Autore Topic: Crisi lavorative provocate dal profitto a tutti i costi  (Letto 797 volte)

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Offline controcorrente

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Crisi lavorative provocate dal profitto a tutti i costi
« il: Gennaio 15, 2014, 14:29:35 pm »
A pagarne le conseguenze sono gli uomini in almeno il 90% dei casi, basta guardare i settori produttivi coinvolti:

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http://economia.ilmessaggero.it/economia_e_finanza/cisl_lavoro_vertenze_ministero_sviluppo_economico/451290.shtml

Cisl: 159 vertenze di lavoro ancora aperte, 120mila lavoratori coinvolti

All'inizio del 2014 le vertenze ancora aperte al ministero dello Sviluppo economico erano 159, con circa 120.000 lavoratori interessati: l'Osservatorio Cisl sottolinea come gli esuberi siano circa il 15% degli occupati complessivi delle imprese coinvolte. Diciotto delle imprese per le quali il ministero ha aperto un dossier hanno dichiarato la cessione di attività (2.300 i lavoratori coinvolti). Nel 2013 sono stati firmati al Ministero 62 accordi che hanno evitato circa 12.000 licenziamenti.

Le principali vertenze in corso. Tra i tavoli di crisi che da gennaio 2014 vedranno impegnati il ministero dello Sviluppo economico e i sindacati, sottolinea la Cisl, vi sono aziende di grande rilievo e marchi storici per il Paese, in tutti i settori produttivi: dall'elettronica di Alcatel a Italtel, alle ceramiche di Ideal Standard; dal tessile di ITi Erre alle energie rinnovabili di Marcegaglia (stabilimento di Taranto).

Ecco un elenco delle principali vertenze in corso secondo l'Osservatorio Cisl.

- Ilva. È in attesa dell'applicazione dell'Aia e del piano industriale, mentre sono in contratto di solidarietà 1.700 lavoratori.

- Alcoa. La società dell'alluminio è condizionata dalla verifica del piano industriale per la vendita alla società Klesh. L'attività produttiva è ferma da due anni circa e i 490 lavoratori sono in cassa integrazione dal 22 dicembre scorso e fino al 31 dicembre 2014. A fine gennaio è fissato un incontro con i sindacati al Mise.

- Lucchini. Il siderurgico, passato alla Severstal ha 4.500 lavoratori in vari stabilimenti (il principale è a Piombino con i dipendenti con contratti di solidarietà fino a febbraio 2014). A Trieste, dove è in corso una trattativa per l'affitto del ramo di attività, 485 persone rischiano la cassa integrazione da gennaio. Questo mese dovrebbe tenersi un incontro al Mise.

- Ast di Terni. Ha 2.850 dipendenti a rotazione in cassa integrazione a seconda dell'andamento del mercato. Deve ancora arrivare l'approvazione Ue al passaggio a Thyssenkrupp (che ha riacquistato da Outokumpu).

- Electrolux. 500 gli esuberi annunciati che si aggiungono ai 1.000 che derivano da precedenti accordi, affrontati con contratti di solidarietà. È stata avviata una investigazione su tutti gli stabilimenti italiani (4.000 gli occupati) per verificare la sostenibilità della produzione. Il governo ha convocato l'azienda e le regioni interessate per il 24 gennaio.

- Jp. Parte della ex Merloni, è bloccata in una complicata situazione giudiziaria: il Tribunale di Ancona ha annullato un ricorso presentato dalle banche sulla vendita.

- Acciaierie di Belluno. È in amministrazione controllata. Rischiano il posto 600 persone, in parte in cassa integrazione.

- Italtel. Ha 1.300 dipendenti circa in tutta Italia ma la maggioranza è nello stabilimento di Castelletto; 330 gli esuberi annunciati.

- Alcatel. Circa 2.000 addetti e 585 esuberi dichiarati. Annunciato il trasferimento negli Usa delle attività di ricerca e sviluppo svolte da 350 addetti a Vimercate. Il 17 gennaio è previsto un incontro al Mise.

- Micron. Ha annunciato 2-300 esuberi su 700 lavoratori di Catania e Agrate.

- Ansaldo Breda. Ha forti perdite di bilancio e a rischio sono oltre 2.000 addetti dei quattro stabilimenti di Pistoia, Pomigliano, Reggio Calabria e Palermo (questi ultimi in cassa integrazione).

- Irisbus. Ha chiuso l'attività nel 2011 e ha ottenuto una proroga fino al 30 giugno 2014 della cassa integrazione in deroga per 400 lavoratori; è in corso una trattativa al Mise, con un operatore economico nazionale in collaborazione con un gruppo estero. Previsto un incontro a gennaio.

- Fiat Termini Imerese. La Fiat ha chiuso l'attività nello stabilimento nel 2011 e fino al 30 giugno 2014 i circa mille lavoratori avranno la Cig in deroga; i sindacati sono in attesa di un incontro al Mise a gennaio

- Fiat. Ha utilizzato la cig in tutti gli stabilimenti ad eccezione di Maserati Modena; la cassa scade il 31 gennaio a Cassino, il 23 febbraio a Mirafiori presse e il 31 marzo a Pomigliano.

- Marcegaglia Buildtech di Taranto. Dal 2011 è impegnata nella costruzione di pannelli fotovoltaici, settore in profonda crisi. La proprietà ha annunciato la cessazione dell'attività. La cassa integrazione è stata prorogata per i 132 lavoratori.

15 Gen 2014 12:34 - Ultimo aggiornamento: 12:35

Offline geppetto.jtd

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Re:Crisi lavorative provocate dal profitto a tutti i costi
« Risposta #1 il: Gennaio 18, 2014, 21:43:42 pm »
Discorsi che non tengono in considerazione il fatto che siamo in un mercato libero globale. Il mondo in torno a noi corre. Se non corri la tua torta da spartire sarà sempre più piccola , sempre più piccola che continuando a dividerla per tutti moriremo tutti di fame. Voglio i nomi di chi non riesce a comprendere una stronzata cosi. Si autocertifichino sotto.