Ciao a tutti.
Come ben sapete io penso che il forum non è cresciuto numericamente perchè è mancato un collegamento con altri settori del web,uno che va molto forte è la controinformazione.
Grimaldi gode di credito presso la controinformazione,e scrive articoli come questo.
Forse è opportuno contattarlo.
SARA' GAY, MA A ME FA SENSO
DI FULVIO GRIMALDI
fulviogrimaldi.blogspot.it
Ve lo ricordate quel fritto misto di Vladimir Luxuria con le mutande di Valeria Marini in testa a fare da protagonista nello show più degradante, reazionario, volgare, fascistoide, renziano, passato sugli schermi della tv, l’ “Isola dei Famosi”? Vi ricordate sul fogliaccio di Sansonetti, “Liberazione”, il “Forza Vladimir!” in prima pagina a sostegno della nobile gara sostenuta dal rifondarolo androgino nell’isoletta dell’Honduras offesa e imbrattata? Poi i golpisti fascisti al soldo degli Usa di Obama ammazzarono uno dei più prestigiosi e amati leader della resistenza, esponente della comunità gay. Avete sentito anche un solo rimbrottino di Vladimir?
E’ forse andato a Tegucigalpa, fasciato di insegne omosessuali, a protestare sotto i palazzi degli assassini di Walter Trochez e delle centinaia di militanti politici, sindacali e dei diritti umani, di contadini e indigeni? Figurarsi, quelli mica sono invisi alla criminalità organizzata occidentale, ufficiale e ufficiosa. Anzi, ne sono i cari virgulti, i pitbull da guardia, indispensabili perché l’Honduras torni a essere l’hub della droga proveniente dalla colonia colombiana e diretta al mercato Usa che, anche con il concorso dell’eroina afghana, fa prosperare le grandi banche statunitensi.
Invece ieri questo losco vessillifero di ogni mistificazione dirittoumanista si è presentato a Sochi, tentando con l’ennesima chiassata alla Pussy Riot, con tanto di bandiera “Gay is OK”, di rivitalizzare la sfessata campagna lanciata dai mercenari imperiali GLBT, fiancheggiate dagli ascari di complemento della stampa “sinistra”, contro la Russia rinata di Vladimir Putin. Tanto si è agitato, tanto ha schiamazzato, da farsi fermare dalla polizia. Il suo martirio è durato due ore. Quanto basta ai media amici per rilanciare una campagna d’odio già svuotata da Putin con l’inno russo cantato da due dichiarate atlete lesbiche e con i suoi abbracci a vincitrici lesbiche di medaglie. Ancora una volta questa lobby sempre più arrogante e invasiva, sempre più strumento della frantumazione sociale e del depistaggio dalle lotte che ai poteri fascio-mafiosi occidentali fanno male davvero, si è messa in mostra in tutta la sua abiezione collaborazionista.
Ora aspettiamo Vladimir, quello penoso, alla prossima, indispensabile impresa da esaltare con i cori delle profonde sintonie tra “manifesto” e “Foglio”: in campo a piazza Maidan di Kiev, intrecciata a qualche nerboruto energumeno di “Svoboda” (la punta di lancia nazifascista UE-USA nel tentato golpe ucraino) impegnato nel linciaggio dell’ennesimo poliziotto. A questo vorrebbero servire il detrito rifondarolo Luxuria e i suoi compari della lobby, a restituire ai predatori multinazionali il corpo esanime della Russia da sbranare, come ai tempi di Eltsin e prima del miracoloso salvataggio operato da Putin e dal suo popolo. Lo sappiamo, mai ci fu intesa e sintonia maggiore tra finti sinistri e autentici destri che nell’obiettivo globale finale: Russia delenda est.
Tutto questo va detto con immutata stima per i GLBT che non si fanno strumentalizzare dalla lobby, come per le donne che non manipolano il femminismo per occultare il proprio accanimento di ginocrate. Sarà una banalità, ma ripetiamolo: gli stronzi stanno dappertutto, donne e uomini, gay ed etero. Personalmente trovo del tutto condivisibile la legge passata dal parlamento russo che vieta attività e propaganda di pratiche omosessuali in presenza di minori. Operazioni di proselitismo omosessuale pubblico su bambini e ragazzi, persone con una maturazione sessuale non conclusa, rappresentano una prevaricazione del forte sul debole. Perfino la Chiesa si astiene dal propagandare le sue inclinazioni. Se ne fa addirittura accusatrice. In pubblico.
Fulvio Grimaldi