le donnine di renzi fanno a gara con quelle di letta a chi lavora meno e ciuccia più soldi (e non solo quelli...)
ma fino a quando non fanno nulla è il danno minore, il problema più grave sarebbe se si "impegnassero" nel fare qualcosa; il quel caso ci sarebbe da aver paura
Alcune delle "donnine" di Renzi sono impegnate nel famigerato "job act", l'ennesima porcata per precarizzare-ricattare i lavoratori più di quanto non lo sono oggi, al fine di cambiare il loro nome in
SCHIAVI. Con la scusa della crisi e dell'urgenza di creare occupazione, si propone di togliere l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori nei primi 3 anni, ovvero il datore di lavoro sarà libero di licenziare quando vuole, chi vuole, senza giusta causa o giustificato motivo, senza risarcire alcun indennizzo. Magari con un semplice gesto della mano (come nel 1800), per una semplice antipatia, o perchè quel giorno si è alzato con la luna storta. Ci prendono per i fondelli alla grande facendo passare il messaggio: "E' PIU' FACILE ASSUMERE.... QUANDO E' PIU' FACILE LICENZIARE!
E grazie al "caaso"!! Cosi' sarei capace anch'io di creare occupazione!
Questi sono Renzi e le sue "donnine", testoline "pensanti" dell'imitatore di Marco Biagi..... il "fenomenale" prof. Pietro Ichino....
Qualcuno mi spiega come mai queste proposte vengono da un segretario di partito e non da un Capo di Governo? Un segretario non dovrebbe occuparsi di cose interne al suo partito?
Ha ragione Maurizio Landini: dietro ad ogni "inglesismo" si nasconde sempre una colossale fregatura....