Fonte :
http://www.losai.eu/un-convegno-scientifico-aiuto-polizia-2/Un convegno scientifico? Aiuto, polizia!
👤by Antonio Merolla 0 Comments 🕔29.gen 2014
“L’inizio della vita- Luci ed ombre”. Convegno, il 24 gennaio, al Sant’Anna di Torino
Il convegno, con relatori di elevato prestigio, ha potuto aver luogo, secondo i programmi, grazie all’intervento della polizia. I gruppi radicalsinistrorsi, violenti e prevaricatori, non esitano infatti a voler fare i censori, e il loro obiettivo è sempre chi difende la Vita, accusato, tra l’altro, di “indecente scienza di antiabortisti” e ora anche di omofobia.
Cristiani-fondamentalisti-antiabortisti-omofobi: i peggiori insulti, nell’immaginario dei centri sociali e dei collettivi femministi, che sono rimbalzati in centinaia di blog, di social network e che sono stati ripresi dalla stampa allineata e da tutta la cultura radicalsinistrorsa, politici in testa.
Destinatari, i membri di Federvita Piemonte, colpevoli di aver organizzato per il 24 gennaio il convegno “L’inizio della vita- Luci ed ombre”, a Torino, alla clinica universitaria di ostetricia e ginecologia dell’ospedale sant’Anna. (CLICCA QUI per il programma completo del Convegno)
Colpevoli perché hanno osato occupare una sede universitaria, un ospedale, spazi pubblici che devono essere evidentemente vietati alle manifestazioni dei cristiani notoriamente fondamentalisti. Vadano a farsele, se proprio ci tengono, nelle sacrestie, nei loro recinti, non vengano a contaminare “con la loro indecente scienza di antiabortisti” (sic) gli spazi pubblici. Come osano entrare all’ospedale sant’Anna? “Qui facciamo più di 3.500 aborti all’anno, un terzo dei quali con la RU 486 di cui ci vantiamo di aver introdotto la sperimentazione in Italia – proclama il ginecologo Viale, capo dei radicali piemontesi, chiedendo ai responsabili della clinica universitaria di ritirare la concessione dell’aula – Che viene a fare qui, Federvita Piemonte?” E non gli passa neppure per la testa che i numerosi medici, ostetriche, biologi, tecnici di laboratorio che si sono inscritti al convegno, provenienti in gran parte proprio dal sant’Anna, oltre che per lucrare i crediti ECM che sono stati per l’occasione riconosciuti, siano anche desiderosi di ascoltare finalmente l’altra campana, quella della vita. Dalla voce non di imbonitori da strapazzo, ma da relatori provenienti da prestigiose cattedre accademiche, autori di centinaia di pubblicazioni, scienziati rigorosi, testimoni autorevoli.
Il convegno ha potuto aver luogo, secondo i programmi, grazie all’intervento della polizia che ha circondato l’ospedale sant’Anna, sbarrando l’ingresso alla maggior parte dei dimostranti. Solo uno sparuto gruppetto di ragazze che avevano colto l’occasione per saltare la scuola, è riuscito a filtrare per schiamazzare un po’ nei corridoi. Tutto bene quindi alla fine.
In breve due considerazioni.
La prima: gli spazi per i cristiani, per quanti avvertono ancora la voce cogente del diritto naturale e si rifanno all’antropologia personalista, sono sempre più ridotti. Il diritto di parlare, di usare luoghi pubblici, di essere interlocutori delle istituzioni è loro sempre più spesso negato da una cultura intollerante e liberticida pronta al contrario a riconoscere a chiunque le più sfrenate libertà e i più aberranti diritti.
La seconda considerazione riguarda quella che può sembrare una piccola casuale irrilevante novità: l’accostamento del titolo di omofobo a quelli di cristiano fondamentalista antiabortista e che invece non è per niente piccola né casuale né irrilevante. Antiabortisti omofobi: ripetuto continuamente e a lungo, diventa quella che i linguisti chiamano una presupposizione linguistica, dove un termine richiama subito automaticamente l’altro e ne diventa indispensabile complemento.
Se e quando sarà approvata la legge Scalfarotto, che come una spada di Damocle pende sul nostro capo, se reato sarà essere omofobi, reato sarà anche essere antiabortisti. Aspettiamocelo.
Nel frattempo aspettiamo anche che coloro ai quali dovrebbe stare a cuore la sorte e il futuro dei cristiani, presa finalmente coscienza della situazione, facciano sentire anche la loro voce.
di Marisa Orecchia – Presidente di Federvita Piemonte
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