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Matteo Renzi: sinistre prospettive
Frank:
--- Citazione da: TheDarkSider - Febbraio 13, 2014, 23:40:13 pm ---In compenso donne e gay otterranno altre leggine di favore e il maschio eterosessuale sarà sempre più penalizzato :(
--- Termina citazione ---
Infatti il maschio eterosessuale, specie se bianco e occidentale, è il negro del nuovo millennio e i tipi alla Renzi sono il cavallo di Troia di donne e gay.
In tal senso è veramente un' epoca di merda.
ilmarmocchio:
quoto tutti e rilancio con un post che va letto attentamente :
http://blog.ilgiornale.it/foa/2014/02/12/i-mandanti-e-il-sicario-ecco-chi-vuole-la-testa-di-napolitano/
Mettiamola così: certi scoop si pesano. Dipende chi li fa e quando escono. Napolitano in queste ore mi ricorda Di Pietro. Ricordate? Il leader dell’Italia dei Valori è caduto, ha perso improvvisamente ogni credibilità, sparendo dalla scena politica, quando Report di Milena Gabanelli andò a frugare tra le casse e gli statuti del Partito. E cosa scoprirono i cronisti di Report? Nulla che non fosse già noto. Tutto già uscito, anzi urlato da molti giornali. Solo che detto dalla Gabanelli, ovvero dalla più famosa e più temuta giornalista d’inchiesta, aveva un altro peso. Non era una denuncia, ma una sentenza ovvero era la conclamazione mediatica di una situazione indifendibile. E d’incanto anche i giornalisti simpatizzanti di Di Pietro, a cominciare da Santoro, lo mollarono.
Ora tocca a Napolitano. Le accuse che sono emerse nelle ultime ore sono nuove? Niente affatto. Il Giornale le denunciò in tempo reale e un quotidiano come La Stampa ne parlò in un prudentissimo ma preciso retroscena. Chi ora parla di “non scoop” tecnicamente ha ragione. In realtà torto; perché se lo scrive Alan Friedman, ovvero un giornalista anglosassone tutt’altro che ostile all’establishment, con il supporto di interviste a Mario Monti, Carlo De Benedetti, Romando Prodi – videoregistrate e dunque non equivocabili – e con la vetrina simultanea di due grandi testate come il Corriere della Sera e il Financial Times, la notizia prende un altro peso e, come avvenuto con Di Pietro, diventa una Verità; non più un sospetto, ma un fatto mediaticamente incontestabile.
E dunque coloro che tendono a relativizzare o addirittura ridicolizzare lo scoop sbagliano. Le leggi della comunicazione sono inequivocabili e ben note sia a Friedman che ai navigati interlocutori che si sono concessi al suo microfono. Lo scandalo c’è ed è colossale.
Sa di licenziamento. Già, ma per mano di chi? Del Parlamento e del popolo italiano? Macché, questa è democrazia e la democrazia si sa non è più di moda. Il vero potere risiede altrove – nell’establishment europeista, transnazionale e finanziario – e si esercita in altre maniere, meno desuete, eppure molto efficaci, in quanto fondate non sul consenso elettorale, bensì sul controllo delle leve che determinano il destino dei popoli e dei Paesi. Dunque: la moneta, il debito pubblico, la possibilità di imporre leggi al di sopra dei Parlamenti nazionali e di dettar legge attraverso organismi sovranazionali, naturalmente privi di sovranità popolare. Non è questo il mondo in cui viviamo? Un mondo in cui i governi non hanno quasi più poteri, i parlamenti non riescono a legiferare e in cui la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e naturalmente l’Unione europea hanno poteri soverchianti?
La sensazione, sgradevolissima ma temo veritiera, è che la vicenda di Napolitano sia “cosa loro” ovvero che risponda a logiche e modalità che sfuggono al comune cittadino e che finiscono per ingannare anche quei politici che, avendo capito dove risiede il vero potere, lo corteggiano nella speranza di essere cooptati.
E alcuni ci riescono. Giorgio Napolitano, naturalmente. Ma anche Gianfranco Fini, la cui svolta antiberlusconiana si manifestò dopo la sua partecipazione alla Convenzione europea, ovvero al consesso che nella prima metà degli anni Duemila era stato incaricato di elaborare la Costituzione europea. Lì, Gianfranco, l’allievo prediletto di Almirante e uomo dai radicati valori della destra nazionalista, capì chi comanda davvero. E svoltò rinnegando se stesso e diventando strumento nella lotta contro Berlusconi, uno che l’élite non ha mai sopportato.
Giorgio Napolitano ha seguito lo stesso percorso. Leggendo “Il tramonto dell’euro” di Alberto Bagnai, troverete riportato un bellissimo discorso in Parlamento in cui Napolitano prevedeva, con straordinaria lungimiranza, le devastazioni che avrebbe provocato la moneta unica. Poi, però, Napolitano divenne europarlamentare. E la sua visione cambiò drasticamente. Di quell’uomo oggi non c’è più traccia.
Come Gianfranco, anche Giorgio pensava di essere arrivato, di appartenere a pieno titolo alla super élite transnazionale. Entrambi si sentivano intoccabili; non capivano, però, che le logiche di quell’establishment sono diverse da quelle dei partiti, che le loro leggi, non scritte, sono implacabili e, soprattutto, che non tutti i membri sono uguali. Al suo interno c’è chi conta di più (come Draghi senza dubbio) e chi di meno (come quasi tutti i politici italiani); chi sa e chi non sa; chi viene cooptato nel girone divino e chi, pur partecipando, resta ai margini.
Ecco, Napolitano apparteneva alla seconda categoria. E ora che non serve più o forse semplicemente perché ha deluso, viene abbandonato a se stesso. Con modalità che sono proprie di quegli ambienti, usando come sicario un giornalista americano, che di nome fa Alan e di cognome Friedman.
ilmarmocchio:
parte 2 :
Napolitano, Fini, i poteri sovranazionali: testimone conferma
Veloce seguito al mio post “I mandanti e il “sicario”: perché le grandi lobby scaricano Napolitano“. Ricordo la tesi: Napolitano, come Fini, hanno abiurato i rispettivi retaggi storici (uno comunista e l’altro di destra nazionalista), quando hanno capito dove stava il vero potere ovvero nelle grandy lobby internazionali. Per entrambi la svolta è avvenuta dopo esperienze a Bruxelles a stretto contatto con l’establishment. E quelle lobby hanno iniziato a servire ovviamente senza mai dichiararlo.
Ora, grazie a questo articolo, la conferma da parte di uno dei piu stretti collaboratori di Fini, Amedeo Laboccetta. Riporto alcuni passaggi dell’articolo di Andrea Cuomo:
Fini inizia a coltivare rapporti privilegiati con Giorgio Napolitano. «Si sentono al telefono praticamente ogni giorno», il ricordo di Laboccetta, testimone diretto di molti di quei colloqui perché in quel momento è uno dei pochi del suo entourage di cui Fini si fida ciecamente. (…)
Si arriva allo showdown del 2010. Fini è convinto che il Cavaliere sia «finito» e si prepara a papparsene i resti. Alimenta la fronda interna e prepara quello che dovrebbe essere il suo grande giorno: il 14 dicembre 2010 quando, in un clima incandescente dentro e fuori Montecitorio, il governo Berlusconi si gioca la sopravvivenza con un voto di fiducia. Fini è convinto di far cadere l’esecutivo, ma non ci riesce e da quel momento inizia la sua parabola negativa come leader di Fli, il partito-yogurt, nel senso della durata. Ma ciò che importa è la frase che prima dell’imboscata fallita Fini rivolge a un Laboccetta che cerca di farlo ragionare: «Tu non pensare che io giochi d’azzardo. Credi che mi muoverei così se non avessi un accordo forte con Napolitano?». Che a sua volta rispondeva a «una regia extranazionale».
Napolitano era di sinistra, Fini di destra eppure uniti da un comune interesse, da comuni obiettivi. Sopra le teste dei cittadini e degli elettori. Capito come si governano davvero i Paesi?
e da un post di un lettore :
Le donne lo sanno
c’è poco da fare
c’è solo da mettersi in pari col cuore
lo sanno da sempre
lo sanno comunque per prime …
possono ballare un po’ di più
possono sentir girar la testa
possono sentire un po’ di più
un po’ di più
le donne lo sanno
chi paga davvero…
ilmarmocchio:
Quindi quando sentiamo parlare di destra e sinistra o di altre sciocchezze, lasciamo perdere.
Sappiamo dove vengono prese le decisione e dove si origina lo schifo delle teorie gender e del femminismo.
Sappiamo anche il perchè
controcorrente:
Allora,
Matteo Renzi è appena diventato premier e ha conquistato tutti, in parte anche me.
Non mi convince per le coperture finanziarie, in secondo luogo per non aver preso una netta posizione contro le quoterosa. Che è femminista lo sappiamo, però diversi esponenti del pd hanno votato contro (e lui conosce molto bene i nomi dei "franchi tiratori"....), comunque:
Coperture finanziarie per un rilancio economico-occupazionale: senz'altro idee ottime e di buona volontà da parte sua, per dare fiducia e risorse a un paese allo stremo, però, nei 10 miliardi annunciati, ce ne sono 3 dovuti a un ribasso dello spread. Ora, "spread" significa "differenziale", cioè "differenza di rendimento fra i titoli di stato tedeschi (bund) e quelli italiani (bot, btp, cct, ecc.). Questo differenziale è sceso sotto i 200 punti base a vantaggio dei titoli italiani, con ribasso dei rendimenti addirittura sotto l'1% per i bot, però c'è stato un rialzo dei titoli tedeschi. Se la matematica non è un'opinione, cosi' come il calcolo delle probabilità, tra breve ci sarà un'inversione di tendenza, con la speculazione pronta a disinvestire dai bot a vantaggio dei bund. Anche perchè la Germania è un paese di gran lunga messo meglio dell'italia a livello economico, industriale e di conti pubblici, malgrado gli elevatissimi costi della riunificazione e di perdita di potere di acquisto dal cambio marco/euro.
Se questo accadrà a breve (come è probabile), lo spread tornerà a salire con esborso dello stato italiano per pagare maggiori interessi, maggiori interessi anche per un debito pubblico spaventoso uguale a più tasse, dunque.... come potrà Renzi mantenere le sue promesse? :hmm:
Comunque è una mia ipotesi, che mi auguro totalmente infondata.
Mi chiedo inoltre come sia stato possibile che NESSUN GIORNALISTA presente alla conferenza, gli abbia fatto questa domanda. Nemmeno fra i giornalisti economici, e NEMMENO FRA I GIORNALISTI STRANIERI!
Che la corruzione esiste in tutto il mondo lo sappiamo, però caspita, possibile che le banche paghino profumatamente anche i giornalisti stranieri? :hmm:
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