Autore Topic: Le torture sadiche e inaudite delle soldatesse israeliane ai bambini palestinesi  (Letto 17768 volte)

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Offline Stendardo

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PREMESSO CHE io CONDANNO nella maniera più assoluta quanto compiuto dai tedeschi contro gli ebrei durante la seconda guerra mondiale (è bene che lo ripeta e lo evidenzi perché qualcuno qui sul forum ogni volta che si parla dei crimini compiuti da donne israeliane contro bambini (maschi) palestinesi caccia dal cilindro la storia dell'olocausto allo scopo di giustificare meschinamente i crimini perpetrati da queste donne , ANCHE SE I PALESTINESI CON I TEDESCHI NON C'ENTRANO UN MAZZA...) allego il seguente link PER NON DIMENTICARE QUELLO CHE STA ACCADENDO OGGI SOTTO LO SGUARDO COMPIACENTE DI TUTTO IL CD MONDO "CIVILE E DEMOCRATICO" !

Fonte : http://www.alessandracolla.net/2010/02/08/%C2%ABisraele-le-soldatesse-parlano%C2%BB/

parlano»


E pensare che il videoclip di Gianna Nannini Hey Bionda!, girato in Israele, in Italia l’avevano censurato…
Correva l’anno 1988:


Nel 1988, in piena Intifada (sollevazione) palestinese, la Commissione dell’ONU per i Diritti Umani vota una risoluzione che denuncia ancora il Terrorismo di Israele: “Nella risoluzione 1988/1A, la Commissione ripete la sua condanna delle politiche israeliane di violenza nei territori occupati, dove vengono spezzate le ossa ai bambini, alle donne e agli uomini, e dove le donne abortiscono a causa dei pestaggi. (La Commissione) condanna altre pratiche violente e sistematiche di Israele, fra cui le uccisioni, i ferimenti, gli arresti e le torture… e i rapimenti di bambini palestinesi.” [...] Nel corso dell’anno (1988) Israele continuò a reprimere i palestinesi nei territori occupati… culminando con l’assassinio a Tunisi, commesso da un commando israeliano il 16 aprile, di Khalil al-Wazir, vice comandante in capo delle forze palestinesi e membro del Comitato centrale dell’OLP… Il 25 aprile il Consiglio di Sicurezza dell’ONU adottò la risoluzione 611… in cui si condanna Israele per l’aggressione contro la sovranità e l’integrità territoriale della Tunisia, in violazione flagrante della Carta delle Nazioni Unite, della legalità internazionale e delle norme di condotta.

La canzone fu sbrigativamente tacciata di antimilitarismo, ma io e qualche altro malpensante ci vedemmo altro — e a giudicare dal videclip magari non è che ci siamo sbagliati tantissimo, va’.
Fatto sta che 22 anni dopo le cose non sono cambiate di un ette, e anzi vanno pure peggio a giudicare dalle rivelazioni di alcune soldatesse israeliane, meritoriamente raccolte dall’organizzazione israeliana Breaking The Silence e meritoriamente tradotte da Maurizio Blondet. Qualche stralcio:


Israele, le soldatesse parlano

«Li facciamo stare in piedi, e c’è una canzoncina delle guardie confinarie che dice (in arabo) ‘Un hummus, un fagiolo, io amo le guardie di frontiera’; gliela facciamo cantare. Devono cantare e saltare, come si fa con le reclute… lo stesso, solo molto peggio. E se uno di loro ride, o noi decidiamo che qualcuno ha riso, lo prendiamo a pugni: perchè hai riso?, e giù un colpo… La cosa può andare avanti per ore, dipende da quanto si annoiano i soldati. Un turno di otto ore è lungo, bisogna passare il tempo in qualche modo».
Così ha raccontato una soldatessa israeliana della Seam Line Border Guard. E’ una delle cinquanta testimonianze anonime che la benemerita associazione israeliana «Rompere il Silenzio» (Breaking the Silence) ha raccolto; cinquanta ragazze che hanno fatto il servizio militare a contatto coi palestinesi, hanno sorvegliato coi loro camerati maschi i posti di blocco ad Hawara, a Naalin o altrove, hanno partecipato alle brutalità quotidiane. [...] «Abbiamo scoperto», dice Dana Golan, direttrice di Breaking the silence, «che le femmine erano anche più brutali e violente dei ragazzi, per mettersi alla pari». [...]
Una soldatessa della unità di polizia militare Sachlav, di base ad Hebron (città dove abitano 80 mila palestinesi e i soldati proteggono 480 ‘coloni’) ha raccontato di un bambino che provocava i soldati tirando delle pietre.
«Un giorno ha persino spaventato un soldato nostro, che è caduto dalla torretta e s’è rotto una gamba. Allora due soldati l’hanno messo in una jeep, e due settimane dopo l’abbiamo rivisto con entrambe le braccia ed entrambe le gambe ingessate… ne abbiamo riso molto nell’unità… ci hanno raccontato come l’avevano messo a sedere, messo le sue mani su una sedia, e gliele hanno spezzate lì sulla sedia…».
 [...]
Un’altra soldatessa che è stata in servizio al posto di blocco di Eretz ha detto: «C’era una procedura per cui, prima di lasciare rientrare un palestinese nella Striscia, lo porti dentro la tenda e lo picchi».
Una procedura?!, chiede l’intervistatrice di Rompere il Silenzio: «Sì, una procedura, coi comandanti». E quanto durava il pestaggio? «Non tanto, entro 20 minuti i camerati tornavano alla base, ma si fermavano a bere caffè e fumare sigarette mentre quelli del posto di comando lo picchiavano… Non era una cosa che accadeva tutti i giorni, ma c’era una sorta di procedura…».
«Possono passare anche due o tre ore prima che (il palestinese) riesca a rientrare nella Striscia. Nel caso di un ragazzo, gli ci è voluta tutta una notte (in attesa al posto di blocco); il che è pazzesco, perchè si tratta di deici minuti a piedi. Li fermavamo continuamente mentre andavano, e ogni soldato gli dava un ‘buffetto’, compresi i comandanti».
Una soldatessa, di leva nella guardie confinarie, ha raccontato come una volta andò con gli ufficiali a vedere un evento culturale a Tel Aviv: «Tornata al posto di blocco a Gaza, mi ha colpito la dissonanza: mezz’ora prima stavamo applaudendo a teatro, e mezz’ora dopo ci comportavamo come bestie. Quando sei al checkpoint, entri in un altro mondo. I palestinesi camminano con carrelli della spesa, con carretti coi muli, con borse e valige sul lato della strada… e le guardie di frontiera li bersagliano con spazzatura presa dal camion dei rifiuti… gli tirano resti di cibo, verdure marce…».
 [...]
Un’altra soldatessa ha parlato dei bambini che si avvicinando al checkpoint con dei giocattoli da poco prezzo da vendere: «Le guardie di confine negoziano con loro: bene, apri la borsa… Oh, ho bisogno di batterie… Le prendono, prendono qualunque cosa gli piace. Giocattoli, batterie, qualunque cosa. Sono certa che prendono anche soldi, ma non ricordo un episodio specifico…».
 [...]
Una soldatessa che è stata in servizio ad Hebron ricorda un altro divertimento: colpire quelli che aspettano al posto di blocco con i proiettili di pistole-giocattolo. «Ne avevamo un sacco… Ti annoi, sei seduto a fare la guardia e ‘tac, tiri ad uno, ‘tac’, tiri a un altro». Una volta una reporter palestinese scattò una foto: un soldato israeliano che teneva puntato il mitragliatore alla testa di un ragazzo. Una «pattuglia speciale» si formò, entrò a Hebron e tornò con le foto.
«Non so se l’abbiano minacciata o l’abbiano pagata, la reporter. Le foto sono state distrutte il giorno stesso».
Ma spesso non ci si limita ad usare proiettili-giocattolo. Le guardie di frontiera giudee hanno in dotazione proiettili di acciaio coperti da uno strato di gomma (li chiamano «proiettili di gomma», appunto).
«C’era il protocollo chiamato ‘smantellare la gomma’, ossia spelare la gomma dai proiettili». Con questo, i cosiddetti «proiettili di gomma per il controllo delle folle» diventano letali. «E’ procedura normale mirare all’addome».
Un’altra soldatessa ha raccontato di un bambino di 9 anni ucciso a Jenin: aveva cercato di superare la barriera, era caduto e stava scappando indietro, quando gli hanno sparato: «Gli hanno sparato quando era già nei Territori e non poneva alcun pericolo. E’ stato colpito alla pancia; i soldati hanno detto che era in bicicletta, per cui non sono stati in grado di mirare alle gambe».
 [...]
Un’altra dell’unità Sachalv ha descritto come, sotto i suoi occhi, una bambina ebrea di otto anni ha deciso di tirare una pietra in testa ad un passante palestinese: «Bum! Quello passava per strada, lei gli è saltata addoso e gliel’ha picchiata proprio sulla testa… poi ha cominciato a gridare: “Yuck, yuck, ho il suo sangue addosso!”».
Siccome il palestinese s’era voltato verso la ragazzina, il gesto è stato interpretato come una minaccia da uno dei nostri soldati, che l’ha preso a pugni… l’arabo s’è riparato la ferita in testa con la mano ed è scappato…. Ero lì e guardavo con orrore… una bambina innocente, nel suo vestitino dello Shabbat… una volta l’ho vista che portava un suo fratellino sul passeggino, un bambino. Gli dava dei sassi e gli diceva: tirali agli arabi».
 [...]
Il portavoce di Tsahal ha risposto così alla pubblicazione di queste testimonianze: «Si tratta di testimonianze anonime, senza alcuna precisazione quanto ai luoghi e ai tempi, la cui credibilità non possiamo controllare» [...]

Chissà se queste testimonianze appariranno sui grandi media di casa nostra. Nutro un ragionevole dubbio. E mi sembra un valido motivo per romperlo, quel silenzio.

Fonte : http://ilminatorerosso.blogspot.it/2010/01/soldatesse-israeliane-confessano.html

Confessioni choc di alcuni militari-donna israeliani su abusi compiuti da loro e dalle loro unità in Cisgiordania, la parte di territorio palestinese ancora sottoposta al controllo parziale dell'esercito dello Stato cosiddetto ‘ebraico’, compaiono in un nuovo rapporto diffuso in queste ore da Breaking the Silence, una organizzazione israeliana di attivisti dei diritti umani impegnata da anni a far luce sui crimini compiuti dalle forze armate di Tel Aviv. Impiegate in misura crescente in azioni di combattimento o di prima linea, le soldatesse ammettono - in alcuni casi - di aver partecipato o assistito a episodi di cui oggi si vergognano e che contrastano con i loro valori e con gli stessi principi insegnati nelle scuole militari. Si parla di atti di umiliazione o di pestaggi inflitti ai palestinesi compiuti solo per mostrarsi 'più dure' dei commilitoni maschi, del brivido provato da qualcuna nel poter schiaffeggiare impunemente un ragazzo arabo, ma anche di una mano rotta a un ragazzino fermo a un posto di blocco. E persino - lo racconta una ragazza che é stata in servizio nelle Guardie di Frontiera - di un bambino di 9 anni ferito a morte da un colpo sparato così, alla cieca. Tutti casi che Breaking the Silence - organizzazione naturalmente nel mirino dell'establishment politico israeliano - continua a chiedere invano al governo e allo stato maggiore di approfondire.



Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Offline Stendardo

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Fonte : http://baruda.net/2010/02/04/le-soldatesse-israeliane-tirano-fuori-un-po-di-cadaveri-dallarmadio/

Le soldatesse israeliane tirano fuori un po’ di cadaveri dall’armadio…


4 febbraio 2010

baruda

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6 anni dopo l’inizio della sua attività possiamo dire che l’organizzazione israeliana “Breaking the silence” sta facendo un buon lavoro. Il giornalista israeliano Amir Shilo racconta su Y-net le ultime testimonianze uscite su un libricino di testimonianze di soldati israeliani. Queste ultime dichiarazioni hanno una particolarità comune non da poco: sono state tutte rilasciata da donne, soldati dell’IDF, impegnate nei Territori Occupati.
 Ci raccontano come le donne abbiano la necessità di dimostrare ai colleghi uomini la loro forza e la loro capacità di essere macchine da guerra e quindi, spesso, questa morbosa necessità si risolve diventando peggio di loro, usando ancora più violenza, umiliando ancora di più il nemico. Che in questo caso, molto spesso, è inerme, è minorenne, è in uno stato di totale costrizione.
 E così le dichiarazioni lasciano particolarmente senza parole, i metodi usati per umiliare gli arabi fanno rabbrividire e pensare che tutto ciò venga compiuto da donne alla sottoscritta fa decisamente più schifo del solito. Negli ultimi anni il numero delle donne soldato impiegate nelle operazioni di guerra e in quelle di frontiera è di molto moltiplicato: avere testimonianze da loro è ancora più difficile perchè in quanto minoranza all’interno dell’IDF si trovano in una situazione di debolezza.


Foto di Valentina Perniciaro _Palestina, Campo profughi di Dheishe, marzo 2002_

Ma nel report dell’associazione sono circa 50 le donne soldato ad aver preso parola: tutte raccontano di come la violenza sia molto più brutale rispetto a quella dei loro colleghi. Si prendono i prigionieri e li si sbatte al muro, li si umilia facendoli cantare canzoncine, facendoli saltare al ritmo desiderato, deridendoli e schiaffeggiandoli anche per 6-8 ore di fila, senza alcuna ragione.
 Una soldatessa impiegata nell’unità di polizia militare Sachlav racconta di un bambino palestinese che ripetutamente avrebbe provocato i soldati e lanciato anche alcune pietre. Lo stesso bambino sembrerebbe aver causato la frattura di una gamba ad un soldato, perchè spaventatosi dal lancio di una pietra, sarebbe caduto rompendosi l’arto. L’immediata ritorsione viene raccontata così: il bimbo viene preso da due soldati e caricato su una jeep per esser portato al check point, da dove esce con una mano rotta, rotta sulla sedia su cui era stato fatto sedere.
 Ma nemmeno i bambini più piccoli vengono risparmiati da queste perversioni legalizzate: un’altra donna soldato racconta di un bimbo di soli 5 anni, schiaffeggiato con forza perchè piangeva. Gli urlavano di smettere di piangere, quando c’è riuscito ed ha abbozzato un sorriso gli è stato dato un forte pugno nello stomaco: “Non mi ridere in faccia!”, gli è stato urlato.
 Chi ha provato a ribellarsi a simili atti di violenza gratuita è stata/o rimproverato dagli ufficiali. ”Anche chi non partecipa a certe azioni sa che avvengono: tutti sanno e vedono quello che compie l’IDF”, racconta una testimone di guardia in un checkpoint nell’area di Jenin.


Sui muri di Hebron ... stiamo messi bene!

“Ai checkpoint ci appropriamo del cibo e di qualunque oggetto: giocattoli, batterie, sigarette. Sono sicura che qualcuno di noi prende anche i soldi durante le perquisizioni. Una volta uno di questi furti è stato ripreso da una telecamera. Pensavo scoppiasse un caso e invece nessuno è stato punito. A noi è permesso colpire e umiliare come vogliamo.”
Alcune testimonianze parlano con preoccupazione delle procedure israeliane per poter aprire il fuoco nei Territori Occupati, in particolare in situazioni di “ordine pubblico”. Ad esempio è procedura comune usare i proiettili di gomma puntando all’addome. Viene raccontato un episodio che ha portato alla morte di un bambino di 9 anni. Aveva provato a scavalcare la palizzata, è caduto e ha rinunciato fuggendo via in bicicletta: colpito all’addome (hanno dichiarato che stando in bici non lo riuscivano a colpire alle gambe). ”Nessuno viene mai punito per questo. Subito viene decisa una versione ufficiale: si parla di situazioni fuori controllo, pericolo di fuga di terroristi e il caso viene chiuso.”

Le testimonianze sono tante e fastidiose che non ho la forza di raccontarvele tutte: non mi piace mettermi a tradurre le perversioni di una donna in divisa che per sentirsi “accettata” da un arabo in stato di fermo lo prende a calci nelle palle con i suoi “spettacolari anfibi militari”. Penso che non serva, sbagliandomi probabilmente, entrare per forza nel dettaglio.
 Ieri invece è stato PeaceReporter ( le notizie vengono sempre dal quotidiano israeliano Yedioth Ahronot ) a raccontarci come furono riscritte le regole di ingaggio per l’operazione “Piombo Fuso” a Gaza lo scorso anno. Anche questa volta le notizie ci arrivano attraverso le ammissioni di un alto ufficiale israeliano. “Non ci deve essere nessuno nell’area delle operazioni. Se ci sono segni di movimento, si spara. Sono queste, essenzialmente, le regole d’ingaggio. Sparare a cio’ che si muove”.
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

Offline controcorrente

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Ora qualcuno mi dirà che non posso giudicare perchè non ho sufficienti elementi o perchè non conosco la storia a fondo, che sono ignorante in materia, ecc. ecc.

Ma al di là di tutto questo:

Perchè un popolo (israeliano) deve esistere a scapito di un altro (Palestinese)?
Il popolo Ebreo che E' IL  POPOLO ELETTO DA DIO E HA CONOSCIUTO SULLA PROPRIA PELLE DETERMINATI ORRORI E MASSACRI, per quale motivo compie gli stessi massacri a un popolo, quello Palestinese, del tutto innocente?
Ma Israele non si vergogna nemmeno un po' di compiere certe atrocità?
Per quale motivo il popolo Palestinese ha compiuto atti terrostici, se lo chiedono mai gli Israeliani? Loro, al posto dei Palestinesi, come avrebbero agito?

Io non ho nulla contro gli Ebrei o Israeliani, ho il massimo rispetto per loro, so che Gesù Cristo, Sua Madre Maria Santissima, Suo Padre San Giuseppe erano Ebrei, che questo popolo ha dato grandissimi Santi alla Chiesa Cattolica, ma in questo assurdo conflitto, SONO DALLA PARTE DEI PALESTINESI AL 100%, TUTTA LA MIA SOLIDARIETA' DA PARTE MIA.
Se deve esistere uno stato Israeliano, è altrettanto giusto che esista uno stato Paestinese, senza scaricare ogni responsabilità sull' ANP se questo non avviene. I Palestinesi hanno gli stessi diritti degli Israeliani nella loro terra e non è giusto che a loro vengano assegnati terre aride tutta sabbia, piccolissime, dove sono costretti a vivere pigiati come sardine.
« Ultima modifica: Gennaio 31, 2014, 11:45:37 am da controcorrente »

Offline Duca

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Il popolo Ebreo che E' IL  POPOLO ELETTO DA DIO E HA CONOSCIUTO SULLA PROPRIA PELLE DETERMINATI ORRORI E MASSACRI, per quale motivo compie gli stessi massacri a un popolo, quello Palestinese, del tutto innocente?
Ma Israele non si vergogna nemmeno un po' di compiere certe atrocità?
Quando un popolo si crede eletto son cazzi amari per gli altri; a ben guardare ebrei e nazisti avevano in comune la sinistra idea della razza superiore ed ecco il risultato :(

Offline vnd

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Ora qualcuno mi dirà che non posso giudicare perchè non ho sufficienti elementi o perchè non conosco la storia a fondo, che sono ignorante in materia, ecc. ecc.

Ma al di là di tutto questo:

Perchè un popolo (israeliano) deve esistere a scapito di un altro (Palestinese)?
Il popolo Ebreo che E' IL  POPOLO ELETTO DA DIO E HA CONOSCIUTO SULLA PROPRIA PELLE DETERMINATI ORRORI E MASSACRI, per quale motivo compie gli stessi massacri a un popolo, quello Palestinese, del tutto innocente?
Ma Israele non si vergogna nemmeno un po' di compiere certe atrocità?
Per quale motivo il popolo Palestinese ha compiuto atti terrostici, se lo chiedono mai gli Israeliani? Loro, al posto dei Palestinesi, come avrebbero agito?

Io non ho nulla contro gli Ebrei o Israeliani, ho il massimo rispetto per loro, so che Gesù Cristo, Sua Madre Maria Santissima, Suo Padre San Giuseppe erano Ebrei, che questo popolo ha dato grandissimi Santi alla Chiesa Cattolica, ma in questo assurdo conflitto, SONO DALLA PARTE DEI PALESTINESI AL 100%, TUTTA LA MIA SOLIDARIETA' DA PARTE MIA.
Se deve esistere uno stato Israeliano, è altrettanto giusto che esista uno stato Paestinese, senza scaricare ogni responsabilità sull' ANP se questo non avviene. I Palestinesi hanno gli stessi diritti degli Israeliani nella loro terra e non è giusto che a loro vengano assegnati terre aride tutta sabbia, piccolissime, dove sono costretti a vivere pigiati come sardine.

Se dovessimo fare una gara a chi è più stronzo e più incivile tra ebrei e musulmani sarebbe un bel derby.


Il problema è che considerando gli ebrei più civili, ci sentiamo sconfortati di leggere certe cose.

A livello individuale siamo tutti esseri portati al male.
Il 90% degli omicidi avviene per impulsività.
Questo potrebbe voler dire che in fondo, se non abbiamo ancora ucciso nessuno è soltanto perché non ci siamo trovati in quelle condizioni e in quello stato d'animo che potrebbe un giorno portarci al crimine.
Torni a casa, tua moglie è a letto con un'altro e sai di avere una pistola in un cassetto.
Chi può dirlo se riusciresti a resistere?

E' la ragione per la quale io non voglio armi e mogli in casa (solo conviventi).

Quindi, dicevo, tutti sono portati a comportamenti scorretti.
Ma una nazione civile dovrebbe porre inessere azioni necessarie a controllare, punire e contenere il crimine che i suoi cittadini commettono.

Non me lo aspetto dai palestinesi.
Dagli israeliani sì, però.

Vnd [nick collettivo].

Offline fabriziopiludu

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 Sì, han riempito i Rotocalchi di Pubblicità, indicante il pedofilo come orco.
 Voglion punire il pedofilo, poichè UOMO, TUTTO qua!
 Dei bambini, non può loro importar di meno; fosse diverso, non penserebbero a difender il bambino SOLO dal pedofilo, lo difenderebbero da chiunque voglia fargli del male.
 Han qualche problema ad indicare le Soldatesse Israeliane come orchesse?
 Demenziale è affermare: << L'unico pericolo per gli uomini, è quando son bambini, il rischio è il pedofilo, che è un uomo. >>.
 Secodo certi dementi, un trauma è causato dalla carezza da parte di un pedofilo,
 mentre, se si viene presi a calci dalle Soldatesse, si può, poi, aver una vita normale.
 NON mi par affatto si chiedano amputazioni o trattamenti chimici nei confronti di codeste BOIA, e codesto atteggiamento può esser benissimo visto come una complicità. A Pasqua, dicon di non mangiar l'agnello, NIENTe dicon alle Torturatrici di bambini, anche se questi ultimi indossano un paio di blue jeans.


 

Offline fabriziopiludu

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 TUTTI TIMIDI e IMBRANATI con codeste BOIA!!!
 Cosa dice l'Onorevole Boldrini!!!?
 Cosa dicono Marina Terragni e Lorella Zanardo? COSA!!!?
 Anche Bruno Vespa risulta IMPACCIATO e CLAUDICANTE nell'affrontare l'ARGOMENTO!
 Anche ai Pubblici Ministeri va BENONE le Soldatesse Israeliane SEVIZINO CON CRUDELTA' i bambini Palestinesi!
 San SOLO fissarsi con Yara!
 E l'O.N.U. è da considerarsi RESPONSABILE da queste PORCHE!!!!
 Alle Senatrici Italiane, va BENONE esistano LOCALI STATALI in cui LE DONNE possano sfogar I PROPRI ISTINTI sui BAMBINI!


 

Offline fabriziopiludu

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 Il bambino ha TUTTO il DIRITTO di dire:  << Abbi pietà di me, PORCA!!! >>.
 E ha tutto il diritto di VENDICARSI!!!
 Da fare il film "NON torturate Youssef".
 Che non uccide solo la propria Torturatrice, bensì un bel po' di Torturatrici IN TUTTO IL MONDO!


 

Offline fabriziopiludu

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 Anche "Telefono Azzurro" IMBRANATO ad intendere la violenza sui minori in questo senso!
 Strane INIBIZIONI!!!


 

Online Massimo

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Quando succedono queste cose (gravissime) gli israeliani fanno delle commissioni di inchiesta e puniscono i responsabili mentre
i palestinesi, quando muoiono civili israeliani saltano di gioia e premiano i responsabili considerandoli eroi. Non c'entra una beata
mazza la concezione del "popolo eletto": la maggioranza degli israeliani è laica e non crede all'idea del popolo eletto. E' lo stato
di tensione continua ad incattivire i soldati israeliani e spesso ad imbastardirli. Come succede a tutti gli eserciti di tutti i popoli in
guerra e nelle azioni di guerra. Qualcuno di voi ricorda le atrocità compiute dagli italiani "brava gente" in Libia e in Abissinia negli
anni 20 e negli anni 30? E qualcuno di voi sa che i soldati italiani del contingente ONU in Somalia si divertirono a torturare un
prigioniero somalo, nonostante fossero "bravi soldati e brava gente"? Troppi dimenticano che glu ebrei e gli israeliani sono degli
esseri umani e possono agire e reagire MOLTO MALE se e quando sono e si sentono minacciati. Sono esseri umani nel bene e
spesso purtroppo anche nel male.

Offline fabriziopiludu

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 Siamo sul Forum QM.
 Lo vediamo in modo ANTIFEMMINISTA.
 NON rimaniamo nel generico, guardiamo quanto sia compiuto DALLE DONNE.
 E TUTTI GUARDAN quanto sia compiuto dagli uomini, DUNQUE noi ci distinguiamo!

 Anche "Radio Maria" è IMBRANATA a parlar della violenza sui bambini compiuta dalle donne.
Il Marianesimo consente alle donne di commettere impunemente ogni crimine e nefandezza?


 
« Ultima modifica: Settembre 30, 2023, 00:20:29 am da Vicus »

Offline fabriziopiludu

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 Noi guardiamo quanto compiuto dalLa Cekista.
 DalLa Commissario del Popolo.