Autore Topic: Matteo Renzi: sinistre prospettive  (Letto 6569 volte)

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Re:Matteo Renzi: sinistre prospettive
« Risposta #15 il: Marzo 15, 2014, 01:45:39 am »
Citazione
Matteo Renzi è appena diventato premier e ha conquistato tutti, in parte anche me.
Non mi convince per le coperture finanziarie,
Spero di sbagliarmi, ma se la matematica non è un'opinione Renzi finirà come Hollande, bruciato politicamente per via di promesse che non può mantenere.
Per il momento sta andando col cappello in mano a Berlino e Parigi, ad elemosinare il placet dei suoi (e nostri) veri padroni.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Matteo Renzi: sinistre prospettive
« Risposta #16 il: Marzo 15, 2014, 11:21:25 am »
Le coperture finanziarie non convincono nessuno per il motivo che non esistono !  :doh:
I giornalisti devono stare zitti altrimenti gli fanno saltare i contributi statali all' editoria ... e tutti a vangare l' orto !
Non è corruzione ormai siamo al bieco ricatto. Uno non può fare a meno dell' altro.

Offline controcorrente

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Re:Matteo Renzi: sinistre prospettive
« Risposta #17 il: Marzo 15, 2014, 12:36:36 pm »
Questo video dovrebbe sbugiardare l'ex "sindaco":


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Re:Matteo Renzi: sinistre prospettive
« Risposta #18 il: Marzo 15, 2014, 12:41:25 pm »
Ragazzi, si stanno creando le premesse per l'instaurazione della dittatuta personale di Beppe Grillo: facciamocene una ragione.

Offline controcorrente

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Re:Matteo Renzi: sinistre prospettive
« Risposta #19 il: Marzo 16, 2014, 14:14:46 pm »
Ma i sindacati fanno ancora qualcosa di concreto per i lavoratori, o non sono piuttosto diventati una cinghia di trasmissione? :hmm:

Alla tua giusta obiezione e sul mio pensiero riguardo le attività di un moderno sindacato, concordo quasi in toto con questo video di Maurizio Landini. Escluso alcune cose riguardo la cassa integrazione e la maternità. Quest'ultima a mio parere andrebbe regolamentata per evitare abusi, da parte della futura madre.
Nessuno lo dice, ma gli argomenti del segretario FIOM riguardano un buon 90% di LAVORATORI UOMINI
L'intervista a Landini inizia dal minuto 36:07:

http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=2014-03-15&ch=3&v=339252&vd=2014-03-15&vc=3#day=2014-03-15&ch=3&v=339252&vd=2014-03-15&vc=3

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Re:Matteo Renzi: sinistre prospettive
« Risposta #20 il: Marzo 16, 2014, 19:46:38 pm »
Attenzione... Landini parla di abbassamento delle tasse.
L'abbassamento delle tasse, si badi, non è quasi mai orientato ai lavoratori dipendenti.
Labbassamento delle tasse, di fatto costituisce un impoverimento del servizio e quindi, crea disuguaglianza.
L'aumento della disuguaglianza è voluto.

Se ne avete voglia, al di là delle vostre convinzioni politiche, io vi inviterei a seguire questa lezione del Professor Prodi.

In particolare, dal minuto 3:53, il Professore parla di una nuova dottrina economica, inventata (per modo di dire) da una donna: la Thatcher (poll tax) che è stata diffusa nel mondo da Reagan: il Neoliberismo.
Essa prevede due linee d'azione  fondamentali:
1. il governo deve essere sempre più piccolo e con sempre meno risorse;
2. diminuire le imposte.

Negli Stati uniti questo ha portato un abbassamento delle tasso massimo delle imposte  (per le sole persone più ricche) dal 70% al 28%.
Questo si è diffuso in tutto il mondo. Quindi, coloro che pagavano le imposte più elevate oggi pagano imposte più basse.

Allargando il divario tra ricchi e poveri.

Diffidate sempre quando sentite parlare di abbassamento delle tasse.

Qual'è invece la strada che dovremmo percorrere?
Quella che in Germania sta funzionando e che fa si che la germania stia vincendo la guerra economica in atto: la compartecipazione degli utili dei lavoratori.
Il che comporta anche il recupero dell'uguaglianza sociale.






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Re:Matteo Renzi: sinistre prospettive
« Risposta #21 il: Marzo 16, 2014, 20:38:05 pm »
Attenzione... Landini parla di abbassamento delle tasse.
L'abbassamento delle tasse, si badi, non è quasi mai orientato ai lavoratori dipendenti.
Labbassamento delle tasse, di fatto costituisce un impoverimento del servizio e quindi, crea disuguaglianza.
L'aumento della disuguaglianza è voluto.

Se ne avete voglia, al di là delle vostre convinzioni politiche, io vi inviterei a seguire questa lezione del Professor Prodi.

In particolare, dal minuto 3:53, il Professore parla di una nuova dottrina economica, inventata (per modo di dire) da una donna: la Thatcher (poll tax) che è stata diffusa nel mondo da Reagan: il Neoliberismo.
Essa prevede due linee d'azione  fondamentali:
1. il governo deve essere sempre più piccolo e con sempre meno risorse;
2. diminuire le imposte.

Negli Stati uniti questo ha portato un abbassamento delle tasso massimo delle imposte  (per le sole persone più ricche) dal 70% al 28%.
Questo si è diffuso in tutto il mondo. Quindi, coloro che pagavano le imposte più elevate oggi pagano imposte più basse.

Allargando il divario tra ricchi e poveri.

Diffidate sempre quando sentite parlare di abbassamento delle tasse.

Qual'è invece la strada che dovremmo percorrere?
Quella che in Germania sta funzionando e che fa si che la germania stia vincendo la guerra economica in atto: la compartecipazione degli utili dei lavoratori.
Il che comporta anche il recupero dell'uguaglianza sociale.

Mi riprometto di studiare il caso tedesco e approfondirlo.
In Italia la compartecipazione degli utili non potrà mai funzionare, perchè l'italiano non è uguale al tedesco e a parere mio sarebbe l'ennesimo regalo ai padroni, che approfitterebbero per abbassare i salari, fare le loro ristrutturazioni e arricchirsi con il sudore dei lavoratori, senza svenarsi con le banche, con la scusa di utili, che i lavoratori non vedranno MAI. Senza tralasciare che nel caso di un'azienda in difficoltà, in perdita, con una gestione "allegra", o con un improvviso calo di produzione, il lavoratore non percepirebbe un euro e forse andrebbe a rimetterci.
Potebbe ricondursi a mio parere ad una sorta di fregatura sulla scia del tfr nei fondi pensione, anzichè lasciato in azienda, sicuro, a completa disposizione del lavoratore, una volta finito il rapporto di lavoro.
Siamo il paese di Pulcinella, attenzione a proporre cose molto pericolose e devastanti per le fasce più deboli.
Non a caso tutto ciò venne proposto dal governo berlusconiano di centro-destra, a gran voce e all'unanimità di tutti i suoi componenti.
« Ultima modifica: Marzo 16, 2014, 20:52:40 pm da controcorrente »

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Re:Matteo Renzi: sinistre prospettive
« Risposta #22 il: Marzo 16, 2014, 20:44:19 pm »
Che poi le tasse vadano pagate siamo tutti d'accordo. Però vanno pagate in maniera equa, in base alle proprie disponibiltà, con lo Stato che fornisce servizi efficienti e di qualità. Altrimenti servono ad arricchire chi ci governa, a pagare i loro lauti stipendi senza un minimo di produttività da parte di lorsignori e chi può le evade, fregandosene di solidarietà e sistema-paese.

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Re:Matteo Renzi: sinistre prospettive
« Risposta #23 il: Marzo 16, 2014, 21:28:39 pm »
Mi riprometto di studiare il caso tedesco e approfondirlo.
In Italia la compartecipazione degli utili non potrà mai funzionare, perchè l'italiano non è uguale al tedesco e a parere mio sarebbe l'ennesimo regalo ai padroni, che approfitterebbero per abbassare i salari, fare le loro ristrutturazioni e arricchirsi con il sudore dei lavoratori, senza svenarsi con le banche, con la scusa di utili, che i lavoratori non vedranno MAI. Senza tralasciare che nel caso di un'azienda in difficoltà, in perdita, con una gestione "allegra", o con un improvviso calo di produzione, il lavoratore non percepirebbe un euro e forse andrebbe a rimetterci.
Potebbe ricondursi a mio parere ad una sorta di fregatura sulla scia del tfr nei fondi pensione, anzichè lasciato in azienda, sicuro, a completa disposizione del lavoratore, una volta finito il rapporto di lavoro.
Siamo il paese di Pulcinella, attenzione a proporre cose molto pericolose e devastanti per le fasce più deboli.
Non a caso tutto ciò venne proposto dal governo berlusconiano di centro-destra, a gran voce e all'unanimità di tutti i suoi componenti.

Più che altro.... si tratta di una idea fascista. Faceva parte del progetto di stato sociale fascista e non si fece in tempo a realizzarla.
E in Italia non siamo ancora maturi per distinguere quel minimo che il fascismo può aver avuto di buono dal totale marciume che l'assolutismo e la dittatura ci hanno fatto pagare sulla nostra pelle.
Abbiamo condannato tutto... (Per nascondere la nostyra ipocrisia perchè, in fondo, dopo il fascismo non cambio nulla o quasi.
Mancando l'epurazione, funzionari e i dirigenti dello stato restarono gli stessi di prima della liberazione.)
Ad esempio, solo con Ciampi abbiamo ripreso a cantare l'inno nazionale.... prima consideravamo l'amor di patria, esasperato durante il fascismo, una cosa della quale vergognarci o da gestire con un certo pudore.
Man mano che passerà il tempo e le ferite si rimargineranno... impareremo a recuperare i concetti del fascismo che erano o sarebbero stati validi, se realizzati.
E distinguere le caramelle dalla merde di capra.
Ci vorrà del tempo.

Specifico di essere un bieco antifascista.




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Re:Matteo Renzi: sinistre prospettive
« Risposta #24 il: Marzo 16, 2014, 23:30:14 pm »
Al di là di ideologie e simpatie politiche, discorsi di destra o sinistra, in breve:

Io lavoratore, faccio un determinato lavoro per tot. numero di ore in cambio di una retribuzione in denaro. Io lavoro, è giusto che venga pagato. Se un'azienda va bene o male, non sono affari miei ma dell' imprenditore, che nell'azienda ha investito una tot. quantità di denaro.
Io lavoratore non sono proprietario dell'azienda, al quale fornisco la mia opera manuale, fisica e intellettuale in cambio di un salario, stop.
L'andamento di un'azienda non mi riguarda. A ognuno il suo compito. Se un domani dovesse chiudere amen. Ma alle perdite aziendali con relativi dissesti finanziari (perchè di questo si tratterebbe, scordiamoci gli utili), io lavoratore NON PARTECIPO. Inoltre il mio salario sarebbe estremamente fluttuante, perchè legato all'andamento aziendale dunque incerto, a volte del tutto mancante e di certo molto più basso dei salari attuali.
Se voglio partecipare agli utili di un'azienda (QUANDO CI SONO....), investo i miei risparmi in azioni (in Borsa) e niente più.

Non credo d'aver fatto un discorso fascista o comunista.

Offline Vicus

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Re:Matteo Renzi: sinistre prospettive
« Risposta #25 il: Marzo 17, 2014, 00:29:46 am »
Alla tua giusta obiezione e sul mio pensiero riguardo le attività di un moderno sindacato, concordo quasi in toto con questo video di Maurizio Landini. Escluso alcune cose riguardo la cassa integrazione e la maternità. Quest'ultima a mio parere andrebbe regolamentata per evitare abusi, da parte della futura madre.
Nessuno lo dice, ma gli argomenti del segretario FIOM riguardano un buon 90% di LAVORATORI UOMINI
L'intervista a Landini inizia dal minuto 36:07:

http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=2014-03-15&ch=3&v=339252&vd=2014-03-15&vc=3#day=2014-03-15&ch=3&v=339252&vd=2014-03-15&vc=3

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La crisi del sindacato non è morale ma strutturale, legata ad una certa concezione delle relazioni industriali su cui il sindacalismo si basa: la classe operaia come depositaria di una forza che deriva dal potere sugli impianti produttivi, dalla capacità di far funzionare le macchine.
Oggi la leva contrattuale non risiede più nello sciopero, ma nella capacità di produrre a costi più bassi, ovvero nell'offerta di lavoro delocalizzato.
In un contesto di decrescita e di concorrenza mondiale, gli strumenti utilizzati dai sindacati (scioperi, manifestazioni, picchetti) sono del tutto inefficaci e non valgono a impedire che le manifatture prendano il volo, per lidi dove la manodopera costa meno.
Per non parlare dell'automazione, che rende il lavoro non solo operaio ma anche impiegatizio e intellettuale superfluo e richiede una revisione radicale del concetto di lavoro e di reddito.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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« Risposta #26 il: Marzo 17, 2014, 01:36:29 am »
La crisi del sindacato non è morale ma strutturale, legata ad una certa concezione delle relazioni industriali su cui il sindacalismo si basa: la classe operaia come depositaria di una forza che deriva dal potere sugli impianti produttivi, dalla capacità di far funzionare le macchine.
Oggi la leva contrattuale non risiede più nello sciopero, ma nella capacità di produrre a costi più bassi, ovvero nell'offerta di lavoro delocalizzato.
In un contesto di decrescita e di concorrenza mondiale, gli strumenti utilizzati dai sindacati (scioperi, manifestazioni, picchetti) sono del tutto inefficaci e non valgono a impedire che le manifatture prendano il volo, per lidi dove la manodopera costa meno.
Per non parlare dell'automazione, che rende il lavoro non solo operaio ma anche impiegatizio e intellettuale superfluo e richiede una revisione radicale del concetto di lavoro e di reddito.
In casi di assolutà gravità come questi, in primo luogo è il popolo a doversi ribellare, in secondo luogo è lo stato a doversi muovere. Un Marchionne se vuole andarsene, prima restituisce tutti i contributi statali, tutta la cassa integrazione piovuta dal cielo, tutti gli incentivi a fondo perduto (i nostri sudori!) ricevuti in oltre 80 anni con tanto di interessi. Le fabbriche, gli impianti, le tecnologie io stato ti impongo di lasciarle in Italia, IL MARCHIO lo lasci in Italia, paghi le tasse che non hai pagato fino all'ultimo centesimo (dal momento che lavora in Italia, MA RISIEDE IN SVIZZERA PER PAGARE MENO TASSE!), dopodichè sei libero di andartene. E se te ne vai in Italia non metti più piede. Auto prodotte in Serbia o in Polonia, con operai che percepiscono dai 300 ai 700 euro al mese, ma con prezzi di vendita interi e non dimezzati, io Stato non te lo permetto più caro il mio Marchionne....

D'altra parte basta comprare un paio di scarpe o un vestito per rendersi conto che vengono tutti prodotti in estremo oriente, che la qualità è molto più bassa rispetto al passato, che i prezzi non sono scesi, ma triplicati.
E io cittadino costretto alla precarietà mi sono rotto. Dunque un vestito cerco di farmelo durare, ma a te imprenditore avido e furbetto non ti compro più.... Piuttosto vado scalzo, ma un paio di scarpe non le  compro. Per principio.

Se tutti ragionassero in questo modo, dallo stato al semplice operaio, vogliamo scommettere che la crisi finirebbe all'istante? Che la Fiat e Marchionne ci ripenserebbero con tanto di coda fra le gambe?

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« Risposta #27 il: Marzo 17, 2014, 08:44:58 am »
Quello di cui state parlando si chiama globalizzazione. Che non significa più lavoro per tutti, ma lavorare tutti per uno solo...un solo finale padrone. Le piccole realtà autonome devono sparire sotto una unica legge di mercato che decide tutto. La libertà di pensiero di imprenditorialità è un' illusione, alla fine tutti dovranno sottostare ad uniche regole. I nostri risparmi (spiccioli !) saranno gestititi da 4 banche in tutto il mondo e decidono loro autonomamente che fine dovrai fare. E' una guerra mondiale in corso, ma differente dalla "classica" con aerei che ti bombardano per questo la gente comune è stordita,  attonita e non comprende. Ora ti bombardano con meccanismi economici che ti strangolano di debiti e poi ti comprano per 2 soldi. Tutti ti accolgono con un sorriso (finto !) nessuno ti torce un capello...sei tu che se non accetti o non capisci ti porti la pistola alla tempia.

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Re:Matteo Renzi: sinistre prospettive
« Risposta #28 il: Marzo 17, 2014, 10:45:27 am »
Citazione
In casi di assolutà gravità come questi, in primo luogo è il popolo a doversi ribellare, in secondo luogo è lo stato a doversi muovere. Un Marchionne se vuole andarsene, prima restituisce tutti i contributi statali, tutta la cassa integrazione piovuta dal cielo, tutti gli incentivi a fondo perduto (i nostri sudori!) ricevuti in oltre 80 anni con tanto di interessi. Le fabbriche, gli impianti, le tecnologie io stato ti impongo di lasciarle in Italia, IL MARCHIO lo lasci in Italia, paghi le tasse che non hai pagato fino all'ultimo centesimo (dal momento che lavora in Italia, MA RISIEDE IN SVIZZERA PER PAGARE MENO TASSE!), dopodichè sei libero di andartene. E se te ne vai in Italia non metti più piede. Auto prodotte in Serbia o in Polonia, con operai che percepiscono dai 300 ai 700 euro al mese, ma con prezzi di vendita interi e non dimezzati, io Stato non te lo permetto più caro il mio Marchionne....
Nessuna legge lo prevede, e lo Stato da un pezzo non fa neanche finta di stare dalla parte dei cittadini.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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« Risposta #29 il: Marzo 17, 2014, 19:26:54 pm »
Che poi le tasse vadano pagate siamo tutti d'accordo. Però vanno pagate in maniera equa, in base alle proprie disponibiltà, con lo Stato che fornisce servizi efficienti e di qualità. Altrimenti servono ad arricchire chi ci governa, a pagare i loro lauti stipendi senza un minimo di produttività da parte di lorsignori e chi può le evade, fregandosene di solidarietà e sistema-paese.

Costituzione della Repubblica Italiana
Citazione
Articolo 53

Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

Certo, se la gente vede come vengono spesi i soldi delle proprie tasse (ad esempio per finanziare circoli femministi o centri antiviolenza misandrici e privati), passa la voglia di pagare le tasse.


La mia interpretazione è che per tutte le spese pubbliche, bisogna partecipare in misura delle proprie possibilità.

Se uno che guadagna 100, mi paga il 50%, non gli resta di che vivere.

Uno che guadagna 100.000.000 avrà sempre buone possibilità di condurre una vita agiata anche se paga il 70%.

Anche il pagamento dei contributi per la pensione è spesa pubblica.


OT
Io sono per il pagamento dei contributi diversificato ma per le pensioni livellate.
Le pensioni devono essere tutte uguali, visto che tutti fanno un cazzo.

[Mentre è giusto che salari e stipendi siano diversificati in funzione degli studi necessari a svolgere una certa professione, livello, ruolo, esperienza,  anzianità,  logorio, pericolosità, orario e responsabilità. Dobbiamo dare al dirigente la possibilità di pagarsi un avvocato se sbaglia nel suo lavoro.]




« Ultima modifica: Marzo 17, 2014, 19:37:59 pm da vnd »
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