Autore Topic: da che parte sta la differenza?  (Letto 4824 volte)

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Offline COSMOS1

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da che parte sta la differenza?
« il: Febbraio 23, 2014, 17:38:11 pm »
leggo su http://abbattoimuri.wordpress.com/2014/02/21/otto-donne-al-governo-si-beh-e-allora/ , blog oltraggioso di femminista radicale, l'intervento di una certa Sonia

Citazione
Sonia dice:  febbraio 21, 2014 alle 9:29 pm   Personalmente sono convinta che le donne possono essere carenti in molte cose, ma al governo ci dovrebbero essere al 90% donne. Non è una questione di femminismo, è che come gli uomini sono in genere più dotati per le scienze, per la meccanica, per la matematica, per gli sport competitivile donne sono sempre state quelle che fanno economia. Quello che noi abbiamo in più è la mancanza di testosterone. Non abbiamo la competizione nel sangue, non facciamo le cose ‘per vincere’ ma perchè sono utili, perchè le consideriamo giuste, logiche, convenienti, migliori per noi e per i nostri cari. Noi abbiamo la pietà e l’empatia che un uomo non potrà mai avere. Così se metti una donna alla guida di una azienda farmaceutica per fare un esempio, è probabile che non sacrificherà le vite di centinaia di esseri umani per un profitto momentaneo, perché le donne hanno la capacità di empatizzare con le sofferenze altrui e non uccidono malati vecchi e bambini come fanno gli uomini. La più grande dimostrazione di questo dato di fatto è che il 90% delle sofferenze che la razza umana si autoinfligge sono perpetrate dagli uomini, è una questione di testosterone non di colpa. Le donne, fin dall’età della pietra, hanno assunto il ruolo di fare economia all’interno della società organizzata, e ciò vuol dire crescere e gestire la famiglia e organizzare ed economizzare le risorse, e fornire sostegno psicologico grazie alle spiccate capacità comunicative ed emozionali (sono dati di fatto), gli uomini sono cacciatori, e tali dovrebbero restare. Il governo dovrebbe essere delle donne, è la natura che lo dice, e infatti dato che gli uomini con la loro prepotenza non rispettano la natura, tutti gli equilibri si sono spezzati e nessuno capisce più qual’è la direzione giusta per salvarci tutti.
 

ora, a partire da una frase che avremmo potuto leggere (e che forse abbiamo letto) anche su questo forum (in blu) ad una onestamente discutibile ma tutto sommato .. discutibile (cioè si può non essere d'accordo ma si può discuterne, perchè se noi ci accaparriamo la scienza, possiamo negare altri settori solo dopo adeguata dissertazione, in rosso) si passa ad affermazioni assolutamente demenziali (in marrone).
La cosa che mi ha provocato è stata che il ragionamento della signora Sonia è partito da una costatazione di fatto (mm e ff siamo diversi) e che noi condividiamo, per partire poi per la tangente con una serie di mostrusità da tifo calcistico, per partito preso. Le donne sono migliori perchè io (Sonia) sono donna. Il sillogismo tiene senza incrinature, salvo il piccolo inconveniente che "io" è donna grosso modo il 50% delle volte, l'altra metà è uomo e in questa situazione siamo incastrati, non ci sono vie d'uscita.
Ragionamenti tanto imbecilli possono essere tranquillamente ripetuti sull'altro versante, ovvio, e non sono in alcun modo inconfutabili. Gli italiani sono migliori perchè io sono italiano, è simmetrico per qualunque altra nazione al mondo.
Vero: la QM nasce nel periodo storico nel quale all'uomo in quanto uomo era proibito intervenire a difesa del proprio sesso, perciò stupidaggini come quella di Sonia hanno potuto circolare indisturbate tra gli sguardi compiaciuti di tanti maschietti zerbini.
È vero: quella fase non è ancora finita: il governo Renzi che delle donne si fa bello a prescindere dal contenuto politico di cui ciascuna di esse è (non) portatrice, è il concentrato di quegli sguardi a metà tra il compiaciuto e l'ipocrita. Infatti dare un ministero ad una amica o ad una nipote serve anche per tacitare le pretese di qualcun@ altro@ che forse avrebbe anche avuto qualche pensiero felice.
Ma il punto che vorrei porre è un altro (del governo Renzi mi importa poco perchè non mi aspetto che faccia nè meglio nè peggio dei precedenti e non spero che altri possano fare o non fare altro da ciò che farà o non farà il boy scout fiorentino).
Il punto che vorrei porre è: se la prospettiva della diversità di genere porta sulle paludi della signora Sonia, dove possiamo noi intravvedere una strada per uscirne?
Alla fine mi giunge come il sospetto che a livello politico sociale l'unica via d'uscita sia negare la differenza sessuale.
È un sospetto giustificato?

infatti Laglasnost replica così:
Citazione
perdonami ma quello che hai scritto per me è veramente sessista. sono stereotipi. se dividi le persone in base al sesso e in base a quello ci attribuisci tendenze e caratteristiche io non so davvero che dire. saremmo superiori, più empatiche e pietose in base a cosa? quando? Come? davvero non siamo competitive? e davvero gli uomini sono portati per le scienze e le donne per l’economia (domestica)? davvero le donne non sacrificano umani per il profitto? davvero pensi che il male sia nel maschio? tipo tara genetica? la natura dice che il governo dovrebbe essere delle donne? uomini prepotenti per natura? ti prego. ‘sta storia della natura è servita per secoli a intrappolarci in ruoli di genere che non sempre abbiamo scelto. naturalizzare la tua idea del mondo  e dividerlo in base a questi stereotipi è il primo passo per una della tante possibili forme di autoritarismo che si possono realizzare. c’era gente che riteneva che ad essere migliori in assoluto, per questioni genetiche o chissà cosa, erano i bianchi, sui neri, gli ariani, sugli ebrei. dividere il mondo in questo modo è veramente rischioso e non fa per me.

ma se questo è il punto, dovremmo essere noi capaci di ripeterlo quando qualcuno lo fa a parti invertite: a questa donna non si può dare questo o quel posto o incarico in quanto donna, perchè le donne sono differenti dagli uomini e non sono adatte a questo posto o a quell'incarico.
Saremo noi capaci, allora, di dire: ma dove sta scritto?
È vero, nella storia siamo stati mille e mille volte capaci, la favola del patriarcato oppressore è pura invenzione femminista.
Ma la mia domanda non è se ne siamo stati capaci, bensì se ne saremo capaci in futuro. O invece la Grande Balla Femminista ha decomposto definitivamente anche il nostro buon senso?
Siamo dunque condannati a scegliere tra il maschietto zerbino e il maschilista folkloristico?
« Ultima modifica: Febbraio 23, 2014, 19:47:59 pm da COSMOS1 »
Dio cè
MA NON SEI TU
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Offline Duca

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Re:da che parte sta la differenza?
« Risposta #1 il: Febbraio 23, 2014, 18:56:34 pm »
Guarda che quelle in rosso sono le affermazioni comiche...
Ma le donne sono sempre state quelle che fanno economia? Come si può eccellere in economia senza capire nulla di matematica? :ohmy:
Vabbé, le nostre nonne forse, e dico forse, ma oggi... con la mania dello shopping, come la mettiamo? Vedo certi tegami che spendono tipo 200 euri per una merda di intimo che nessuno vede a parte a letto due secondi poi si deve togliere per scopare, anzi no costa talmente tanto che per ammortizzarlo deve tenerlo su durante il coito come nei pornazzi... mentre invece 20 euri per una cravatta che si mette tutto il giorno e la vedono tutti no quelli son troppi, ma che cazzo di economia hanno in testa? :hmm:
Poi quella che "non abbiamo la competizione nel sangue, non facciamo le cose ‘per vincere’" è una cagata colossale, avete mai visto due donne innamorate dello stesso uomo? Mica vogliono vincere, nooooo... "prego, cara, l'hai visto prima tu" "no, tesoro, prendilo pure, te lo lascio" ma dai... è una lotta senza esclusione di colpi, anche molto bassi, queste godono nel fottere l'uomo all'amica, son messe male...
E' inutile discutere con gran parte delle donne, bisogna rassegnarsi, ragionano con l'utero e quindi non capiscono un cazzo neanche di loro stesse, a parte solo quelle diciamo più evolute che sono moooolto rare.
La soluzione sarebbe tornare indietro al sistema "patriarcale" di una volta, il che è impossibile, non c'è niente da fare, per cui oggi, dato che zerbino e maschilista sono due eccessi, non ci resta che scegliere quello meno dannoso, indovinate quale... :cool:
« Ultima modifica: Febbraio 23, 2014, 19:09:17 pm da Duca »

Online Frank

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Re:da che parte sta la differenza?
« Risposta #2 il: Febbraio 23, 2014, 19:03:11 pm »
Sonia
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Noi abbiamo la pietà e l’empatia che un uomo non potrà mai avere

Forse nei confronti di gatti e cani, magari di un figlio, ma non certamente verso il maschio adulto della razza umana.

Offline Angelo

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Re:da che parte sta la differenza?
« Risposta #3 il: Febbraio 23, 2014, 19:04:46 pm »
Non so che peso possano avere questi due soggetti nell'ambito delle nostre discussioni. Per me il problema parte da lontano e da prima del femminismo 68ino. C'è stato un tentativo ( purtroppo andato a segno nella stragrande maggioranza dei casi ) di negare il valore degli ideali pre cristiani e in parte anche cattolici.
Rispetto, onore, lealtà, altruismo, giustizia, libertà sono diventati nella migliore delle ipotesi legati a concetti di mafia, di patriarcato, maschilismo. Adesso, se non si ristabilisce l'ordine delle stelle (ideali, valori) da seguire, che senso ha discutere del pensiero di laglanost e di questa Sonia che in entrambi i casi lavorano (pagate forse da qualche associazione femminista o similare) per distruggere l'Uomo?

Noi se siamo qui, abbiamo il compito primario di ribadire che alcuni uomini non si arrendono. In secondo luogo abbiamo l'obbligo di dimostrare le nostre ragioni.
Poi, prima o poi, decideranno gli italiani. E se decideranno per il femminismo,leggi omosessuali, leggi pro UE, si vede che come popolo non valiamo un cazzo e ci meritiamo pure peggio. Non so perchè, ma ho come la sensazione che si voglia cercare il positivo dove il positivo non ci può essere. Loro sono per il "futuro", per il veganesimo, l'animalismo, il femminismo. Noi no. Noi rappresentiamo il buonsenso, la Giustizia, la Logica, la ricerca della Verità e soprattutto,qui non cerchiamo posti e soldi in qualche ONG. Loro ricercano altro.  E nello specifico vorrebbero: studi di genere, scuole dove si insegna che essere omosessuali è giusto e positivo, dove insegnano i bimbi a masturbarsi in età pre adolescenziale, e altre orribili e ignobili idee. LE stesse idee del NWO. PErchè loro sono soltanto delle utili idiote pagate dal SIStema che fanno finta di combattere. MERCENARIE INTELLETTUALI.
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline ilmarmocchio

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Re:da che parte sta la differenza?
« Risposta #4 il: Febbraio 23, 2014, 20:52:07 pm »
ragazzi,  quella Sonia, poveretta, scambia le'conomia col bilancio familiare. Scambia le piccole beghe familiari con la pianificazione e la gestione di masse di milioni di individui in società complesse.
Un pò come scambiare l'organizzazione di un torneo di calcio estivo e un campionato del mondo.
Poverina, mostra l'infarinatura di pseudoconcetti maldigeriti che caratterizza troppe persone oggi giorno.
A tratti fa anche ridere, ma sono risate malinconiche.
Questa gente vota, questa gente dovrebbe aiutare una nazione ad uscire da una crisi epocale :doh:

Online Massimo

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Re:da che parte sta la differenza?
« Risposta #5 il: Febbraio 23, 2014, 23:10:04 pm »
In fondo è anche colpa nostra: diamo loro corda a tutte le cazzate che dicono e abbiamo paura di contestare le donne (siamo
maschilisti se lo facciamo) e questi sono poi i risultati: che le donne se la cantano e se la suonano come vogliono appunto
perchè manca (e manca da decenni) un autentico contraddittorio maschile. Oramai lo zerbinaggio è la moda prevalente tra i
maschi occidentali. E non è un caso che questo forum sia considerato un ambiente di pazzi e di eretici.

Offline Duca

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Re:da che parte sta la differenza?
« Risposta #6 il: Febbraio 23, 2014, 23:57:52 pm »
Infatti invece di essere comprensivi bisognerebbe mandarle a cagare d'ufficio quando dicono stronzate, cioè molto spesso.

Offline Artemisia Gentileschi

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Re:da che parte sta la differenza?
« Risposta #7 il: Febbraio 24, 2014, 12:50:21 pm »
Secondo me le donne che hanno troppo potere decisionale fanno danno, soprattutto alle altre donne.

Ora io faccio un lavoro che è considerato prettamente "femminile" perché gli introiti che ne derivano sono abbastanza modesti. Se fossi un uomo questo lavoro non lo farei mai.
Però il lavoro che faccio mi lascia tempo per occuparmi di mia figlia. Se lavorassi sempre 10 ore al giorno dovrei delegare ad altri e non voglio.

Quello che mi scoccia è sentire gente che crede seriamente che sia possibile fare dei bambini, seguirli, accudirli, badare a casa, spesa, ecc.. lavorando beatamente full time.

Oh io non ci riesco. Sarò una mentecatta ma sono sicura che mi verrebbe un esaurimento nervoso.

Ma le donne-politiche sono quelle che ti dicono "certo che si può coniugare carriera e famiglia, guarda quanto sono brava io che faccio la ministra e ho anche 3 figli che sono una meraviglia".

E tu, comune mortale, che invece tiri la cinghia perché non hai 1000 euro da spendere in tate e centri ludici dove parcheggiare i tuoi figli mentre fai la grande carriera.. Ecco tu sei una povera idiota.

Perché non ti dicono subito: "guarda che non c'è trippa per gatti se vuoi una famiglia è meglio che ti scordasti i sogni di successo lavorativo. Piuttosto impara un mestiere che non ti fa uscire fuori di testa quando devi fare l'inserimento al nido".


"Marta, Marta, tu t’inquieti e ti affanni per molte cose; una sola è necessaria: Maria invece ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta“.

Offline Lucia

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Re:da che parte sta la differenza?
« Risposta #8 il: Febbraio 24, 2014, 13:23:03 pm »
Io sono stata fortunata (una volta..) perché ho avuto il bimbo proprio mentre facevo il PhD, obbligo di frequenza non avevo, la borsa di studio veniva sul mio conto e lavoravo mentre il bimbo dormiva (e dormiva fin troppo), cosi la realizzazione come madre e come ricercatrice si sono armonizzati perfettamente, un qualsiasi lavoro più semplice, diciamo in agricoltura o da cassiera sarebbe stato molto più impegnativo.
Mia madre era insegnante e poi anche direttore della scuola, ma era comunque una madre (fin troppo) presente, ci portava poi in escursioni con i suoi alunni o in altre attività. Non lo so, qualcosa di importante sarebbe mancato dalla vita se lei non avesse lavorato.
Chi conoscevo come nonna aveva invece una impresa famigliare dove facevano corredini per bambini, e posso dare anche molti altri esempi. Anche l'ambito di impresa famigliare mi sembra un ambiente buono per collegare famiglia e lavoro, cosi che il bambino impara anche che il lavoro è una cosa importante, non una maledizione ma ti da un ruolo nella società.

Certo se non ti piace ciò che fai, o se i soldi guadagnati li devi spendere per una babysitter e per i tuoi spostamenti cosi davvero non vale la pena, allora se puoi, meglio stare accasa.
Ma chi vive solo per i figli, secondo me diventa più fagocitante, perché non gli lascia andare via o se vanno in altra citta lei sente la sua vita senza senso.

La politica per me ha lo stesso valore el gossip, però se una si sente vocata a quello...comunque sarebbe elementare che lotto per il bene di tutti.

Offline Artemisia Gentileschi

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Re:da che parte sta la differenza?
« Risposta #9 il: Febbraio 24, 2014, 13:42:58 pm »
Abraxas

in teoria il ragionamento che fai è giusto, ma io non sono mai riuscita ad applicarlo.

Se hai un bambino saprai bene che i primi anni non è auspicale pensare di dedicarsi a lavoro come può fare una che non ne ha.
Se devi prendere dei permessi per la malattia (e i bambini piccoli si ammalano molto più che spessissimo!)
Se devi uscire prima perché c'hai la riunione dell'asilo
Se devi andare in trasferta e non puoi perché a chi li lasci?
E via dicendo.. Quale datore di lavoro è disposto a farsi carico di una dipendente che c'è a metà?

O hai la fortuna di lavorare nel pubblico ed esci alle 3 tutti i giorni.. Io sta fortuna non ce l'ho.
E non ho la ditta di famiglia in cui se non vado una mattina non succede niente.

Io ho la partita iva. Pago più tasse che altro, ma mi gestisco da sola.
Mia figlia ha avuto la scarlattina e siamo state 2 settimane a casa. Se avessi pagato una baby sitter per 14 giiorni non mi bastava lo stipendio di un mese  :wacko:

"Marta, Marta, tu t’inquieti e ti affanni per molte cose; una sola è necessaria: Maria invece ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta“.

Offline COSMOS1

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Re:da che parte sta la differenza?
« Risposta #10 il: Febbraio 24, 2014, 13:58:51 pm »
 @Lucia e Artemisia  :OT:
Dio cè
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Offline vnd

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Re:da che parte sta la differenza?
« Risposta #11 il: Febbraio 24, 2014, 19:31:47 pm »
leggo su http://abbattoimuri.wordpress.com/2014/02/21/otto-donne-al-governo-si-beh-e-allora/ , blog oltraggioso di femminista radicale, l'intervento di una certa Sonia

1.
L'assurdità dell'affermazione di Sonia è eclatante se si pensa che gli uomini, per selezione naturale, hanno dovuto sviluppare il gioco di squadra.
Quindi non è affatto vero che *tutti* gli uomini sono competitivi.
Semmai lo possono essere gli aspiranti leader che, per fortuna, non sono che una minoranza.
Perché la competizione, nella caccia o nella guerra, essendo vanità, posta all'incremento del rischio di morte.

Diverso è il caso delle donne che, nei compiti tipicamente femminili, quali la raccolta della frutta, devono competere con le altre e raccogliere prima delle altre i frutti più maturi dell'albero.

Cacciare o combattere cone gente incazzata con noi, perché gelosa o invidiosa, visto che siamo competitivi porta all'indebolimento del gruppo.
La competizione nella raccolta della frutta, invece, non espone ad alcun  rischio.

Al contrario, quindi, le donne sono maggiormente competitive degli uomini ed è proprio la competitività ,ossia l'incapacità di giocare di squadra, che ne riduce l'efficienza.

2.
Se c'è proprio una cosa che le donne non sanno fare è gestire il potere con equilibrio e senso di giustizia.
Le donne, soprattutto le femministe dell'ultima generazione, sanno occuparsi solamente degli affari loro.

A cosa è servito il Ministero delle IMPari Opportunità agli uomini, in tutti questi anni, laddove erano e sono palesemente danneggiati per legge, come obblighi sessisti, età pensionabile prolungata e paternità negata o imposta?
A nulla.
Anzi. Le femministe, quando si parla di questione maschile fanno le negazioniste.
I problemi che pensano non possano riguardare le femministe in prima persona non esistono.

3.
Le femministe non accettano la verità.
Censurano e offendono l'interlocutore che non si allinea.

Uno dei tanti esempi sono i messaggi di un certo Belfort sul blog della Terragni che faceva notare proprio queste cose.
Questi messaggi, naturalmente, sono stati censurati.

Controllare per credere.
http://blog.iodonna.it/marina-terragni/2014/02/18/caro-matteo-di-una-ministra-alle-pari-opportunita-ce-ancora-bisogno/



« Ultima modifica: Febbraio 24, 2014, 19:50:38 pm da vnd »
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Offline Angelo

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Re:da che parte sta la differenza?
« Risposta #12 il: Febbraio 24, 2014, 20:46:40 pm »
ho scritto un commento, vediamo che risponde  o censura la Quisling italica...
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline Angelo

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Gilbert Keith Chesterton

Offline Stendardo

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Re:da che parte sta la differenza?
« Risposta #14 il: Febbraio 27, 2014, 23:12:37 pm »
Secondo il mio punto di vista personale un errore fondamentale che è stato commesso da una parte degli antifemministi risiede nel fatto di essersi posti sullo stesso piano speculare del femminismo ricorrendolo sul suo stesso terreno e nel solco del suo medesimo errore dell’”indifferenza di genere” secondo il quale gli uomini e le donne sono “uguali” e dunque interscambiabili , da questo primo errore discendono poi a cascata tutta una serie di errori perniciosi come il perseguimento scellerato della chimera di una parità forzata 50 e 50 da raggiungere a qualsiasi costo e comunque solo e soltanto nei quadri direttivi .
In tal modo i fautori di questo pensiero si illudono di poter sconfiggere il femminismo mettendo da parte tutto ciò che possa far storcere il naso all’opinione pubblica femminile puntando invece  su tutto ciò che possa accomunare i due generi .
Così queste persone hanno creduto di poter ottenere il sostegno da parte di tutte quelle donne che in qualche modo orbitano all’esterno della galassia femminista .
Sulla base di una simile impostazione appare lapalissiano che una simile lotta non possa  in alcun modo risultare pericolosa per le femministe : mal che vada  una femminista avrebbe sempre potuto recitare la parte della femminista “buona” a seconda della convenienza operando qualche opportunistico distinguo  con il beneplacito bonario dell’antifemminista soddisfatto e convinto di aver ritrovato la pecorella smarrita e del ghigno della femminista per la beffa riuscita .
Dunque , torno a ripetere con tutta la forza di cui dispongo  che dal nostro punto di vista tra una femminista deficiente che scrive pubblicamente idiozie ed una femminista untuosa e subdola che fa finta di dispiacersi  per la sorte degli uomini è da preferire 100.000 volte la femminista ebete .
Difatti tutti possono facilmente dedurre che se è pur vero che il 90% delle guerre giuste o sbagliate che siano e delle lotte per la sopravvivenza e per la conservazione della specie siano state causate da uomini , è altrettanto vero che il 99% dei benefattori dell’umanità le cui opere (si pensi alla costruzione di ospedali , di acquedotti )ed il cui ingegno (si pensi solo a tutte le scoperte in campo medico-chirurgico o tecnologico) che hanno contribuito a salvare milioni di vite umane ed a migliorare la qualità della vita di miliardi di persone permettendo a tutti , uomini e donne , di innalzare considerevolmente l’aspettativa di vita di tutto il genere umano , sono uomini .
Molto semplicemente  da quando l’essere umano ha fatto la sua comparsa sulla terra e  fino a pochi anni fa  , le donne , fatte le dovute eccezioni che come sempre confermano la regola , non sono praticamente esistite né hanno influito in alcun modo sul corso della storia umana , né nell’arte , né nella cultura , né nella scienza etc. né in generale nel bene o nel male .
In tutta onestà il contributo allo sviluppo ed al progresso della civiltà umana da parte delle donne è stata pari e di certo non superiore a quella ad esempio del cavallo come mezzo di locomozione o al bue utilizzato come aratro nell’agricoltura quando gli esseri umani 10.000 anni or sono riuscirono a passare in Mesopotamia dalla pastorizia nomade alle prime civiltà stanziali dedite alla coltivazione della terra .   
Pertanto personalmente ci tengo a ribadire che dobbiamo essere estremamente grati alla femminista stolta per le sue esternazioni infatti è proprio a questo punto che interviene la femminista altrettanto anodina ma sfacciata la quale afferma che la natura è fatta per essere modificata dalla cultura o addirittura che la natura non esiste (?!) ed al suo posto esiste solo la cultura…
Ma a parte il fatto
a)   Che si voglia far passare  per (k)ultura tutte le porcherie degenerate e folli del gender-femminismo ;
b)   Che l’uomo nel corso della storia non è mai riuscito a vincere la natura ma al massimo è riuscito a scoprire soltanto la punta di questo gigantesco iceberg ;
c)   Che l’uomo nel corso dei secoli si limita al massimo a sollevare il velo su ciò che è già presente in natura ;
d)   Che l’uomo a differenza della donna o degli animali è riuscito a far progredire tutta la civiltà umana composta da uomini  e da donne , solo man mano che è venuto a conoscenza appunto delle leggi naturali ;

Ma a parte tutto ciò , non è la cultura che determina gli esseri umani e men che meno che può modificare l’essenza della natura o la genetica , al contrario , la storia dimostra che sono i Grandi Uomini , i vari Dante , Wagner, D’Annunzio , Aristotele , Goethe , Shakespeare , Omero , Virgilio , Platone , Mozart , Beethoven che creano , plasmano e modellano la cultura , quella vera , e con essa il divenire di tutta la civiltà umana !
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius