Autore Topic: Gli infiniti incensi del Giappone  (Letto 1089 volte)

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Offline Salar de Uyuni

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Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

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Re:Gli infiniti incensi del Giappone
« Risposta #1 il: Gennaio 29, 2014, 15:38:25 pm »
http://www.giapponizzati.com/2013/02/21/kodo-larte-del-bruciare-incenso/

Kōdō: l’arte del bruciare incenso

by Godai - 五代
日本02
Kōdō letteralmente significa “via della fragranza.” Insieme al Sado (cerimonia del tè) e al Kado o all’Ikebana (composizione floreale), è una delle tre arti classiche che ogni donna raffinata deve imparare. Il Kōdō è forse il meno noto dei tre, ma in questi giorni il suo cugino moderno, l’aromaterapia, è di gran moda. Quando si pratica Kōdō, un piattino viene posto sulla cima di carboni ardenti e l’incenso o il legno profumato vengono posti sul piatto. Così il legno non si brucia, ma emana il suo profumo in modo sottile. Può sembrare sia tutto una questione di olfatto, ma il segreto del Kōdō è l’”ascolto”. I partecipanti non “odorano” (il verbo giapponese è ‘kagu’) il legno o l’incenso profumato, ma piuttosto lo “ascoltano” (kiku) con il cuore e con lo spirito.

6a00d8341d938053ef00e550fc387b8833 800wi Kōdō: larte del bruciare incenso

I moderni psicologi e terapeuti occidentali conoscono la potenza del senso dell’olfatto, di come un odore possa immediatamente trasportare una persona di nuovo ad un luogo della loro infanzia per esempio. Il legno fragrante si crede sia stato inizialmente utilizzato nei rituali buddisti durante il periodo Nara (710-794). In quanto tale, naturalmente il legno profumato è molto raro e può richiedere secoli per acquisire la sua fragranza, e così è entrato nell’utilizzo la produzione dell’incenso. Come per l’incenso usato nelle chiese cristiane, anche in Giappone si crede abbia proprietà purificanti. Ancora oggi viene utilizzato per purificare le tavolette commemorative di legno che vengono offerte al defunto durante il funerale. Bastoncini di incenso fumanti sono regolarmente posti sulle lapidi o sulle Butsudan, piccoli altari che si trovano in molte case giapponesi. Il Kōdō è stato formalizzato nel periodo dello shogun Ashikaga Yoshimasa (1443-1490), il quale chiese allo studioso Sanjonishi Sanetaka di classificare tutto l’incenso che era in uso in quel momento. Per questo motivo, Sanjonishi è considerato il “padre” del Kōdō.

13c8b2dc38a77b3 Kōdō: larte del bruciare incenso

Le fragranze del Kōdō sono divise nel rikkoku gomi (letteralmente sei paesi, cinque gusti). I rikkoku sono sei tipi di legno fragrante: Kyara, Rakoku, Manaka, Manaban, Sumatora e Sasora. I gomi sono i gusti amai (dolce), nigai (amaro), karai (piccante), suppai (acido), shio karai (salato). Diventare in grado di creare un profumo specifico dalla combinazione di questi diversi elementi, richiede anni di esperienza e un senso molto raffinato dell’olfatto. Dal periodo Muromachi (1336-1573), si dice che il Kōdō abbia dieci benefici fisici e psicologici o virtù:

Acuisce i sensi
Purifica la mente e il corpo
Rimuove le “impurità” mentali o spirituali (kegare)
Promuove la vigilanza
Cura la solitudine
Crea una sensazione di armonia
Anche se in abbondanza non è opprimente
Soddisfa anche in piccole quantità
Non decade anche nel corso dei secoli
Non fa male anche se usato tutti i giorni

日本02 Kōdō: larte del bruciare incenso

Come per la cerimonia del tè, i praticanti di Kōdō si riuniscono in una stanza, in una casa privata o in un tempio, con un pavimento ricoperto di tatami. Si siedono nella formale posizione del seiza, e a turno cercano di indovinare la fragranza preparata dal Komoto, la persona che brucia l’incenso. Tengono il bruciatore di incenso in una mano, e con l’altra mandano la fragranza verso il loro viso. Il processo di indovinare la fragranza lo fa sembrare quasi un gioco, ma i praticanti di Kōdō prendono molto sul serio questa arte e dedicano decenni della loro vita ad essa. Se volete saperne di più sul Kōdō, potreste leggere il libro di David Pybus “Kodo: The Way of Incense“.
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''