Autore Topic: Manzoni e poeti italiani dell'Ottocento: è giusto studiarli a scuola?  (Letto 13649 volte)

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Offline Dottor Zero

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Re:Manzoni e poeti italiani dell'Ottocento: è giusto studiarli a scuola?
« Risposta #45 il: Gennaio 18, 2014, 08:15:37 am »
Ricollegandomi a Leopardi, è veramente vergognoso che i libri di storia (scritti da italiani ovviamente) lo dipingano come un pessimista. Ebbene, Leopardi era un REALISTA, uno che aveva capito tutto della vita, uno essere troppo alto, profondo e intelligente per le limitate testoline italiane.
Ecco, Dante e Manzoni sono più alla loro portata!  :lol:
Quando studiai Leopardi fu come sentire una ventata d'aria fresca, bere un bicchiere d'acqua in un arido deserto. Finalmente un vero genio, in mezzo a poetuncoli fin troppo esaltati e santificati.
Fu come sentirlo amico, provare tutto ciò che lui provava, le emozioni, i sentimenti.  :wub:

La scuola, così com'è impostata, sembra un telegiornale.
Come i giornalisti ci fanno vedere ciò che vogliono, così fanno gli storici, e i professori.
Ed è bello quando uno studente sa farsi una sua opinione su un'autore, senza condizionamenti. Avere il coraggio di dire che un poeta fa cagare in una classe che lo esalta. La scuola dovrebbe semplicemente dare degli input, non conclusioni. Invece fa uno e l'altro.
Succede perciò che un Dante e un Manzoni siano deificati, mentre altri come Leopardi disprezzati, al punto di bollarli come "pessimisti" o "sfigati", perché questo è il significato del termine oggigiorno.  :disgust:

Caro Sgarbi, non sono d'accordo con te.

Citazione
No, diciamo che Papa Giovanni era un oppressore, che Paolo VI era un incapace, che Wojtyla non valeva nulla, che ... Legga Dante, legga Manzoni, impari quella capra!

Non è leggendo Dante e Manzoni che si impara, ma ben altro!

Offline zagaro

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Re:Manzoni e poeti italiani dell'Ottocento: è giusto studiarli a scuola?
« Risposta #46 il: Gennaio 18, 2014, 09:28:50 am »
Ricollegandomi a Leopardi, è veramente vergognoso che i libri di storia (scritti da italiani ovviamente) lo dipingano come un pessimista. Ebbene, Leopardi era un REALISTA, uno che aveva capito tutto della vita, uno essere troppo alto, profondo e intelligente per le limitate testoline italiane.
Ecco, Dante e Manzoni sono più alla loro portata!  :lol:
Quando studiai Leopardi fu come sentire una ventata d'aria fresca, bere un bicchiere d'acqua in un arido deserto. Finalmente un vero genio, in mezzo a poetuncoli fin troppo esaltati e santificati.
Fu come sentirlo amico, provare tutto ciò che lui provava, le emozioni, i sentimenti.  :wub:

La scuola, così com'è impostata, sembra un telegiornale.
Come i giornalisti ci fanno vedere ciò che vogliono, così fanno gli storici, e i professori.
Ed è bello quando uno studente sa farsi una sua opinione su un'autore, senza condizionamenti. Avere il coraggio di dire che un poeta fa cagare in una classe che lo esalta. La scuola dovrebbe semplicemente dare degli input, non conclusioni. Invece fa uno e l'altro.
Succede perciò che un Dante e un Manzoni siano deificati, mentre altri come Leopardi disprezzati, al punto di bollarli come "pessimisti" o "sfigati", perché questo è il significato del termine oggigiorno.  :disgust:

Caro Sgarbi, non sono d'accordo con te.

Non è leggendo Dante e Manzoni che si impara, ma ben altro!
Leopardi era un genio della parola scritta, sarebbe stato il non plus ultra degli addetti alle torri di controllo, riusciva a dire con il minor numero di parole tanti concett e  lo faceva anche bene!
e si racconta che per questa capacità, una nobildonna napoletana gli promise  una notte d'amore  purchè gli dedicasse dei versi. e lui lo fece.
e la nobildonna volle onorare il suo debito, ma al dunque successe qualcosa che riguardava la fisicità del poeta, la Natura  non era stata prodiga con lui!

Leopardi sarà un precursore, ma del Decadentismo, ovvero di quel sentimento che fa vedere la vita che viviamo   ormai sia arrivata al suo culmine,e per questo siamo incapaci di creare cose nuove, ma siamo solamente capaci di migliorare quel che abbiamo  già, e  fa fare questo ci rivolgiamo al passato in una qualche epoca aurea, che sia poi neoclassica o neopagana o neo rinascimentale poi qual dir si suole

Offline Vicus

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Re:Manzoni e poeti italiani dell'Ottocento: è giusto studiarli a scuola?
« Risposta #47 il: Gennaio 19, 2014, 00:14:23 am »
Citazione
riusciva a dire con il minor numero di parole tanti concetti
Credo che il valore letterario di un'opera si veda proprio da questo.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.