Autore Topic: da che parte sta la differenza?  (Letto 4813 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline COSMOS1

  • Amministratore
  • Storico
  • ******
  • Post: 7673
  • Sesso: Maschio
  • Cosimo Tomaselli - Venezia
Re:da che parte sta la differenza?
« Risposta #15 il: Febbraio 28, 2014, 09:23:57 am »
@Stendardo: Il ragionamento da fare sulle premesse tue e di Sonia consiste nel constatare che finchè uno dice "la civiltà è una conquista maschile" e l'altra replica "l'oppressione femminile impedisce il progresso dell'umanità", siamo fermi a muro contro muro. Muri in ogni caso artificiali, perchè il soggetto della decantata lotta di classe/genere (i maschi e le femmine) sono una astrazione. Ma essere fermi davanti ad un muro virtuale è ancora più patetico!
Proviamo invece a ragionare: il femminismo egualitario e il femminismo donnista sono due versioni della stessa ideologia. Siamo d'accordo. Seguire le femministe su un terreno o sull'altro è altrettanto sbagliato. Va bene: però lo stesso ragionamento vale anche per te. Se è stupido seguire le femministe nell'affermazione aberrante che mm e ff sono uguali, contrapporsi affermando che noi siamo migliori di fatto è seguirle comunque.
Ma tra i due terreni c'è differenza e le due affermazioni, pure in contesti diversi, hanno diversi esiti. La battaglia per l'uguaglianza comporta che in un processo per stupro la versione dell'uomo e quella della donna pesino uguale. Che in un divorzio colpe, diritti, doveri e mantenimenti vanno divisi al 50% (in assenza di provate responsabilità dell'uno o dell'altro). Che i fondi per la disoccupazione non devono discriminare maschi e femmine. Eccetera.
Questa parità risolve il problema? Prima dobbiamo domandarci quale problema dovrebbe risolvere.
Il problema della convivenza civile si. Perchè in un tribunale o sul mercato del lavoro o nei concorsi a me non importa niente che il mio avversario/concorrente sia m o f! Quindi dobbiamo combattere insieme alle femministe libertarie per la parità mm/ff in ogni ambito pubblico, contro le femministe donniste.
Il problema dei rapporti mm/ff non li risolve, ma siamo su di un altro piano. A me che la persona con la quale sono in rapporto sia m o f, interessa in poche, pochissime occasioni. Nel 99% delle cose che faccio e del tempo che passo, mi è indifferente. Quando faccio la coda ad uno sportello, quando vado in tribunale, quando pago le tasse, e via così. Poi a letto, quando non dormo, preferisco avere una donna. Epperò, anche a letto, la maggior parte del tempo dormo...
Ora, il rapporto mm/ff, gli ambiti nei quali è importante che uno sia m o f, sono ambiti molto ristretti, e in quegli ambiti dovremo affrontare la questione di come migliorare questi rapporti. È vero che 130 omicidi di donne all'anno non sono un grande numero, ma sono la punta dell'iceberg di una relazione mm/ff difficile, irrisolta, di una comunicazione assente.
Bene, va affrontata. Ma il modo peggiore per affrontarla è confonderla con l'altra. Mi ripeto: nell'ambito pubblico qualunque differenza mm/ff va proibita!
alcuni esempi:
  • in un processo per divorzio il giudice deve giudicare i soggetti a e b a prescindere dal loro sesso. Anzi gli deve essere  proibito sapere se a/b sono m o f!
  • sul lavoro deve essere proibita qualunque differenza tra i due sessi. L'età pensionabile deve essere uguale, le assenze per maternità vanno abolite, i turni notturni e diurni comparati, etc etc
  • vanno proibiti tutti i finanziamenti e le iniziative che discriminano tra mm e ff: telefono rosa, pari opportunità, etc etc
Nell'ambito privato invece è evidente che finchè mm e ff non matureranno la loro identità specifica, diversa e complementare, qualunque relazione nasce col piede sbagliato. Come fare per far maturare queste identità? boh ...
Possiamo (o dobbiamo?) seguire le femministe egualitarie nell'ambito pubblico (combattendo le donniste) e combatterle nell'ambito privato (continuando a combattere anche le donniste). Forse.
@Angelo:
Citazione
  •   Belfort          -  25 febbraio 2014 Aspettarsi onestà intellettuale da una femminista è un’assurda perdita di tempo.
     
  •   Angelo          -  24 febbraio 2014 La sua terapia è paragonabile a quella che viene data in scuole tipo “Egalia”; purtroppo su un soggetto come me non fa effetto, le consiglio di somministrarla ad altri che la richiedono poichè non ne ho bisogno.
     Per il resto è interessante notare il tenore della sua risposta e la non pertinenza della stessa con i quesiti e i dubbi che sottolineo nel mio messaggio precedente. Comunque, lei è in ottima compagnia. Ha dalla sua Letta, Napolitano, Renzi(e), Bonino, e tutti i compari che reggono il gioco della nostra, ormai finta, democrazia.
     Non trova bello appoggiare le istanze di chi segue l’ “Ammeriga”?
     Non trova simpatico e vincente appoggiare le tesi di chi sta contribuendo ad affossare l’Italia, di chi fa distruggere le intercettazioni sulla trattativa Stato – Mafia degli anni ’90?
     Non trova sia bello essere pagata da direttori di giornali che con qualche mese di ritardo pubblicano articoli che su blog di inferiore visibilità erano usciti qualche mese prima ed erano stati bollati come “complottisti” ?
     Non trova sia interessante esser apprezzata da tante persone che non riescono a capire il nesso tra la maggiore incidenza delle parole inglesi nei maggiori quotidiani nazionali e il progressivo indebolimento internazionale ed economico del Paese in cui viviamo?
     Non trova interessante esser pagata per uno spazio web che propina tesi “mainstream” che vengono viste da molti commmentatori come la panacea degli italici mali e che in realtà è il solito fumo negli occhi paragonabile a quello di Maidan?
     Scelga bene da che parte stare, perchè non sempre gli utili idioti vengono salvati quando le cose si mettono male… Ha presente Najibullah?
     
  •   Warlordmaniac          -  24 febbraio 2014 Salve. Sai chi sono e da dove provengo (QM forum) quindi è inutile elencare tutte le cose su cui discordo, perché praticamente non sono d’accordo su nulla, però devo puntualizzare una cosa che ho contestato anche a Civati. La Questione Maschile è la nostra, non quella che v’inventate voi. Se per Questione Femminile ci si occupa dei problemi e dei diritti delle donne, non è che con Questione Maschile ci si occuperà delle malefatte e dei vantaggi degli uomini; non c’è simmetria, non credi? Quindi la Questione Maschile sarà corrispondente al significato della Questione Femminile, considerando le peculiarità del caso.
        Marina Terragni                            -  24.2.2014 va bene, ciao, a presto
       
  •   Angelo          -  24 febbraio 2014 E’ interessante vedere che ci siano ancora in circolazione blog e spazi come questo della Terragni. Interessante perchè dimostra ancora una volta come e dove il Potere preme e con quali strumenti. Preme verso cosa? Verso il mondo a direzione americana, tramite lo strumento Renzi che prima di esser investito della carica di primo ministro italiano, fa un viaggio dai Democratici Americani… Ed allora, di corsa verso il linguaggio non sessista, gli studi di genere, le doppie preferenze obbligatorie alle elezioni politiche, i ministeri delle pari opportunità dati a chi segue il pensiero femminista, l’inserimento sempre più massiccio di parole anglosassoni a scapito dell’italiano. Tutte azioni politiche naturalmente che non passano dalle urne ormai dal lontano 2011… La Terragni, così come tante altre figure (Barbara Spinelli – CEDAW; Loredana Lipperini etc. ) sponsorizza questo “nuovo corso” di derivazione e “governance” americana (sotto le vesti UE) . Niente di nuovo, del resto esistono i Quisling, non vedo perchè non debbano esistere i corrispettivi femminili. Può sempre censurare cara Terragni, ciò non toglie che sempre più uomini e donne si rendono conto delle ingiustizie del politicamente corretto (il femminismo viene da lì ,altro che movimento “paritario”) e prima o poi verranno a galla. Chissà se resterà ancora sui blog a scrivere e censurare chi, senza offendere, le dimostra le incongruenze e le menzogne del suo spot / padrone d’oltreoceano con il vestitino alla REnzie/Fonzie. Un saluto da chi, alle sue teorie,idee, false statistiche non ha mai creduto e non crederà mai dato che la dignità non si compra con uno stipendio da blogger di una testata venduta al padrone d’oltreoceano.
        Marina Terragni                            -  24.2.2014 si sente meglio adesso?
     noi blogger serviamo anche come terapeute

non è male, dai! Una volta avrebbe cancellato e basta, adesso cerca di esorcizzare con l'ironia. Ma intanto prende atto di un ragionamento. Se affiliamo il ragionamento, vinciamo. SE.
Dio cè
MA NON SEI TU
Rilassati

Offline Rita

  • Veterano
  • ***
  • Post: 2819
  • Sesso: Femmina
Re:da che parte sta la differenza?
« Risposta #16 il: Febbraio 28, 2014, 10:18:10 am »
    [/list]Nell'ambito privato invece è evidente che finchè mm e ff non matureranno la loro identità specifica, diversa e complementare, qualunque relazione nasce col piede sbagliato. Come fare per far maturare queste identità? boh ...
    Possiamo (o dobbiamo?) seguire le femministe egualitarie nell'ambito pubblico (combattendo le donniste) e combatterle nell'ambito privato (continuando a combattere anche le donniste). Forse.

    oltre a quotare tutto il resto e a ribadire che, per conto mio, paragonare più o meno velatamente o più o meno esplicitamente, la specificità femminile a una specificità animale esclusivamente utiitaristica non fa che portare molta acqua al mulino del ragionamento femminista, quando non lo conferma in pieno, mi chiedo sempre più spesso perché la prima azione non potrebbe essere propedeutica all'automatica soluzione della seconda.
    Se, come si sostiene, la differenza è naturale e soltanto l'ambito pubblico favorisce lo sbilanciamento da una parte o dall'altra, eliminando le differenze in ambito pubblico e considerando neutro il soggetto, automaticamente nell'ambito privato le cose "dovrebbero andare da sé".
    Se, infatti, il divorzio fosse paritario, se chi vuole l'affetto dei bambini e vuol farsi carico della loro educazione e seguirli dovesse anche sopportarne l'onere economico, se chi vuole fare un lavoro totalmente assorbente e responsabilizzante (e quindi anche remunerativo) dovesse rinunciare in tutto o in parte alla prerogativa genitoriale, se il corpo delle donne fosse considerato al pari di quello degli uomini in ambito pubblico e giuridico , se e se.. e insomma tutti i se di cui si parla abitualmente nella qm, anche l'ambito privato forse tornerebbe, col tempo, a stabilizzarsi da sé.
    Il problema degli asili tipo Egalia, non lo vedo tanto rischioso in quanto s'imporrebbe un' "educazione neutra" lo vedo rischioso perché il "neutro" è solo di facciata.
    Perché alla fine, quel che trapela dalle soluzioni Egalia è semplicemente un'incoraggiamento delle bambine verso l'aggressività e l'autodeterminazione (con la protezione e il beneplacito degli adulti) e di contro un'indebolimento dell'autodeterminazione maschile tramite correzione (sempre con la protezione e il beneplacito degli adulti).
    Sempre se mi sono capita..
    L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

    Offline Lucia

    • Femminista
    • Veterano
    • ***
    • Post: 4566
    Re:da che parte sta la differenza?
    « Risposta #17 il: Febbraio 28, 2014, 12:36:26 pm »

     le assenze per maternità vanno abolite

    questa è come quando gli svedesi vogliono che tutti pisciano seduti perché siamo uguali...
    Con il resto sono d'accordo con te, ma la maternità va protetta per stimolare la crescita demografica

    Offline Rita

    • Veterano
    • ***
    • Post: 2819
    • Sesso: Femmina
    Re:da che parte sta la differenza?
    « Risposta #18 il: Febbraio 28, 2014, 12:51:56 pm »
    Con il resto sono d'accordo con te, ma la maternità va protetta per stimolare la crescita demografica

    però è anche curioso che là dove la maternità è più tutelata o protetta, la crescita demografica rallenta.
    L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

    Offline vnd

    • Moderatore
    • Storico
    • *****
    • Post: 6009
    • Sesso: Maschio
    Re:da che parte sta la differenza?
    « Risposta #19 il: Febbraio 28, 2014, 15:53:25 pm »
    Secondo il mio punto di vista personale un errore fondamentale che è stato commesso da una parte degli antifemministi risiede nel fatto di essersi posti sullo stesso piano speculare del femminismo ricorrendolo sul suo stesso terreno e nel solco del suo medesimo errore dell’”indifferenza di genere” secondo il quale gli uomini e le donne sono “uguali” e dunque interscambiabili , da questo primo errore discendono poi a cascata tutta una serie di errori perniciosi come il perseguimento scellerato della chimera di una parità forzata 50 e 50 da raggiungere a qualsiasi costo e comunque solo e soltanto nei quadri direttivi .
    In tal modo i fautori di questo pensiero si illudono di poter sconfiggere il femminismo mettendo da parte tutto ciò che possa far storcere il naso all’opinione pubblica femminile puntando invece  su tutto ciò che possa accomunare i due generi .
    Così queste persone hanno creduto di poter ottenere il sostegno da parte di tutte quelle donne che in qualche modo orbitano all’esterno della galassia femminista .
    Sulla base di una simile impostazione appare lapalissiano che una simile lotta non possa  in alcun modo risultare pericolosa per le femministe : mal che vada  una femminista avrebbe sempre potuto recitare la parte della femminista “buona” a seconda della convenienza operando qualche opportunistico distinguo  con il beneplacito bonario dell’antifemminista soddisfatto e convinto di aver ritrovato la pecorella smarrita e del ghigno della femminista per la beffa riuscita .
    Dunque , torno a ripetere con tutta la forza di cui dispongo  che dal nostro punto di vista tra una femminista deficiente che scrive pubblicamente idiozie ed una femminista untuosa e subdola che fa finta di dispiacersi  per la sorte degli uomini è da preferire 100.000 volte la femminista ebete .
    Difatti tutti possono facilmente dedurre che se è pur vero che il 90% delle guerre giuste o sbagliate che siano e delle lotte per la sopravvivenza e per la conservazione della specie siano state causate da uomini , è altrettanto vero che il 99% dei benefattori dell’umanità le cui opere (si pensi alla costruzione di ospedali , di acquedotti )ed il cui ingegno (si pensi solo a tutte le scoperte in campo medico-chirurgico o tecnologico) che hanno contribuito a salvare milioni di vite umane ed a migliorare la qualità della vita di miliardi di persone permettendo a tutti , uomini e donne , di innalzare considerevolmente l’aspettativa di vita di tutto il genere umano , sono uomini .
    Molto semplicemente  da quando l’essere umano ha fatto la sua comparsa sulla terra e  fino a pochi anni fa  , le donne , fatte le dovute eccezioni che come sempre confermano la regola , non sono praticamente esistite né hanno influito in alcun modo sul corso della storia umana , né nell’arte , né nella cultura , né nella scienza etc. né in generale nel bene o nel male .
    In tutta onestà il contributo allo sviluppo ed al progresso della civiltà umana da parte delle donne è stata pari e di certo non superiore a quella ad esempio del cavallo come mezzo di locomozione o al bue utilizzato come aratro nell’agricoltura quando gli esseri umani 10.000 anni or sono riuscirono a passare in Mesopotamia dalla pastorizia nomade alle prime civiltà stanziali dedite alla coltivazione della terra .   
    Pertanto personalmente ci tengo a ribadire che dobbiamo essere estremamente grati alla femminista stolta per le sue esternazioni infatti è proprio a questo punto che interviene la femminista altrettanto anodina ma sfacciata la quale afferma che la natura è fatta per essere modificata dalla cultura o addirittura che la natura non esiste (?!) ed al suo posto esiste solo la cultura…
    Ma a parte il fatto
    a)   Che si voglia far passare  per (k)ultura tutte le porcherie degenerate e folli del gender-femminismo ;
    b)   Che l’uomo nel corso della storia non è mai riuscito a vincere la natura ma al massimo è riuscito a scoprire soltanto la punta di questo gigantesco iceberg ;
    c)   Che l’uomo nel corso dei secoli si limita al massimo a sollevare il velo su ciò che è già presente in natura ;
    d)   Che l’uomo a differenza della donna o degli animali è riuscito a far progredire tutta la civiltà umana composta da uomini  e da donne , solo man mano che è venuto a conoscenza appunto delle leggi naturali ;

    Ma a parte tutto ciò , non è la cultura che determina gli esseri umani e men che meno che può modificare l’essenza della natura o la genetica , al contrario , la storia dimostra che sono i Grandi Uomini , i vari Dante , Wagner, D’Annunzio , Aristotele , Goethe , Shakespeare , Omero , Virgilio , Platone , Mozart , Beethoven che creano , plasmano e modellano la cultura , quella vera , e con essa il divenire di tutta la civiltà umana !


    Non è stato tanto un errore, quanto un'atteggiamento del tipo: "hai voluto la bici? adesso pedala!".

    Vuoi essere uguale a me? Sii uguale a me. In tutto e per tutto. Diritti ma anche doveri!

    La cultura che le femminuiste definiscono patriarcale, era, a tutti gli effetti una cultura di genere.
    Dove doveri e diritti degliuomini e delle donne erano adeguati ai loro ruoli.

    Mi spiego, meglio.

    Esempio n.1
    Le donne avevano una discreta incidenza di morte per parto.

                                                                                     Le donne sposate avevano il diritto di farsi mantenere.

    Di conseguenza, gli uomini dovevano mantenere le donne.
                                                                                     Le donne che tradivano il marito incorrevano in una  pena più severa di quella che avrebbe avuto il marito se avesse fatto la stessa cosa.

    Esempio n. 2
    Per votare bisognava pagare le tasse ed essere soggetti a servizio militare obbligatorio.
    Ossia, si vota se si contribuisce anche ecomnomicamente al sostentamento del paese e se si rischia di dover morire per difendere gli interessi nazionali.
     
                                                                                                                                Le donne non erano soggette a servizio militare.
                                                                                                                                Le donne non votavano

    Ad un occhio distratto potrebbe che la cultura tradizionale penalizzasse eccessivamente le donne.
    Il che è falso.


    Oggi, invece, con politica di genere si intende tutta quella serie di rivendicazioni assurde tendenti ad agevolare le donne a danno degli uomini.
    Diritti, privilegi, agevolazioni, tutele e, in cambio, nulla.
    Il che è assolutamente ingiusto.

    Vuoi che sia riconosciuta la differenza? Bisogna tornare al passato, dove la differenza di genere era riconosciuta e tutelata.

    Vuoi l'uguaglianza?
    E allora siamo uguali. cancelliamo la voce "sesso" dalla carta d'Identità.

    In questo modo, però, sarai un individuo come tutti gli altri e non una femmina che può andare in opensione prima, può saltare i turni notturni, e puoi scegliere se combattere in guerra o startene a casa a farti i cazzi tuoi come vorrebbe fare la maggior parte dei maschi.



     
    Vnd [nick collettivo].

    Offline Artemisia Gentileschi

    • Affezionato
    • **
    • Post: 356
    • Sesso: Femmina
    Re:da che parte sta la differenza?
    « Risposta #20 il: Febbraio 28, 2014, 16:58:42 pm »
    però è anche curioso che là dove la maternità è più tutelata o protetta, la crescita demografica rallenta.

    Infatti. Penso che se non fosse possibile assentarsi per maternità ci sarebbero più donne che stanno a casa quando hanno dei bambini. Credo.

    Io, dopo essermi fatta imbarcare dalla storiella che "è possibile lavorare a tempo pieno e crescere serenamente un figlio" ho capito che non vale per tutti. Per me no sicuro.

    Quando avevo mia figlia piccolina non riuscivo a concentrarmi perché stavo sempre a pensare: mangia? Dorme? Cosa fa adesso? Il mio cervello era andato a farsi friggere.. Non che ora stia messa meglio, ma davvero se dovevo lavorare almeno dovevo farlo con l'animo a posto e non sempre con il senso di colpa.
    Ora che ha 9 anni è più semplice, tante cose le capisce e posso assentarmi tutto il giorno e non accade niente. Però se non ci fossi tutti i giorni, tutto il giorno?

    "Marta, Marta, tu t’inquieti e ti affanni per molte cose; una sola è necessaria: Maria invece ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta“.

    Offline Rita

    • Veterano
    • ***
    • Post: 2819
    • Sesso: Femmina
    Re:da che parte sta la differenza?
    « Risposta #21 il: Febbraio 28, 2014, 17:14:01 pm »
    Infatti. Penso che se non fosse possibile assentarsi per maternità ci sarebbero più donne che stanno a casa quando hanno dei bambini. Credo.

    Io, dopo essermi fatta imbarcare dalla storiella che "è possibile lavorare a tempo pieno e crescere serenamente un figlio" ho capito che non vale per tutti. Per me no sicuro.

    Quando avevo mia figlia piccolina non riuscivo a concentrarmi perché stavo sempre a pensare: mangia? Dorme? Cosa fa adesso? Il mio cervello era andato a farsi friggere.. Non che ora stia messa meglio, ma davvero se dovevo lavorare almeno dovevo farlo con l'animo a posto e non sempre con il senso di colpa.
    Ora che ha 9 anni è più semplice, tante cose le capisce e posso assentarmi tutto il giorno e non accade niente. Però se non ci fossi tutti i giorni, tutto il giorno?

    stessa cosa che notavo nelle colleghe che avevano bambini piccoli.
    Oltretutto le prime a non essere d'accordo con le tutele e le attenzioni verso le lavoratrici madri erano proprio altre lavoratrici.
    Quando lavoravo in un grosso studio ed eravamo tante impiegate ricordo un battibecco risolto poi dal capo nella nostra sede di MIlano fra una impiegata che reclamava la possibilità di uscire prima dal lavoro per stare col bambini e un'altra che reclamava il suo diritto ad uscire prima per andare in palestra.

    Messa su questo piano, il capo redarguì l'impiegata che reclamava il diritto al tempo libero sostenendo che un figlio è più importante, ma di fatto tutti i torti non li aveva. In fondo "pagava" una scelta della collega (quella di essere madre) rinunciando alla sua scelta di donna non madre.  :unsure:

    Se fosse stata con un'altra collega senza figli avrebbero alternato l'orario di lavoro lungo, così doveva in pratica sobbarcarsi sempre l'orario lungo per consentire all'altra di espletare la sua funzione di mamma.

    La verità è che non si può avere tutto. Se è giusto che esistano forme di lavoro flessibili per le mamme è anche giusto che ci sia qualche penalizzazione economica
    L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

    Offline Artemisia Gentileschi

    • Affezionato
    • **
    • Post: 356
    • Sesso: Femmina
    Re:da che parte sta la differenza?
    « Risposta #22 il: Febbraio 28, 2014, 17:20:12 pm »

    La verità è che non si può avere tutto. Se è giusto che esistano forme di lavoro flessibili per le mamme è anche giusto che ci sia qualche penalizzazione economica

    Assolutamente d'accordo.

    Io alla fine mi sono rotta le scatole di uffici e compagnia bella e ho lavorato per diverso tempo in un'azienda di catering. Lavoravo soprattutto di sera e non facevo niente di complicato se non servire ai tavoli, smistare portate, pulire, ecc..
    La retribuzione non era un granché ma comunque quei 500 euro al mese li facevo, bastevoli per il necessario.

    Preciso comunque che il mio non è un guidizio in negativo verso chi riesce ad avere un ottimo lavoro retribuito e una famigliola felice, solo che, sarò limitata io, per me non era possibile fare un lavoro concettuale e di impegno con una bambina piccola da accudire.
    "Marta, Marta, tu t’inquieti e ti affanni per molte cose; una sola è necessaria: Maria invece ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta“.

    Offline COSMOS1

    • Amministratore
    • Storico
    • ******
    • Post: 7673
    • Sesso: Maschio
    • Cosimo Tomaselli - Venezia
    Re:da che parte sta la differenza?
    « Risposta #23 il: Febbraio 28, 2014, 17:50:44 pm »
    Quando lavoravo in un grosso studio ed eravamo tante impiegate ricordo un battibecco risolto poi dal capo nella nostra sede di MIlano fra una impiegata che reclamava la possibilità di uscire prima dal lavoro per stare col bambini e un'altra che reclamava il suo diritto ad uscire prima per andare in palestra.
    ...
    Se fosse stata con un'altra collega senza figli avrebbero alternato l'orario di lavoro lungo, così doveva in pratica sobbarcarsi sempre l'orario lungo per consentire all'altra di espletare la sua funzione di mamma.

    figurati se il confronto fosse stato tra una donna con un bimbo piccolo e un uomo  :w00t:
    non c'era storia
    in ogni caso credo che vietare con pene gravissime (ergastolo o giù di lì  ;) ) la discriminazione in base al sesso sia l'unica uscita
    perchè al contrario cominciare a dire che la gravidanza va tutelata, si ma da che mese e fino a che mese/anno, tutelata quanto (part time di 4-6-8 ore?), e se ci sono due o più donne in gravidanza? ma e i congedi parentale del marito/compagno/fidanzato/cugino, e se il compagno è una compagna lesbica e fanno a turno un figlio l'una e poi l'altra? non finisce più

    e poi, onestamente, la tutela della gravidanza per sostenere l'incremento demografico fa pensare alle leggi dell'impero romano in decadenza e alle leggi fasciste

    l'unico criterio è: caix oggi ha prodotto x, viene retribuito %x, m o f che sia. Se caix non ha prodotto, caix non guadagna. Punto.
    Dio cè
    MA NON SEI TU
    Rilassati

    Offline Artemisia Gentileschi

    • Affezionato
    • **
    • Post: 356
    • Sesso: Femmina
    Re:da che parte sta la differenza?
    « Risposta #24 il: Febbraio 28, 2014, 18:16:08 pm »
    figurati se il confronto fosse stato tra una donna con un bimbo piccolo e un uomo  :w00t:
    non c'era storia
    in ogni caso credo che vietare con pene gravissime (ergastolo o giù di lì  ;) ) la discriminazione in base al sesso sia l'unica uscita
    perchè al contrario cominciare a dire che la gravidanza va tutelata, si ma da che mese e fino a che mese/anno, tutelata quanto (part time di 4-6-8 ore?), e se ci sono due o più donne in gravidanza? ma e i congedi parentale del marito/compagno/fidanzato/cugino, e se il compagno è una compagna lesbica e fanno a turno un figlio l'una e poi l'altra? non finisce più

    e poi, onestamente, la tutela della gravidanza per sostenere l'incremento demografico fa pensare alle leggi dell'impero romano in decadenza e alle leggi fasciste

    l'unico criterio è: caix oggi ha prodotto x, viene retribuito %x, m o f che sia. Se caix non ha prodotto, caix non guadagna. Punto.

    Però non è che puoi partorire in ufficio. E' logico che ad un certo punto una si debba assentare, il problema però ritorna dopo.
    Se fai un figlio lo devi crescere, non si autogestisce.
    E se lavori dalle 09 alle 18 chi te lo tiene il bambino?
    A me non importa una cippa di guadagnare di più, se lavoro 4 ore vengo pagata per 4 e me ne sto anche con una mansione ridotta.
    Il mio collega che lavora 8 ore prenderà uno stipendio adeguato.
    Ma se l'azienda ti dice che 4 ore non è possibile? Io preferisco trovare un altro lavoro.
    "Marta, Marta, tu t’inquieti e ti affanni per molte cose; una sola è necessaria: Maria invece ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta“.

    Offline Lucia

    • Femminista
    • Veterano
    • ***
    • Post: 4566
    Re:da che parte sta la differenza?
    « Risposta #25 il: Febbraio 28, 2014, 20:00:31 pm »
    da noi si davano due anni di congedo di maternità pagati 100%, oggi si da un anno, cosi sono meno problemi con la divisione al lavoro.

    Crescita demografica non c'è ma neanche il discorso femminista non attecchisce abbastanza (almeno nella mia generazione)  forse proprio perché là le donne non sono obbligate di fare i maschi.

    Offline controcorrente

    • Affezionato
    • **
    • Post: 1377
    • Sesso: Maschio
    Re:da che parte sta la differenza?
    « Risposta #26 il: Febbraio 28, 2014, 21:09:40 pm »
    figurati se il confronto fosse stato tra una donna con un bimbo piccolo e un uomo  :w00t:
    non c'era storia
    in ogni caso credo che vietare con pene gravissime (ergastolo o giù di lì  ;) ) la discriminazione in base al sesso sia l'unica uscita
    perchè al contrario cominciare a dire che la gravidanza va tutelata, si ma da che mese e fino a che mese/anno, tutelata quanto (part time di 4-6-8 ore?), e se ci sono due o più donne in gravidanza? ma e i congedi parentale del marito/compagno/fidanzato/cugino, e se il compagno è una compagna lesbica e fanno a turno un figlio l'una e poi l'altra? non finisce più

    e poi, onestamente, la tutela della gravidanza per sostenere l'incremento demografico fa pensare alle leggi dell'impero romano in decadenza e alle leggi fasciste

    l'unico criterio è: caix oggi ha prodotto x, viene retribuito %x, m o f che sia. Se caix non ha prodotto, caix non guadagna. Punto.

    Sono passati molti anni, ma ancora ricordo una nella fabbrica dove lavoravo che fece tre figli nel giro di qualche anno, con svariati mesi retribuiti prima e dopo il parto. Secondo me questa ci ha marciato alla grande, sapendo che avrebbe usufruito di ben 54 mesi (o giù di li') RETRIBUITI SENZA LAVORARE, con la scusa che era incinta prima e per la maternità post partum dopo.
    Oltre ovviamente agli scatti di tredicesima e di contribuiti versati SENZA LAVORARE.
    Sono sicuro che si è fatta i suoi calcoli, ogni volta che è rimasta incinta.