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Matteo Renzi: sinistre prospettive

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Vicus:

--- Citazione da: controcorrente - Marzo 16, 2014, 14:14:46 pm ---Alla tua giusta obiezione e sul mio pensiero riguardo le attività di un moderno sindacato, concordo quasi in toto con questo video di Maurizio Landini. Escluso alcune cose riguardo la cassa integrazione e la maternità. Quest'ultima a mio parere andrebbe regolamentata per evitare abusi, da parte della futura madre.
Nessuno lo dice, ma gli argomenti del segretario FIOM riguardano un buon 90% di LAVORATORI UOMINI
L'intervista a Landini inizia dal minuto 36:07:

http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=2014-03-15&ch=3&v=339252&vd=2014-03-15&vc=3#day=2014-03-15&ch=3&v=339252&vd=2014-03-15&vc=3

GRANDE LANDO!  :clapping: :clapping: :ok: :ok:

--- Termina citazione ---
La crisi del sindacato non è morale ma strutturale, legata ad una certa concezione delle relazioni industriali su cui il sindacalismo si basa: la classe operaia come depositaria di una forza che deriva dal potere sugli impianti produttivi, dalla capacità di far funzionare le macchine.
Oggi la leva contrattuale non risiede più nello sciopero, ma nella capacità di produrre a costi più bassi, ovvero nell'offerta di lavoro delocalizzato.
In un contesto di decrescita e di concorrenza mondiale, gli strumenti utilizzati dai sindacati (scioperi, manifestazioni, picchetti) sono del tutto inefficaci e non valgono a impedire che le manifatture prendano il volo, per lidi dove la manodopera costa meno.
Per non parlare dell'automazione, che rende il lavoro non solo operaio ma anche impiegatizio e intellettuale superfluo e richiede una revisione radicale del concetto di lavoro e di reddito.

controcorrente:

--- Citazione da: Vicus - Marzo 17, 2014, 00:29:46 am ---La crisi del sindacato non è morale ma strutturale, legata ad una certa concezione delle relazioni industriali su cui il sindacalismo si basa: la classe operaia come depositaria di una forza che deriva dal potere sugli impianti produttivi, dalla capacità di far funzionare le macchine.
Oggi la leva contrattuale non risiede più nello sciopero, ma nella capacità di produrre a costi più bassi, ovvero nell'offerta di lavoro delocalizzato.
In un contesto di decrescita e di concorrenza mondiale, gli strumenti utilizzati dai sindacati (scioperi, manifestazioni, picchetti) sono del tutto inefficaci e non valgono a impedire che le manifatture prendano il volo, per lidi dove la manodopera costa meno.
Per non parlare dell'automazione, che rende il lavoro non solo operaio ma anche impiegatizio e intellettuale superfluo e richiede una revisione radicale del concetto di lavoro e di reddito.

--- Termina citazione ---
In casi di assolutà gravità come questi, in primo luogo è il popolo a doversi ribellare, in secondo luogo è lo stato a doversi muovere. Un Marchionne se vuole andarsene, prima restituisce tutti i contributi statali, tutta la cassa integrazione piovuta dal cielo, tutti gli incentivi a fondo perduto (i nostri sudori!) ricevuti in oltre 80 anni con tanto di interessi. Le fabbriche, gli impianti, le tecnologie io stato ti impongo di lasciarle in Italia, IL MARCHIO lo lasci in Italia, paghi le tasse che non hai pagato fino all'ultimo centesimo (dal momento che lavora in Italia, MA RISIEDE IN SVIZZERA PER PAGARE MENO TASSE!), dopodichè sei libero di andartene. E se te ne vai in Italia non metti più piede. Auto prodotte in Serbia o in Polonia, con operai che percepiscono dai 300 ai 700 euro al mese, ma con prezzi di vendita interi e non dimezzati, io Stato non te lo permetto più caro il mio Marchionne....

D'altra parte basta comprare un paio di scarpe o un vestito per rendersi conto che vengono tutti prodotti in estremo oriente, che la qualità è molto più bassa rispetto al passato, che i prezzi non sono scesi, ma triplicati.
E io cittadino costretto alla precarietà mi sono rotto. Dunque un vestito cerco di farmelo durare, ma a te imprenditore avido e furbetto non ti compro più.... Piuttosto vado scalzo, ma un paio di scarpe non le  compro. Per principio.

Se tutti ragionassero in questo modo, dallo stato al semplice operaio, vogliamo scommettere che la crisi finirebbe all'istante? Che la Fiat e Marchionne ci ripenserebbero con tanto di coda fra le gambe?

yamamax:
Quello di cui state parlando si chiama globalizzazione. Che non significa più lavoro per tutti, ma lavorare tutti per uno solo...un solo finale padrone. Le piccole realtà autonome devono sparire sotto una unica legge di mercato che decide tutto. La libertà di pensiero di imprenditorialità è un' illusione, alla fine tutti dovranno sottostare ad uniche regole. I nostri risparmi (spiccioli !) saranno gestititi da 4 banche in tutto il mondo e decidono loro autonomamente che fine dovrai fare. E' una guerra mondiale in corso, ma differente dalla "classica" con aerei che ti bombardano per questo la gente comune è stordita,  attonita e non comprende. Ora ti bombardano con meccanismi economici che ti strangolano di debiti e poi ti comprano per 2 soldi. Tutti ti accolgono con un sorriso (finto !) nessuno ti torce un capello...sei tu che se non accetti o non capisci ti porti la pistola alla tempia.

Vicus:

--- Citazione ---In casi di assolutà gravità come questi, in primo luogo è il popolo a doversi ribellare, in secondo luogo è lo stato a doversi muovere. Un Marchionne se vuole andarsene, prima restituisce tutti i contributi statali, tutta la cassa integrazione piovuta dal cielo, tutti gli incentivi a fondo perduto (i nostri sudori!) ricevuti in oltre 80 anni con tanto di interessi. Le fabbriche, gli impianti, le tecnologie io stato ti impongo di lasciarle in Italia, IL MARCHIO lo lasci in Italia, paghi le tasse che non hai pagato fino all'ultimo centesimo (dal momento che lavora in Italia, MA RISIEDE IN SVIZZERA PER PAGARE MENO TASSE!), dopodichè sei libero di andartene. E se te ne vai in Italia non metti più piede. Auto prodotte in Serbia o in Polonia, con operai che percepiscono dai 300 ai 700 euro al mese, ma con prezzi di vendita interi e non dimezzati, io Stato non te lo permetto più caro il mio Marchionne....
--- Termina citazione ---
Nessuna legge lo prevede, e lo Stato da un pezzo non fa neanche finta di stare dalla parte dei cittadini.

vnd:

--- Citazione da: controcorrente - Marzo 16, 2014, 20:44:19 pm ---Che poi le tasse vadano pagate siamo tutti d'accordo. Però vanno pagate in maniera equa, in base alle proprie disponibiltà, con lo Stato che fornisce servizi efficienti e di qualità. Altrimenti servono ad arricchire chi ci governa, a pagare i loro lauti stipendi senza un minimo di produttività da parte di lorsignori e chi può le evade, fregandosene di solidarietà e sistema-paese.

--- Termina citazione ---

Costituzione della Repubblica Italiana

--- Citazione ---Articolo 53

Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
--- Termina citazione ---

Certo, se la gente vede come vengono spesi i soldi delle proprie tasse (ad esempio per finanziare circoli femministi o centri antiviolenza misandrici e privati), passa la voglia di pagare le tasse.


La mia interpretazione è che per tutte le spese pubbliche, bisogna partecipare in misura delle proprie possibilità.

Se uno che guadagna 100, mi paga il 50%, non gli resta di che vivere.

Uno che guadagna 100.000.000 avrà sempre buone possibilità di condurre una vita agiata anche se paga il 70%.

Anche il pagamento dei contributi per la pensione è spesa pubblica.


OT
Io sono per il pagamento dei contributi diversificato ma per le pensioni livellate.
Le pensioni devono essere tutte uguali, visto che tutti fanno un cazzo.

[Mentre è giusto che salari e stipendi siano diversificati in funzione degli studi necessari a svolgere una certa professione, livello, ruolo, esperienza,  anzianità,  logorio, pericolosità, orario e responsabilità. Dobbiamo dare al dirigente la possibilità di pagarsi un avvocato se sbaglia nel suo lavoro.]



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