Cinema, uomini, solitudini, e amicizia:
"Sacco e Vanzetti"
Drammatico, politico, storico, Giuliano Montaldo, Italia, [1971]
Suppongo che non ci sia da poterlo immaginare, a meno che non si fosse vissuto al momento e oggi per ragioni anagrafiche i sopravvissuti non ci sono piu', ciò che un incredibile onda d'urto publlica causo' nel caso della vicenda di Sacco e Vanzetti negli anni venti. Vi sono alcuni cinegiornali contemporanei in "Sacco e Vanzetti" di Giuliano Montaldo, che ci danno qualche nozione delle manifestazioni appassionate e imponenti tenute in tutto il mondo per la loro salvezza.
La misura in cui i loro cognomi divennero parte del lessico comune negli Stati Uniti di quell'epoca si riflette nel classico e spesso antologizzato libro di Daniel Curley "Saccovanzetti", in cui un gruppo di bambini gioca a bastoni e al più giovane viene detto che deve essere "Saccovanzetti" tutta una parola. I nomi sono diventati una parola, proprio come il loro processo è diventato un simbolo da essere scagliato a destra a sinistra, e poi di nuovo indietro.
La sfortuna di Bartolomeo Vanzetti e Nicola Sacco, è evidente, risiedeva nel fatto che erano anarchici. Il che gli ha condannati a prescindere. Quali colpevoli designati, pericolosi bombaroli e facinorosi nella psicosi antianarchica dell'America di quelli anni- e cio' li rendeva sgradevoli anche ai comunisti stessi, che erano a dimostrare in Spagna, e un decennio più tardi avrebbero invece sparato sia agli anrchici che ai fascisti. Sacco e Vanzetti, intrappolati nel mezzo, erano e riimasero sempre sani nei loro principi e molto eloquenti nelle loro richieste di giustizia per un delitto che non li vedeva colpevoli, mentre gli slogan politici oscuravano il loro caso da ogni lato.
I famoso film diretto da Giovanni Montaldo "Sacco e Vanzetti", ci tiene in quanto spettatori come accanto alla coppia di compagni durante il processo-farsa che si svolse ai loro danni e attraverso il quale assistiamo ad uno spontaneo ed elaborato aborto di giustizia. Lo stile del film ci costringe a vedere la farsa attraverso i loro occhi (a volte letteralmente, come quando un flashforward viene utilizzato per mostrare dal suo punto di vista le braccia di Sacco mentre vengono legate alla sedia elettrica come lui avrebbe visto sè stesso in quel momento.) Questo ci coinvolge da spettatori tantissimo, ancora maggiormente che in un altro grandissimo esempio di cinema politico uscito in quel periodo, "Z- L'Orgia del potere" (1970) di Costantin Costa- Gavras
Il film è a volte preciso, a volte distorto e talvolta anche di fantasia nel suo racconto della storia, ma non importa. Le versioni della "verità", nel caso Sacco e Vanzetti sono state così varie, e comunque, una rivisitazione fattuale sarebbe probabilmente oltre le capacità di un qualsiasi lungometraggio. Sacco e Vanzetti e l loro tragica vicenda sono due figure al di là di poter essere aiutate da un film, del resto, e lo scopo di questa pellicola, come "Z" e "The Murder of Fred Hampton" (1971) di Howard Alk,è più per noi, di avvisarci per come la legge possa essere utilizzata come un corpo contundente dalla politica.
Il dramma giudiziario è una zona difficile per qualsiasi regista. Ma Montaldo riesce a dare l'impressione attraverso il riassunto, di aver raccontato tutta la storia di un processo che fu molto lungo. Non si può davvero restituire piu' che la superficie, ovviamente, ma il lavoro di Montaldo fu ugualmente molto onesto e non si lascio' mai imbrigliare in una deriva alla Perry Mason, e rimanere così bloccato in un sacco di primi piani alternati.
Montaldo fu bravissimo perchè gestì le scene di tribunale in un modo ancora nuovo, e interessante. Mostradoci poi attraverso delle impennate sottolineate dall'indimenticabile colonna sonora di Ennio Morricone e Joan Baez, le consapevoli oceaniche proteste e manifestazioni, della folla fuori dal tribunale, e nelle strade delle capitali del mondo. Poi, all'interno del tribunale stesso, rimane lontano dai tradizionali piani fisici tipici degli osservatori. Invece, la gente, gli spettatori dall'altra parte della ringhiera e dei cancelli sono visti in lunghi piani sequenza e grandangoli, in modo che quando scoppino le sommosse che avranno luogo, l'aula stessa agisca come una barriera d'acciaio, come una linea di polizia contro la quale la folla sembri anelare. Senza mai fare troppa mostra o un punto fermo di cio', Montaldo fa equivalere visivamente l'interno e l'azione esterna, e questo funziona.
Le interpretazioni celebrate e famose di Gian Maria Volontè/Vanzetti, e di Riccardo Cucciolla/Sacco, sono tra quelle definibili "della vita" per una intera carriera, e in particolare Cucciolla ottenne a sorpresa il Premio come Miglior Attore al Festival di Cannes del 1971. Un anno in cui ci furono tantissimi eccellenti film italiani, di cui questo è stato e rimane, uno dei migliori.
Suicide Is Painless
"The Ballad of Sacco and Vanzetti"
Scritta da Ennio Morricone e Joan Baez
Eseguita da Joan Baez
"Sacco and His Son"
Scritta da Ennio Morricone
"Freedom from Hope"
Scritta da Ennio Morricone
"Here's to You"
Scritta da Ennio Morricone e Joan Baez
Eseguita da Joan Baez
Avellino neorealismo Film Festival Anno 1971
Ha Vinto
Il Laceno d'Oro Miglior Film
Giuliano Montaldo
Miglior Attore
Riccardo Cucciolla
Festival di Cannes Anno 1971
Ha Vinto
Il Premio di Miglior Attore Riccardo Cucciolla
Nominato
Alla Palma d'Oro Giuliano Montaldo
Italiana Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici Anno 1972
Ha Vinto
Il Nastro d'Argento Miglior Attore (Migliore ATTORE Protagonista)
Riccardo Cucciolla
Migliore Nuova attrice (Migliore Attrice Esordiente)
Rosanna Fratello
Migliore Colonna Sonora (Migliore Musica)
Ennio Morricone
Nominato
Al Nastro d'Argento Miglior Sceneggiatura (Migliore Sceneggiatura)
Giuliano Montaldo
Fabrizio Onofri
Ottavio Jemma
Da Wiki alcune note e curiosita' interessanti, in particolare, l'ultima:
Analisi critica e produzione
Il film, secondo la testimonianza del suo regista, ha sensibilmente contribuito alla revisione storica dello stesso processo nell'opinione pubblica statunitense e del Governatore dello Stato dell'Illinois Michael Dukakis che, nel 1977 a cinquant'anni dalla loro esecuzione ha riabilitato ufficialmente la figura dei due italiani come vittime sacrificali, e che nei primi anni del XXI secolo ha stabilito con certezza l'errore giudiziario e il dolo dei magistrati.
Una sala cinematografica di prima visione del centro di Roma, che proiettava la pellicola, subì un incendio doloso.
Rosanna Fratello ha ricevuto il Nastro d'Argento per la sua interpretazione del ruolo di Rosa Sacco.
Nel 2005 è stato realizzato un ovviamente annaquato e orrido remake per la tv, con Sergio Rubini ed Ennio Fantastichini nella parte dei protagonisti.
Si avvale di una tra le più celebri colonne sonore di Ennio Morricone. La canzone di chiusura "Here's to you", cantata da Joan Baez, divenne un inno generazionale.
Curiosità
« Nell'edizione che circolava in cassetta prima delle splendida edizione speciale in due dischi dvd della Ripley's nel 2003, adesso in Blu-ray, e che si vedeva in tv, manca la battuta finale di Vanzetti prima di sedersi sulla sedia elettrica («Viva l'anarchia») tagliata nella colonna sonora dal produttore per «favorire» la vendita alla Rai, ma non nell'immagine che con un po' di fatica si può decifrare dal movimento labiale di Volontè»
(Paolo Mereghetti, Il Mereghetti: Dizionario dei film 2002, 2 voll., Baldini & Castoldi, 2001)
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