiamo.
Questo problema centrale irrisolto in realtà aggiunge però interesse. Gli altri crediti di scrittura ad opera di John Paxton lo mostrano incline a prendere una semplice visione di problemi sociali, e una rappresentazione un pò da soap-opera del carattere di alcuni personaggi, anche se lo ha sempre fatto con notevole gusto e competenza: "Odio implacabile"(Crossfire)(1947) di Edward Dmytryk, "Il Selvaggio"(The Wild One) (1951) di Laszlo Benedek, "Passione che uccide"(The Web)(1947)di Michael Gordon, "L'Ultima spiaggia"(On the Beach)(1959)di Stanley Kramer, sono solo alcuni dei titoli da egli firmati. Sia per motivi di censura o a causa di un insufficiente padronanza della teoria psichiatrica con cui si ha a che fare, viene quindi lasciato un vuoto inconoscibile, al centro di questo film. In termini narrativi, tutto si risolve facendo sì che Basehart venga salvato dalla definitiva autodistruzione, e avendoci per tramite di Gabel assicurato che da ora in poi tutto sarebbe andato bene, ma queste domande a dir poco fastidiose rimangono. E penso che sia bene, come penso che sia bene che Gabel, un attore molto bravo che eppure (ma penso sia satto voluto) rende il suo personaggio in qualche modo inaffidabile, con il suo volto da paranoico insicuro,  ci rassicuri riportandolo alla fine nella stanza dal cornicione dove era stato a sporsi per quattordici ore, il protagonista.
Riprendere l'uomo fuori sul davanzale della finestra. Dare un lieto fine. Ma senza rassicurare troppo. Siamo adulti.

Academy Awards, USA Anno 1952
Nominato agli Oscar    per la Miglior  Direzione artistica, in Bianco e NeroLyle R.WheelerLeland FullerThomas LittleFred J. Rode

BAFTA Awards Anno 1952
Nominato al BAFTA Film Award    per il Miglior Film da qualsiasi  paese
USA.

National Board of Review, USA Anno 1951
Ha Vinto  il NBR Award    per il Miglior Attore  aRichard Basehart
Top Ten Films

Festival di Venezia anno 1951
Nominato al Leone d'Oro     Henry Hathaway

Writers Guild of America, Stati Uniti Anno 1952
Nominato al WGA Award (cinematografico)         Miglior Sceneggiatura American Drama John Paxton

Due finali vennero effettivamente girati, quello in cui Richard Basehart muore, quello in cui non si butta. Alcune stampe originali mostrano i due diversi finali uno dopo l'altro.

Questo film è basato su un vero e proprio episodio di vita che accadde il 26 Luglio 1938 a New York City. John W. Warde, 26 anni, balzò da diciassette piani incontro alla sua morte da un cornicione fuori da una camera dell'hotel Gotham. Un poliziotto e altre persone gli parlarono per undici ore, cercando di farlo desistere dal gesto.

L'edificio è stato poi demolito nel 1967. È stato sostituito dalla torre grattacielo di 52 piani al 140 della Broadway, nota per il suo grande cubo rosso posto nella piazza prospiciente.

Debutto cinematografico di Grace Kelly

Come era tipico di altri film di grandi studios del tempo, l'azione esterna è ripresa sul posto per le strade di New York, ma le scene di dialoghi sono state girate su una copia del palazzo e sui set in studio presso i Fox Studios di Hollywood.

Il film è notevole in quanto un certo numero di attori erano solamente all'inizio delle loro carriere le quali ben presto li avrebbero condotti a ruoli importanti in teatro e nel cinema, sia attraverso parti da protagonisti che da comprimari, tra coloro: Joyce Van Patten, Janice Rule, John Randolph, Harvey Lembeck, Brian Keith, Richard Beymer, David Burns, Ossie Davis, John Cassavetes, e Grace Kelly, nella sua citata prima apparizione sullo schermo.

Il produttore Sol C. Siegel ebbe il permesso da parte del Dipartimento di Polizia di New York per ottenere l'appoggio a girare nel centro di New York e nel suo un vasto insieme.

Fatta eccezione per un breve brano che si ascolta sotto i principali titoli di testa e alla conclusione del film, la pellicola non ha alcuna musica.

Un certo numero di attori caratteristi presenti in questo film, venne associato con le associazioni di comunisti e di gruppi teatrali di sinistra - Howard Da Silva, Martin Gabel, Jeff Corey, Leif Erickson e John Randolph - furono presto chiamati prima dalla famigerata commissione per le attività domestiche anti-americane del Senatore McCarthy o nella pubblicazione degli elenchi fatti dagli anti-comunisti, di attori simpatizzanti o effettivi attivisti di sinistra. La maggior parte sarebbero finiti nella lista nera e non sarebbero più stati in un film che molti anni dopo(Erickson, il quale era stato sposato con Frances Farmer) fece invece dei nomi alla commissione, ed il suo nome venne cassato.

Due punti di riferimento di New York possono essere visti sullo sfondo di scene girate dal cornicione: Il Woolworth Building e la Chiesa della Vecchia Trinità.

Il film venne accantonato per sei mesi, poichè la figlia di Spyros Skouras executive della Fox, si gettò da una finestra e morì proprio il giorno stesso in cui il film doveva essere proiettato in anteprima. Al momento della sua eventuale uscita, alcuni compromessi su mandato di Spyros vennero compiuti sulla trama del film.

"Lux Radio Theater", mandò in onda un adattamento radiofonico di 60 minuti del film il 23 marzo 1953 con Paul Douglas che riprendeva il suo ruolo cinematografico.

La produzione utilizzò un palazzo di una banca vera e propria a New York (La Guaranty Trust Co.) e previde di filmare tutte le scene di massa per gli esterni durante il weekend del Memorial Day. Tuttavia, i cornicioni sul palazzo della banca si rivelarono essere troppo stretti, quindi venne costruita una prolungazione (12 cm di profondità, larghezza 42 piedi), e le riprese finirono per prendere due settimane. L'intero edificio della banca venne rifinito con tendaggi alle finestre, una nuova tettoia all'ingresso, targhette in metallo, e un tendone.

La replica del cornicione dell'hotel che venne costruito negli studi 8 della Fox costò 32.000 $

Citato dall'attore nella lista nera Howard Da Silva in un episodio di "Pantomime Quiz" con Walter Brennan e Vincent Price, è stato il suo ultimo film o apparizione televisiva fino al 1959 quando ha fatto "Thieves Carnival" per il Play of the Week.
   

TorsoloMarioVanni

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http://www.ebay.it/itm/Fourteen-Hours-Paul-Douglas-Henry-Hathaway-1951-MOVIE-POSTER-141281-/360791684895

http://www.movieplayer.it/foto/la-quattordicesima-ora-la-locandina-del-film_251298/?film=18273

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Neil McCauley/Robert DE Niro [ultime parole]:- "Visto che non ci torno in prigione?"
Vincent Hanna/Al Pacino :-"Già."
Noodles:"I vincenti si riconoscono alla partenza. Riconosci i vincenti e i brocchi.Chi avrebbe puntato su di me?"
Fat Moe:"Io avrei puntato tutto su di te."
Noodles:E avresti perso.